Penombre rosse.

Ho ricevuto, tra i commenti riguardo al post sulle tette, un delirante proclama ideologico che conferma tutti i miei pregiudizi circa la “rivoluzione sessuale” e sulle persone che l’hanno condotta. Vorrei riallacciarmi al commento per mostrare con quanta cattiva fede, con quanta smania di potere e con quanta malvagita’ abbiano agito i propugnatori della cosiddetta “rivoluzione sessuale”.

Il proclama, che quoto, dice questo:

Che il privato sia politico non vuole dire quello che hai detto tu. Vuole dire che quello che accade nella nostra vita privata non è qualcosa di distaccato come pretendeva il liberalismo

Presumo che tu intenda il liberismo, dal momento che il liberalismo dal punto di vista marxista e’ ideologia e quindi non e’ un attore della storia. In ogni caso, il liberalismo distingue tra privato e pubblico, e non tra privato e politico, che e’ una cosa molto diversa. Non tutto il pubblico e’ politico.Il liberismo non ha mai preteso nulla di simile. Innanzitutto perche’ e’ un’ideologia che si occupa di mercato, e di conseguenza non si occupa di quanto NON sia una transazione non economica. Tra parentesi, il liberismo NON si occupa ne’ si e’ mai occupato di morale sessuale.

Iniziamo subito con le palle, dunque: si accusa un’ideologia non meglio definita (potrei citare una ventina di visioni diverse del liberismo, sarebbe carino dimostrare che i liberisti franchisti, i cosiddetti “tecnocrati”, ovvero i gesuiti dell’ Opus Dei , ritenessero che la vita privata e sessuale fosse completamente inalienabile al giudizio sociale) di dire qualcosa che in realta’ non dice.  Alcune branche lo fanno, altre no, non e’ possibile attribuire al liberismo alcuna mercificazione. Del resto, ci sono componenti del femminismo che esaltano la pornografia e la prostituzione senza che l’intero movimento ne possa venire accusato.Peraltro l’iperliberismo e il turbocapitalismo sono caratteristiche di molti neofascismi moderni, specialmente nell’aria ispanofona, e non mi sembra che se ne impippino della morale sessuale.

Partiamo, dunque, mentendo sapendo di mentire.

(quello che faccio nella mia vita privata non ha nessuna attinenza con la sfera pubblica anche quando voto una legge per proibire tutte le droghe e poi sniffo cocaina ai festini)

Qui si costruisce un argomento moralista di chiaro stampo cattolico, o meglio si costruisce un non-argomento. Si parte constatando che vi sia un’incoerenza tra le leggi emanate dal parlamento e il comportamento dei parlamentari , cosa di per se’ non stravagante :  a differenza dei militari, dei  preti e dei nobili, i politici NON sono chiamati a dare l’esempio.
Stabilito che il comportamento dei politici, mai vincolato alla coerenza da nessuna legge in vigore, non sia coerente con lo spirito delle leggi che votano, allora si dimostrerebbe che sia falso un altro assunto, cioe’ che la vita privata non abbia influenza sulla sfera politica.
Il che non e’ ancora quanto si voleva discutere, perche’ io me ne impippo del fatto che la mia vita privata impatti sulla sfera pubblica, ne’ ho mai trattato l’argomento: anche se fosse vero , quello che contesto e’ che la sfera politica abbia diritto di mettere bocca nella vita privata, che e’ un’affermazione diversa.
Il costrutto di questo pseudoragionamento del nostro apostolo rosso e’:
  • dato che una supposta (ed inesistente) regola vincolerebbe i politici allo spirito delle leggi che emanano
  • dato che i politici non sembrano coerenti con lo spirito delle leggi che emanano
  • se ne evince che la vita privata impatti nella sfera pubblica, o meglio, che sia falsa l’affermazione contraria
 L’assurdita’ di un simile ragionamento e’ evidente, dal momento che richiede un modello che leghi tra loro la presunta regola che vincolerebbe i politici a dare l’esempio (1), il presunto fatto che non sarebbero coerenti con lo spirito delle leggi che emanano, e il fatto che la vita privata impatti nella sfera politica.
Ma la catastrofe logica non finisce qui.

ma che ha profonde attinenze. Se io vado in chiesa o meno tutte le domeniche è un fatto politico, se bevo Coca Cola è un fatto politico, se vedo il Grande Fratello in tv è un fatto politico.

Piovono assiomi dal cielo. Se io vado a messa tutte le domeniche e’ una questione religiosa, se bevo coca cola e’ un fatto alimentare, se vedo il grande fratello in TV e’ un fatto ricreativo.
E’ inutile  del resto, contestare una tassonomia del genere, dal momento che non si e’ definito il concetto di “politico”: potrei dire che guardare il grande fratello sia sgnaus, che andare a messa sia sgnaus, che bere coca cola sia sgnaus, in assenza di una definizione di sgnaus, tutto ha senso, e non ne ha.
A meno che quella cui sopra non sia di per se’ una definizione di politica: basta pensare che sia una definizione, e capiamo subito cosa vuole dire il pretino rosso che scrive questa roba: sta definendo la “politica” come qualcosa che pervade ogni cosa, in modo che ogni cosa sia soggetta al potere della politica. Cioe’, al potere di chi gestisce la politica.
Insomma, si tratta del “anche al buio dio ti vede”, solo che al posto di dio ci ha messo la politica (2). Una simile definizione di politica ne allarga il campo d’azione sin dentro le nostre vite, in modo che ognuno dei nostri atti, dal piu’ intimo al piu’ banale, sia soggetto a giudizio ed eventualmente sanzione politica.
Il dialogo che questa definizione sottintende e’ il seguente:
  • Devi scopare con chi dice il partito.
  • No, io scopo con chi mi pare. Che gliene frega al partito? faccia politica e si faccia gli affari suoi.
  • Ecco, vedi, il privato e’ politico, dunque il partito facendo politica ha diritto di controllare il tuo privato, di dirti se andare a messa, se bere coca cola, se guardare il grande fratello, perche’ sono fatti politici.
  • E perche’ sono fatti politici?
  • Perche’ se non dicessimo cosi’, non potremmo farci i cazzi tuoi e acquisire potere su di te!
Questo e’ il semplice meccanismo della paranoia di potere del PCI italiano anni ’70: una definizione di politica cosi’ omnicomprensiva da riguardare ogni aspetto della vita umana, in modo da permettere al partito di ficcare il naso in ogni aspetto della vita umana.
Niente di nuovo, perche’ coincide con la definizione pretesca di Dio: poiche’ egli vede tutto e conosce tutto,di ogni cosa si rende conto a lui, e quindi su ogni cosa lui ha voce in capitolo.
Un semplice stratagemma per estendere il dominio indefinitamente. Si tratta di spiriti malati , malati di una malattia che ha un nome: “smania di potere”. E’ uno dei tanti aspetti della malvagita’.

Perché ha cause ed effetti politici.

Affermazione che cade dal cielo. Se io bevo coca cola non e’ detto che ci siano per forza  cause politiche, magari amo il sapore della coca cola. L’identificazione della coca cola con un feticcio politico e’ un processo interno ad un partito, che si pretende  poi di rendere universale. Non si spiega perche’, per esempio, mia figlia che ha 3 anni e non sa di politica beva coca cola, ne’ come il mio cane possa, teoricamente, bere coca cola.(meglio di no per via del Ph, btw).
Non ci sono cause politiche nell’andare a messa, non ci sono cause politiche nel guardare il grande fratello, ne’ nel fatto che uno scelga un partner piuttosto che un altro. Posso scegliere una donna perche’ ha grosse tette o perche’ mi affascina il suo cerebro senza essere lontanamente sfiorato dal pensiero politico.La filosofia politica, essendo solo una piccola parte della filosofia, non e’ sufficiente a spiegare tutta la gamma delle azioni umane.

Quanto agli effetti politici, essi esistono solo per alcuni atti relativi alla sfera pubblica. Faccio notare pero’ che se anche esistessero “cause ed effetti” pubblici di un atto privato,  questo non basterebbe a renderlo politico. 
Sul piano meramente logico, gli attributi della causa non sono anche attributi dell’effetto, tantevvero che il fuoco scotta, la cenere no. Se anche le cause del mio bere coca/cola fossero politiche, non e’ affatto scontato che per questa ragione lo sia l’atto in se’: se io fossi un fanatico filoamericano e facessi bere la cocacola al mio cane per questo, le cause sarebbero “politiche” ma l’atto in se’ non lo sarebbe, visto che la politica richiede una scelta di campo che il mio cane non sa fare ed una consapevolezza che il mio cane non ha.
In pratica, si sostengono argomenti fasulli con argomentazioni ancora piu’ irrilevanti.

Ed è politica anche la sessualità, il modo di intendere la sessualità di una determinata società.

Ecco il punto: il nostro malato di potere intende estendere la politica non soltanto nella sfera sessuale (in modo da controllarla successivamente) ma addirittura nella percezione sociale dei rapporti tra i sessi. Non si capisce, visto che tutte le argomentazioni precedenti sono nulle sul piano logico, che cosa permetta di estendere il significato di “politica”, originariamente inteso come la materia degli affari  civici comuni e collettivi ,  al privato intimo delle persone.

Una certa teoria politica astratta pretende che politico è soltanto ciò che si fa nelle quattro mura dei parlamenti.

Ecco un altro giochino malato di quella tipica scorrettezza che e’ tipica del comunista stile ’70, che avendo passato gli esami col diciotto politico fatica a distinguere un paradosso da un paracarro: siccome non ha ancora dimostrato le proprie ragioni, egli le attribuisce ad una teoria (non meglio definita) da dimostrare falsa in separata sede.
Ma nessuno ha ancora tirato fuori teorie nel post che ho scritto: semplicemente non e’ ancora dimostrato che sia politico bere coca cola, che sia politico andare a messa, che sia politica la sessualita’. L’unica cosa certa e’ che alcuni politicanti vogliano metterci bocca, esattamente come alcuni preti, e siano alla disperata ricerca di una scusa per farlo. Scusa che la politicizzazione di ogni atto privato fornisce.

Marx ci ha mostrato come invece sia il contrario e quello che accade nei parlamenti è solo la punta dell’iceberg del processo che porta alle decisioni politiche.

Marx non ha mostrato un bel cazzo di niente, non avendo mai dato supporto sperimentale alle proprie teorie , ne’ le ha mai espresse in maniera formale nel senso matematico del termine, come richiede una “dimostrazione”. Semmai Marx ha convinto alcune persone, ha usato un linguaggio esteticamente ispirato al rigore scientifico,  ma “sembrare convincente” e “dimostrare” sono due cose diverse.
Marx NON e’ mai stato un filosofo attaccato alla sfera della scienza sperimentale, ne’ ha mai dato una stesura formale alle sue teorie, il che esclude sia che abbia “mostrato” , sia che abbia “dimostrato”. Marx ha solo affermato delle cose,  le anche argomentate, e qualcuno lo ha trovato convincente. Tutto qui: dimostrare e mostrare sono cose diverse.
Cosi’, Marx non ha dimostrato nulla, e non fatico a credere quanto segue:

Il ’68 aveva lo stesso proposito.

 Qui siamo al delirio: anche supponendo che sia mai esistito il “proposito” del 1968, non si e’ ancora enunciato, ma gia’ sappiamo che fosse “lo stesso”. Interessante: ma la terza gamba del tavolo.
Che qualcuno sappia quale sia stato il proposito del 1968 mi fa piacere, ma visto che siamo nelle condizioni di misurare i risultati, coi propositi mi ci vendemmio la minchia. Non e’ che se io ammazzo una persona col proposito di salvarle la vita allora vale il proposito: vale il risultato. Al massimo i propositi sono un’attenuante, ma non ho alcune prove del fatto che il 68 abbia avuto dei propositi, tantomeno che fossero “gli stessi” mai citati prima, compreso costituire una prova a fortiori delle teorie di Marx.

La rivoluzione sessuale voleva mostrare come comportamenti sessuali che venivano accettati acriticamente come dei tabù su cui non era possibile discutere fossero invece il risultato di una società repressiva.

 Ancora si discute delle intenzioni: se fossimo in una societa’ usa a fare processi alle intenzioni, probabilmente me ne fregherebbe qualcosa. Se fossi un religioso cattolico, le intenzioni sarebbero molto importanti, dal momento che non bisogna peccare neanche col pensiero, a detta loro.
Poiche’ sono un maledetto materialista empirico, per me contano i risultati. E la mia misura dei risultati e’ che siano stati catastrofici. Ancora non ho visto argomenti che dimostrrino il contrario.

La rivoluzione sessuale fallì non nell’essere rivoluzionaria, ma nel non esserlo abbastanza.

Affermazione completamente apodittica. Si sostiene che , dal momento che (per motivi non meglio specificati) se la rivoluzione sessuale fosse riuscita sarebbe stata una cosa diversa, allora se non e’ stata come la si immaginava e’ solo perche’ non si e’ verificata come la si immaginava.
A parte l’evidente tautologia, si tratta di un non-argomento:  io sostengo che il maiale voli, lo lancio da un aereo, quando si spiaccica al suolo dichiaro che il maiale non era abbastanza maiale da volare, perche’ il vero maiale e’ quello che vola, e se non ha volato e’, semmai, perche’ non c’e’ stato abbastanza maiale.
Cosi’ si dice che la rivoluzione sessuale sia quella che “riesce”, e quando non riesce e’ perche’ non c’e’ stata, e quindi non e’ responsabile della propria mancata riuscita.
Il ragionamento cui sopra e’ contestabile nella sua evidente catastrofe logica a posteriori: quello che si cerca di dimostrare e’ che il fallimento della rivoluzione sessuale sia una prova della sua potenziale riuscita.
Si tratta ovviamente di un’affermazione scorretta, visto che il fallimento di qualcosa non ne dimostra la riuscita, nemmeno potenziale.Anche perche’ , esprimendosi cosi’, sembra che la rivoluzione sessuale non sia stata “aon abbastanza” per via del destino cinico e baro, e non  per responsabilita’ di chi l’ha condotta e ideata.

Il corpo ha finito per diventare una merce, che si compra e si vende, come qualsiasi altra merce

 Qui siamo al loop logico: prima ha cercato di dimostrare che lo scopo della rivoluzione sessuale fosse quello di mostrare che il comportamento sessuale sia dovuto a dei tabu’ imposti dalla societa’ (i quali vanno combattuti), poi cerca di introdurre un tabu’ verso la mercificazione.  La risposta e’: se la sessualita’ deve essere libera da tabu’, anche il tabu’ verso la mercificazione deve cadere.E’ una conseguenza logica, ed e’ per questo che avete fallito: le conseguenze logiche del vostro lottare contro i tabu’, inevitabilmente, con la precisione severa della logica, hanno fatto si’ che l’abbattimento dei tabu’ abbia abbattuto anche il tabu’ contro la mercificazione. Era prevedibilissimo, con un QI superiore a 3.

Stranamente, la “rivoluzione sessuale” voleva combattere contro i comportamenti sessuali indotti dalla societa’, ma si pretende di mantenere una pressione sociale contro la mercificazione. E’ ovvio che una simile incoerenza ideologica produca disastri, come infatti e’ avvenuto.Faccio notare il fatto che non abbiamo ancora affrontato il tema cui questo delirante proclama si propone di rispondere, cioe’ il mio post, cioe’ un post che parla di compulsivita’ dei comportamenti.

In ogni caso gli errori logici presentano sempre il conto: non appena, durante gli anni ’70, questa incoerente catastrofe logica si e’ diffusa, si sono posti i presupposti per gli anni ’80:

e gli anni ’80, con il loro consumismo sfrenato hanno dato il colpo di grazia alla rivoluzione sessuale rendendo il sesso nient’altro che un mezzo di scambio

 Faccio notare che gli anni ’80 hanno seguito gli anni ’70, cioe’ la rivoluzione sessuale. LA semplice evidenza e’ che ne siano l’effetto, la conseguenza. O gli anni ’80 sono arrivati dal cielo? A quanto mi risulta, la cultura mainstream degli anni ’80 proveniva esattamente dagli stessi ambienti anglosassoni dai quali e’ arrivato il 68 stesso.
Ecco qui un altro esempio della disonesta’ intellettuale di certi elementi:  si afferma che “io ho sparato, ma avevo intenzione di guarire e portare gioia. Dopo qualche secondo, e’ arrivato un altro periodo storico di morte e omicidio. Ma non e’ in relazione con il mio sparo, perche’ le mie intenzioni erano diverse. Ergo, e’ stato il liberismo.”
In pratica questi cialtroni si autoassolvono millantando le proprie buone intenzioni: tutta questa dialettica dice semplicemente che i risultati , quando non coincidono con le intenzioni, non sono MAI da imputare a chi manda avanti un’attivita’: se il risultato coincide con le intenzioni allora ne e’ responsabile /meritoria l’attivita’ in questione (la rivoluzione sessuale), se invece NON coincidono, e’ evidentemente colpa di qualcun altro (il consumismo) il quale ha impedito la realizzazione delle purissime intenzioni. Cattolico, troppo cattolico. Gesuita, quasi.In pratica dicono “se prego per la pioggia e piove, e’ merito di Dio, se prego  per la pioggia e NON piove, e’ colpa di Satana”. Solo che “satana” e’ il liberismo, cosi’ come definito dai marxisti.(gli unici a sapere con certezza cosa sia il liberismo sembrano loro, peraltro. Nel resto del mondo, la parola “liberismo” non si intende definita con tale esattezza sistematica e indica ideali diversissimi tra loro).

Non mi meravigliano quindi le “conversioni a catena” stile Ferretti:, di gente che viene proprio da quall’area:  in fondo, erano identici ai preti, stanno solo tornando a casa. Il comunista che diventa bigotto e’, per usare un termine abusato, “fedele alla linea”; tutte le strade, alla fine, portano a roma. Anche quella per il cremlino.

Faccio notare inoltre  due evidenti falsita’: si fa iniziare il consumismo con gli anni ’80, come se woodstock o il 68 non fossero stati eventi classificabili come consumismo, e come se il 68 in generale non sia nato durante un boom economico di tipo consumista. Come se il proliferare di musica (principale veicolo  culturale del 68) non sia stato un atto consumista, eccetera.
In realta’, ad essere figlio del consumismo sfrenato e’ ben piu’ il 1968 che il 1980, visto che il 1980 viene dopo un periodo di crisi economica degli anni ’70 , mentre il 68 e’ un movimento che nasce principalmente negli USA contemporaneamente al movimento rock, che e’ un movimento edonista e consumista oltre ogni limite, nato dopo un periodo di benessere.Tuttavia, si vuole spacciare il ’68 come un evento anticonsumista e spiritualista e socialista, mentre il consumismo “vero” lo si attribuisce agli anni ’80. Al contrario, il consumismo degli anni ’80 e’ semplicemente il punto di arrivo di un fenomeno nato nel 1968. 

Il problema e’ che al gatto non piace infilare il muso nella propria piscia, e cosi’ al sessantottino non piace sentirsi dire “lo vedi che porcheria hai fatto?”.L’odio che queste persone provano per gli anni ’80 e’ semplicemente una scusa per non trovarsi faccia a faccia con le conseguenze del proprio operato, e’ un comodo espediente col quale evitano le proprie responsabilita’: odio cosi’ tanto quel decennio che non posso venir chiamato a risponderne.

Faccio notare che poco prima la stessa persona parlava di “cause e conseguenze”…. ma continuiamo.

(per il potere, per i soldi, per la carriera, per l’accettazione sociale o semplicemente per il piacere). Il corpo è diventato una moneta.

Faccio notare che la sessualita’ sbandierata ed edonista , unita ad un culto del corpo in chiave apollinea-pacifista/pseudoecologista e’ un fenomeno intrinseco nel movimento sessantottino.Stranamente, quando il culto del corpo diviene dionisiaco in senso libidico, allora lo si punisce. Ancora non si capiscono le ragioni di tale comportamento, che suppongo verranno attribuite a Marx o a qualche altro povero filosofo dell’ottocento.(3)

Basta vedere uno dei tanti spot pubblicitari immancabilmente accompagnati da immagini di donnine nude e ammiccanti.

Basta vedere blabla per che cosa? Donnine ammiccanti e sessualita’ esasperate sono state il leit motiv di tutto il marketing musicale del 1968, non c’era un disco che non contenesse nudi o abbigliamenti  considerati scandalosi (se escludiamo le quattro mietitrebbe di salami di Liverpool)  e considerando che quel movimento giovanile ha avuto come media di riferimento la musica, attribuire questo ad un periodo successivo mi sembra falso e scorretto.In ogni caso, ti farei una critica che Marx apprezzerebbe: c’e’ enorme differenza tra il corpo della donna e la sua immagine. La fotografia di una donna nuda NON e’ una donna nuda. Esiste gia’ un vasto filone di pornografia fatta al calcolatore, che produce immagini di corpi non corrispondenti a nessuna donna. Certo, corrispondono all’astratto di “donna”, ma secondo Marx questa e’ ideologia e non storia.

Il corpo, quello della donna in particolare, è usato per raggiungere un posto da ministro o da amministratore delegato.

Qui siamo al ridicolo: la piu’ odiosa e assurda tra le affermazioni sessiste, (“se fa carriera e’ perche’ va a letto col capo”) diventa addirittura cavallo di battaglia di…. di un sedicente movimento di emancipazione della donna!
 Come al solito, preti travestiti da rivoluzionari.

Basta vedere anche quello che hai fatto tu stesso, forse involontariamente, mettendo delle tette sul tuo blog e assicurandoti una presenza assidua.

Metto le tette sul mio blog volontariamente e coscientemente. Sono perfettamente in grado di intendere e di volere senza bisogno del tuo partito di merda che mi spieghi cosa penso oggi.Riesco a leggere blog senza tette, e a non leggere blog con le tette. E non sono un superuomo, anzi: indugio facilmente e gioiosamente  nella tentazione, io.In ogni caso, ripeto, l’immagine non e’ corpo. La fotografia di una persona NON e’ la persona. Potrei costruire le stesse immagini al calcolatore, con un pochino di abilita’, senza coinvolgere alcuna persona reale. Il calendario di Anna Falchi non e’ Anna Falchi.

Chi riceve quel corpo, in cambio, ottiene potere, dominio, diventa il maschio in un harem,

 Metto tette sul mio blog da anni e non mi sono mai accorto di alcun harem. Peraltro, i corpi non si ricevono: esistono numerorissime donne dotate di grandi mammelle, le quali non hanno alcun potere., dominio, ecceteraNe conosco diverse e non mi sembrano parti di un harem, a dire il vero.

Ancora una volta, arriva l’incoerenza piu’ assurda: si parte da un’affermazione sessista del tipo “ogni donna che abbia un corpo desiderabile non e’ altro che una negoziante di favori sessuali“, e si pretende di basare su di essa un’ideologia della liberazione.
Simili idiozie non potevano che causare il disastro che hanno causato: sono della convinzione , tuttavia, che una simile massa di errori non possa essere causata da semplice stupidita’, ma che necessitino una particolare  malvagita’ e una grande  cattiva fede.

è può così aumentare la propria reputazione sociale (perché il maschio che ha tante donne è uno a cui tutti gli altri maschi sono disposti a sottomettersi).

 Ho conosciuto diversi altri maschi “con molte donne” e non mi sono mai sottomesso. a loro Ho avuto periodi che definiresti ” da maschio con molte donne” e nessuno si e’ mai sottomesso a me per questo .Immagino che su qualche pianeta dell’universo un maschio che fa sesso con molte donne diventi automaticamente il capo.
Rocco Siffredi ha avuto circa 600/1000 donne nella sua carriera,  e non mi sembra sia presidente del consiglio, ne’ che gli altri maschi gli si sottomettano cosi’ facilmente.O abbiamo una fiducia stravagante in Silvio Berlusconi e Romano Prodi, o si direbbe che questa teoria sia abbastanza opinabile. Peraltro, Vendola non e’ esattamente un modello di virilita’, pur essendo molto piacente.
Di quale pianeta stiamo parlando?

Noto una certa tendenza da parte tua ad attribuire la responsabilità di ciò interamente alla rivoluzione sessuale ai “partiti” e alle “ideologie”.

Divertente: prima mi dice che ogni cosa e’ politica, perche’ “sgnaus sbraus cause banz banz effetti”,  e poi mi dice che la politica non c’entra un cazzo. Deciditi: tutto  e’ politico o no?

Così, non è. La rivoluzione sessuale non l’hanno fatta i partiti.

No. Le femministe si riunivano dentro il PCI perche’ piaceva loro il colore delle tende. Accetto che il PCI all’inizio fosse scettico riguardo al 68, ma gia’ nel ’69 erano allineati e coperti, dentro le universita’ come ovunque.

E’ vero che una ideologia ha una certa responsabilità ma questa non era legata al 68 e non vuole l’emancipazione della donna.

“Una certa responsabilita” significa “tutta , purche’ non venga attribuita a noi“. Ho una brutta sorpresa per voi: e’ normale, su questo pianeta, venire chiamati a rispondere dei risultati piu’ che delle intenzioni.

 Questa ideologia si chiama neo-liberismo, libero mercato, tutto è vendibile, tutto è merce, tutto è privato, e riguarda solo le parti contraenti (tranne forse la polizia e la giustizia, ma fino a un certo punto).

Il fatto che tu chiami qualcosa come “neo-liberismo” non significa nulla. Il neoliberismo , che e’ una dottrina economica, e’ stato diffuso anche in paesi ove la morale sessuale   era piuttosto rigida, era la dottrina economica dei tecnocrati gesuiti di Franco,  e in Spagna  non ha mai partecipato alla rivoluzione sessuale.I tecnocrati di franco sono stati neoliberisti senza rilassare la morale sessuale, anzi furono piuttosto repressivi e tutto meno che mercificanti.

Anche la salute, anche la casa e l’istruzione. Anche il corpo. Esso è soltanto un bene soggetto alle oscillazioni di mercato come tutti gli altri.

 Faccio notare che nel mio post (cui questo proclama delirante si propone di rispondere) non ho mai nominato questioni di mercato. Questo signore e’ venuto qui a fare il suo sconnesso comizietto di affermazioni palesemente illogiche (e no, non dare la colpa a Marx, lui sapeva distinguere un evento dalle sue cause, sei proprio stupido e ignorante  tu) e sconclusionate, senza entrare nel tema delle compulsioni da me affrontato, e questo signore si riteneva nel diritto di fare il suo comizietto solo perche’ crede di sapere (tramite le parole di un filosofo di due secoli fa e probabilmente mai studiato a scuola per via di un copioso numero di ore di aggiustaggio) cosa sia successo negli anni ’80.
E crede di saperlo con l’autorevolezza di un movimento che ha fallito tutti i propri obiettivi. Quale sia l’autorevolezza di un movimento che ha sempre e solo fallito, decidetelo voi. A me la gente che fallisce sempre e rigorosamente, pur avendo buone scuse per giustificarsi, sembra poco autorevole, anche sul piano intellettuale.
L’intelligenza e’ semplicemente la capacita’ oggettiva, misurata a posteriori, di scegliere i propri obiettivi e raggiungerli. Se gli obiettivi scelti non sono stati raggiunti, la ragione e’ semplice: stupidita’.
Non vedo perche’ degli stupidi , cioe’ coloro che hanno fallito tutti i propri obiettivi, si possano arrogare il diritto di spiegare le cose agli altri.

Che è esattamente il contrario di quanto il ’68 voleva e doveva fare.

Il che testimonia la stupidita’ del movimento: stiamo parlando di un movimento cosi’ stupido da mancare sistematicamente tutti i suoi obiettivi, ottenendo l’esatto contrario, e con questo si vorrebbe mostrare la sua estraneita’ ai fatti, forse addirittura la sua validita’. Insomma, si dice che se un chirurgo vuole guarire un paziente ma perde il controllo dell’operazione e la malattia vince, le buone intenzioni lo assolvono dal proprio fallimento professionale, anzi: semmai ne confermano la bravura.
Anche se le intenzioni della rivoluzione sessuale fossero state quelle(4) ,cosa che personalmente non credo , il fallimento nel raggiungimento degli obiettivi e’ una ragione sufficiente per essere accusati : il nostro chirurgo che ammazza il paziente non potra’ giustificare la propria incompetenza e la propria incapacita’ dicendo di aver operato con le migliori intenzioni possibili, ma di aver ottenuto risultati catastrofici.
E la catastroficita’ dei risultati e’ ancora la mia tesi, e tranne enunciazioni circa le presunte intenzioni del 68, non ho visto ancora nulla che cambi il dato di fatto dei penosi risultati ottenuti, peraltro a spese di migliaia di persone che seguivano in buona fede questi cialtroni  e si sono trovate ad essere “liberate a forza” prima, mercificate poi

Un ultima cosa. Vedo che non compare il commento che avevo fatto nell’altro tuo post. Ma forse si è trattato di una dimenticanza.

No, una vagonata di merda intellettuale come questa e’ piu’ che sufficiente. Mi e’ servita per avere una prova a fortiori della mia tesi, ovvero del fatto che il disastro della rivoluzione sessuale sia stato dovuto all’inferiorita’ intellettuale di chi l’ha ideata e condotta, ma ho deciso di chiudere il rubinetto qui.
Non e’ che serva una prova al giorno, eh.Ah, il tipo in questione mi scrive un post nel quale mi accusa di aver modificato il suo commento mettendogli in bocca cose che non ha mai detto. Cosi’ ho lasciato passare il post qui: http://www.wolfstep.cc/2010/03/rivoluzioni-sessuali.html#comment-37702139
tutto intero, che e’ esattamente quello che ho quotato io:

Che il privato sia politico non vuole dire quello che hai detto tu. Vuole dire che quello che accade nella nostra vita privata non è qualcosa di distaccato come pretendeva il liberalismo (quello che faccio nella mia vita privata non ha nessuna attinenza con la sfera pubblica anche quando voto una legge per proibire tutte le droghe e poi sniffo cocaina ai festini) ma che ha profonde attinenze. Se io vado in chiesa o meno tutte le domeniche è un fatto politico, se bevo Coca Cola è un fatto politico, se vedo il Grande Fratello in tv è un fatto politico. Perché ha cause ed effetti politici. Ed è politica anche la sessualità, il modo di intendere la sessualità di una determinata società. Una certa teoria politica astratta pretende che politico è soltanto ciò che si fa nelle quattro mura dei parlamenti. Marx ci ha mostrato come invece sia il contrario e quello che accade nei parlamenti è solo la punta dell’iceberg del processo che porta alle decisioni politiche.

Il ’68 aveva lo stesso proposito. La rivoluzione sessuale voleva mostrare come comportamenti sessuali che venivano accettati acriticamente come dei tabù su cui non era possibile discutere fossero invece il risultato di una società repressiva.

La rivoluzione sessuale fallì non nell’essere rivoluzionaria, ma nel non esserlo abbastanza. Il corpo ha finito per diventare una merce, che si compra e si vende, come qualsiasi altra merce e gli anni ’80, con il loro consumismo sfrenato hanno dato il colpo di grazia alla rivoluzione sessuale rendendo il sesso nient’altro che un mezzo di scambio (per il potere, per i soldi, per la carriera, per l’accettazione sociale o semplicemente per il piacere). Il corpo è diventato una moneta. Basta vedere uno dei tanti spot pubblicitari immancabilmente accompagnati da immagini di donnine nude e ammiccanti. Il corpo, quello della donna in particolare, è usato per raggiungere un posto da ministro o da amministratore delegato. Basta vedere anche quello che hai fatto tu stesso, forse involontariamente, mettendo delle tette sul tuo blog e assicurandoti una presenza assidua. 

Chi riceve quel corpo, in cambio, ottiene potere, dominio, diventa il maschio in un harem, è può così aumentare la propria reputazione sociale (perché il maschio che ha tante donne è uno a cui tutti gli altri maschi sono disposti a sottomettersi).

Noto una certa tendenza da parte tua ad attribuire la responsabilità di ciò interamente alla rivoluzione sessuale ai “partiti” e alle “ideologie”. Così, non è. La rivoluzione sessuale non l’hanno fatta i partiti. E’ vero che una ideologia ha una certa responsabilità ma questa non era legata al 68 e non vuole l’emancipazione della donna. Questa ideologia si chiama neo-liberismo, libero mercato, tutto è vendibile, tutto è merce, tutto è privato, e riguarda solo le parti contraenti (tranne forse la polizia e la giustizia, ma fino a un certo punto). Anche la salute, anche la casa e l’istruzione. Anche il corpo. Esso è soltanto un bene soggetto alle oscillazioni di mercato come tutti gli altri.

Che è esattamente il contrario di quanto il ’68 voleva e doveva fare.

Un ultima cosa. Vedo che non compare il commento che avevo fatto nell’altro tuo post. Ma forse si è trattato di una dimenticanza.

Dove sarebbe che io avrei “modificato il tuo post”, “stravolto il senso delle frasi” , “messo in bocca cose che non hai detto”?

Cos’e’, non lo sapevi che i commenti cancellati si possono recuperare?

Uriel
(1) Un tempo si chiamava “noblesse oblige” , ma come sappiamo i veterocomunisti erano invidiosi contrari ai nobili.
(2) Cosi’ come il vigile urbano e’ uno che non e’ riuscito a diventare carabiniere, il comunista e’ uno che non e’ riuscito a diventare prete. Non mi meraviglia che usino le stesse tecniche dialettiche. Stalin stesso usciva da un seminario, non dimentichiamolo.(3) A onor del vero , il povero Marx non ha mai sostenuto minchiate simili. La gran parte di queste minchiate gli vengono attribuite, e chi ci crede tende a scambiare Marx per l’idiota che lo cita. Marx in realta’ era un filosofo piuttosto intelligente: ha solo avuto la sfortuna di un codazzo di idioti.

(4) Volevate scopare a tutti i costi, le donne e la morale del periodo non erano d’accordo, dunque avete inventato un’ideologia che portasse piu’ donne a darvela. Quando vi siete stancati, pochi anni fa, e siete diventati gelosi di mogli e figlie, avete iniziato a scassare il cazzo con la mercificazione. Ho una sorpresa per te: quella chiami “mercificazione” e’ semplicemente la liberazione della donna, solo che colpisce mamma, tua moglie, tua sorella e tua figlia. Quando colpiva la compagna Franca  che girava in minigonna e te la dava, andava benissimo. Oggi la compagna Franca e’ tua moglie/figlia/mamma/fidanzata, e allora strilli che non si deve mercificare e tutte queste donnine seminude bisogna che spariscano. Tutto qui. Quella che chiami  mercificazione e’ solo la liberazione sessuale delle donne di cui sei geloso, e la liberazione sessuale e’ solo la marcirficazione di quelle di cui non sei geloso.

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