Multinazionali.

La cultura di massa si distingue dalla cultura per la tendenza a dividersi sempre in due fazioni mutualmente nemiche. Se una posizione colta puo’ mantenersi equidistante o prendere il meglio di ogni cosa, una massa di distingue da un popolo per un semplice automatismo: quello di dividersi in due fazioni opposte e nemiche su ogni possibile argomento. Cosi’ non mi illudo di poter parlare di multinazionali senza scatenare la solita rissa tra tifosi.

 

Negli scorsi post la solita masnada di scontenti si e’ indignata perche’ avevo osato parlare bene del lavoro di una multinazionale (la stessa societa’ di consulenza per cui lavoro e’ una multinazionale, del resto) osando insinuare che il sistema di microfinanza m-pesa sia stato addirittura piu’ efficiente (e lo e’, dal momento che una microbanca non puo’ servire chi vive in un villaggio troppo sperduto da poter avere sportelli: sarete anche equi e solidali quanto volete, ma se il vostro cliente deve fare 800 km per un prestito, col 50% di rischio di morire nel viaggio, tanto successo non lo avrete) delle proposte di tanti farlocchi del credito “etico” (1), e dei rispettivi “santi” , regolarmente donne che coltivano un orto con le tecniche della bisnonna(2), e tutta la scenografia del caso. Non puoi essere equo e solidale senza aver studiato cinema, oggi, e specialmente senza averne fatto un profeta.

 

Cosi’, siccome lavoro per una multinazionale che mi affitta ad altre multinazionali , e mi trovo bene, vedo di chiarire come la penso a riguardo. Specialmente perche’ quando ero una “PMI” in Italia , con il mio helpdesk, le PMI le ho viste, ho visto come ci si lavora dentro, e devo dire che se dovessi confrontare i posti di lavoro, “let’s say, I prefer mine to yours”.

 

Non farei post come questi, in ogni caso, se non mi fossi stufato di sentire la stessa gente che odia le multinazionali lamentarsi per non avere quello che le multinazionali fanno.

 

Prendiamo per esempio la ricerca. Oh, si, c’e’ il CERN e c’e’ l’universita’. Ma credete davvero che la ricerca la facciano solo le scuole e le universita’, nel mitico estero? No, signori: la stragrande maggioranza della ricerca viene fatta da multinazionali, e anche quella che fanno le universita’ e’ finanziata principalmente da grandi multinazionali.

 

Oh, certo, in Italia questo i giornalisti non ve lo dicono, vi dicono che la finanziano “le aziende”, come se ci fossero il Panificio Rossi e la Ferramenta Esposito a finanziare la creazione di una nuova lega metallica da inviare nello spazio.

 

E magari vi illudete che sia il Laboratorio di Confezioni Sorelle Martoni a finanziare la produzione di nuove fibre per l’industria tessile, vero?

 

No , figlioli, le cose non stanno proprio cosi’: a finanziare nuove leghe metalliche magari sara’ un colosso della ristorazione (se gli serve per qualche motivo nei macchinari, immagino) o sara’ un gruppo di acciaierie. E a finanziare la ricerca di un nuovo tessuto sintetico  sara’ , al massimo, un grosso gruppo come Nike.

 

Quello che cercate, cari farlocchi, cioe’ l’investimento in R&D, non ve lo faranno mai le vostre aziendine PMI del cazzo. Non ve lo fara’ mai la vostra merdosa azienduccia a conduzione familiare, che stenta a pagare gli impiegati, quando non pretende che lavorino gratis per “il favore che ti faccio ad insegnarti un mestiere”. Quello di schiavo, probabilmente.

 

Cosi’, gli stessi coglioni che passano il tempo a piagnucolare che non si fa ricerca, che non si fa eccellenza e che in Italia non c’e’ spazio per i giovani ricercatori poi sono gli stessi che scendono in piazza contro le multinazionali, ovvero le aziende che fanno piu’ del 90% della ricerca applicativa del mondo.

Bene, coglioni, state ad aspettare il concorso pubblico da ricercatore cosi’ avrete il vostro bel posto statale sottopagato, o piagnucolate perche’ andate via dall’ Italia e c’e’ la fuga di cervelli, ma mi raccomando, non raccontate MAI che le ricerche che andate a fare sono finanziate, per la maggior parte, da malvagie multinazionali: scherziamo? Si dice che la ricerca e’ finanziata dai “privati”: GUAI a nominarli, questi privati: “e videro quanto era bello il volto del Diavolo

 

Lo stesso dicasi per il lavoro “buono”. Quello che dava “sicurezza”, quello che dava “carriera”, quello che dava “soddisfazioni”. Ora, coglioni, quella roba in Italia c’era. Ma vi ricordate dov’era, i piu’ vecchi di voi ricordano (oltre che ai soliti concorsi statali) dove erano quei posti di lavoro “buoni”, a tempo indeterminato, che vi davano futuro e tutto quanto?

 

Erano… nelle GRANDI aziende. Questa e’ la verita’. Quelle che oggi disprezzate perche’ sono “malvagie multinazionali”. Oggi siete ridotti a chiedere lo stipendio come se fosse elemosina ad un piccolo padroncino del cazzo, che vi dice anche “Piccolo e’ Bello”, forse perche’ pretende che glielo succhiate anche, a non avere gli straordinari pagati (toh, guarda caso, nelle grandi aziende si pagano ancora!) , a non avere le notti pagate (toh, guarda, a me la malvagia multinazionale li paga), a lavorare senza strumenti di sicurezza (toh, qui mi hanno tolto una macchinetta del caffe’ dalla teekuche perche’ non omologata e non assicurabile) , e tutto quanto.

 

Il lavoro che volete, quello che vi manca, quello che volete che torni, QUELLO CHE SOGNATE, signori, non e’ la capanna dello zio tom delle PMI italiane. Non e’ la merda di schiavismo dei finti stage dove pulite i pavimenti in una azienda di moda (=laboratorio di confezioni) e poi dite di aver imparato a fare gli stilisti. E vi hanno pure fatto “il favore di darvi un mestiere”.

 

Mi spiace, signori, ma o vi rassegnare ad amare le multinazionali, oppure avete una sola scelta: vi rassegnate a scannarvi per i (per forza di cose pochi) posti da statali, e tutto quello che vi aspetta diverso  sono le capanne dello Zio Tom. Il vostro amato tempo libero ce l’avete quando le aziende hanno degli orari, perche’ hanno un’organizzazione che le obbliga ad avere delle metriche, e con le metriche arriva la misurazione dell’efficienza nel tempo.

 

Tutto il lavoro che volete, che desiderate, quello stabile, quello dove i vostri diritti sono rispettati, quello che vi da’ un futuro, che vi permette persino una carriera, si trova SOLO in quelle aziende che odiate tanto, in quelle aziende le cui sedi incendiate ad ogni merdosa manifestazione che fate, a quelle aziende che siete cosi’ orgogliosi di BOIKOTTARE.

 

Andate in giro a dire che in Italia non c’e’ posto per chi ha fatto studi umanistici , che non c’e’ posto per chi e’ un creativo. Ecchiccazzo volete che ve lo assuma uno che di mestiere sa fare a “gestire contenuti?”. Avete due scelte: o svuotare il contenuto delle palle a qualche padroncino di PMI, oppure finire a fare “contenuti” in un’azienda che si occupi di fare il content provider. Toh, tutti quelli che conosco sono enormi, ma guarda te… delle multinazionali! MA che sfiga, perche’ le uniche persone che conosco ad aver bisogno della rassegna stampa quotidiana sono i grossi dirigenti dello stato e i grandi manager delle multinazionali: al vostro capetto della PMI al massimo andrete a comprare il giornale in edicola come stagisti.

 

Dite che in Italia non c’e’ un terziario avanzato, senza voler capire che il terziario avanzato non e’ il settore che serve le PMI (che non pagano, pagano poco e tardi) ma si tratta di servizi che girano attorno alla multinazionale. Vi lamentate che anche avendo una certificazione per mainframe o per reti WAN non trovate lavoro nelle PMI: grazie al cazzo, ragazzi, che diamine di reti volete che facciano le PMI? Pretendete pure che la Lavanderia Vanni abbia un mainframe? Per farci cosa, un asciugatore per i vestiti?

 

Tutti i lavori di concetto che avete in mente quando pensate al lavoro dell’umanista, che vanno dal creativo pubblicitario all’addetto stampa sino al gestore delle risorse umane, sono ruoli che trovate SOLO nelle multinazionali. Proprio quelle malvagie aziende che odiate tanto, sperando che arrivi una puttana indiana che dice di coltivarsi l’orto con le proprie mani a portarvi la sua preziosa conoscenza tradizionale e – ma questo non ve lo dice – la sua tradizionale, millenaria MISERIA NERA, che e’ figlia -ed inesorabile conseguenza –  di quelle pseudo- conoscenze tradizionali.

Certo, signori, le donne indiane selezionavano a mano le sementi del riso. Sbagliavano l’ 80% delle volte, e crepavano di fame ad ogni stagione delle piogge il 5% diversa dal solito, vivevano in miseria e crepavano di lebbra dentro dei merdosi tuguri pieni di piattole e cimici. Questa condizione materiale creava un sistema sociale che fa sembrare invidiabile il medioevo europeo, e la nostra orgogliosa madre di famiglia apparteneva inevitabilmente ad una casta che non poteva essere toccata: e’ cosi’ che si trasmette la lebbra.(3)

 

Auguri.

 

La pura e semplice verita’ e’ che l’ occidente ha incontrato il proprio nemico, la propria nemesi, ed ha la faccia di una generazione di cialtroni ingrati che continuano a disprezzare quanto e’ stato costruito allo scopo di apprezzare quanto NON hanno fatto altri. 

 

Cercate pure il vostro lavoro “sicuro” da un piccolo bottegaio che vi licenziera’ per far entrare il figlio in azienda. Cercate pure i vostri diritti dentro una cantina ove nessun controllo e’ materialmente possibile. Cercate pure la ricerca da aziende ove si parla ancora in dialetto. Cercate pure il vostro terziario avanzato in una zona culturale dove si crede che il terziario avanzato sia la posizione in campio di un giocatore di calcio.

 

Ma per favore, non piangete miseria: semplicemente lagnatevi con voi stessi, anzi siatene orgogliosi, perche’ la vostra miseria si chiama “decrescita”, e il vostro scavare tra le zolle a mani nude per trovare una carota da mangiare sara’ “agricoltura tradizionale”, e i tugurio pieno di piattole ove finirete a vivere si chiama semplicemente “critica della societa’ dei consumi”.

 

Odore di decrescita.

 

Contenti voi… pero’ ricordatevi una cosa:

Che quando voi boicottate una multinazionale, probabilmente quelli ci perdono dei soldi. Ma se le multinazionali boicottano VOI, voi perdete TUTTI i soldi.

Merry Crisis, and Happy new Fear.

Uriel

 

(1) Molti dei quali gia’ in galera per attivita’ di riciclaggio poco chiare, btw.

 

(2) Che in India una donna ricca faccia qualche lavoro manuale come coltivare un orto ve lo sognate, belli. In confronto alla cultura indiana, i talebani sembrano svedesi.

(3) Curioso come i soliti non spieghino questa intoccabilita con la stessa precisione con cui  ci vengono a spiegare che il divieto di mangiare maiale arrivi per questioni igieniche (peraltro inesistenti, btw: i musulmani odiano cani a maiali perche’ originariamente sono tribu’ di  nomadi e ladri; il cane avvisa dell’arrivo dei ladri, il maiale e’ difficilissimo da predare e portare in giro come tribu’ di nomadi. Tutti i nomadi predoni odiano i cani da guardia e gli animali che non si predano facilmente.)   I poverissimi hanno la lebbra, la lebbra si trasmette principalmente per contatto e convivenza. Perche’, secondo voi, i poverissimi si chiamano “intoccabili” nel sistema di caste, volendo trovare una spiegazione razionale?

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