NFT, ovvero il Re e’ nudo.

NFT, ovvero il Re e' nudo.

NFT, ovvero il Re e' nudo.

Sto osservando il mercato degli NFT da qualche tempo, per vedere in che modo qualcosa di non sancito dalla legge (la proprieta’ intellettuale NON e’ certificata da un NFT) stia venendo tutelata dalle frodi, e a quanto vedo comincia ad emergere il marcio di qualcosa che e’ stato venduto per qualcosa che non e’.

Immaginate di stare comprando un quadro. E immaginate che vi stiate ponendo qualche domanda sulla sua autenticita’. Dopotutto state solo comprando un Rembrandt per 13.99 €, cosa potrebbe mai andare storto? Allora chiedete se sia autentico, e vi dicono: guarda, sopra c’e’ il certificato digitale immutabile.

Minchia, c’e’ il certificato digitale immutabile. E il suo perfettissimo sistema di checksum , se verificato, e’ proprio quello di quel quadro. Accidenti. Allora lo comprate, no?

No. Perche’ si da’ il caso che il proprietario sia Ivo Balboni, pensionato di Cesena, e quella firma digitale e’, di fatto, l’equivalente di un autografo. Certo avete un’opera autografata, ma se l’autografo non viene dall’autore , mi sa che non sia possibile dire che equivalga ad una prova di qualsivoglia autenticita’ e/o qualsivoglia proprieta’ intellettuale.

Facciamo un esempio.

Dream Cats NFT: don’t buy them
Website of David Revoy (aka Deevad), artist and instructor using only Free/Libre and Open-Source software since 2009.
NFT, ovvero il Re e' nudo.

 

NFT, ovvero il Re e' nudo.

Che cosa e’ successo? E’ successo che un certo David Revoy si era messo a fare dei simpatici gattini su internet. E li vendeva (cioe’ vendeva il diritto ad usarli). Sin qui tutto bene.

Che cosa e’ successo? E’ successo che David non era addentro al mondo degli NFT. Cosi’ qualcuno che era addentro si e’ messo a fare NFT delle sue opere e poi venderli. E ci ha guadagnato circa 10K.

Ora, qui ci sono due o tre cosette da dire, su questa truffa.

  1. La legge NON riconosce ALCUN legame o ALCUNA certificazione di proprieta’ intellettuale, proprieta’ in generale, autenticita’  o consenso all’uso agli NFT.
  2. Se io faccio una copia illegale di un’opera, e la vendo, commetto un crimine. Ma la legge NON vede nessuna relazione tra opera e il suo NFT. Cosi’, questo mercato consiste nel vendere una copia di qualcosa, senza che chi compra l’ NFT ne possieda una copia.
  3. Chi ha l’ NFT non deve essere ne’ il padrone ne’ il creatore. Basta che in qualche modo sia in possesso del bene digitale e ci puo’ fare un NFT. Proprio cosi’: prendete la vostra copia di Windows e fateci un NFT. Microsoft non puo’ opporsi, perche’ non ha gli strumenti legali per farlo.

Ma il problema e’ che personalizzando questo David io ho dato l’impressione che David sia stato truffato o derubato. Il che e’ vero solo se crediamo davvero che NFT rappresenti una qualsiasi relazione onesta e riconosciuta dalla legge tra autore e opera. Ma le cose non stanno cosi’: NFT non e’ altro se non lo scarabocchio “Lea&Tio 2021” che qualcuno ha fatto col pennarello sulla torre di Pisa. Non certifica nulla, non da’ nessun diritto a “Lea&Tio”, e non ha niente a che vedere con gli autori o i costruttori della torre.

E’ soltanto un hash crittografico di cui certificate la data di emissione mettendolo su una blockchain, sperando che qualsiasi giudice accetti la blockchain al posto del notaio, o che semplicemente capisca cosa sia una blockchain.

In queste condizioni, che valore ha la scritta “Lea&Tio 2021” scarabocchiato sul marmo della Torre di Pisa? Nessuno.

Ecco, e’ circa il valore degli NFT sui gattini in questione. Poiche’ i gattini sono fatti con licenza Common che CONSENTE di copiarli e di farne uso commerciale (e questa licenza e’ SI riconosciuta dalla legge), chiunque puo’ prendere l’opera di cui “avete comprato l’ NFT per 10.000 €” e farci quel che vuole. Compreso venderla.

NON AVETE COMPRATO NULLA.

Allora vi chiederete “ehi, ma com’e’ che tutti i giornali parlano degli NFT e della finanza che ne va matta e tutto quanto?” . Ne parla per due motivi:

  1. qualche editorialista furbo e’ addentro al mercato, ha amici “broker” coi clienti, e allora ha dato agli amici broker coi clienti un articolo coi quali convincerli ad investire la pensione su questa truffa.
  2. in determinate condizioni, tipiche di Banca A che fa affari con Grande Banca B, puo’ essere comodo certificare l’emissione di un qualche titolo digitale. Ma non e’ il vostro caso.

Allora, la domanda sara’: fino a che punto allora gli NFT sono una truffa?

Beh, bisogna capire una cosa. I soldi del Monopoli non sono soldi falsi. Sono soldi falsi se entro al supermarket e cerco di comprarci qualcosa. O se cerco di darli come resto ad una vecchietta spacciandoli per veri.  Sinche’ ne faccio un uso corretto (giocando a Monopoli) , non sono affatto “soldi falsi” e la polizia non mi puo’ arrestare per averci comprato l’aereoporto di Schiphol.

Bene.

Lo stesso vale per gli NFT. Sinche’ specifico che avere un NFT su un Rembrandt e’ come aver comprato l’aereoporto di Schiphol a Monopoli, cioe’ qualcosa che vale solo e soltanto nell’universo di un gioco, allora gli NFT non sono una truffa.

Il problema viene quando ci buttate dentro soldi veri perche’:

  1. vi hanno convinti che un NFT certifichi la vostra proprieta’ della cosa.
  2. vi hanno convinti che un NFT certifichi la proprieta’ INTELLETTUALE sulla cosa.
  3. vi hanno convinti che un NFT certifichi qualsivoglia diritto sulla cosa.
  4. vi hanno convinti che un NFT abbia un qualsivoglia valore legale.

In questo caso, avete appena comprato l’Aereoporto di Schiphol del Monopoli, pagandolo con soldi veri.

Forse qualcuno dira’ che quegli NFT si pagano in ETH, che non sono soldi veri : ma dimentichiamo che avete comprato gli ETH pagando soldi veri. E che pretendete di poter ricambiare gli ETH in soldi veri se serve.

Gli NFT non sono una truffa sino a quando si sa che legalmente non rappresentano nulla. Lo diventano quando si pretende che sia vero il contrario.

Come per i soldi del monopoli. Potete comprarci l’aereoporto di Schiphol, ma solo se e’ un gioco. Le autorita’ olandesi NON vi riconosceranno MAI alcuna proprieta’.

LA truffa, cioe’, non e’ inerente alla tecnologia. Potete tranquillamente stampare soldi del Monopoli  e vendere Monopoli nel vostro negozio. Il problema e’ se lo vendete come sistema di Real Estate e pretendete di possedere davvero Macchu Picchu. Allora diventa truffa.

Quindi non c’e’ nessun problema se comprate un NFT pagandolo in ETH, solo se gli ETH li avete comprati coi soldi del Monopoli.

Se ci avete messo dentro dei soldi veri, e lo avete fatto perche’ avete creduto che un NFT abbia qualsiasi valore legale sull’opera originale, beh…

mi sa che avete appena comprato un NFT sul Colosseo.

Ops.

Dimenticavo: se volete anche voi un gattino da vendere come NFT a qualche fesso, potete andare qui:

Cat avatar generator
NFT, ovvero il Re e' nudo.

 

Ultima domanda: ma che cosa certificano , “tecnicamente” , gli NFT?

Certificano che un certo tizio aveva una copia digitale in una certa data, e in quella data era il primo a staccarci sopra un NFT. In pratica, potreste andare su xvideos.com , prendere un video porno a piacimento, scaricarlo , metterci sopra un NFT e venderlo. Questo non certifica nulla, se non che nessun altro abbia avuto la stessa idea prima.

Niente di piu’.

Non sono, quindi, la soluzione perfetta per il copyright della musica moderna, per il problema della contraffazione, per il problema delle bottiglie di vino o per qualsiasi altra cosa.

Potrei prendere un album musicale di cui nessuno ricorda nulla, che so io l’unico album di una band Black Metal del 1985, gli Exorcist.  Potrei scaricarlo in Mp3 e farci un NFT, e se la casa editrice lo ha dimenticato, nonche’ gli autori se ne sono dimenticati e il pubblico se n’e’ dimenticato, o semplicemente non ci hanno fatto sopra un NFT perche’ non sanno cosa sia, e allora sarebbe valido e potrei vendere l’ NFT.

E potrei cosi’ dimostrare di essere stato l’unico nel 1985 ad aver comprato questo disco e a ricordarsene ancora.

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