Oh, il buon vecchio NKVD…

Puntualmente, circa ogni 2 giorni, mi arrivano (specialmente dal “mondo tumblr”) delle accuse di essere “berlusconiano” e di “appoggiare il conflitto di interessi”.

Vorrei spiegare quindi come la penso riguardo al “conflitto di interessi”. Dunque, allo stato viene chiesto di svolgere un compito perequativo tra gli interessi in conflitto. Lo stato lo fa con le tasse, togliendo soldi ai ricchi (che avrebbero interesse a tenerseli) per darli sotto forma di servizi ai poveri. Allo stato viene chiesto di sostenere il diritto, che a sua volta fornisce dei limiti (anche) a chi non ne vorrebbe, e regola l’economia mediante il diritto privato.

Di conseguenza, l’esistenza dello stato implica un gigantesco conflitto di interesse: nel momento in cui lo stato decide di regolare qualche settore economico, immediatamente si crea un conflitto di interessi. Nella democrazia, infatti, il leader vuole essere rieletto, e pertanto regola la risoluzione del conflitto di interesse mediante la propria aspettativa di rielezione.

Voglio dire che la logica del “panem et circenses” e’ essa stessa una logica di conflitto di interessi. Sia perche’ non credo che i fornai di Roma abbiano gradito (eccetto gli appaltatori dell’operazione) , sia perche’ si sta usando un potere dello stato per garantire il consenso al sovrano, il che e’ un conflitto di interesse.

Prodi, voglio dire, poteva aver interesse ad inventare il tesoretto per distribuirlo a Confindustria, allo scopo di conservare gli appoggi necessari a rimanere al potere. Poiche’ rimanere al potere e’ un interesse , di fatto ogni mossa atta a produrre consenso e pagata coi soldi dello stato e’ un conflitto di interessi.

Cosi’ come e’ un conflitto di interessi che lo stato dia soldi ai partiti , che lo stato dia soldi ai giornali, eccetera. Non credo che in una democrazia sia possibile evitare conflitti di interessi. Credo sia possibile combattere quelli di tipo mercantile, cioe’ che sia possibile (quasi, forse, etc) fare in modo che se tu possiedi un’azienda ti si tolga prima che tu vada al potere.

Ma credo anche che qualsiasi politico, solo per sopravvivere , abbia bisogno di amicizie nel mondo dei big dell’economia, e quindi se non beneficera’ se stesso, beneficiera’ la lobby che lo sostiene: e questo e’ ancora conflitto di interessi, solo che c’e’ un passaggio in piu’.

In generale penso che il mondo anglosassone tenti di apparire rigoroso proprio nei settori ove il rigore e’ solo un’immagine: affermare che negli USA, patria delle lobby, ci siano leggi contro il “conflitto di interesse” e’ semplicemente assurdo. Nel momento in cui si accetta che legalmente i deputati e i senatori siano sostenuti da interessi economici che rappresentano legittimamente, evitare che il capo abbia un’azienda e’ ridicolo: se non aiutera’ la propria azienda, aiutera’ quelle dei suoi sponsor, e lo fara’ per il personalissimo interesse di venir rieletto, con tutti i vantaggi economici del caso.

Quindi no, la parola “conflitto di interessi” mi lascia indifferente. In qualsiasi democrazia esistera’ il conflitto di interessi nella misura in cui venire eletti sia un vantaggio e gli sponsor dell’eletto chiederanno qualcosa in campio del loro appoggio. L’esempio delle lobbies e’ solo il piu’ eclatante.

Diverso e’ il tema dei media. Ma il rapporto tra media e Berlusconi viene letto con un occhio troppo sbilanciato, per via della particolare visione che abbiamo dei media.

O meglio, della visione che NON abbiamo.  Nel senso che non li consideriamo cone agenti straordinari, ma  come semplici elementi ovvii della fisica, come l’aria e la gravita’.

Per spiegare bene questa cosa ho bisogno di un esempio. Prendiamo l’ 11 settembre. Tra le teorie complottistiche ci sono quelle che vedono i militari implicati nel complotto. Ci sono quelli che vedono i petrolieri implicati nel complotto.Ci sono quelle che vedono la CIA implicata nel complotto.

Questo avviene per due ragioni: la prima e’ che proponiamo un “cui prodest” , e cerchiamo di immaginare chi avrebbe avuto interesse in un evento simile. La seconda e’ che l’elenco dei sospetti comprende coloro che consideriamo abbastanza potenti e fuori dalla fisica ordinaria delle cose.

Nessuno, per esempio, avanza l’ipotesi che a scatenarie l’ 11 settembre sia stato un complotto voluto dai mass media. Ora: passi per esercito e CIA, che hanno i mezzi per far saltare un paio di palazzi.

Ma perche’ preferire i petrolieri ai media? Dopotutto i mass media ci hanno guadagnato un bel pochino di audience, con Al Qaeda. Perche’ dovrebbe esserci dietro Enron o Shell, e non CNN o FOX?

La verita’ e’ che non consideriamo i mass media come agenti , come elementi straordinari capaci di distorcere il sistema per i propri interessi. Anzi, fatichiamo a percepirli, i loro interessi. Nonostante nella societa’ moderna i mass media raggiungano fatturati impressionanti, quando c’e’ una guerra preferiamo dire che dietro ci sia il benestare della lobby dei militari, del petrolio, della droga, ma non tiriamo MAI in ballo la lobby dei mass media, sebbene il “cui prodest”, a rigor di logica, penderebbe a loro sfavore: ci guadagnano miliardi di dollari, con una nuova guerra! Forse piu’ di petrolieri e militari.

Con questo voglio dire che quando si legge il binomio Berlusconi+TV, si tende a considerare Berlusconi l’elemento estraneo, e la TV un elemento chimico comune, presente nell’aria.

Ma le cose non stanno cosi’. Supponiamo per assurdo che Berlusconi si ritiri personalmente dalla politica. Che lasci a Fini, indi lo appoggi con tutta la potenza delle sue TV. Non ci sarebbe, strettamente, un “conflitto di interesse”. Nel senso che e’ impossibile impedire per legge ad una TV di dire cio’ che vuole e di presentare la realta’ come vuole. Del resto, Fini non possiede alcuna TV, anche se ha interesse ad allearsi con Mediaset.

Gia’ cosi’ sarebbe una cosa piu’ furba, diciamo. Ma non e’ nemmeno detto che sarebbe limitato alla destra: Craxi era socialista, dopotutto. Quindi potrebbe persino appoggiare un D’Alema, per dire.O un Rutelli.

Ecco che avremmo una situazione ugualmente distorsiva, ma privata della proprieta’ di essere esplicita. Avremmo cioe’ lo stesso conflitto ipotizzato per Berlusconi, ma non sarebbe esplicito.

Se cosi’ non fosse, non si capirebbe per quale motivo sia cosi’ importante per i partiti controllare le TV pubbliche.

Dunque, il problema di Berlusconi non e’ il problema di Berlusconi in se’: alla sua morte, la sua famiglia continuera’ probabilmente ad usare le tv per osteggiare la sinistra. O pensate che Emilio Fede possa diventare diverso da cio’ che e’? O pensate che l’azienda possa diventare diversa?

E no, non e’ pensabile che un’antitrust possa cambiare le cose. A parte il fatto che le “authority” in Italia funzionano come funzionano, cioe’ non funzionano, quello che si otterrebbe sarebbe un oligopolio.

Anzi, osservando le implicazioni del Median Voter Theorem tutto fa pensare che l’appoggio dei media ai politici si concentrerebbe sui candidati che piacciono maggiormente ai fruitori di reclame pubblicitaria, cioe’ alle fascie della popolazione che “consumano” maggiormente mass media.

In definitiva, quindi, credo che il solo crimine di Berlusconi sia quello di aver fatto esplicitamente qualcosa che nei paesi “normali” si fa in maniera piu’ furba: laddove il conflitto di interessi e’ illegale ma la lobby e’ una cosa legale e pubblica.

Cosi’ come non mi smuove di moltissimo la storia delle “leggi vergogna”. In nessuna democrazia un magnate dei media e’ finito in carcere: questo succede solo nelle dittature. La democrazia, essendo il regime dei mass media, non puo’ certo processare chi de facto la comanda, ovvero il business dei mass media.

Ovviamente, il fatto che non consideriamo i media come agenti, ma come elemento neutrale, a differenza dei petrolieri e degli altri, da’ un aspetto ancora piu’ perverso alla vicenda Berlusconi: significa che non solo Berlusconi pone il problema esplicito del conflitto di interessi (1) , ma costringe a pensare al problema dei media.

I media sono, socialmente e culturalmente, ben mimetizzati. Vogliono far credere di non aver mai distorto le elezioni, ne’ di aver mai appoggiato decisioni del governo per loro stesso interesse. Vogliono cioe’ farci credere di essere neutri.

E questa propaganda funziona benissimo se, come ho notato, nessuna teoria del complotto attribuisce  alla lobby delle TV l’attacco dell’ 11 settembre, segno che i petrolieri sono considerati agenti e i mass media no.

Cosi’ come tutti si chiedono “cui prodest” di qualsiasi cosa, ma i media non sono mai tra i candidati , anche sapendo che l’audience li fa guadagnare di piu’, e anche sapendo che alcuni eventi producono audience. Per come la vedo io, se dovessi fare dietrologia tra i possibili mandanti della Strage di Bologna ci metterei il Resto del Carlino: ci hanno fatto i miliardi, in quei giorni, il giornale andava a ruba.

Vi sembra inverosimile? E perche’ allora pensate che i petrolieri spingano per una guerra, o che l’industria militare spinga per una guerra, quando rifiutate che i mass media, che aumentano la propria audience in periodi di guerra,  non siano ugualmente implicati?

Ecco quindi il punto. Se pensiamo che la TV possa decidere il risultato delle elezioni, l’unico modo per mantenere la democrazia e’ vietare le tv , e gli altri media(2) in ugual misura.

Se invece non pensiamo che la TV possa aiutare a vincere le elezioni, e lo stesso per i media in generale, allora Berlusconi soffre di un problema inesistente come il conflitto di interessi, inesistente perche’ si accetta che contemporaneamente ci siano le lobby, “come nei paesi normali” direbbe D’Alema(3).

Ma in definitiva, Berlusconi non fa altro che esplicitare un problema, non fa altro che far uscire i mass media del mondo democratico da quel limbo mimetico di finta neutralita’ di cui tutti sono ormai persuasi, concentrando l’attenzione sul fatto che i media siano i monarchi della democrazia.

In qualsiasi sistema di potere, il trono e’ sempre sotto assedio. Con l’eccezione dei poteri segreti. Ebbene, i mass media sono riusciti a convincere la gente di non essere degli agenti nel gioco politico, in quanto delle leggi come l’antitrust impedirebbero ai media di controllare la politica. Ovvero, hanno convinto tutti che un oligopolio sia un buon sistema. Poiche’ non si riconosce loro alcun potere, il loro trono non e’ sotto assedio.

In Italia,il caso Berlusconi porta alla ribalta il bluff. E i mass media di tutto il mondo (ovvero i governi da questi mass media generati ad hoc) non vogliono che il bluff venga visto.

Vogliono che la gente veda , dietro ad una guerra, l’appoggio dell’industria aereonautica e non il loro, l’appoggio dei petrolieri e non il loro, eccetera. Vogliono che la gente veda il mass media come l’aria, che magari genera vento ma il vento non e’ riconducibile ad una volonta’.

Cosi’, chi attacca berlusconi vorrebbe relegare i media alla situazione dei paesi “normali”, ove si finge di non sapere che il vincente e’ quello piu’ amato dalla lobby dei media, ove si finge di non sapere che senza un computo dei media a favore o contro non si produce un candidato, eccetera.

Quello che si vuole attaccando Berlusconi e’ di non occuparsi del problema, si vuole seppellire il problema “i media governano la democrazia?” sotto una rassicurante ipocrisia di inutili leggi contro il conflitto di interessi, che potranno anche eliminare Berlusconi dalla scena, ma non risolvono un semplice problema: nel mondo dei massmedia, la democrazia non e’ un sistema politico praticabile.

Berlusconi ha la colpa di aver scoperchiato una pentola che doveva rimanere chiusa.

In ultimo, ci sono le accuse contro di lui. Alla mia eta’ non ci bado piu’. Ho visto troppa gente accusata delle stesse identiche cose solo per il fatto di essere contro la sinistra, e poi santificata quando ha cambiato bandiera.

Era mafioso il clan politico democristiano degli Orlando. Poi Leoluca, proveniente da quel clan, diventa comodo al centrosinistra e diventa un martire dell’antimafia, senza che nessuno gli abbia mai torto un capello.

Erano mafiosi, con la certezza matematica dei teoremoni dell’ Unita’ , tantissimi che oggi sono regolarmente dentro le file del PD.  In generale e’ una legge scontata, banale che chiunque si metta contro la sinistra sia mafioso, amico di mafiosi, vicino di casa di Satana. Finche’ non cambia bandiera, diventando direttamente un santo.

L’ho visto succedere troppe volte per preoccuparmene: una propaganda cosi’ ben rodata, cosi’ ben strutturata da dimostrare sempre le stesse cose sulle stesse persone. Sempre negli stessi modi, sempre con gli stessi toni. Sempre con le stesse parole.

Cosi’ come De Benedetti era iscritto alla loggia P2, come Berlusconi. Ma De Benedetti e’ capo di Giustizia e Liberta’, o Torta di Mele e Profilattico, non ricordo il melenso nome di qualche fesseria altisonante.

E cosi’, la tessera alla P2 di Berlusconi e la tessera alla P2 di De Benedetti hanno peso diverso. Eppure, De Benedetti ha causato un danno al paese mostruoso, con la sua conduzione di Olivetti.

Si tratta di riflessi condizionati ormai troppo stantii, noiosi, sistematici e ripetitivi perche’ una persona della mia eta’ ci faccia caso. Non vi preoccupate, chiunque sia a diventare un problema per lasinistra diventa, inevitabilmente , un Andreotti, un Berlusconi, un Craxi. Perche’ quella e’ una rodatissima macchina da propaganda , che fa un lavoro di scala.

Tranne cambiare improvvisamente idea se un Orlando diventa comodo, e allora i trascorsi scompaiono, le amicizie scompaiono, tutti svanisce, e lui diventa un martire della lotta alla mafia.

E allo stesso modo quando il nemico si chiamava DC, l’ Opus Dei era al fianco di ogni dittatore fascista del sudamerica. La stampa “intelligggggente” produceva un dossier Opus Dei al giorno, onvestigando, scavando, portando “prove” di come Opus Dei abbia sempre appoggiato ogni lordura del mondo.

Salvo trovarsi oggi la Binetti e qualche decina di membri dell’ Opus dei nel PD, e allora la stampa “intelligggggente” decide che semmai il male e’ Ratzinger, ma il resto della chiesa e’ fatta di preti da strada che lottano per i giovani contro la camorra.

E ancora, le terribili verita’ su Ustica e su Bologna, che la versione del ministro degli interni e’ sempre falsa quando al governo c’e’ la destra, e diventa “ufficiale” le due volte che al governo c’e’ la sinistra.

Questa e’ la macchina di diffamazione che e’ in atto, che lavora a pieno ritmo da 50 anni. Perche’ dovrei crederci? Almeno cambiate la musica, che so usate accuse diverse. Adesso va di moda la pedofilia, possibile che Silvio non abbia inculato almeno due o tre bambini?

Almeno fate qualcosa alla moda, cribbio!

Uriel

(1) Come se un Prodi che mi fa una legge sulle fondazioni bancarie non fosse conflitto di interessi, quando 14 membri su 16 della fondazione MPS vengono eletti dal partito di Prodi.

(2) I fenomeni gregaristici della blogsfera mi fanno pensare ad Internet come ad un media ancora piu’ nefasto per la democrazia , il che e’ un bene. Prima si torna all’assolutismo monarchico, meglio e’

(3) In Svezia e Norvegia il lobbysmo e’ punito col carcere. In Russia con la morte violenta. Passi per la Russia sulla quale ci sono dei pregiudizi, ma noto come nessuno citi Svezia e Norvegia quali “paesi normali”. Probabilmente farlo sarebbe quello che a sinistra viene chiamato “un pericoloso scatto in avanti”.

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