Mondi futuri.

Mi e’ arrivata sul forum una richiesta incredibile, quella di immaginare o indicare altre tendenze future. Io non sono (non ancora, non dispero) un consulente strategico, e perdipiu’ ragiono da tecnologo, ma qualche cosina riesco ad intravvederla , si intravede anche da oggi. Cosi’, per gioco, provo ad immaginare alcune tendenze del futuro.

Per prima cosa, c’e’ un catastrofico sorpasso di cui nessuno parla. Quando ci si chiede come mai un ingegnere o un PhD guadagnino cosi’ poco, di solito si menziona il mercato e si dice che l’offerta e’ cresciuta.
Ma e’ una stronzata, perche’ se una persona vale di piu’, e semplicemente e’ in competizione con altri, dovrebbe almeno schiacciare quelli che hanno titoli accademici minori.
Che cosa succede allora? Perche’ l’ingegnere trova si’ lavoro, ma non trova quasi mai un buon reddito? Perche’ il reddito dei laureati in materie ingegneristiche sta calando?

La risposta e’ semplice, ma piu’ che il mercato c’entra la storia. Proviamo a spiegarla con un esempio.
Gino e Michele sono due gemelli. Uno dei due (Gino) si iscrive ad ingegneria informatica (rimaniamo nel mio campo) presso un politecnico, con una laurea quinquennale + tesi. Michele fa una scelta diversa.
Considera che ci sono cinque anni di studi piu’ tesi. Allora fa un giro di telefonate, e cerca corsi di certificazione trimestrali per IT. In piu’, cerca corsi di certificazione di tipo lavorativo ma non IT (Sommelier, Installazione di pannelli solari, Assaggiatore Carni (1), certificatore di impianti, etc). Li chiameremo EXCERT. Si dedica alle sue certificazioni con tutta la foga che Gino dedica ad Ingegneria.
Allora, ecco i cinque anni di Michele:
  1. Certificazioni: Microsoft Dev .net, Oracle Java Programming, C++ CLA. EXCERT.
  2. Certificazioni: RHEL , Cisco CCNA, IBM Storage, EXCERT.
  3. Certificazioni: Oracle DB, MCSE,  Cisco CCIIE, EXCERT.
  4. Certificazioni: Android Dev, Apple Dev Ios, E/// SS7, EXCERT
  5. Certificazioni: ITIL, 6sigma, MOF, EXCERT.
Al posto della tesi, Michele spende qualche mese approfittando degli EXCERT. Scrive almeno una applicazione mobile ed una applicazione desktop per risolvere uno dei problemi che ha incontrato nei campi in cui ha preso la certificazione “esterna” (una app per sommelier, una per pannelli solari, etc etc) e ne fa un cosiddetto “portfolio”.

Dopo cinque anni e qualche mese, Gino e Michele entrano nel mondo del lavoro. Ma Gino ha una laurea quinquennale in ingegneria informatica, ovvero e’ troppo qualificato per le PMI ed e’ uno schiavo junior di merda per le grandi aziende.

Michele e’ giovane, ha 15 certificazioni IT, un portfolio di case study.  E’ la classica figura di persona giovane con tanto know-how e qualche esperienza di programmazione in casi reali nel portfolio, che si vede negli annunci di lavoro. Michele e’, cioe’, la figura piu’ ricercata del mercato.
Nella gara per il reddito, Michele e’ su un dragster , sente l’etere solforico scorrere nel motore, apre il monossido d’azoto, e schizza via. Gino si trova su una Mucca Milka, a guardare il fratello che diventa un puntino all’orizzonte. (2)
Che cosa ci insegna questo esempio? Ci insegna che il crollo di valore dei laureati NON e’ dovuto ad una legge di mercato ed ad un eccesso di offerta, dal momento che il mercato e’ saturo sia per Gino che per Michele.
Ci insegna una cosa diversa:
IL MONDO ACCADEMICO HA PERSO IL MONOPOLIO DEL SAPERE APPLICATO CERTIFICATO, CHE E’ OGGI DOMINIO INCONTRASTATO DELLE AZIENDE. COME SE NON BASTASSE, CON I CORSI DI CERTIFICAZIONE, IL MONDO ACCADEMICO HA PERSO ANCHE IL MONOPOLIO DELL’INSEGNAMENTO DI TECNOLOGIE APPLICATIVE. ED E’ STATO SURCLASSATO DALLA FORMAZIONE PROFESSIONALE.
Risultato: un esame universitario dura piu’ o quanto una certificazione, ma vale MENO. Gino guardera’ Michele far carriera con le sue certificazioni, piagnucolando “ma io ho dato termodinamica statistica!”.
Questo cambio di paradigma ha riguardato tutte le universita’ tecniche. Rimarranno in piedi le universita’ che preparano ricercatori, con un approccio ab initio, come biologia, chimica, fisica, matematica, medicina, facolta’ scientifiche che formano nel senso di saper risolvere problemi nuovi attraverso hard skill di base, cominciando da zero perche’ il problema e’ nuovo.
Ma se parliamo di gente che “sa come si fa”, di gente che deve solo sapere come si risolvono problemi noti,  le facolta’ di ingegneria e le facolta’ tecniche/applicative sono le prossime fabbriche di disoccupati. Prima avranno una vampata di illusi, poi le certificazioni aziendali prenderanno il loro posto.
Il potere accademico ed il relativo monopolio del sapere applicativo certificato sono destinati a collassare, proprio perche’ le certificazioni aziendali hanno, sul mercato del lavoro, piu’ valore dei titoli universitari predottorato.(3)
Il secondo mondo che sta per collassare e’… la vecchia internet. No, non mi riferisco ad IPV4 &CO. Mi riferisco all’uso che se ne fa.
Sinora Internet e’ stato il principale strumento di globalizzazione, perche’ ha permesso di superare distante enormi e di trasmettere l’informazione ai quattro angoli del mondo, ma… ma. C’e’ un ma.
C’e’ un “ma” perche’ se e’ vero che ha aiutato molto le aziende a superare enormi distanze, ha aiutato pochissimo le persone a superare le distanze brevi.
Innanzitutto perche’ nella versione tradizionale serve un PC, che e’ poco mobile anche nella versione laptop , in secondo luogo perche’ Internet vi dice che succede dall’altro capo del mondo, ma non nel condominio a fianco.
Prendiamo per esempio questo sito:
bello, vero? Sembra quasi cio’ di cui ho parlato. Ma ha un difetto catastrofico: non ha la versione mobile.
Se la signora Rossi vuole lanciare un messaggio a chiunque si trovi in un supermercato a 300 metri perche’ e’ vecchia e offre 15 sacchi a chi le porta la spesa a casa,  internet non la aiuta. Il messaggio appare su un sito a chi lo legge, ma chi si trova al supermarket non ha con se un PC per leggerlo.
Se anche il sito funzionasse in modalita’ PUSH sul client, per esempio usando http chunked, nessuno avrebbe un client. Ma anche se fosse e vi fosse gente col portatile , il sito non riuscirebbe a mandare il push solo a chi si trova entro un certo raggio dalla signora Rossi.
Per fare questo occorrono le tecnologie mobili.
Tutti hanno il loro cellulare in tasca, no? Tutti i cellulari smart possono comunicare la posizione , no? Ed ecco che se internet e’ globale, il mondo “mobile” e’ esattamente l’ OPPOSTO: e’ LOCALE.
La prima espansione di Internet ha permesso a tutto il mondo di chattare con un cinese trovandosi a Brasilia. La seconda espansione, quella del mobile, vi consente di fare un fischio a vostro figlio che gioca a casa di un amico ad un isolato di distanza.
Quello che gli ideologi della globalizzazione non sanno, e non sospettano, e’ che tutti gli sforzi ed i vantaggi che credono di aver guadagnato con la globalizzazione informatica stanno per scomparire , compensati da una gigantesca tendenza alla LOCALIZZAZIONE delle informazioni, che rendera’ ridicole le loro strategie globali, come la delocalizzazione.
Se compro su Amazon un libro, uso classico di Internet * Globalizzazione, ricevo la merce in due giorni. Un sistema di tracking mi dice con esattezza dove si trova la merce. Bello.
Ma se sono per la strada e cerco il libro usando un motore di ricerca ad uno smartphone, probabilmente scopriro’ dove di preciso lo vendono nel raggio di un KM da me. Ed un KM sono cinque minuti, non due giorni. Imbattibile per qualsiasi sistema logistico globalizzato.
Se io potessi chiedere a tutti i contadini nel raggio di due KM chi mi tiene una cassa di patate che vado a prenderle, anche l’idea di ordinarle online ad un supermercato che me le consegna diventa molto piu’ LENTA.
E’ il principio del navigatore: e’ piu’ utile per le CORTE distanze intricate che per le lunghe distanze lineari. Internet  su cavo vi ha fatto conoscere il mondo e dimenticare la citta’ ove vivete. Internet mobile vi fara’ dimenticare il mondo e vi raccontera’ molto di piu’ sulla citta’.
Prendiamo il telelavoro: per i bastardi finanzieri internet serviva a trovare uno schiavo cinese che scrivesse il codice dall’altra parte del mondo a due lire e un chilo di merda. Ha funzionato, ma…. ma e’ sempre un tizio a seimila KM, devi trovarlo, per parlarci aspetti tutti i fusi orari che servono… immagina di poter far squillare il telefono a tutti i programmatori nel raggio di 10 KM per offrirgli il lavoro,  e di averne uno NEL TUO UFFICIO dopo mezz’ora. I giorni di tempo che impieghi per passare specifiche ad un cinese, fargli un minimo di intervista, dargli un accesso sicuro ai sistemi di sviluppo, sono MENO competitivi.
E’ vero che delocalizzare mi conviene per i costi di produzione, ma se io potessi far squillare il telefono a tutte le aziende nel raggio di 20 KM e che fanno quel che mi serve, forse ne troverei una scarica che mi consegna la merce DOMANI. E i coglioni di FIAT che hanno la produzione ferma per via di UN solo fornitore saranno un ricordo.
Voi capite perche’ andate da Amazon? Perche’ conoscete POCO i dintorni di casa vostra.Amazon e’ comodo perche’ se andaste in libreria probabilmente ricordereste le due grandi librerie in centro e poco piu’. Se qualcuno , mentre siete in strada, vi trovasse in tempo reale le librerie piu’ vicine, i due giorni di Amazon potrebbero essere davvero troppi.
Gli stessi porci che hanno usato internet per il ricatto sociale del negro che lavora per la meta’ stanno per scontrarsi con un fenomeno di localizzazione del crowdsourcing, ovvero il bianco che prende di piu’ ma ti consegna domattina perche’ lavora a due KM.
Un esempio classico per chiarire:
Un sito come questo http://www.blablacar.it oggi e’ un dinosauro. Puo’ organizzare viaggi LUNGHI perche’ essendo una cosa della internet fissa e’ nato per globalizzare.
Ma se la stessa funzione la spostiamo sui cellulari, con gente che manda la richiesta nel KM attorno a se’ e gente che la riceve sull’auto – dove di solito non si usa un computer – diventa come MyTaxi. ( http://www.mytaxi.com )
I bastardi globalizzatori non sanno ancora immaginare la furia LOCALIZZATRICE che arrivera’ quando tutti possiederanno uno smartphone e inizieranno a dilagare le app “cerco qualcosa a breve distanza da me”.
Non sanno ancora quanto la logistica piu’ eccezionale del mondo sia perdente in confronto ad un sistema che trova sempre quel che vuoi a poche centinaia di metri da te.
Ecco, direi che l’economia della internet classica, quella che GLOBALIZZA , sta per incontrare una curiosa nemesi nel mondo degli smartphone: quando potrete affittare un’auto parcheggiata a poche centinaia di metri da dove siete, di comprare un’auto anche se fatta in Polonia schiavizzando neonati non ne ne freghera’ nulla.
Per questo occorrera’ ancora una decina di anni. Altri cinque per mettere un vero smartphone in mano a tutti. E cinque per l’ecosistema.
Poi, fate ciao ciao alla globalizzazione, alla delocalizzazione, all’ “internazionalizzazione” delle aziende. Dovranno produrre a pochi KM da casa vostra, oppure “lo voglio subito” vincera’.
E chi ha un ERP sa bene quanto pesi il tempo di consegna nella parcellizzazione molto fine degli ordini. Se solo poteste fare uno squillo a TUTTE le piccole aziende interessanti nel raggio di 10 KM….
Uriel
(1) Si, l’ho preso. All’ AIAC.  Ero in trasferta ad IVREA (dove volete che faccia le trasferte uno che lavora con le telco? Lorenteggio, Roma e Ivrea…) e non avevo un cazzo da fare per via della meravigliosa vita notturna eporediese, ed era gratis. Cazzoguardate? Perche’ uno puo’ assaggiare il vino ma non la bistecca?Va bene, non posso darmi tante arie tastando un petto di tacchino, ma almeno se guardo un Masterchef posso capire se dicono cazzate sulle carni o meno. E ne dicono, btw. Un giorno vi raccontero’ del difficile rapporto tra sale e carni bovine, promesso.
(2) E sono pessimista. In realta’ Michele si trova a fare i corsi in mezzo a professionisti e titolari di aziende che si aggiornano. Quindi, probabilmente entrera’ in contatto coi datori di lavoro BEN PRIMA di finire i cinque anni di cui parlo!
(3) Gli stessi professori dei cosiddetti politecnici lavorano, si, ma sono semplicemente li’ per metterci il nome e la firma. Ho firmato personalmente sistemi abbastanza “grandini” e critici, ma non ho mai visto un accademico li’ vicino. Sono comparsi per presentare i sistemi in TV: quando si dice la collaborazione scuole-aziende, eh? Il professore universitario medio e’, per i parametri del mondo del lavoro, uno Junior con qualche problema di comprendonio ed una seria incapacita’ di lavorare in squadra.

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