Norwegia…..

Scritto da Uriel Fanelli il 7/25/2011
Venerdi’ sera sono arrivato all’aereoporto di Bologna, e provenendo dal nord europa mi hanno immediatamente perquisito. Sapevo che c’era stata un’esplosione nel centro di Oslo, ma non sapevo ancora della strage compiuta dal deficiente (che non nomino per non finire sui motori di ricerca). Onestamente, stamattina i collegheronzi norvegesi erano abbastanza scossi (e ovviamente tutti sono andati da loro a chiedere informazioni). Che dire?

 

Innanzitutto, la societa’ norvegese e’ una societa’ nordica nel senso stretto del termine. Se in Germania alcuni concetti sono stati analizzati e stigmatizzati adeguatamente, la norvegia e’ un paese che definire “conservatore” e’ un eufemismo.

 

All’italiano quei paesi (Svezia , Danimarca e Norvegia)  appaiono “di sinistra”, perche’ alcuni dei mantra della sinistra (divorzio, eutanasia, matrimonio gay, pari opportunita’ ) sono realizzati sino alle estreme conseguenze. Tuttavia, se parlate senza pregiudizi con i locali vi accorgete presto che il tono con cui parlano degli altri popoli e’ il tono con cui nel nord italia i leghisti dicevano che in meridione se tocchi una donna poi devi sposarla.

 

Certamente, il fatto di non essere obbligati a sposare una donna perche’ le hai rivolto la parola e’ “di sinistra”. D’altro canto, se qualcuno dice “io sono antropologicamente superiore a te perche’ io ho raggiunto il tale obiettivo di sinistra” , pur trattandosi di un obiettivo di sinistra, sta facendo un discorso di estrema destra.

 

In quei paesi, cioe’ vige una presunzione di superiorita’ che recita “noi siamo piu’ avanti di voi, cioe’ piu’ di “sinistra”, perche’ siamo superiori a voi”. Ovviamente, dire superiore suona male, cosi’ il mantra viene modificato in

 

“noi siamo piu’ avanti di voi (cioe’ piu’ di “sinistra”)  perche’ siamo Svedesi/Norvegesi/Quelchele”

 

L’equivoco principale del resto d’europa, e specialmente della sinistra, e’ stato quello di innamorarsi dell’amministrazione pubblica e del welfare locale, pensando che se il welfare raggiunge obiettivi cari alla sinistra allora e’ spinto da una ideologia di sinistra. Niente di piu’ falso.

 

Nei paesi scandinavi, e potete facilmente rendervene conto conversando molto con qualcuno di loro, l’ideologia che raggiunge obiettivi che noi consideriamo “di sinistra” e’ un’ideologia conservatrice e fino ai massimi livelli.

 

Da emiliano mi e’ molto semplice capire questa cosa: l’emilia e’ passata dal welfare mussoliniano a quello comunista senza muovere pietra. Non trovo nessuna difficolta’ nel comprendere un conservatorismo sin troppo bigotto che tuttavia insiste con tenacia su temi che altrove sono classificati come “di sinistra”: INPS, creata da Mussolini, in qualsiasi paese del mondo e’ considerata una istituzione che persegue scopo “di sinistra”, quale e’ la previdenza sociale.

 

Ma la democrazia. Sarete gia’ li’ a recitare il mantra della democrazia. Ma se parlate con gli svedesi o i norvegesi (i norvegesi sono MOLTO piu’ estremi a riguardo, cioe’ piu’ conservatori) di liberta’ vi accorgerete che hanno una idea , per cosi’ dire, piuttosto distopica della liberta’.

 

Dunque, provo a fare un esempio. Definireste un’orchesta come una realta’ che celebra le differenze e armonizza le scelte personali?

 

Il norvegese vi dira’ di si. Vi dira’ che siccome lui suona l’oboe mentre il suo compagno suona il timpano, sicuramente la sua orchestra sinfonica e’ un meraviglioso esempio di differenze che convivono. E il fatto che esse convivono in armonia testimonia la meraviglia di quel sistema. Anzi, vi dira’ che l’orchestra da’ moltissimo spazio all’individualismo, perche’ appunto chi sceglie di suonare il flauto ha una personalita’ molto diversa da chi vuole suonare, che so io, il violino. Cosi’, l’orchestra e’ un meraviglioso esempio di rispetto dell’individualismo e delle scelte personali.

 

Questo e’ circa quello che vi sentirete dire, se sostituite l’orchestra con la societa’, e parlate di politica con svedesi e norvegesi.

 

Qual’e’ il trucco? Beh, il trucco e’ che:

 

  • In un’orchestra, tutti suonano lo stesso brano.
  • In un’orchestra, tutti suonano sotto un unico maestro.
  • In un’orchestra, nessuno ha la minima chance di fare qualcosa fuori dallo spartito.
La societa’ nordica, cioe’ scandinava, e’ organizzata come un’orchestra. Potrete essere di destra o di sinistra, metallari o emo, lesbiche o etero, potete essere davvero come vi pare, come in un’orchestra ognuno suona uno strumento diverso…. a patto che suoniate tutti la stessa musica.

 

Vista dall’esterno, la societa’ scandinava sembra un’orchestra sinfonica retta da una meravigliosa geometria armonica e da una incredibile unita’ di intenti. Poiche’ tutti suonano uno strumento diverso, potrete anche pensare che vi sia molto spazio per l’individualita’. Ma dopo qualche tempo che ne conoscete qualcuno, iniziate a notare una cosa: che voi parliate con Olaf o con Thor, non cambia nulla. Suonano strumenti diversi, ma suonano tutti, tutti, tutti  la stessa , identica canzone.

 

Ora, immaginate di essere li’. Tutta questa meravigliosa orchestra suona quella che io definirei una musica di Sibelius, tutta bella modale, spezzettata ma armonica. Voi invece vorreste fare una musica piu’ tonale, piu’ cazzuta insomma. Ma venite IMMEDIATAMENTE cacciati dall’orchestra.

 

L’orchestra, anche se suona l’inno alla liberta’, e’ un ente conservatore: c’e’ un solo spartito di quell’inno, e c’e’ un solo modo di suonarlo. Ma voi volete suonare una cosa diversa. Vorreste parlare di idee diverse. Cosa succede? Succede che non c’e’ posto per voi in quell’orchestra. Semplice.

 

Cosi’, chi ha idee diverse o emigra nella piu’ liberale Germania (e ho detto tutto!) , in Inghilterra oppure va in Finlandia dove la gente e’ fuori di testa  di suo e quindi e’ impossibile farci un’orchestra, oppure inizia ad isolarsi e a parlare solo con propri simili. Come ogni processo di innesco reciproco, se avete idee “un poco di destra” e vi isolate con altri simili in un buco (i servizi sociali sono “abbastanza invadenti” da quelle parti) a parlarne, inevitabilmente iniziera’ un effetto di loop, per il quale in pochi mesi sarete scivolati da “un poco di destra” sino al nazismo estremo.

 

Cosi’ come, del resto, qualsiasi gruppo se isolato inizia ad insistere sull’argomento della purezza dei propri tratti.

 

La cosa che occorre capire quando si discute di paesi scandinavi, cioe’, e’ questa:

 

  • Un paese e’ “aperto” non quando persegue gli obiettivi che noi classifichiamo come “apertura”, ma quando e’ disposto a mettere in dubbio gli obiettivi che persegue.
  • Il fatto che noi classifichiamo come “di sinistra” la societa’ scandinava, non significa affatto che lo sia: una societa’ che si ritiene superiore e che ritiene superiori i propri membri per via degli obiettivi raggiunti NON e’ di sinistra, anche se gli obiettivi sono di sinistra.
Questa e’ una cosa che non e’ facile far capire a chi si innamora di quei posti. Per l’uomo di sinistra che si sposta li’ dall’Italia, e’ il paradiso: egli puo’ contemporaneamente bearsi degli obiettivi raggiunti come prova della propria superiorita’ E sentirsi parte della continua presunzione di SUPERIORITA’ culturale ed etnica (diciamo antropologica, dai) che permea quelle culture. E’ tutto un ripetere sempre e comunque la stessa solfa: oh quanto siamo bravi perche’ siamo svedesi oh quanto siamo bravi perche’ siamo norvegesi oh quanto siamo superiori agli altri.

 

Cosi’, quando sento di un norvegese che si isola e poi ammazza tutti, non rimango molto stupito. Il deficiente, in effetti, nella sua mente malata doveva sentirsi un rivoluzionario; in una societa’ completamente uniforme e’ molto semplice sentirsi rivoluzionari. Doveva sentirsi un rivoluzionario perche’ in una societa’ cosi’ conservatrice da non accettare il minimo dibattito sulla possibilita’ di cambiare strada, chi la pensa diversamente e’ davvero un sovversivo. Automaticamente, anche senza essere malati di mente come quello.

 

In definitiva, i partiti politici norvegesi sono di due tipi:

 

  • Destra: come diventare ancora piu’ norvegesi rifiutando di annacquare la propria specificita’ nell’ Europa.
  • Sinistra: come diventare ancora piu’ norvegesi insegnando la propria specificita’ all’Europa, cioe’ civilizzando altri popoli, anche migranti.
Ovviamente, c’e’ una cosa che nessuno mette in dubbio: che essere “ancora piu’ norvegesi” (cioe’ insistere sui punti di identita’ sociale locale) sia necessario e/o l’obiettivo da raggiungere. Il problema non e’ tanto “destra” o sinistra, che semmai possono essere usate per capire l’equivoco dell’osservatore esterno.Il problema vero e’ di aver costruito una societa’-orchestra, nella quale chiunque deve entrare (seppure con strumenti diversi) e seguire il maestro suonando l’unico spartito possibile: “dobbiamo essere sempre e solo norvegesi, piu’ norvegesi ancora, norvegesi al massimo”.

 

Ovviamente, se solo proponete di essere “un poco meno norvegesi”, siete fuori dal gioco.  Lo stesso capita in Svezia e in Danimarca, per dire. Sono societa’ che passano il tempo a salmodiare la propria perfezione e superiorita’, ad attribuirla al superiore senso del singolo Olaf o Thor, e a dire che quindi ogni Olaf e ogni Thor devono per forza avere qualcosa di superiore : essere norvegesi, per dire.

 

Essendoci quindi un paradigma che nessuno mette in discussione, e’ chiaro che e’ facile per chi lo contesta venire preso dalla “sindrome delle catacombe”, per poi passare direttamente alla sindrome della rivoluzione, che inevitabilmente sara’ la sindrome della lotta armata: una storia sempre uguale va spezzata da un evento escatologico, che “svegli” il popolo dalla continua litania e gli mostri le cose come stanno sotto la patina di melassa.

 

Insomma, il nostro deficiente intendeva interrompere l’orchestra  facendo un grosso rumore discordante dal resto. Bisogno che prenderebbe, probabilmente, a qualsiasi creativo che vada in quei posti senza aver passato i primi 40 anni della propria esistenza a suonare un posto fisso all’ INPS e il “tran-tran” perpetuo.

 

Che cosa penso che sarebbe salutare per questa gente? Penso che effettivamente dovrebbero svegliarsi e smettere di essere le societa’ piu’ ottusamente conservatrici d’ Europa, ma ovviamente NON penso che si debba fare a fucilate.

 

Personalmente, penso che gli serva un Marinetti. Un tizio che arriva e inizia a dire “gettate a mare questa merda”, ma lo fa con una creativita’ tale da risultare distruttivo o perlomeno destabilizzante della cultura locale, ma essendo un artista toglierebbe loro le armi per attaccarlo.

 

Onestamente, non credo che questo succedera’. Perche’? Perche’ per come li conosco, quei signori pensano che l’unica forma di creativita’ possibile dentro un’orchestra NON sia di uscire dallo spartito, ma di eseguirlo meglio degli altri.
La stessa reazione alla strage e’ quella: “saremo ancora piu’ norvegesi di prima, non perderemo la nostra norvegesita’, non riusciranno a renderci qualcosa di diverso”. Ma questo e’ esattamente il cuore del problema: stanno continuando a dire che l’orchestra suonera’ sempre e solo lo stesso spartito. Rifiutano di mettere in dubbio, anche minimamente, il loro modo di essere norvegesi, o il fatto che la norvegesita’ debba essere la minestra obbligatoria per tutti. Emarginando automaticamente chiunque ne voglia suonare uno diverso.Qualcuno mi dira’ che il deficiente voleva a sua volta essere un vero norvegese, quindi semmai era lui che era rattrappito in un’idea di norvegese mai esistita. Il che e’ corretto, nel senso che anche il deficiente voleva essere “ancora piu’ norvegese”, anche se in senso etnico. Tuttavia, il punto e’ che la norvegia (e in generale i paesi scandinavi) non riconoscono piu’ la loro identita’ in quel passato, ma nel presente di oggi: “social democrazia, tolleranza a tutti i costi, welfare dalla culla alla tomba, eccetera”. Ed e’ questa , ormai da 40 anni, la musica che tutti devono suonare: ed e’ quella che non si puo’ piu’ discutere.
Per cui non mi illudo molto: ogni tanto qualcuno che vorrebbe cambiare musica nascera’. Verra’ emarginato in maniera aperta e democratica e amichevole, per il suo bene, e iniziera’ a rimuginare vendetta da solo. Incontrera’ altri che fanno lo stesso, nascondendosi e rimuginando ,  e prima o poi, per una semplice legge statistica, succedera’ ancora.

 

E’ difficile dirlo, ma per come si sono fossilizzate quelle societa’ negli ultimi 20 anni, il cigno nero non puo’ che evolvere in un drago.Non c’e’ posto, per chi sgarra, dentro l’orchestra perfetta.

Una societa’ non perde l’identita’ nel cambiare durante la propria storia: ma i paesi nordici sono ossessionati proprio da questo. Essi attribuiscono alla propria identita’ i progressi che hanno raggiunto, e timorosi di perderli, si concentrano sulla propria identita’ come baluardo per i progressi. Se un programma politico esce dalla politica e diviene un elemento identitario di stampo etnico, il risultato e’ che finisce nell’invilupparsi e ottenere una societa’ conservatrice, cosi’ tanto da far sentire “rivoluzionario” chiunque si proponga di fare qualsiasi cosa, compresa una strage.La mia impressione parlando coi colleghi nordici e’ che, essenzialmente, anziche’ prendere 3 lauree ed un master rimanendo chiusi dentro casa, dovrebbero iniziare ad uscire e girare un pochino. Sinche’ continueranno  a pensare che nessuno possa ottenere alcun progresso se non essendo svedese/norvegese/quelchele’, perche’ non vedono nessuno ottenere progressi dal cortile di casa, non riusciranno mai a mettere in dubbio i propri paradigmi.

Il problema che loro non capiscono sembra essere il fatto che un popolo puo’ cambiare nel tempo senza perdere la propria identita’, e che esistono molti modi di raggiungere degli obiettivi, e anche chi li contesta in toto puo’ far parte del dibattito. E’ ovvio che il deficiente non poteva portare un contributo accettabile al dibattito, ma il fatto che la principale differenza tra partiti di destra e di sinistra nei paesi scandinavi sia l’atteggiamento da seguire verso l’ Europa, cioe’, l’esterno, fa capire quanto limitata sia lo spettro di soluzioni riguardanti le politiche interne: provate a parlare con uno scandinavo di destra o uno di sinistra, finche’ non parlate di Europa distinguere le loro idee e’ quasi impossibile, in Italia sarebbero due varianti microscopiche di quella che chiamiamo “sinistra” , se la loro destra e la loro sinistra si spostassero in Italia siederebbero tutti in un bel soppalco sopra il seggio di Paola Concia. Niente di male in Paola Concia, ma da uno schieramento di destra mi aspetto una poltrona piu’ a destra.

Il fatto che ogni cosa sia appiattita su un unico paradigma omogeneo e sostanzialmente inattaccabile e’ cio’ che crea e creera’ quella scena da cui nascono sciroccati come Burzum, (non molto diverso, sul piano ideale, dal fesso norvegese)  , nascono gruppi sotterranei di fanatici, eccetera.

Occorre che la societa’ accetti almeno il dibattito sui valori fondanti, e che quindi risponda con chi dissente, per disinnescarli. Limitarsi a salmodiare se’ medesimi e rigettare ogni cosa sia “non davvero norvegese” non e’ la via per evitare sacche di dissenso che poi diventano violente.

Occorre piu’ democrazia, dicono i norvegesi, e va bene: ma cosi’ tanta democrazia da poter mettere in discussione i paradigmi della societa’ norvegese, ai norvegesi e’ ancora concessa?

Uriel

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