Oh, gli egoismi.

Oh, gli egoismi.
Oh, gli egoismi.

Non faccio piu’ spesso dei post sulla Germania, pur vivendoci, perche’ se c’e’ una cosa che ho imparato e’ che la Germania sa difendersi molto meglio di quanto possa fare io. Pero’ diverse persone dall’Italia mi hanno chiesto, quindi faro’ un (raro) post a riguardo.

Allora, dal punto di vista dell’uomo della strada, quello che si vede e’ che i condomini e gli edifici accendono i termosifoni solo la notte, ma il resto non e’ cambiato molto.

All’inizio della crisi di discuteva molto del “permesso” che la legge aveva dato alle aziende locali sul gas, le StadtWerke (le municipalizzate italiane), di scaricare gli aumenti sulla popolazione. Ci chiedevamo quindi come sarebbero state le bollette. Devo dire che con l’ultima decisione del governo, sappiamo che le bollette si manterranno stabili. Detto questo, a parte che le aziende stanno ricominciando con l’home office abbestia, per risparmiare sul riscaldamento (a loro i prezzi aumentano), non ho visto cambiare molto. Ripeto: come uomo della strada.


Sul piano politico, il discorso e’ che il mondo “fuori dalla Germania” fa sempre lo stesso errore. Dice “se sentono che tutti li odiano, cambieranno politica”. Ma la psicologia di massa tedesca e’ unica, e non e’ come quella delle altre nazioni. La Germania ha gia’ vissuto come paria per generazioni dopo il nazismo, e quindi l’isolamento morale e’ solo un deja vu. Quello che fanno in quelle condizioni e’ dire “bene, e’ il momento di concentrarsi sulla politica interna”.

Il  tedesco politicus non lotta se non c’e’ niente da vincere.  Ma specialmente, quando lo isolate non si sente solo: si sente libero.

Cioe’ sente di avere le mani libere.

Il secondo errore commesso nei confronti della Germania e’ di non capire che il governo i giornali stranieri li legge eccome. Chiedere al governo tedesco di fare squadra con l’Europa significa che loro si chiedono se l’ Europa faccia squadra con la Germania.

Ma quello che hanno imparato in questa crisi e’ che se e’ la Germania che e’ a rischio disastro, gli altri si mettono a ridacchiare con quel piacere che hanno negli ultimi banchi quando il primo della classe fa una cappella. Mentre quando poi arriva la tempesta sul resto dell’ Europa, allora “bisogna fare squadra”. 

Il tedesco, leggendo anche i giornali stranieri (qui a scuola fanno inglese E un’altra lingua europea a scelta) , si convince sempre di piu’ che l’ Europa e’ ostile quando ci sono brutte notizie per la Germania, mentre chiede di fare squadra quando le brutte notizie arrivano ad altri.

Il problema sarebbe piccolo se questo coincidesse con una crescita di AfD. Il problema viene quando cominciano a dirlo, anche se con mezze parole, politici come Mertz. Cioe’ il leader della CDU.

Perche’ significa che e’ l’opinione del tedesco “medio”, quello non polarizzato. E questo, si’,  e’ un problema. Ma emergera’ nel voto locale, tra qualche tempo.

Poi, inevitabilmente, si riflettera’ nella politica generale.


Un altro punto fondamentale da considerare e’ che il tedesco politico non risente della propaganda. La fa, sa di farla, ma se combatte una guerra combatte nella guerra che c’e’, non in quella che dice la TV.

Immaginiamo un pianeta nel quale non e’ la Russia cattiva ad essere in guerra con l’Ukraina buona, ma gli USA che hanno causato questa guerra , e volevano gia’ farla ai tempi della Clinton, per distruggere l’europa (e la sua industria) in una guerra nucleare locale.

Se le cose stanno cosi’, in quel pianeta gli USA racconteranno comunque la favola dell’ Ukraina buona contro la Russia cattiva. E in quel pianeta, i tedeschi fingeranno di crederci. A parole.

Ma nei fatti, combatteranno la guerra vera, cioe’ quella non dichiarata.

Sul nostro pianeta non si comportano molto diversamente. Non si occupano di smentire la propaganda, e conoscono bene il potere dei media sulle masse. Quindi lascieranno la parte propagandistica e narrativa intatta. Ma poi il loro governo reagira’ alla realta’. Senza mai dire nulla del vero campo di battaglia.

In definitiva, e bisognerebbe averlo notato gia’ dalla Merkel, la psicologia politica tedesca e’:

  1. Non parlo della guerra.
  2. Non dico che sto combattendo.
  3. Non dico contro chi sto combattendo.
  4. Se qualcun altro parla della guerra, non lo contraddico.
  5. L’importante e’ uscire bene dalla guerra.

Quindi, se vi chiedere quale sia la ratio delle azioni tedesche, non dovete guardare il campo di battaglia ufficiale, come lo vendono i media, ma dovete guardare quello reale, di cui non siparla.

E in quello reale, la mossa dei 200 miliardi ha totalmente senso.

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