Paradossi temporali

Il tormentone “la Palin e’ femminista o no, visto che fa delle cose che di solito fanno i maschi” sta iniziando a traboccare e presto arrivera’ anche sulla stampa italiana.
Il problema e’ che una domanda posta in questo modo non ha neppure senso.

Iniziamo dal principio: il femminismo inteso come ideologia e’ un fenomeno borghese. E’ un fenomeno borghese perche’ la stessa ideologia e’ un fenomeno borghese. Secondo Marx, che divideva la storia economica dall’ideologia, l’ideologia inizia quando si sono esauriti i bisogni materiali, ovvero economici.

In passato esistevano donne che facevano lo stesso lavoro degli uomini, ed erano le donne delle classi povere. E non bisogna andare tanto indietro con gli anni: gia’ mia suocera ha passato 48 anni della sua vita dentro una stalla, a badare alle mucche. Esattamente lo stesso lavoro, con la stessa resa economica, del marito.

Questo tuttavia non era frutto di una riflessione sul ruolo di una donna, riflessione che e’ sintomo di ideologia: si tratta di una semplice esigenza materiale. “Servono braccia.”

Cosi’, ecco che abbiamo identificato uno strato sociale ove la donna ha piena parita’ lavorativa con gli uomini; fa le stesse cose, importanti o meno, ma non e’ possibile parlare di femminismo perche’ non c’e’ alcuna riflessione ideologica sul ruolo della donna. Ruolo che e’, nonostante la parita’ lavorativa, un ruolo subalterno.

Questo e’ il punto della situazione: non sempre una divisione equa dei compiti e’ sintomo di pari dignita’. E non sempre proviene da una riflessione sul ruolo della donna.

Questa e’ la ragione per cui inquadrare la Palin nella categoria “femministe” non significa nulla: una persona che spara ad un’alce non e’ necessariamente “emancipata” perche’ di solito lo fanno gli uomini. Ha semplicemente un fucile in mano ed un animale di fronte.

Questo non implica per forza che la signora cui sopra sia emancipata, dal momento che viene indicata da google come “chicks with guns” (pollastre con armi da fuoco). E’ difficile pensare che il titolo di “pollastra” sia il frutto di un percorso di autodeterminazione.

Il femminismo fu, invece, un fenomeno borghese. La borghesia urbana aveva abbastanza soldi da mantenere le donne a casa ovvero le risorse necessarie a rinunciare alle loro braccia e considerarle come angeli del focolare.

Fu in un ambiente borghese (e urbano) che nacque la riflessione sul femminismo e sulla parita’ dei sessi: nei ceti poveri la parita’ era dovuta ad un’esigenza economica e NON ad una riflessione.

La Palin non e’ femminista: e’ semplicemente cresciuta in una societa’ ove la cultura e’ originata dal proletariato e ne ricalca lo stile di vita.Come se non bastasse, si tratta di un ambiente poco antropizzato, ovvero l’opposto di una civilta’ urbana. Anche aumentando le possibilita’ economiche, se ti trovi un orso di fronte gli devi sparare, che tu sia femmina o meno, e quindi devi saper sparare col fucile. Da qui ad andare a caccia il passo e’ breve, ma non e’ dovuto ad una riflessione di tipo etico , e’ semplicemente frutto della contingenza materiale.

Certo, una borghese urbana non sparerebbe mai ad un’alce, e quindi la Palin puo’ apparire come l’opposto di una radical-chic, come di una dem-chic , ma questo non significa che ci sia stato un percorso di riflessione sul ruolo della donna.

Quindi, dal momento che “femminista” indica il frutto di tale riflessione in quanto tale, la Palin NON puo’ essere considerata come una femminista.

E’ semplicemente una rude campagnola che si e’ tagliata le trecce, ha pagato un estetista e ha speso cinquecento dollari per un profumo, ma puzza ancora di boschi e campagna.

Tutto qui: di contadine rivestite come lei ne potevate trovare quante ne volevate anche in Italia, senza andare altrove.

Uriel

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