Ovvove, l'acqua pivvatiffata!

Con il decreto sulle privatizzazioni sta cominciando il solito balletto dei criceti (del resto, siete in campagna elettorale), nel quale i partiti cominciano ad eccitare i propri ultras usando i solito slogan senza senso e significato, ma specialmente senza contatto con la realta’. Un esempio:

Tutto questo correre dei criceti nasconde la solita dissonanza cognitiva, cioe’ il problema che impedisce agli italiani di concepire la realta’ come diversa dalla narrativa.

Andiamo per gradi.


L’acqua e’ gia’ privatizzata da mo’.

In gran parte delle regioni e dei comuni italiani, e Modena non fa eccezione (anzi!) a controllare l’acqua e’ una municipalizzata. Nel caso di modena, si tratta di una societa’ chiamata HERA, che e’ gia’ una societa’ del diritto privato, con tanto di CDA e di “Profitti”.

Potete leggere qui sotto i profitti del primo semestre 2022.

https://www.gruppohera.it/-/il-cda-hera-approva-i-risultati-del-1-semestre-2022-1

I manifestanti, quindi, vivono con la mente in qualche pianeta pseudosovietico ove a gestire l’acqua e’ “il comune”, o comunque non una SpA. E sia chiaro: una SpA di cui potete comprare le azioni, potete investirci e giocarci in borsa.

https://www.gruppohera.it/gruppo/investitori/titolo

OPS. Quindi l’acqua modenese non solo e’ “privatizzata”, ma addirittura “finanziarizzata”. Solo gli imbecilli che vedete nella foto sopra non se ne sono ancora accorti, essenzialmente perche’ si drogano molto e molto spesso leggendo testi sul comunismo, o perche’ soffrono di palesi malattie mentali, tra cui la manifestazione in piazza cronica.

Quindi il DDL privatizzazioni NON andra’ a cambiare NULLA della situazione modenese, in quanto l’acqua a Modena e’ gia’ privatizzata nella sua maniera piu’ eclatante: e’ in borsa.


Andra’ a cambiare pero’ su alcuni meccanismi di governance. Il DDL, che si rifa’ ad una normativa europea, va ad investigare un pochino sul “come” si e’ arrivati a questo punto. Chi ha dato l’acqua ad Hera, perche’, come.

Il problema, cioe’, e’ che in teoria il privato e’ uno che

  1. e’ soggetto a concorrenza, o almeno lo e’ stato al momento dell’assegnazione della gara
  2. comunica trasparentemente al mercato se e’ in borsa
  3. le decisioni vengono prese nel CDA

Il guaio di tutte queste richieste e’ che le cose non vanno sempre cosi’. Cosa significa? Significa che i servizi sono privatizzati, salvo che i “privati” non sono altro che partiti politici (o loro sicofanti ricchi). E questo produce , sia ai partiti che ai sicofanti, sia dei vantaggi economici , sia dei vanntaggi in termini di voti (non so in Hera, ma in molte municipalizzate venite assunti solo se siete in quota ai partiti, per non parlare di fornitori dirigenti e  consulenti).

I signori che sono in piazza “per l’acqua pubblica”, cioe’, sono quasi sicuramente dei personaggi che difendono il potere che i partiti hanno sui “privati”. Non gliene importa nulla che Hera sia un privato quotato in borsa (anzi, molti politici hanno azioni delle municipalizzate perche’ essendo edotti delle decisioni future possono fare migliori scelte di vendita e di acquisto)


Uscendo dall’acqua, un esempio eclatante sono le concessioni balneari. Le spiagge sono normalmente di gestione della Marina Militare, che le ha ereditate dalla Marina Mercantile, quando si decise di smantellare il ministero. (scelta sciagurata) Il guaio e’ che le concessioni sulle spiagge di un comune finiscono sotto la supervisione del comune stesso, ovvero sotto la supervisione dei partiti. L’ attuale FdI e’ il partito che gestisce di piu’ queste concessioni.

Si tratta di un’operazione complessa, che prevede la presentazione di una richiesta al Comune, ma per avere l’affidamento di una porzione di spiaggia si deve vincere un concorso bandito periodicamente dall’Ente del Demanio Marittimo, che assegna i lotti disponibili.

La procedura italiana di assegnazione e rinnovo delle concessioni, negli anni scorsi, era difforme da quella stabilita dall’Unione Europea, con le stesse che erano rinnovate senza l’effettuazione di un nuovo bando di gara. Cioe’ solo con l’approvazione della richiesta da parte dei comuni. Cioe’ dei partiti.

Il problema del DDL concorrenza non e’ di togliere a questi signori la concessione (il DDL non ne parla) o di farla pagare di piu’ (il DDL non fissa prezzi). Altri paesi ove la stessa direttiva e’ stata approvata l’hanno semplicemente corroborata di vincoli sul paesaggio, l’ambiente e sull’economia locale. E i piccoli imprenditori sono rimasti al loro posto (ah, si, l’Italia non e’ l’unico paese con delle spiagge)

Ma il problema e’ che l’assegnazione “ex jure” contrasta con quella “ex mafia” o “ex partito”. Ovvero toglie ad FdI (in alcune zone del Veneto la Lega) il potere di decidere chi prende la spiaggia. (se ci sono spiagge ove si inneggia al Duce non e’ un caso , insomma, e se gli spaccini si trovano a loro agio, anche). E potete verificare l’impronta culturale di mafia e fascisti semplicemente contando quante donne e quanti uomini abbiano in concessione dei lidi in spiaggia.


Tutta questa opposizione, compreso lo “scandalo” di Uber (che non era uno scandalo: non si capisce per quale ragione i tassisti possano fare lobby e Uber no, ma il fascista e’ sempre cosi’, entra in guerra e solo dopo si accorge di non avere abbastanza acciaio) , e’ dovuta al fatto che alcuni beni in italia sono si’ privatizzati o gestiti da privati, ma le regole con le quali i privati sono venuti in possesso dei beni pubblici non sono mai state chiare, e non sono mai state omogenee.

Nel momento in cui diventano chiare, e diventano chiari anche degli obblighi verso i beni (adesso sara’ obbligatorio far manutenzione alle reti idriche, cosi’ come adesso e’ obbligatorio per Autostrade la manutenzione dei ponti), ovviamente vanno a toccare quei profitti che, con buona pace dei modenesi che non si sono accorti di nulla, hanno portato alla situazione idrica attuale: risparmiando sulla manutenzione.

Ma di questo, gli eroi che lottano contro i malvagy privaty, non si erano mai accorti.

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