PIENNELLE.

Mi chiedono cosa io pensi della PNL, la cosiddetta “programmazione neurolinguistica”. La risposta e’ che la classifico tra quelle che definisco CMC, “Credenze Magiche Contemporanee”. Si tratta di una credenza magica, nel senso che l’assunto di base e’ lo stesso della magia: “vuoi trasformarti in un cavaliere? In un principe? In un guerriero? Pronuncia queste parole magiche, e succedera”.

Ovviamente le parole magiche non vengono piu’ dal mondo dell’occultismo e dell’esoterismo, tipo “tetragrammaton” o “abracadabra”, ma nelle credenze magiche contemporanee esse vengono dal mondo della tecnologia, e allora sono “programmazione”, “neurale”, “linguistica”, “santorsola”(1) e cosi’ via.

A parte le minchiate antiscientifiche sul fatto che una tecnica fatta (senza test di laboratorio) per modificare una cosa, la psiche, di cui non e’ mai stata dimostrata l’esistenza, (qualcuno ha mai costruito una macchina per sapere se un dato essere vivente abbia o meno una psiche, e quanta ne abbia di preciso?) si tratta di una serie di formule magiche che, secondo i venditori di fumo che la spacciano, potrebbe trasformare un popolano in un principe, un codardo in un valoroso cavaliere, e cosi’ via.

Di per se’, niente di nuovo nel panorama dei ciarlatani, tranne che la Magia Contemporanea ha una serie di simboli magici nuovi da usare, presi a prestito dal mondo della tecnica e della scienza.

Il vero problema di queste credenze e’, come ho scritto in passato riguardo a chi vi crede e al perche’, consiste nel credente. Ovvero: che cosa spinge il credente ad imparare queste formule magiche , e a proununciarle di continuo allo scopo di trasformarsi in una persona diversa?

Se osserviamo i primi scopi di chi si iscrive ai corsi di PNL, osserviamo subito le due finalita’ maggiori:

  1. Controllo. La persona che cerca la PNL e’ caratterizzata da una quasi assente forza di volonta’, e ad un’autodisciplina praticamente inesistente. Una semplice dieta, arrivare in orario, mantenere il controllo in occasioni sociali normalissime, sono obiettivi al di fuori dalla sua portata. Questo essere in merce’ di ogni venticello cerca principalmente controllo, come surrogato dell’autodisciplina, e come surrogato a buon mercato della forza di volonta’.
  2. Potere. La persona che cerca la PNL e’ caratterizzata dalla ricerca di un espediente per controllare gli altri, risultato che gli viene promesso dai guru della PNL, dicendo loro che se imparano a parlare in un certo modo impareranno a dire le cose che poi alla fine possono controllare , oltre a se’ stessi, anche gli altri. Il seguace della PNL crede di conoscere delle formule magiche che, se pronunciate, faranno fare agli altri quel che vuole.

Abbiamo quindi un ürimo spaccato esistenziale di questa persona. E’ una persona che non riesce ad alzarsi in tempo per arrivare in orario, che non riesce a studiare prima degli esami, semplicemente perche’ , essendo di solito un bambino viziato, nessuno gli ha mai insegnato alcuna forma di autodisciplina: troppa fatica, il bimbo si stanca.

E neanche ora vuole passare per la via dura dell’autodisciplina, per cui sceglie una scorciatoia. Non so chi di voi abbia fatto pugilato. Il pugilato, se praticato bene, dopo un pochino consiziona i riflessi. Succede che siccome in uno scontro in strada vince chi colpisce per primo, le vostre braccia scatteranno non appena la persona ostile si avvicina troppo. Non ci penserete, perche’ e’ un puro automatismo: non entra nemmeno in gioco la mente cosciente. Voi vi vedete mentre sparate un bel jab-diretto , e le vostre braccia agiranno mentre ancora vi chiedete che cosa fare nella mente cosciente.

Questi automatismi sono scorciatoie: sono utili per ottenere una risposta piu’ rapida ove , come nel pugilato, o nell’autodifesa, sia di enorme vantaggio. Essi non sostituiscono l’autodisciplina: la rendono piu’ veloce. Avreste comunque lottato, ma automatizzando, arrivate per primi.

Il seguace della PNL pensa di applicare questo principio a problemi che pero’ sono MOLTO piu’ complessi del problema dell’autodifesa. Nell’autodifesa dovete solo scegliere il momento giusto, e prima e’, meglio e’. Nella vita quotidiana, agire senza riflettere e’ invece un comportamento potenzialmente mortale. Chiunque puo’ fregare un fesso della PNL, semplicemente osservando come reagisce una volta, e sapendo che reagira’ SEMPRE cosi’, prevedere tutte le sue mosse.

In questo senso, il surrogato di forza di volonta’ permette al seguace della PNL di rispondere vaffanculo quando prima sarebbe scoppiato a piangere. Il guaio e’ che rispondera’ SEMPRE vaffanculo, perche’ se si e’ condizionato a farlo in UNA situazione, si e’ condizionato a farlo in OGNI situazione analoga.  Semplicissimo attirarlo in una riunione, pronunciare le parole che attivano quella reazione, e sentirlo mentre vi manda affanculo, rovinandosi la carriera.

I manager, quelli veri, hanno abbandonato la PNL per questo. Li rendeva prevedibili e manipolabili ad un osservatore freddo. Il cinese medio, abituato ad interiorizzare le emozioni , nonche’ osservatore precisissimo, li massacrava. CEO fatti a pezzi dai propri sottoposti, come dai concorrenti, solo perche’ si erano automatizzati delle reazioni.

Il seguace della PNL crede di trovare nell’automatismo un surrogato della forza di volonta’. Quando avete a che fare con un seguace della PNL, dovete semplicemente portarlo fuori dal suo intervallo di confidenza, per il quale non ha preparato automatismi, oppure cercare lo scontro in una lingua diversa dalla sua.

Il bisogno di una lingua definita e’ proprio quello che ha trasformato i credenti nella PNL negli zimbelli di chiunque, negli anni passati. Il linguaggio, infatti, tende ad importare parole straniere , e ho visto cadere un manager italiano molto fesso la volta che si e’ trovato in una riunione ove tutti parlavano inglese. Tutta la sua PNL funzionava in italiano. Ma anche rifacendola in inglese, il problema e’ che l’inglese e’ una lingua per la quale esiste un inglese italiano, un inglese tedesco, un inglese francese, e cosi’ via.

Anche in Italia, la costanza della lingua e’ tutto tranne che dimostrata.  A parte le forme derivanti dal dialetto, ci sono le forme derivanti dall’inglese. Se parlate con un milanese che vi propone di “checcare” anziche’ ti “verificare”, la PNL potrebbe anche dare risultati molto diversi da quelli che vi aspettate, in uno scontro verbale.

Qui arriviamo alla seconda aspettativa assurda di chi fa PNL: quella di controllare gli altri. In effetti, sono dei tali maniaci del potere che in media durante un corso di PNL il guru si chiava due o tre delle allieve, solo per dimostrare a se’ stesso quanto e’ magnetico. Si tratta di solito di sciampiste e donnette dal QI piu’ basso del culo, e onestamente non occorre un gran fascino, ma loro ci credono.

La loro convinzione e’ quella di individuare le parole chiave che spingono VOI, nella vostra mente, a fare le cose che vogliono loro. Cosi’, se voi usate due o tre volte un paio di termini, ottenete che loro credono che ripetendo quei termini, allora venderanno quel che vogliono e vi faranno fare quel che gli pare.

In generale anche questo fallisce. Innanzitutto, quando si conversa in un lingua diversa dalla propria. Immagino che un tedesco che ha fatto PNL possa tentare di capire che genere di parole mi influenzino. Solo che io non penso frasi come “Ovunque in Germania è salito Lunedi è stato celebrato oggi.”

Il problema e’ che la PNL non tiene MAI in considerazione la mappa semantica e specialmente il differenziale di traduzione: se dite “donna” ad uno svedese e ad un arabo, intendete sempre la femmina adulta di homo sapiens, ma state indicando due figure completamente diverse.

MA questo esempio non si ferma alla differenza tra popoli: anche due persone della stessa etnia con storie diverse avranno idee diverse di “donna”, a seconda della storia personale. In queste condizioni, le speranze che la PNL funzioni sugli altri sono minime, se non inesistenti. La probabilita’ che “buono” significhi la stessa cosa per due persone sono praticamente nulle: ognuno ha la propria idea di qualsiasi cosa riguardi i termini astratti.

Ed e’ qui il punto di principale catastrofe nella PNL: i concetti astratti e la complessita’. Come strategia di coazione autoindotta, la PNL puo’ solo individuare schemi di causa-effetto, ad una singola trasformazione.

Il guaio e’ che questo sistema non regge di fronte alla complessita’. Ok, e’ vero , ti sei programmato a reagire in un modo ad un negro, ma stiamo parlando del presidente degli stati uniti o del vu cumpra’ sotto casa?

Se fosse possibile programmare la vita umana in termini di coazioni autoindotte, la vita sarebbe interamente reattiva, e totalmente lineare. Ma questo non e’ vero, in quanto ogni singolo concetto ha uno spettro di qualita’ ed un intervallo di quantita’.

Insomma, questi signori sono convinti di aver acquisito un potere gigantesco. Il fatto che alcuni dicano di aver ottenuto chissa’ cosa e’ semplicemente dovuto al fatto che un automatismo e’ meglio delle reazioni confusionare e sconclusionate che avevano prima. Ma di fronte ad una persona normale, dotata di autodisciplina e forza di volonta’  , questi poveri fessacchiotti non hanno alcuna speranza.

Sono come pugili alle prime armi: la loro reazione arriva quasi subito, ma quando lo sapete , vi avvicinate in guardia, e appena le loro braccia scattano –  e scatteranno –  pac, non hanno piu’ guardia bassa:  ginocchiatina sulla milza, e speriamo che l’ambulanza arrivi in fretta.

Il seguace della PNL si sentira’ potentissimo per quella volta che riesce a farsi fare due euro di scontro dalla giornalaia, o per quella volta che ha mandato affanculo la persona sul tram. Ma si tratta di relazioni prive di complessita’. Entrera’ poi in combattimenti complessi convinto di avere chissa’ quale skill, e verra’ massacrato appena il livello di complessita’ andra’ oltre quello che una coazione puo’ supportare.

In particolare, il seguace della PNL e’ vittima di un particolare professionista: il provocatore. Un essere che vive facendo perdere la calma agli altri. Si tratta di persone estremamente astute, che sono gia’ avvezze a studiare le reazioni altrui ed individuare le idiosincrasie di persone estremamente complesse. Quando si trovano di fronte la preda , l’uomo PNL, credono di essere in paradiso: hanno una persona completamente soggetta ad un PREVEDIBILE complesso di “causa->effetto”.

E’ come il truffatore delle assicurazioni che cerca i pugili, finge di essere pazzo di fronte a loro, e si avvicina pericolosamente. Poi, denunciano il pugile, e siccome per il pugile non e’ possibile dimostrare alcuna aggressione, l’assicurazione paga.

Allo stesso modo, il provocatore professionista e’ alla ricerca di una qualsiasi coazione del suo interlocutore. Non appena nota che il seguace della PNL agisce secondo schemi prefissati, e’ finito: il nostro uomo PNL viene manipolato senza pieta’, se necessario sino a fargli pronunciare cose che non voleva dire, secondo tutte le strategie tipiche dei provocatori di professione.

In generale, la PNL e’ un metodo che convince chi non ha una forza di volonta’, non ha alcuna autodisciplina, e quindi e’ preda dei suoi stessi vizi. Instillandogli degli automatismi, lo convincono di avere il “controllo di se’ stesso”, senza che sia vero in condizioni complesse. Poi, siccome la situazione di riflessi condizionati e’ leggermente migliore di una di totale caos, allora il nostro uomo paga un altro corso , e a quel punto lo convincono di poter manipolare gli altri.

Fatto questo, il poveretto viene lasciato solo col mondo, e il mondo lo fa a pezzi. Ma attenzione , perche’ quando la nostra vittima viene mazzolata in una siuazione troppo complessa, si convince semplicemente di non aver fatto ABBASTANZA PNL, cioe’ di aver dimenticato uno “use-case”. E quindi pensa: ehi, mi hai fregato questa volta, ma alla prossima arrivero’ preparato.

Solo che un professionista conosce 300 modi per sconfiggervi , e voi passerete tutta la vita a cercare la “scozzata giusta” per gestire ognuno di questi metodi.

Il seguace della PNL non concepisce il fatto che le interazioni umane consistono in un numero tale di “use-cases” che anche se avessero a disposizione TUTTA la memoria di NSA, non riuscirebbero ugualmente a programmarsi adeguatamente usando degli schemi reattivi.

Infine, l’ultimo problema sono gli obiettivi. Un uomo PNL cerca il successo prima di tutto Per fare questo cerca di comportarsi come, secondo lui, si comporterebbe una persona di successo. Questo ragionamento ovviamente ha una piccola pecca: se lui NON ha successo, e’ perche’ NON sa come facciano le persone di successo ad averlo.

Insomma, la loro idea di “persona di successo” e’ sbagliata, ed e’ PER QUESTO che non hanno successo: non sanno come si fa.

Quando il nostro uomo PNL cerca di assomigliare ad una persona di successo, cerca di assomigliare alla sua idea SBAGLIATA di persona di successo: una mitologia dagli effetti catastrofici che si e’ costruito negli anni.

Di conseguenza, la persona PNL che cerca di essere un consulente finanziario tenta di essere, che so io, Gordon Gekko, perche’ magari questa e’ l’idea che ha della cosa, attraverso cinema e lettura di giornali.

Il nostro eroe non si chiede PRIMA se abbia o meno una visione corretta degli obiettivi, e specialmente non si chiede se questa errata visione non possa essere un errore , ovvero l’errore che lo porta a non raggiungere gli obiettivi.

Egli parte da una serie di assunzioni come:

  • Io voglio essere un uomo di successo.
  • Un uomo di successo mangia uova di serpente ogni mattina e questo e’ il segreto del loro successo. (falso)
  • Non riesco a mangiare quella roba, mi fa schifo.
  • Ma con la PNL ci riusciro’ ogni mattina.(vero)

Peccato che mangiare uova di serpente, cosa che secondo lui fanno gli uomini di successo  per aver successo, non serva a nulla. Insomma, questi signori insegnano loro tecniche di coazione autoindotta, senza spiegare loro che a fare il successo di qualcuno non sono solo le loro reazioni allo stress o a situazioni limite, ma ci sono altri fattori.

Essi quindi cercano di assomigliare ai loro eroi, col risultato che avere a che fare con loro somiglia ad una situazione di cosplay come questa:

come il personaggio della foto, l’uomo PNL ha tutto quello che secondo lui ha il personaggio che vogliono essere. Il guaio e’ che l’uomo che loro vogliono essere e’ una finzione che viene quasi completamente dal mondo dei massmedia, e che il mondo dei massmedia produce con una qualita’ professionale.

Fuori dalla TV, o dai giornali, o dai media, il risultato che si ottiene e’ simile a quello della foto: il nostro uomo PNL fa le cose che secondo lui fa la persona cui vuole assomigliare, ma questo non solo non basta, ma lo rende anche ridicolo.

Che so io, un Casaleggio crede DAVVERO di essere un Guru della comunicazione, e poco importa che abbia una PMI della pubblicita’ su internet, come tanti ex stampatori di volantini che si sono riciclati. Egli andra’ a congressi di fronte ai VERI guru , pensando che basti avere i capelli lunghi, gli occhiali, e dire “twitter” “facebook”, e zac, ecco che e’ tutto a posto.

Sinche’ non si scopre che la sua password e’ “santorsola”(2). Forse gli e’ mancata la scozzata giusta?

O la PNL e’ una merda per ex bambini viziati  privi di forza di volonta’ e di autodisciplina?

Uriel

(1) Helau!

(2) Si, lo ammetto, nei post ove stavo  a cercare bachi nella configurazione di apache in realta’ lo stavo sopravvalutando. Bastava molto meno.

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