Parlare con l’intelligenza collettiva, II.

Il mio post precedente e’ molto teorico perche’ volevo gettare una specie di base comune dalla quale discutere sulle dinamiche della cosiddetta intelligenza sociale. E questo perche’ recenti avvenimenti , come la storia del ragazzo inquisito per l’orribile reato di Lesa Donnita’  , fanno pensare che una qualche intuizione del genere sia arrivata alle persone al governo, e si stiano letteralmente cagando sotto. Tuttavia, molti segni mostrano che se hanno intuito di essere in pericolo, non hanno capito nemmeno lontanamente la natura del pericolo.

Nel dire che l’intelligenza collettiva si sviluppa come una rete GSOM ho voluto esprimere alcuni concetti:

  1. Il consenso cresce velocemente, in maniera esplosiva, e si forma in tempi piu’ brevi rispetto alla normale comunicazione broadcast. In tal senso, parlerei di consenso “detonante”.
  2. Il consenso si fonda su una piattaforma articolata e complessa , e mai su una singola proposizione. Le singole proposizioni non producono che un approccio freddo, mentre solo le propsizioni articolate riescono a trasformare il consenso in rete in consenso sulla piazza.
  3. La crescita avviene per competizione ed assorbimento, ove chi tra i competitori vince assorbe i fans del perdente.
  4. Al termine del processo, eventuali aree minoritarie vengono annientate da quelle maggioritarie.

In questo senso, la caratteristica dell’intelligenza di rete, o intelligenza sociale, si descrive bene con
{ esplosivita’, complessita’, competizione, massimalismo }, piu’ una caratteristica di cui discutero’ alla fine.
Il governo di tutto questo ha percepito bene l’esplosivita’,  e probabilmente intuiscono qualcosa sul massimalismo, ma non hanno ancora percepito l’importanya della complessita’ e il valore della competizione: per demolire Grillo basterebbe che il maggior esperto italiano di energia pulita , o di riciclaggio, si iscrivesse al movimento e chiedesse di esserne una guida, o perlomeno colui che parla ex cathedra.
Anche il discorso della complessita’ e’ totalmente frainteso , nella misura in cui si tende a dire che il messaggio di Grillo sia semplicistico, quando lo sono i suoi sloagan, ma in realta’ quelli “bianchi o neri” sono quelli del sistema maggioritario bipolare, ovvero gli avversari i Grillo.
Di certo il governo e il sistema di potere non hanno ancora percepito appieno che il cambiamento introdotto da internet nelle dinamiche sociali non si mnifesta solo nella velocita’ con cui e’ possibile creare un nuovo partito, ma nella complessita’ del partito stesso e nella sua velocissima competizione interna, sfociante in uno spiccante  massimalismo.
Il massimalismo, a sua volta , mette in difficolta’ la classe politica: in genere il partito massimalista si spezza appena viene messo di fronte ad uno stimolo contraddittorio, ma nel caso dell reti GSOM succede semplicemente che la rete di riorganizza, mediante competizione, in un nuovo massimalismo.
Prendiamo per esempio l’idea maoista di “colpiscine uno per educarne cento”. Si tratta di un sistema che funziona riguardo a fenomeni nati su internet?
In realta’ non e’ cosi’ semplice. La Boldrini ha colpito un tizio “reo” di aver messo online su twitter un fotomontaggio che la ritraeva nuda, e il tizio era di Bologna , cioe’ in Italia. Una volta stabilito questo, appare chiarissimo che la rete si riorganizzera’ colpendo la Boldrini dall’estero. Questo perche’ chi proponesse di comdurre gli scontri dall’italia sarebbe su una posizione debole e verrebbe , per competizione , sopraffatto da chi propone di mettere in giro quella foto da server all’estero.
Ma anche se la rete si riorganizzasse per altri tipi di reazione, il principio e’ che si riorganizzera’ attorno ad una opinione dominante, per competizione. Ma si riorganizzera’ COMUNQUE.
Se esiste un dissenso forte contro la Boldrini, e questo dissenso intende attacarne l’immagine, essenzialmente colpirne uno ne educa cento ad attaccare in un modo diversi che eviti di essere colpiti. Il modello “colpirne uno per educarne cento” di fatto non funziona con un modello del genere. In ogni caso, se la Boldrini alimenta una “fame” di immagini contro di lei, e fa capire che alcune specifiche immagini la infastidiscono, se esiste la volonta’ diffusa, ovvero se l’intelligenza collettiva ha deciso di colpirla, molto probabilmente presto internet si riempira’ di immagini simili della Boldrini, all’unica condizione di usare come base dei server stranieri.
Anche sul discorso di quella persona condannata per i commenti su Facebook, non e’ la prima volta che qualche giudice se ne esce attribuendo la responsabilita’ in maniera totalmente sconnessa dai meccanismi di causa ed effetto della rete. Questo perche’ il giudice, come il magistrato , sono incompetenti, di una specifica categoria di incompetenti, ovvero di quella categoria che ritiene la propria incompetenza tecnica come un punto di vista neutrale.
In questo caso, tutta l’intelligenza collettiva ha riconosciuto il giudice come incompetente e la sentenza come stupida. Fatto questo, la posizione dominante e’ gia’ chiara, e la condotta e’ quella di rendere sempre piu’ chiaro ed evidente che i magistrati siano incompetenti in materia di IT. Quanto tempo la ripetizione di questa idea debba durare prima di diventare istanza politica, lo vedremo.
Il punto piu’ interessante invece e’ questo: sia la politica che la magistratura si stanno rivolgendo alla rete con un chiaro intento punitivo ed intimidatorio, e il fatto che neghino tale intento anziche’ manifestarlo indica chiaramente una cosa: NE HANNO PAURA.
In questo momento, a quanto vedo non e’ ancora molto chiaro a tutti , in rete, che il sentimento dei politici sia di paura. E’ chiaro ai grillini, anche se non e’ detto che sia farina del loro sacco visto che il leader lo va ripetendo, e l’opinione collettiva e’ ancora in fase di formazione.
La vera domanda e’: come si muovera’ questa intelligenza collettiva quando realizzera’ che i politici sono terrorizzati di fronte alla sua esistenza, e contemporaneamente conterra’ una fortissima componente di rabbia verso i politici stessi?
Sinora la rete ha prodotto interazioni deboli perche’ i messaggi girati erano poco complessi, espressi molto frequentemente in linguaggio primitivo, tipico della TV di denuncia. Il progressivo consolidamento di gruppi politicamente significativi e’ avvenuto solo da quando sono apparsi contenuti multidimensionali, come nel caso del partito di Grillo.
E’ assai improbabile che “uccidi il giudice!” possa portare a qualche conseguenza, ma e’ assai probabile che una cosa come “vogliamo che esista un ente di consulenza ai giudici quando si fanno processi sull’ IT” possa prendere piede, e “no alla responsabilita’ penale per scritti di altri” possa prendere piede anche a livello politico.
Di certo, la formazione dell’opinione vincente e’ ancora in formazione, e non si notano ancora chiaramente  i gruppi in competizione. Il fatto che la formazione sia cosi’ lenta significa semplicemente che la quantita’ di persone coinvolte e’ molto alta, e che l’input e’ molto complesso. Questo pero’ significa che e’ imminente una presa di posizione forte a riguardo, oppure , se non appaiono leaders, nessuna posizione del tutto.
Il fatto che non appaiano leaders a cavalcare questa cosa e’ dirimente: nel momento in cui ne apparisse uno, si scatenerebbe la competizione. Sinora nessuno di molto visibile ha ancora posto il problema, cosi’ non ci sono state reazioni, ed e’ qui il punto.
Il punto e’ che e’ chiarissimo che lo stato e la classe politica hanno PAURA delle potenzialita’ della rete. Il secondo punto e’ che hanno intuito alcune di esse, ma tentano di affrontarle con metodi troppo arretrati per poter funzionare. Infine, che nella loro arroganza credono di spaventare l’entita’ globale colpendo un singolo , ottenendo invece di produrre ostilita’.
Non credo, onestamente, che si otterra’ uno scontro sino a quando qualche politico di rete non vorra’ portarlo, a meno che magistrati e sbirrame vario, fedeli al “Provoca ed aspetta” di Cossiga, non supereranno davvero un limite oltre il quale tutti si muoveranno insieme. Nel qual caso, probabilmente la reazione sara’ cosi’ esplosiva che non vedranno nemmeno arrivare il colpo.
Vedo che Grillo ha approfittato per sollevare il problema, ma ancora non lo ha espresso in termini del tutto drammatici , il che significa che non intende farne un argomento privilegiato.
La vera domanda e’ qual’e’ la novita’ che preoccupa lo stato ed i politici? Il fatto che i fenomeni sociali e politici che nascono su internet abbiano dei trend cosi’ veloci puo’ preoccupare chi si occupa di ordine pubblico, ma non e’ una novita’ . Come mai invece sono preoccupati solo da ora? Qual’e’ la qualita’ esclusiva del problema?
La qualita’ esclusiva del problema non e’ l’intelligenza collettiva in se’, bensi’ il fatto che l’intelligenza dei social media e’ EMOTIVA.
Un capo politico puo’ maneggiare freddamente una situazione “fredda” , nel senso che un sondaggio sulla popolarita’ gli verra’ fornito in termini numerici. Ne’ si puo’ pubblicare un sondaggio del tipo “detesti la boldrini cosi’ tanto che farai un fotomontaggio di lei nuda?”.  In questo senso, i politici sono abituati a gestire consenso e dissenso in maniera “fredda”.
Quello che invece Internet introduce e’ la comunicazione “calda”, cioe’ emotiva. Non potete fare un sondaggio del tipo “odii la Boldrini tanto che la sbudelleresti?” perche’ oltre ad essere politicamente inutile non produrrebbe un esito credibile.
Ma se la boldrini riceve tantissimi twit con sopra l’intenzione di impalarla, non ha di fronte un fenomeno “freddo”, bensi’ una comunicazione “calda”. C’e’ l’odio, la rabbia, l’emozione di essere colpiti con cattiveria, forse con piacere.
QUESTO e’ quello di cui hanno PAURA: il momento in cui vieni tirato giu’ dal letto da una telefonata che ti dice “ehi, la tua posta e’ diventata pubblica’, oppure “ehi, ci sono le tue foto nuda “, e la Boldrini deve spiegare ad una folla eccitata di giornalisti guardoni che quelle tette non sono le sue.
Qui e’ il punto: il problema non e’ che o se una foto della Boldrini nuda, ottenuta come fotomontaggio, sia un numero freddo, peraltro un numero piccolo. Il problema e’ che , se uscite dal numero freddo , esso trasmette una intenzione di colpire e di fare del male, e di farlo sul corpo (1).
E qui andiamo al punto che abbiamo sinora ignorato della cosiddetta intelligenza collettiva: l’incredibile precisione con la quale sa colpire emotivamente un individuo. Popstar considerate ciniche , aggressive e capaci di tagliare la pietra in due parole si sono dovute arrendere al mix di stalking e pressione simbolica effettuato dalla rete.
Quando la rete vuole davvero colpire qualcuno, ne devasta prima lo spirito, “indovinando” sempre la chiave , quella che Orwell definiva la “Stanza 101”, l’orrore della gabbia con dentro un ratto avvolta attorno ad una testa bendata.
L rete e’ il buio ove si nasconde il killer, e’ il mare scuro ove nuota lo squalo. La paura e’ li’, nascosta, e si sta muovendo con malvagita’ inaudita dall’abisso, un abisso di cui si intravede solo la superficie, cosi’ calma in apparenza.
Della Boldrini abbiamo capito una cosa: teme ossessivamente qualsiasi attacco mediatico attraverso la rappresentazione del suo corpo e la relativa sessualizzazione, e ha paura dell’uomo nel buio che la perseguita.
Come me , l’ha capito la rete.
Alla fine, prima o poi, calera’ la mazzata.

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Ed e’ di questo che il potere ha paura: l’intelligenza collettiva e’ straordinariamente efficace nel trovare le debolezze dei singoli , o dei singoli gruppi, che attacca.
Uriel
(1) Della donna colpite lo spirito passando dal corpo. Nessun insulto ferisce davvero una donna se non si riferisce almeno in parte al suo corpo, vero o presunto.

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