Opportunita’ politiche.

Nello scorso post non mi sono mai proposto di esplorare l’opportunita’ politica, ne’ le possibili reazioni ad un attacco civile per spezzare in due il paese. Non l’ho fatto sia perche’ il post si proponeva di rispondere ad una domanda, cioe’ “how easy?”, sia perche’ la politica segue delle regole che non sono dettate dagli obiettivi, ma dai rischi.

Per esempio, tutti hanno detto: “ma basta bombardare i manifestanti col napalm e hai risolto il problema”. Vero. Probabilmente uno come Putin puo’ farlo, anche se in misura limitata e per ragioni molto diverse. Ma Putin era nelle condizioni di potersi vantare di aver usato dei gas nervini dentro un teatro comunale, perche’ i russi dopo decenni di governo assente non chiedevano altro che un leader molto cazzuto.
Putin puo’ tranquillamente affrontare le elezioni dicendo “io sono il vostro dittatore preferito”, per una semplice ragione: Putin e’ stato, probabilmente, il dittatore preferito dai russi, e quando dico preferito intendo dire proprio “preferito”.

Ma anche Putin ha scelto la strada che comportava meno rischi per lui. Qual’e’ il rischio politico per un dittatore? Quello di perdere il potere. Fine. Nient’altro: la Cecenia andava ripresa non tanto per il potenziale geopolitico che ha (1), ma perche’ la Cecenia era lo show di cui aveva bisogno per convincere i russi di essere il dittatore di cui hanno bisogno: un uomo forte, assertivo, amante dell’ordine.
Tutte le scelte politiche , in ogni luogo del mondo, sono dettate dalla stessa forza: “qual’e’ la cosa che mi da’ un rischio minore di perdere il potere?”.
Ora, tornando al caso di un’eventuale secessione italiana, lasciamo perdere l’eventualita’ in cui avvenga con Maroni come ministero dell’ Interno: fare una rivolta possedendo il ministero degli interni e’, per un partito, come tirare di scherma contro un cieco. Sin troppo facile.
Supponiamo per ipotesi che ci sia un governo che NON contenga la Lega, e che si spezzi il paese come ho detto sopra. Non abbiamo Putin al potere. Non abbiamo Giulio Cesare al potere. Abbiamo Bersani, forse Vendola. Rosy Bindi e la Finocchiaro, per intenderci.
Ora, non so chi sarebbe il ministro della difesa di un governo di centrosinistra, suppongo che sceglierebbero che so io Rutelli. Vendola magari ci metterebbe Ligabue, visto che  propone Gino Strada come ministro della sanita’.
Chiunque sia, sin dal primo momento si trovera’ nelle condizioni di dover mantenere il potere, con un’opposizione (Lega e PDL, o come si chiamera’) attestato principalmente nel nord Italia.Se il paese si spezzasse in due, non solo perderebbero l’opposizione (in gran parte) , ma avrebbero agio a dichiarare un governo di emergenza provvisorio a Roma, e metterci cinque-dieci anni a definire il nuovo assetto istituzionale.
Quello che voglio dire e’ che se l’opposizione e’ attestata in gran parte in una precisa area del paese, al governo perdere quella parte del paese non dispiacera’ molto. Insomma, se il governo lascia fare e rimane alla finestra, per “evitare una strage”, non solo rimane al potere, ma occorreranno anni prima che nella nuova “repubblica del sud italia” si formi di nuovo un’opposizione con la forza di Lega e PDL.
Vediamo invece il caso opposto: abbiamo detto che tutto avviene in concomitanza con una grande manifestazione a Roma (500.000/1.000.000) di persone, e che gli ultimi 20/30.000 hanno spezzato in due il paese. Il governo dovrebbe decidere di bombardarli.
Il rischio e’ molto semplice: innanzitutto, 20/30.000 persone fanno, tra familiari , amici stretti e rete sociale del paesello, circa 200/300.000 persone. Le quali , dopo un’eventuale strage, potranno essere trascinate in piazza. Ma non solo: ci sono a Roma mezzo milione di persone che sono compagne di partito, sono gia’ li’ per fare casino, e sono davanti ad un palco con il leader di un partito che gli parla.
Nella migliore delle ipotesi, sedando nel sangue la manifestazione, il governo sarebbe costretto spiegare i motivi della strage al mondo, l’opposizione sarebbe in piazza in massa a piangere i morti e protestare, e i mercati internazionali sarebbero in subbuglio. L’ipotesi di un governo di emergenza per riappacificare il paese sarebbe quasi obbligatoria, forse si dovrebbe imporre la legge marziale, ottenendo effetti catastrofici sul PIL.
Non ha senso. Non ha senso perche’ la strategia di “non fare nulla” e’ molto meno rischiosa e piu’ redditizia.
E’ vero che il distacco sarebbe un brutto colpo per le casse della rimanente italia del sud, ma questo e’ un problema , magari, dei funzionari licenziati subito dopo, o della popolazione. Il PIL del sud italia e’ piu’ che sufficiente a mantenere come nababbi i politici . Anche perche’, se ci pensate bene, non avrebbero opposizione. Un governo di centrosinistra, di fatto, ha come opposizione solo Lega e PDL. Se si libera di questi due partiti, ha 50 anni di governo davanti. Certo, governera’ un paese piu’ piccolo, ma avrebbero la cadrega garantita per decenni, prima che si formi una vera opposizione.
Cosi’, il problema vero e’: perche’ reagire?
Qualcuno ha cianciato di sistema NATO e di forze armate. Evidentemente gli sono oscuri i trattati internazionali, perche’ la NATO non ha nulla a che vedere con i fatti interni di un paese. Non solo non ha mandato di intervenire in caso di secessione , ma non ha nemmeno motivo di farlo: la nato in se’ preferisce paesi piccoli, perche’ i paesi piccoli sono quelli che hanno maggiormente bisogno di una “aggiunta” strategica alla loro difesa.
Perche’ la NATO dovrebbe rischiare di provocare una strage, col risultato che una eventuale repubblica del NORD si dichiari ostile, quando potrebbe semplicemente offrirsi di fare da forza di interposizione lungo il confine della crisi, e di fatto sancire la divisione? Non e’ forse quello che si e’ fatto in Jugoslavia, andare a sorvegliare i nuovi confini?
Certo, Stalin e il Patto di Varsavia non lo avrebbero permesso e avrebbero sterminato milioni di persone. Mussolini avrebbe mandato le camicie nere. E blablabla. Ma stiamo parlando di Niki Vendola o di Bersani, e di Obama e di Cameron. Stiamo parlando di governi democratici, ovvero di un potere che assegna al buon governo il 30%  del lavoro ed al problema di rimanere al potere il rimanente 70%.
Il punto e’ proprio questo: nei governi democratici, la forza che guida le decisioni non e’ il buon governo, bensi’ l’esigenza di rimanere al potere. Se sul piano del buon governo permettere una secessione e’ sicuramente un brutto colpo, sul piano del “restare al potere” per un governo di centrosinistra e’ ….una polizza vita.
E qui allora siamo al punto: come si puo’ riassumere la condizione politica necessaria e sufficiente perche’ la secessione si applichi? La si puo’ riassumere cosi’:

Dato uno schieramento che vuole la secessione (PDL e Lega) , attestato nei luoghi che vogliono secedere, e uno schieramento che NON vuole la secessione (Centrosinistra, qualsiasi cosa sia) , con scarsa penetrazione nei luoghi che vogliono secedere, la condizione necessaria e sufficiente per la secessione e’ che essa garantisca ad entrambi gli schieramenti un LUNGO periodo al potere.

Soddisfatta questa condizione, ovvero con la presa di fatto (da parte della Lega)  dell’emilia romagna, la secessione e’ politicamente fattibile sotto qualsiasi governo di centrosinistra. Con un taglio all’altezza degli appennini, il centrosinistra ci rimetterebbe pochissimo in termini politici, si libererebbe di fatto dell’opposizione, insomma si garantirebbe decine di anni di governo della futura repubblica del sud italia.
Contemporaneamente, Lega e PDL si sarebbero garantiti decenni di potere nella neonata repubblica del nord.IN tutti i casi, infatti dovrete sostenere:
  • 3-4 anni di fase costituente per definire la struttura del nuovo governo e la ristrutturazione del vecchio.
  • 4-5 anni di tempo per definire nei dettagli i termini della scissione, dalla pubblica amministrazione al sistema pensionistico al sistema fiscale alle forze armate.
  • altri 5 anni per andare a regime col nuovo sistema e ridefinire le alleanze internazionali (UE, NATO, etc).
Stiamo parlando di 15 anni di potere garantito, nel quale al sud dovrebbe nascere una nuova opposizione , praticamente dal nulla, e al nord le forze di sinistra dovrebbero riorganizzarsi faticosamente per tornare ad essere un partito di governo.
La vera questione, quindi, non e’ tanto se sia tecnicamente fattibile sterminare 20/30.000 manifestanti o disperderli. Questo lo sa fare anche un Gheddafi della situazione. Il problema e’ che se le prossime elezioni vedranno un’avanzare della Lega verso sud, intendo in Emilia, la secessione diventa politicamente conveniente per entrambi gli schieramenti. Nessuno ordinera’ di sparare per la semplice ragione che nessuno ha le ragioni per farlo.
Voi direte “ma l’economia del sud andra’ al disastro quasi subito”. Non ne sono convinto. Ho sempre detto che il mediterraneo inteso come area commerciale e’ destinato a crescere almeno per i prossimi 20-25 anni. Designando un sistema fiscale da stato mercantile, tassando cioe’ i beni immobili e facendo vaste esenzioni fiscali per il commercio e le liquidita’, a mio avviso e’ possibile ottenere un +4/5% annuo di crescita al sud, sino a saturazione dei porti, semplicemente “agganciandosi ” al  trend del commercio nel resto del mondo mediterraneo. (2)
Altri dicono ‘al sud c’e’ la mafia”. Anche di questo sarei molto rilassato: a parte i professionisti dell’antimafia, che sostengono che la mafia sia chissa’ cosa, come fenomeno non e’ nulla che un Gheddafi non possa liquidare in qualche settimana. La struttura della mafia sopravvive grazie al fatto che le pene per l’associazione a delinquere in quanto tali sono piccole(3), perche’ ancora in Italia non perseguiamo la complicita’ dei familiari (4), perche’ le pene sono miti in generale. Non credo, onestamente, che sia tutto questo esagerato problema: semplicemente, si tratta di una vasta area di vantaggio  dentro le idiosincrasie tradizionali del diritto italiano.
Cosi’, personalmente non vedo tutto questo pericolo che se fate una secessione vi sparino addosso. Se alle prossime elezioni la Lega avanzasse anche in emilia e al governo ci andasse il centrosinistra, con uno sforzo simbolico (5) si riuscirebbe, e tutti i partiti (compresi quelli di Roma) coopererebbero.
Se anche ci dovessero essere delle scaramucce, la NATO al massimo farebbe da forza di interposizione piazzandosi sui confini perche’ convengono loro due paesi piu’ piccoli e quindi piu’ bisognosi di supporto strategico, e la UE vi appoggerebbe intimando al governo di roma di non commettere stragi , visto che entrambi i due nuovi paesi si troverebero a far domanda di entrata nella UE, a condizioni assai differenti.

In tutta onesta’, credo che non si stia parlando di una rivoluzione violenta, anche se a chi ama le emozioni forti piace pensare a folle disperse sparando. Assumendo, cioe’, che la polizia sia piu’ coraggiosa dei manifestanti, cosa che non e’.

Uriel

(1) Si poteva consentire la creazione di uno stato fantoccio, l’uscita allo scoperto dei guerriglieri e poi assalirlo con una scusa, il che avrebbe concluso la vicenda piu’ facilmente.

(2) E’ una delle ragioni razionali (= no cazzate politiche, pls) per cui sostengo il federalismo fiscale: la mia personale opinione e’ che in Italia lo stato dovrebbe solo dire “quanto voglio di entrate sul PIL”, e lasciare che le regioni tassino come vogliono. Con un sistema fiscale adeguato il Sud ha spazio per crescere, eccome. Il commercio nel mediterraneo cresce al ritmo del 6% annuo, il che significa che “agganciandosi” a quel trend c’e’ spazio per una crescita sostenuta. Il problema e’ , semplicemente(?) agganciarsi al trend, ovvero diventare co-protagonisti di quel fenomeno. Tra l’altro, da qualche anno i volumi ci sono.
(3) Iniziate a dare 50 anni di carcere solo per aver fatto parte di una associazione a delinquere,e  vdrete il crimine polverizzarsi in criminali isolati. Date 10 anni per associazioni sotto le tre persone e 50 per associazioni oltre le tre persone,e  tutto si polverizza in bande da tre persone. Eccetera: alla fine, ogni sistema ha il suo punto di minimo del potenziale, sul quale trova l’equilibrio.
(4) Se la mia collega spaccia droga e io lo so ma non denuncio, ho commesso un crimine e vengo punito. Se mia moglie spaccia droga e io non denuncio (pur senza partecipare alla sua attivita’) , non mi succede nulla. In Italia il favoreggiamento non e’ punito dentro la famiglia, il che fa della famiglia il nido ideale per i favoreggiatori. Non ci si deve stupire quindi se si scopre che la donna del mafioso abbia questo ruolo passivo ma importante nella mafia e se la famiglia, in questo impianto giuridico ormai tradizionale,  sia il nucleo tradizionale della mafia.
(5) Il ministro degli interni poteva ordinare di disperdere la Marcia su Roma con estrema facilita’ . Perche’ non lo fece? Perche’ non c’era guadagno politico immediato, tutto qui. Se non si sparo’ sulla marcia su Roma, siete cosi’ convinti che si sparerebbe su una marcia sul Mugello?

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