Nazionalismi.

Ho promesso ad un amico di fare un post sui nazionalismi, in risposta al suo post di auguri. Anche se il post covava da qualche tempo, colgo la felice occasione per farlo ora. Il post tuttavia e’ incentrato sulla mia personale posizione nazionalista, e potrebbe essere riassunto in “che cos’e’ il nazionalismo nel 2010”.

Sul nazionalismo bisogna essere molto chiari, nella misura in cui parteggiare per una nazione significa cose diverse nella misura in cui la nazione stessa e’ una cosa diversa. E’ chiaro che nei balcani il nazionalismo assuma connotati etnici e religiosi, poiche’ le nazioni sono ritagliate in quel modo. (1) Cosi’ come il nazionalismo slavo sara’ ritagliato sul sentire slavo, quello statunitense sara’ ritagliato sulla situazione statunitense, eccetera.

Che cos’e’ il nazionalismo , oggi, in Italia?
Facciamo un esempio. Noi diciamo che lo stato debba essere “sussidiario”, giusto? Noi diciamo che la funzione economica debba essere espletata senza che lo stato intervenga, giusto?

Benissimo. Allora, se volete sviluppo, e lo stato e’ sussidiario, perche’ cazzo lo chiedete al governo? Dovreste incazzarvi con Confindustria, semmai.

Durante la prima fase della crisi dei subprime, gli imprenditori si incazzarono col governo, chiedendo al governo di intervenire, perche’ scarseggiava il credito. E perche’ mai? Voglio dire: se il governo e’ sussidiario, allora dovevano incazzarsi piuttosto con ABI, l’associazione dei bancari italiani.

Morale della storia: la necessita’ di un nazionalismo nasce dal fatto che solo lo stato e’ capace di rispondere alle esigenze piu’ critiche della nazione. Sebbene si cianci in continuazione di liberismi, di non interferenza dello stato e di sussidiarieta’, tutto quello che si fa in situazioni critiche e’ di incazzarsi con lo stato, chiedendo ALLO STATO di fare quelle cose che invece non si chiedono alle istutuzioni che ne dovrebbero rispondere.

Sarebbe davvero interessante capire come mai i sindacati chiedano al governo di creare sviluppo, anziche’ incavolarsi con Confindustria. Dopotutto, hanno anche uno strumento di pressione contro confindustria (lo sciopero) che e’ piu’ efficace contro gli imprenditori che contro lo stato.

Ma tant’e’: il depositario delle richieste piu’ urgenti nonche’ l’interfaccia con i bisogni del popolo e’ lo stato, per la precisione il governo. Se riconosciamo l’evidente e il materiale, ovvero il fatto che nonostante lo stato liberale nessuno vada ad incazzarsi con Confindustria per la disoccupazione, e tutti se la prendono invece col governo, l’unica soluzione possibile e’ che il governo in qualche modo nazionalizzi confindustria ed i suoi soci.

Non si tratta di discutere se il governo debba essere sovietico o meno: qui non e’ il governo. Al governo non sembrerebbe vero di potersi disfare della responsabilita’ della disoccupazione dicendo “volete meno disoccupazione? Incazzatevi con Confindustria”. Il problema e’ che ad essere sovietico, a ragionare con la mentalita’ del socialismo reale e’ il cittadino , che di fronte al tasso di disoccupazione si rivolge allo stato (che in un’economia liberale e’ autorizzato a fottersene) anziche’ a Confindustria, che invece rappresenta proprio chi si occupa della questione, senza (almeno in teoria) interferenze dello stato.

A questo punto, delle due l’una: o lo stato e’ sussidiario, liberista, liberale e si occupa SOLO di pubblica amministrazione, e allora per la disoccupazione dovete incazzarvi con Confindustria e non scocciare il governo, oppure fate bene a scocciare il governo, nel qual caso il governo deve possedere gli strumenti per imporre le proprie soluzioni a Confindustria. Tertium non datur.

Il fatto che il cittadino sia essenzialmente sovietico(2) e chieda allo stato (e al governo, cioe’ all’interfaccia politica) cio’ che dovrebbe chiedere a Confindustria rende necessario che lo stato estenda la propria sovranita’ anche sulle funzioni di Confindustria.

Non esistono, e sia chiaro, vie di mezzo. Lo stato non e’ un amico cui potete chiedere di mettere una parolina buona con Confindustia. Lo stato, essenzialmente, governa. Se gli chiedete di fare qualcosa contro la disoccupazione, gli state chiedendo di governare l’economia. E se governa l’economia, Governa anche su Confindustria che ne e’ parte. Punto.

E c’e’ un solo modo di governare: quello in cui la volonta’ del governo prevalga su quella di Confindustria. Se Confindustria NON vuole lottare contro la disoccupazione in Italia, e non vuole, evidentemente lo stato deve far prevalere la propria volonta’ su quella degli industriali.

Da cui, la prima affermazione:

L’esigenza di un nuovo nazionalismo nasce dal fatto evidentemente riconoscibile che nessun’altra struttura se non lo stato si fa depositaria delle responsabilita’ legate alla conduzione della collettivita’. Sebbene si ciarli di sussidiarieta’, di liberismo e di “stato moderno”, ad ogni problema il cittadino per prima cosa va nella capitale e chiede udienza al Re, nella persona del governo.

Allora voi direte: questo, semmai, e’ statalismo. Stai dicendo che il cittadino ancora non riconosce altra responsabilita’ in senso sistemico se non la responsabilita’ dello stato, quindi parliamo di statalismo. Anche questo non e’ vero e l’obiezione e’ farlocca per questo.

Tanto per dire, lo stato italiano ha delegato molte responsabilita’ alla UE. Per esempio, le quote latte vengono dalla UE. Il divieto di aiutare l’industria con soldi pubblici viene dalla UE. La crisi dei subprime viene da USA e UK. Alcune leggi sul federalismo stanno muovendo responsabilita’ verso le regioni.

Ma quando si protesta contro le quote latte, solo sporadicamente in Italia lo si fa chiedendo alla UE di abolirle. Si chiede al governo di cercare una soluzione. Si chiede al governo di battersi in UE. Ma attenzione, non si chiede allo stato centrale di fare qualcosa.

Sebbene la Regione Lombardia abbia fior di rappresentanti a Bruxelles, quello che fanno i prodi agricoltori lombardi e’ di incazzarsi col governo (se non c’e’ la Lega) oppure chiedere alla Lega di fare qualcosa , come membro del governo ITALIANO.

Durante la crisi dei subprime, volendo fare pressioni su uno stato , si sarebbero dovute organizzare manifestazioni di disoccupati di fronte alle abmasciate di UK e USA, gli unici paesi ove lo stato avrebbe potuto agire sulle cause del problema, che e’ nato da loro.

Invece, ci si e’ rivolti ad uno stato particolare, che e’ lo stato italiano. Quello italiano e non altri, che pure erano molto piu’ responsabili (e per certi versi colpevoli) del disastro.

L’esigenza di un nuovo nazionalismo nasce anche dal fatto che qualora ci si rivolga allo stato attribuendogli delle responsabilita’ e/o delle colpe, lo stato che e’ chiamato a rispondere e’, nei fatti, quello della nazione ove il cittadino e’ tale. Questo supera qualsiasi ratio circa le responsabilita’ reali circa l’identita’ dello stato che e’ chiamato ad agire. Lo stato della nazione cui il cittadino e’ tale e’ ancora, nei fatti, l’unico stato che il cittadino riconosce come responsabile del destino comune. Nessun altro stato e’ accettato come responsabile, nemmeno quando le responsabilita’ sono evidenti.

Il nazionalismo, quindi, non e’ ideologia politica. E’ FATTO politico.

Che lo stato nazionale, in quanto stato ed in quanto nazionale, in quanto stato ed in quanto stato sovrano, in quanto stato ed in quanto rappresentato da un governo nazionale, sia riconosciuto come la sede delle responsabilita’ e delle azioni e’ un FATTO. Il nazionalismo NON e’ una teoria, un’ideologia o una ipotesi. E’ un FATTO.

Non potete contemporaneamente attaccarvi alla sottana di mamma e dire “tu non sei mia madre”.

Del resto, al governo piacerebbe potersi liberare di tutte le responsabilita’ tranne la pubblica amministrazione. Volete meno disoccupazione? Rivolgetevi a Confindustria. Volete piu’ credito? Rivolgetevi ad ABI. Non volete le quote latte? Chiedete alla UE. C’e’ la crisi dei subprime? Incazzatevi con americani e inglesi, ci sono gli ambasciatori apposta. L’euro forte vi penalizza? Rompete i coglioni a Trichet. La realta’ agricola locale non e’ ascoltata in sede UE? Rivolgetevi alla regione, che e’ federalista e ha pure una rappresentanza li’.

Sarebbe davvero fantastica, la vita del governo, se i cittadini si rivolgessero ai VERI responsabili delle cose, cioe’ agli enti che sono realmente la sede della responsabilita’ e la sede delle azioni.

Adesso pero’ chiudiamo il cerchio: che cosa succederebbe se qualcuno effettivamente chiedesse conto agli enti che sono realmente la sede della responsabilita’ e la sede delle azioni?

Se qualcuno si incazzasse con Confindustria per la disoccupazione, COnfindustria risponderebbe “e’ lo stato che non ha politica industriale”. Se vi incazzate con ABI, vi risponderanno che e’ lo stato che deve fare qualcosa. Se vi incazzate con la UE, vi diranno che la cosa e’ stata concordata tra stati nazionali. Se vi incazzate per la crisi con USA e UK, vi diranno che dovete rivolgervi al vostro governo per le misure necessarie. Se vi incazzate con Trichet per l’euro che vi penalizza, lui vi risponde che lo sviluppo e’ compito dei governi e non della BCE. Se chiedete alla vostra regione, vi diranno che sono troppo piccoli e bisogna fare questa cosa come governo.

L’esigenza di un nazionalismo nasce, infine, dal rifiuto che TUTTI gli enti preposti a sostuire lo stato come sede della responsabilita’ e delle azioni oppongono, quando vengono indicati come sede di responsabilita’ ed azioni.

In definitiva, quindi, e’ UN FATTO che non solo il cittadino riconosca SOLO lo stato come sede di azioni e responsabilita’ riguardo al destino della comunita’, ma che tutti , e ripeto TUTTI gli enti che si sono proposti come alternative RIFIUTANO di essere la sede di azioni e responsabilita’.

Non solo, quindi, il nazionalismo e’ un FATTO, ma e’ un fatto che NON ha alternative, perche’ anche chi si propone come alternativa NON si comporta come tale e NON accetta di dover essere sede di responsabilita’ e azioni, ne’ come incarico ne’ come responsabilita’.

Stabilito quindi che OGNI azione ed OGNI responsabilita’ sia assegnata allo stato, e ad un preciso stato che e’ quello nazionale, a questo punto e’ necessario dare allo stato il potere di fare quanto richiesto.

* Poiche’ entita’ economiche come Confindustria o ABI (ed altri) rifiutano di essere la sede di azioni e responsabilita’ riguardo al destino economico comune dei cittadini, e quando interrogati indicano lo stato come sede di azioni e responsabilita’, va tolta loro ogni autonomia, che DEVE passare allo stato.
* Poiche’ enti stranieri/sovranazionali come UE, governi stranieri ed enti come WTO e BCE rifiutano di essere sede di azioni e responsabilita’ rispetto al destino economico comune dei cittadini , e quando interpellati indicano lo stato nazionale come sede di azioni e responsabilita’, va tolto loro ogni potere, che DEVE tornare allo stato.
* Poiche’ gli enti locali, che pure reclamano autonomia, se interpellati rifiutano di essere la sede di azioni e responsabilita’ riguardanti il destino economico comune dei cittadini, deve essere tolta loro ogni autonomia e i loro poteri DEVONO passare allo stato.

Questo, di fatto, e’ il bisogno di nazionalismo che c’e’ in Italia. E questo bisogno e’ un fatto, testimoniato da un coppia di fatti: primo il cittadino si rivolge (nonostante l’evidenza) allo stato centrale nazionale riconoscendolo come sede di responsabilita’ ed azioni, secondo le entita’ che si sono preposte ad essere l’alternativa quando interpellate abdicano e indicano lo stato come sede di azioni e responsabilita’.

Avrebbe potuto essere diversamente? Certo. Se una volta deciso che lo stato non deve piu’ ficcare il naso sul mercato i padroni del mercato avessero detto “cari cittadini, da adesso parlate con noi, ci pensiamo noi a risolvere i problemi economici”, ovviamente il passaggio di consegne sarebbe stato completo.

Se la BCE avesse detto: “per qualsiasi problema relativo all’ Euro, parlate con noi” , probabilmente non ci sarebbe bisogno di nazionalismo.

Se governi come quello USA e UK, che costruiscono, mantengono e sostengono borse con influenza sul mondo intero, avessero detto “ehi, abbiamo sbagliato noi, rimettiamo le cose a posto e vi paghiamo i danni”, probabilmente non ci sarebbe bisogno di nazionalismo.

Forse ci sarebbe stato bisogno di educare i cittadini a rivolgersi ad enti diversi, ma tant’e’: una precisa assunzione delle responsabilita’ e di azioni era esattamente cio’ che e’ venuto a mancare. In mancanza di questo, il nazionalismo NON e’ ideologia, ne’ proposta: e’ un semplice fatto compiuto; la sede di azioni e responsabilita’ e’ ancora lo stato nazionale, punto: sia perche’ il cittadino ancora li sente come tali, sia perche’ tutte le alternative hanno abdicato.

Cosi’, sono nazionalista. Predico con assoluta decisione che NESSUN ente, esterno o diverso dallo stato nazionale, debba avere il potere di decidere alcunche’ riguardo al destino comune dei cittadini. E con altrettanta decisione predico che lo stato nazionale, di conseguenza, debba riprendere ogni possibile sovranita’, manu militari se necessario.

Questo vale anche per gli enti dello stato nazionale che ritengono di essere “autonomi”: nel momento in cui siete autonomi dal governo nazionale, come succede ai magistrati, se la giustizia va in merda sono tutti cazzi del CSM: finche’ la magistratura sara’ autonoma e le carceri saranno feudi dei direttori, sono dell’opinione che il governo dovrebbe addirittura dismettere il ministero della giustizia e rispondere ai cittadini “processi lenti? Chiedete ai giudici , sono autonomi, no?”. Galere stracolme? Prendetevela con i direttori delle carceri.(3)

Quando dico che urge un nuovo nazionalismo, intendo proprio questo: poiche’ lo stato nazionale e’ la sede di responsabilita’ e azioni, esso deve avere potere e sovranita’. E se lo stato nazionale e’ la sede del 100% delle responsabilita’ e delle azioni, esso deve avere il 100% del potere e il 100% della sovranita’.

Gli altri hanno abdicato: che cazzo vogliono, adesso?

Uriel

(1) Se non sapessi che la disgregazione della Jugoslavia sia stata pilotata da Francia , Germania e Olanda direi ai signori che hanno combattuto che sono stati proprio dei coglioni a lottare per dei confini ben sapendo che dopo un paio di anni avrebbero chiesto di entrare nella UE, rinunciando ai confini. Si sono scannati per la sovranita’ e dopo due anni hanno chiesto di cedere sovranita’ alla UE. Si sono scannati per la bandiera e dopo due anni hanno chiesto di usare una bandiera blu con le stelle gialle. Bella manica di coglioni col fucile.

(2)L’unione sovietica era MOLTO nazionalista, come paese.

(3)Il discorso economico non e’ cosi’ ovvio come sembra. Cosi’ come pagate un ticket per le prestazioni sanitarie, potreste pagarlo per le prestazioni giudiziarie, per dirne una. Se i giudici e i tribunali sono senza soldi, facciano come la sanita’ e istituiscano il ticket. Sono convinto che si eviterebbero anche denunce inutili (fatte tanto per l’assicurazione, fatte per spaventare/minacciare qualcuno, eccetera) , cause per liti condominiali, eccetera.

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