Minchiatine?

Quando ho scritto il post su Starbucks, ho iniziato con una premessa che era anche una profezia. Ovviamente nessuno l’ha letta (l’italiano legge solo quel tanto che gli serve a capire se tifare pro o contro uno scritto, ma non capisce davvero che cosa ci sia scritto, se non piccolissimi stralci che gli saltano agli occhi) e tutto ha deviato dal discorso originale. Tuttavia, come si dice se qualcuno ti prende per il culo c’e’ una comoda maniglia, e adesso qualche presa per il culo ci sta.

Innanzitutto, il post iniziava cosi’ (potete controllare su Google, quella parte c’e’ sempre stata):

Quello che sto per scrivere verra’ preso come una apologia di Starbucks o come una volenza contro i bar. Invece, quello che voglio rappresentare non e’ altro che la tipica mentalita’ italiana , quella per la quale una merda viene promossa a miele perche’ abitudine locale, e ovviamente un modello che e’ vincente e’ considerato una ciofeca solo perche’ il provincialotto italiano non l’ha mai vista.

Come vedete, avevo perfettamente previsto i vostri commenti, intendo quelli che NON ho fatto passare. Li avevo gia’ anticipati, il che dimostra quanto mediocre sia la qualita’ del PENSIERO italiano. Non ho fatto passare alcuni commenti perche’ NON ha senso far passare tra i commenti qualcosa che ho gia’ anticipato, previsto, sintetizzato.

Devo dire, la prestazione e’ stata deludente.

Innanzitutto, sembra che in qualche regione X i bar siano ancora tutti artigianali, vi fanno il caffe’ con l’alambicco e il crogiolo alchemico, solo nelle notti di luna piena, mentre nel resto di italia no. Cosi’, sappiamo con precisione che, mentre nel resto d’Italia il caffe’ -ahime’ e’ vero- fa schifo, in Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Liguria, Marche, Lombardia, Molise, Piemonte, Puglia, Sardegna, Sicilia, Toscana, Trentino, Umbria Val D’aosta e Veneto i gestori dei bar escono a caccia ogni mattina alle 4, catturano il caffe’ Etiope con apposite trappole, hanno in cantina una nonna che fa la pasticcera dal 1651 e produce le paste per la Regina di Manchester, e ovviamente fanno i caffe’ e le brioches piu’ strepitose della galassia.

Devo dire che e’ deludente: mi aspettavo che restringeste la cosa alla provincia, o ancora meglio al paesino nel quale vivete, ove Franco e’ sicuramente il piu’ titanico tra i baristi.

Allora, ma che fine hanno fatto le donne italiane che si alzano ancora alle 5 per andare al mercato all’alba e trovare la lattuga migliore , quella che e’ cosi’ fresca che quasi vi salta nella sporta?  Perche’ non sono saltate fuori? Possibile che tutto quello che rimane di sto paese siano i mitici mobilieri che se ti fanno un mobile te lo fanno cosi’ su misura che gli spigoli hanno gia’ la forma del vostro ginocchio, e ti dura 20 miliardi di anni, e le operose donne italiane che si alzano alle 5 per andare a comprare la lattuga vivente -perche’ e’ davvero terribile l’ira della lattuga vivente- siano state dimenticate?

Cosi’, apprendo che tarare una macchina del caffe’ sarebbe un lavoro di tale precisione che solo la Nasa e il vostro amico Franco ci riescono. Il che e’ impressionante: in un settore tecnologico ormai maturo -per usare un eufemismo- i produttori non si sono ancora accorti che il 95% dei bar non riesce ad usare le loro macchine come si deve.  Spero non facciate mai i consulenti, perche’ questa e’ una barzelletta. La sapete quella delle automobili che se non vi fa l’equilibratura Franco vi perdete appena uscite dalla citta’?

Orsu’, signori, un pochino di fantasia. Potevate dire che i baristi manipolano le macchinette per consumare meno, che e’ una panzana ma almeno spiegherebbe le differenze. Invece no: un settore tecnologicamente maturo come le macchine per il caffe’ produrrebbe macchine che solo il 5% dei baristi sa usare bene. Ragazzi, inventiamone altre, eh.

Rimane in buona posizione la storia che in Germania tutti i bagni sono belli e hanno un fasciatoio, almeno nei ristoranti, perche’ la Germania e’ stata rasa al suolo durante la seconda guerra mondiale e l’hanno ricostruita allargando le strade. Che alcune strade siano state allargate e’ vero, ma non e’ che adesso Berlino vada da Lipsia sino ad Aquisgrana, eh. E poi hanno allargato le strade, mica hanno allargato anche i locali in proporzione.

Sui bagni almeno vi siete fermati qui. Mi aspettavo di meglio, del tipo “ma io al ristorante ci vado per mangiare mica per cacare”, o il massimo del massimo che ho sentito “ma tanto quello che tocco mangio, e’ roba mia”, dal solito tizio che NON si lava le mani dopo.

Le disavventure avute da Starbucks sono state esilaranti. Innanzitutto, quasi ogni disavventura inizia per “mi hanno dato”. E sono quasi sempre ambientate in USA. Ora, io ho girato “un pochino” , ma non mi e’ mai capitato che in qualsiasi posto -specialmente in USA- mi “abbiano dato” qualcosa. Gli americani, vedete, hanno tanti difetti, ma quando si parla di business SANNO FARE. Non succede che entriate in un posto e “vi diano” qualcosa: succede che CHIEDETE qualcosa, e per questo ve lo danno.

Ora, se entrate da starbucks e NON vi danno quello che avete chiesto, i casi sono due. O il vostro inglese fa cagare, oppure NON avete letto alcun cartello. In NESSUN posto dove si vendano alimentari, negli USA, vi danno cose che non avete chiesto. Per la semplice ragione che se poi il cibo vi fa male, li spellate a furia di cause legali.

Se vi danno una bevanda troppo calda e voi vi scottate perche’ non sapevate che fosse calda, e ve la rovesciate addosso, li potete letteralmente ROVINARE. Quindi no: se siete entrati da Starbucks  in USA e vi hanno dato una roba caldissima, e’ perche’ dalla vostra bocca e’ uscita la parola “Hot”.  Oppure, non e’ uscita alcuna parola: siccome magari non sapete l’inglese avete indicato un pezzo del menu col dito, senza leggere, e ovviamente non avevate letto che ci fosse scritto “Hot”. Ma vi posso garantire che, in USA, NESSUNO “vi rifila qualcosa”. I negozianti vi danno proprio QUELLO CHE CHIEDETE.

Quando la gente mi dice che “sono entrato da Starbucks a Los Angeles e mi hanno dato una barra di plutonio” mi viene da ridere. Se c’e’ un paese ove vi danno qualcosa SOLO se la chiedete, sono gli USA. E no, se una bevanda e’ “Hot”, in genere leggete che e’ “hot”. Se leggete.  Se non leggete, ho brutte notizie per voi: quella roba non era cio’ che vi aspettavate perche’ non eravate da Starbucks, ma da Beate Uhse. Succede, a non leggere cose come “Hot”.

In generale, tutta la storia delle disavventure degli italiani negli Starbucks all’estero e’ cosi’: “sono entrato in un locale mai visto prima in un paese straniero, ho ordinato qualcosa senza leggere bene il listino e , orrore, ho ottenuto una cosa DIVERSA DA COME SI FA IN ITALIA, e come se non bastasse una cosa che non mi aspettavo”.

Aha. Perche’ non sono morto dallo stupore? Forse perche’ sospetto che fuori dall’ Italia non ci sia altra Italia? Perche’ sto iniziando a sospettare che i tedeschi parlano una lingua diversa dall’ Italiano? Perche’ considero -una buona pratica- quella di capire cosa si stia ordinando PRIMA di farlo? Mah, sono un tipo strano, eh.

Poi ci sono stati quelli che “io cosi’ e cosa’”. Ora, ci sono molti tipi di affermazioni. Per esempio, “gli italiani parlano italiano” e’ sicuramente una affermazione vera. Ma se un tizio e’ italiano ma parla solo tedesco perche’ vive al confine, non e’ che faccia venire meno la verita’ sostanziale dell’affermazione. Fare una affermazione sull’italia non e’ costruire una teoria deterministica al 100%, che deve conservare verita’ e falsita’, per cui basta un esempio contrario e la teoria va a puttane.

No: migliaia di persone sul confine austriaco NON parlano italiano, eppure “gli italiani parlano l’italiano”rimane una frase sostanzialmente vera. Ora, sicuramente avrete sotto casa il tempio del miglior caffe’ del mondo, cosi’ come alcuni italiani parlano solo austriaco, ma questo inficia poco.

In realta’ il post precedente ha semplicemente mostrato l’attitudine dell’ Italiano ad attaccarsi alle minchiatine. A fronte di una qualita’ del cibo mediamente alta, ci sono poche catene multinazionali di catering che vendano cibo esplicitamente italiano, e poche anche su scala nazionale, e spesso anche su scala locale. Questo perche’, come ho detto, se il cibo e’ mediamente buono -anche se inizia a scadere- la ristorazione italiana e’ un mondo di truffatori che vivono di rendita.

Sto esaminando, per via del prossimo progetto su cui andro’ -quello attuale sta arrivando al termine- alcune statistiche sugli effetti dei navigatori satellitari. Hanno letteralmente stravolto la resa dei ristoranti italiani in tutti i periodi estivi , al punto che oggi attorno alle localita’ balneari la zona “utile” si e’ estesa quasi del doppio. La ragione e’ che col navigatore si percorrono strade alternative non appena c’e’ traffico, e la ragione e’ anche che trovare un ristorantino fuori mano non e’ piu’ difficile come un tempo.

C’e’ stato un impatto violento anche su Societa’ Autostrade, e di conseguenza Autogrill. Ma qui andiamo oltre questo post: il punto e’ che il mondo cambiera’ enormemente, come al solito, anche nei prossimi anni. Presto i navigatori diventeranno MOLTO piu’ interattivi e potranno raccogliere commenti e rating, diventeranno cioe’ “social”. Le proiezioni sugli effetti che questo avra’ sui commercianti sono abbastanza interessanti.

Gia’, ma in Italia siamo [ANCORA A QUESTO PUNTO]. I ristoratori offrono un servizio cosi’ “buono” che hanno PAURA delle recensioni dei clienti!!!!!

Con questo link sulla stampa potrei gia’ chiudere il post: dice tutto. Si, il baretto sotto casa e’ “il piu’ migliore” del mondo. Ma si caca sotto se qualcuno ha un sistema di giudizi su Internet. Beh, presto li avrete su OGNI navigatore, e avrete un navigatore su OGNI automobile e ogni cellulare e ogni tablet. AUGURI.

Ma torniamo al provincialismo: tutte le obiezioni sul fatto che Starbucks (potevo nominare anche Burger King, che vi serve comunque merce SUPERIORE a qualsiasi “panino dolomiti” del vostro bar italiano ) possa avere mercato NON hanno tenuto in conto cio che fa la sua forza:

  • Servizi igienici migliori.
  • Ambiente piu’ confortevole.
  • Wifi disponibile.
  • Prezzi piu’ chiari ed esibiti.
  • Igiene migliore e standardizzata.
  • Spazio per i bambini.

Questo e’ dovuto essenzialmente al fatto che l’italiano e’ cosi’ assuefatto ai propri difetti da averne fatto delle liturgie precise. Qui se una famiglia ha voglia di andare a prendere una pizza, o il solito bratwurstel al curry e patatine, non si chiede se ci sara’ spazio per i bambini. Non si chiede se eventualmente potranno leggere la posta.

Per esempio, mi capita di essere di chiamata. In Italia devo stare vicino ad una connessione funzionante o prepararmi a sperare che una cella mi dia connettivita’, in caso dovessi intervenire sui sistemi. Qui, se mi va di passare la serata da Starbucks, Burger King, Mac Donald’s, SteakHouse, Maredo, o altri, posso farlo.

Si chiama “liberta’”, ed e’ qualcosa che avete dimenticato.

Voi pensate che la liberta’ sia solo politica. No. Quando dovete prima cercare una baby sitter per andare a mangiare una pizza, non siete liberi. Siete liberi se potete presumere che una pizzeria abbia spazio ed animazione per i bambini. Siete liberi se nel vostro cinema c’e’ uno spazio per i bambini, o se potete entrarci anche col vostro amico che cammina male. Siete liberi se potete prendere vostra figlia e passeggiare in citta’, sapendo che comunque troverete, in caso, un parco ove fermarsi e farla distrarre, anche un piccolo parco.

L’italiano NON e’ libero. NON siete liberi. Avete ristretto alle vostre abitudini quotidiane il campo del fattibile,  ed ecco tutto quello che potete fare : andare a lavorare, bere un caffe’ in piedi, stare a casa se avete famiglia, uscire se siete single o solo tra adulti, poco di piu’. Perche’ non avete scelta.

Tutto quello che fate e’ dire “ma se Starbucks aprisse non avrebbe mercato, e la prova e’ che oggi tutti usano solo quel che hanno”. Aha. Ma “uso solo il poco che ho” non e’ liberta’.

Per questo motivo queste merdose usanze non si propagano del mondo. Se apriste un bar come quello italiano qui, dovreste dire di no a quelli che vogliono sedersi sul divano e stare un pochino a chiacchierare usando la wifi. Dovreste dire no a quelli che si fermano per far fare una pausa ai bambini. Dovreste dire di no a quelli che , a quelli che, a quelli che, a CHIUNQUE NON VOGLIA FARE SOLO QUELLO CHE FANNO TUTTI.

E beninteso, tutti fanno solo cio’ che e’ disponibile.

Per giustificare questo, i commentatori piu’ fastidiosi si attaccano alle minchiatine. Solo una persona, sembra, era competente nel settore alimentare, e solo un altro se ne intende di caffe’. Gli altri si attaccano alle minchiatine: “ma nel mio bar io ci vado SOLO PER prendere il caffe’ e farmi la sigaretta. Se IO lo uso solo per questo -del resto non hai scelta- chemmefrega di WIFI e dei bagni?”.

Certo: se se tu nel bar entrassi solo per comprare il biglietto del tram, per dire, non te ne fotterebbe niente neppure del caffe’. Basta ridurre il campo di quel che faccio, e va tutto bene. Del resto, il biglietto del tram lo vendono anche in edicola, per cui se entro in un bar solo per quello, il bar e l’edicola uguali sono….

Certo, nel bar sotto casa tu puoi entrare, fare una piroetta, poggiare la borsa, ruotarla di 90 gradi, grattarti una chiappa e dopo 12.7 secondi ordinare il caffe’. Puoi farlo anche da Starbucks? Potrei andare a leggere la policy , tipo il timeout per ordinare il caffe’, ma il punto e’ che sono minchiatine.

La qualita’ di un locale e’ un concetto olistico che riguarda tutto il benessere che potete ricevere entrandoci. Certo, il ristoratore italiano e’ una mangiatoia seriale nella quale vi sentite degli intrusi se vi intrattenete, ove vi dovete spostare ogni volta che passa qualcuno come se foste dei casellanti, perche’ siete schiena-a-schiena con gli altri avventori e non si passa, i bagni sono penosi, l’ordine con cui arrivano le ordinazioni fa ridere perche’ c’e’ gente che puo’ iniziare a mangiare quando gli altri hanno gia’ finito.

Lo stesso dicasi del bar. Gente che vi cuoce i salumi nel forno, e voi vi lamentate per la qualita’ di Mc Donald’s. Se i bar italiani che fanno il panino a mezzogiorno venissero giudicati con la stessa severita’ con cui viene giudicata la grande M, non ne sopravviverebbe uno. La maionese, che e’ un’emulsione, NON SI PUO’ cuocere. E’ ovvio. I bar italiani la cuociono.

Ma a quel punto risponderete con le minchiatine. Risponderete che nel vostro ristorante preferito potete anche entrare con le scarpe rosse alle 18.43 del pomeriggio, e non ho prova che possiate sempre farlo da Burger King. Cosi’, ecco la superiorita’: si puo’ entrare alle 18.43 del pomeriggio con le scarpe rosse. Italian Lifestyle.

No: semplice fuffa.

L’amore per i dettagli inutili e’ tipico di coloro che non hanno veri contenuti. Cosi’ io vi dico che la media dei bar italiani hanno bagni schifosi, e che il resto dei prodotti e’ roba da supermarket riprezzata, e voi mi dite “ma io al bar ci entro solo per il caffe’ e la sigaretta, in bagno vado a casa”. Aha. Minchiatine.

Minchiatine. Roba per la quale nessuno spenderebbe mai dei soldi. E voi lo fate perche’ siete costretti. Non avete alcuna liberta’, perche’ TUTTI i bagni sono uno schifo. Perche’ TUTTI i caffe’ sono penosi. Vi rendete conto che ho avuto un 50% di persone che cambierebbero il loro bar di casa con Starbucks, e Starbucks non e’ certo un “KaffeeKultur”?

In realta’, ho toccato le ultime certezze.

Quando gli italiani arrivano qui, li vedo. Vedono funzionare Deutsche Bahn, poi vedono funzionare bene gli uffici, poi vedono funzionare bene il commercio, poi assaporano la liberta’ di servizi che competono per darti piu’ liberta’, e non il bar dove puoi fumare la sigaretta e bere un caffe’ ma NON andare in bagno. Allora si attaccano alle minchiatine:

  • Eeeeeh, il caffe’ italiano, pero’, mi manca.
  • Eeeeeeh, una buona pasta, pero’ , mi manca.
  • Eeeeeehhhh, ma il vino italiano.
  • Eeeeeehhh, la cucina, pero’, mi manca.
  • Eeeeeeeh, il calore umano, pero’, mi manca.

Tutto questo puo’ mancare. Ammesso che manchi. All’inizio capivo. Poi ho cominciato a riflettere. Non vi puo’ mancare qualcosa che NON AVEVATE NEANCHE PRIMA.

Cazzo, vivi a Quarto Oggiaro. DI QUALE CAZZO DI CALORE UMANO VAI PARLANDO?

Avrai provato, in vita tua, si e no i bar del tuo paesello. Alla voce “cucina” conosci quella della mamma e qualche volta i ristoranti, ove ti rimpinzi al buffet prima di mangiare veramente. Il caffe’, la stragrande maggioranza dei casi e’ roba Lavazza o Segafredo.

Tutta quell’aria da sommelier della buona cucina, dell’ottimo caffe’,  del buon vino, viene rigorosamente da gente che quando entra in un’enoteca e gli viene chiesto che vino vogliono, NON SANNO RISPONDERE.

Sono tutte pose. E’ vero che e’ bello avere buon vino, calore umano , una buona pasta, e’ tutta roba buona. Ma la maggior parte di quelli che parlano cosi’, se provano a cucinare la pasta ottengono una roba che non darei al mio cane. A casa loro ti fanno dei caffe’ con la moka che non userei come detersivi: diciamo la verita’, se entrare in un bar a bere un caffe’ e’ un rischio, accettare un caffe’ a casa di qualcuno e’ praticamente follia. Bevono in bicchieri e mangiano in piatti che sanno ancora di detersivo perche’ vengono da una lavastoviglie.  Bevono vino comprato al supermarket, la cui certificazione “DOCGGRBTHDGTHDN” vale quanto una sgommata sulle mutande sporche. Vivono in una nazione dalla quale sono scappati per via del “calore umano” di un datore di lavoro che non li pagava o non li metteva in regola.

Ehi, belli: state bluffando. Eccome.

Vi state attaccando a minchiatine , molte delle quali mitologiche, per sostenere che la nazione non abbia bisogno di un cambiamento radicale NON SOLO nella classe politica, ma in OGNI STRACAZZO DI ITALIANO. L’italia non e’ piu’ un paese unico, raro , speciale, bellissimo. L’italiano non e’ piu’ un simpatico, umano, buono, espansivo, ospitale guaglione.

E no, con vostra buona pace Franco , quello del Minimarket, non e’ mai andato a caccia di Shampoo nella notte dentro la Foresta di Palmolive, solo per farvi trovare lo shampoo migliore.  Vi vendeva lo stesso shampoo palmolive che trovate nel centro commerciale, col 30% del prezzo in piu’.

Per questo ha chiuso, o chiudera’, appena apre un punto una catena come DM.

Qualcuno mi ha detto che il fatto che Starbucks venda di piu’ non significa che sia migliore del Bar. Aha. Strano, perche’ quelle volte -ormai poche- in cui un prodotto ITALIANO vende bene, nessuno mi fa la stessa obiezione. Se e’ un prodotto italiano a vendere, allora SICURAMENTE e’ migliore, e la prova e’ che vende. Se e’ straniero, beh, beh, beh, pensiamoci: il fatto che abbia successo nel mondo significa che e’ una merda standardizzata.

Non vi sentite, almeno, un pochino ridicoli?

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