Metanotizie

Metanotizie

Un lettore ha postato un link sul forum, e sono andato a leggere un articolo riguardante l’editoria. L’articolo si trova qui: http://www.mantellini.it/2014/07/10/la-prevalenza-del-lettore/ e devo dire che e’ una prova della regola “ex falso quodlibet sequitur”, ovvero che “e’ possibile dedurre qualsiasi cosa da premesse false, detto anche principio di espansione. Ma credo sia meglio spiegare dove siano, questi errori.
La prima cosa che Mantellini sbaglia nel pensare non riguarda la cifra farlocca dell’informazione buzzfeed. Riguarda il fatto che Mantellini stia in qualche modo estendendo questa cifra farlocca, ovvero questa tendenza al rumore , a qualsiasi cosa il lettore voglia.
Esiste in italia una diffidenza naturale verso cio’ che la gente vorrebbe. In italia chi sa, o crede di sapere, deve porsi in maniera didattica nei confronti delle povere masse di idioti che , se fosse per loro, mangerebbero merda.

Invece, grazie ai grandi esperti, allora possono mangiare bene. Se esaminiamo fesserie come questa:

 

Un’occhiata rapida al newsfeed di Facebook dovrebbe ridurre chiunque a più miti consigli al riguardo. L’aggregazione casuale dei contenuti di rete aumenta l’entropia, la possibilità di essere raggiunti da ciclopiche vaccate, la cui diffusione virale ha, come è noto, grande dominanza su tutto il resto. In altre parole cercheremo sempre un contenitore che sia in qualche misura garanzia (o filtro) di un contenuto.

scopriamo che  Mantellini parte da due presupposti. Il primo e’ che se il lettore viene lasciato a se’ stesso, finisce con l’affogare in un mare di merda. Il lettore, cioe’ , e’ un imbecille che bada piu’ alla viralita’ che al resto.

Leggo che occorrano quindi dei “filtri”, i quali diano al lettore la roba buona, e inoltre , che il lettore abbia una “garanzia” di un filtro, cioe’ che il filtro sia buono.

Dopodiche’ Mantellini prosegue giudicando il male del giornalismo italiano (che non e’ solo del giornalismo italiano, sia chiaro), dimenticando il punto: i giornali non hanno MAI detto al lettore cio’ che gli interessava leggere.

Prendiamo la prima pagina di un giornale online di oggi:

osserviamo bene le notizie “filtrate” dal giornale. Posso dirvi tre cose? Bene.

  • NON ME NE FREGA NIENTE di quanto succede in Israele/Palestina. E’ sempre la stessa merda che succede ormai da decenni, con le stesse parole e le stesse azioni. Per quale motivo un massacro in quella zona  sia una notizia lo sanno solo i giornalisti. “Massacro in medio oriente” e’ come “freddo al Polo Nord”, “caldo nel Sahara”, “il sole sorge”. Non sono nemmeno notizie.
  • Incidente nel metro’ di Mosca. Sicuramente milioni di moscoviti saranno interessatissimi alla cosa. A me, saro’ sincero, non potrebbe fregare di meno. E non solo: scommetto che di incidenti a qualche linea di metropolitana o a qualche treno ne siano successi molti di piu’, di cui non si e’ riportata notizia.
  • La Concordia e’ a galla. Ok, a livello di curiosita’, per via di trascorsi in Marina, puo’ incuriosirmi. Ma non ci perdo tre minuti: due sono piu’ che sufficienti. Ok, l’avete tirata su. Trattandosi di un oggetto che fa piu’ fatica ad affondare che a galleggiare, va bene, bravi, ma non e’ che adesso sto con gli occhi incollati li’.

allora, paragoniamo queste tre notizie con i tre “topics” che sto seguendo davvero in questi giorni:

  • Go Lang. Sto imparando il go. Perche’? Perche’ nel mio lavoro uno dovrebbe imparare almeno due o tre tecnologie emergenti l’anno. Perche’ mi interessa. Perche’  voglio scrivere un certo applicativo.
  • Biciclette. Si, mi sto appassionando. Ormai faccio i miei 30 KM al giorno per andare al lavoro, siccome mia figlia deve fare il fahrradprüfung sto passando tempo con lei, e quindi sto mettendo a posto la mia bici per fare percorsi lungi, eccetera.
  • Novita’ sui cloud personali, e sulle possibilita’ offerte da queste tecnologie. Mi impatta perche’ credo di avere diritto a quello che la Costituzione dice sulla corrispondenza, ovvero che lo stato la puo’ leggere SOLO se un magistrato sta indagando, con tutte le tutele del caso.

adesso facciamo un confronto fra i tre topic della mia vita in questo momento, e la prima pagina (quella filtrata,  della stampa stampata “seria”) , che ho scritto sopra.

Ehi, non c’e’ NIENTE di quello che mi interessa!

Anni fa, con l’esplodere della crisi del debito, Puffo Imprenditore disse una cosa strana “dello spread non si era mai parlato, quindi non capisco perche’ adesso sia importante”. Dietro questo rant c’e’ una verita’ di fatto: e’ il “filtro” che decide cosa sia importante e cosa no. E lo fa arbitrariamente.

Non si era DAVVERO mai parlato di quella roba.

Se adesso torniamo alla distanza abissale tra le cose che mi interessano e la prima pagina del giornale, cosa scopriamo? Uhm. Che il problema non sta nella notizia, ovvero nel fatto che Hamas di qui e di la’. Magari e’ vero. Sono convinto che sia vero. Sara’ parola di Dio, quel che leggo sulla stampa.

Ma in quella prima pagina c’e’ una catastrofica FALSITA’, che non consiste nella notizia ma nella metanotizia. La FALSITA’ catastrofica scritta  su quel giornale e’ questa:

Alle 11.44 di martedi’ 15 Luglio 2014, la notizia piu’ importante per il lettore italiano riguarda il medioriente, la seconda nell’ordine riguarda la Costa Concordia, la terza e’ un incendio nella metro di Mosca.

….seriously?

E’ qui la menzogna. E’ qui la balla. Il cosiddetto “filtro” non esiste. Anche ammettendo che le tre notizie siano date nella maniera piu’ professionale possibile, piu’ veritiera, che siano enciclopedismo neutrale illuminista allo stato puro, la menzogna sta nella METAnotizia, ovvero della scelta dell’importanza.

Mantellini dice “ma Buzzfeed non e’ un modello”. Vero. Ma toglie questa menzogna: tutto ha la stessa importanza, dal rant contro il signoraggio alle alien abductions, sino alle cose davvero importanti nella mia giornata di oggi, ovvero golang, bicicletta, personal cloud.

Potro’ apprezzare la differenza? Solo se la scelta dell’importanza ASSOMIGLIA almeno UN POCHINO a quella che farei io. Almeno un pochino.

Ovviamente obietterete che il ritardato andra’ necessariamente a leggere dei rapimenti alieni e del signoraggio. Mentre i lettori intelligenti vanno a sapere cosa sia successo a “Yara Gambirasio”. Ammesso che sia mai esistita, perche’ se fosse una notizia inventata al 100% , non lo sapreste MAI.

Tempo fa , in treno, quando non c’erano la Wifi e l’ LTE, sfidai un tizio a dimostrare l’esistenza dell’ IRAQ usando solo quel che vedevamo attorno a noi. Ovviamente non poteva. Mormoro’ qualcosa sul prezzo della benzina, ma siccome il prezzo non era aumentato, dimostrai facilmente che  l’ IRAQ non esisteva (altrimenti la guerra avrebbe alzato il prezzo) , che non ci fosse alcuna guerra, e che di conseguenza non era il caso di parlarne.

Potrei chiedervi di spegnere ogni media e dimostrare , usando solo la vostra vita materiale, che sia mai esistita “Yara Gambirasio”. Non ce la fareste perche’ la quantita’ di interazioni, e quindi di importanza, che Yara Gambirasio ha avuto nella vostra vita e’ semplicemente PARI A ZERO.

Yara Gambirasio non e’ una notizia. Nel dare la notizia, pur raccontando la verita’, c’e’ una menzogna di fondo che consiste nel supporre, o nel raccontare, che questa sia una notizia. Ok, uccisa una ragazzina. Triste. Non dovrebbe succedere. Per la famiglia e’ spaventoso. Posso sicuramente dedurre che per 15 pesone sia l’evento piu’ tragico dell’anno. Per almeno 5 persone, quello piu’ tragico di tutta la vita. Per 60 milioni di persone, NON CAMBIA PROPRIO NIENTE.

Allora voi mi direte: ma non puoi dire che la tua bicicletta sia piu’ importante del medio oriente.

Uhm. Sicuri?

La mia bicicletta e’ piu’ importante del medio oriente.

affermazione strana? No, e’ una realta’ fisica misurabilissima. E’ una verita’ assoluta, materiale, scientificamente provabile. Certo, e’ solo il mio punto di vista. Ma qui e’ il punto: normalmente, i giornali IGNORANO il mio punto di vista.

E non e’ solo il mio: se misuriamo quanta gente va in bicicletta e quanta gente ha a che fare con il medio oriente nel raggio di 50KM da qui, la notizia non e’ il medio oriente. La notizia e’ il mercatino dell’ usato di Michalsky ( http://www.radsport-michalsky.de ) .

Se i giornali dessero le notizie IMPORTANTI, in prima pagina in un giornale italiano ci sarebbe il 3×2 sulle scatolette di tonno alla Esselunga. Allora voi direte: e’ piu’ importante del medio oriente?

Beh, si. Il 3×2 sulle scatolette fara’ risparmiare 2,3 euro a decine di migliaia di famiglie. Una bomba da una tonnellata su un edificio di Gaza non vi cambia la vita di un solo neutrone. Sono pronto a misurarlo, che non un solo neutrone nel raggio di 50 km da voi sia impattato.

Allora voi direte: ma cosi’ vivi come uno struzzo con la testa nella sabbia.

Io?  L’essere umano vive nel mondo globale, ma e’ materialmente un’entita’ locale. In genere viviamo quotidianamente in 50-60 km. Certo, a me e’ capitato di muovermi di 1200 km a nord, ma fatto questo grande cambio una volta nella vita, la mia vita e’ tornata locale.

Il villaggio globale e’ occasionale.

e’ vero che e’ la globalizzazione che mi ha portato qui. Ma e’ vero che si e’ trattato di qualcosa che ho vissuto di persona. Se avessi solo letto sui giornali che qui si sta molto meglio che in Italia, non avrei preso la decisione. L’ho presa dopo aver visto coi miei occhi , nella realta’ locale che circonda il mio corpo fisico, questa cosa.

E qui torniamo al punto, quindi: esiste una distanza ENORME tra la metanotizia che il lettore cerca, e la metanotizia che i giornali danno.

I giornali prima scelgono che cosa secondo loro e’ importante, POI eventualmente svolgono piu’ o meno bene il loro lavoro.

Ma la menzogna e’ li’, ed e’ sotto gli occhi di tutti: per avere notizie su una cosa che impatta migliaia di persone in questa zona, gli sconti nel negozio di biciclette di Michalsky , ho dovuto cercare su internet, perche’ il giornale locale titola sul medio oriente.

Eh?

Questo e’ il motivo, caro Mantellini, per il quale il tuo “filtro”, per il quale l’ “etica giornalistica”, la “qualita’ della notizia” non sono la salvezza dei giornali. Sono semmai  la morte dei giornali. Sono ANNI che tempestate l’opinione pubblica con  cose CHE NON SONO NEMMENO NOTIZIE.

Quando nel raggio di 50 KM ci sono 35.000 biciclette e settanta persone che vengono dal medio oriente, la notizia non e’ la bomba a Gaza. La notizia e’ l’asta dell’usato  da Michalsky.

Il villaggio globale e’ PICCOLO.

E’ contraddittorio, ma e’ cosi’: presto avrete 35.000 persone collegate al feed del sito di Michalsky, e 70 alle notizie da Gaza.  Prima o poi i pubblicitari se ne accorgeranno, e andranno da Michalsky a chiedere uno spazio per i banner.

E la differenza di vendite (e di introiti pubblicitari) tra il giornale che pubblica le aste dell’usato di Michalsky e quello che parla di Gaza sara’ distruttiva per chi parla di Gaza.

Andiamo piu’ in alto: dove nasce questa idea di giornalismo per cui Gaza e’ piu’ importante dell’asta dell’ usato da Michalsky? Nasce perche’ il giornalismo – in questo caso anglosassone – nasce e si plasma attorno alle esigenze della borsa  di Londra. Questa gente che si trovava al centro di un impero mercantile gigantesco aveva bisogno di sapere se ci  fosse per esempio una rivolta in India tale da impattare il prezzo dello zafferano. A quel punto avrebbero comprato zafferano, che arrivando a loro dopo un mese o due, equivaleva ad un future, ovvero ad una scommessa. Sapere della rivolta in india era centrale per loro.

La stampa quindi si plasmo’ attorno alle esigenze mercantili degli operatori di un impero commerciale: sapere cosa succede nelle colonie, allo scopo di prendere decisioni piu’ redditizie.

Ovviamente le notizie importanti erano quelle: chiaro che una guerra a Gaza avrebbe chiuso alcune vie commerciali, e quindi chi aveva affari da quelle parti doveva tenerne conto. Saperlo in tempo era essenziale.

Il guaio e’ che le cose sono rimaste cosi’.

La stampa funziona ancora come se il lettore fosse un ottocentesco finanziere che deve tenere d’occhio le grandi vie commerciali e le colonie. Essa ha creato prima una tradizione anglosassone, poi quando il mondo si e’ mercantilizzato e’ nata la stampa negli altri paesi, sempre con lo stesso scopo e gli stessi clienti: i finanzieri delle prime borse mercantili.

la tradizione si e’ quindi stabilizzata sino a far pensare che questa sia l’unica stampa possibile. Il problema di internet e’ che , come sistema, lo definirei “scleroclasta”: distrugge prima cio’ che e’ immobile. E mostra con brutale distruttivita’ la falsita’ delle assunzioni obsolete.

Il giovane di oggi ha sottoscritto col proprio smartphone una serie di fonti di informazione. Tra queste, Gaza non c’e’. C’e’ piu’ “negozio di biciclette” che “Gaza”.  Perche’? Perche’ non e’ un finanziere del mondo del petrolio. Certo, sul Resto del Benzino la notizia del medioriente dovrebbe stare in prima pagina. Immagino lo sia.

Ma con una stampa modellata sulle notizie che interessano a “finanzieri che devono giocare in borsa dentro un impero coloniale”, e’ chiaro che un’alternativa modellata sugli interessi VERI delle persone abbia l’impatto di un asteroide.

Allora la stampa sopravvivera’?

  • Se la stampa mantiene la struttura e la tradizione attuale, e’ possibile che sopravviva se tutti i lettori diventeranno finanzieri di un impero coloniale. Possibile? Mah, lo steampunk e’ di moda. Magari si. Sono certo certo che quando tutti compreranno futures sul titanio sara’ interessantissimo sapere delle rivolte in Africa. Chi non ha comprato futures sul titanio?
  • Se la stampa vuole dare valore al lettore, deve lasciar perdere le cose che interessano ai capitalisti mercantili dell’impero vittoriano e titolare, in prima pagina, “C’e’ il 3×2 sul tonno alla Esselunga”. Approfondimento: “dove si parcheggia meglio” , articolo di denuncia “la cassiera numero tre e’ troppo lenta”.

qui e’ il punto. Chi esamina il destino della stampa ne ignora la storia. Ignora il bisogno che ha causato la nascita del giornalismo moderno, ovvero il bisogno del capitalista vittoriano di sapere in tempo se le forniture di zucchero di canna potevano interrompersi per via di una rivolta di schiavi.

Non comprendendo il fatto che la gente ha sopportato un bombardamento di banalita’ ed esotismi senza importanza  per gli scorsi decenni, quando era poi interessata ad altro, non capiscono per quale motivo il feed di un negozio di biciclette abbia piu’ lettori , in una data zona, delle notizie su Gaza.

La risposta e’ che i giornali, tutti, stanno scrivendo le notizie che interessano al capitalista ottocentesco che deve sapere se una colonia e’ in rivolta. La casalinga di Voghera con lo smartphone, invece, si iscrivera’ ad uno dei tanti servizi online che pubblicano gli sconti nei supermercati.

E ce ne sono a iosa, ormai:

questo servizio, “Kauf Da” https://play.google.com/store/apps/details?id=com.bonial.kaufda  fa piu’ lettori DELLA STAMPA. Il numero di installazioni, dice google Play, va da UN MILIONE a CINQUE MILIONI.

“Lastampa” un numero di abbonati del genere lo SOGNA.

Perche Kauf Da ha piu’ abbonati del Corriere della Sera e Repubblica messi insieme?

Perche’ Kauf Da pubblica notizie davvero importanti per il lettore.

sconti, luoghi dove fanno sconti, offerte speciali, luoghi piu’ convenienti al minimo della distanza. Queste sono le NOTIZIE , oggi. Gaza non e’ cosi’ importante.

E se non capite che il 3×2 sul tonno alla Esselunga ha piu’ lettori di un bombardamento a Gaza, non avete capito bene quale sia il problema, ovvero, la metanotizia: la vostra scelta dell’importanza delle notizie NON e’ piu’ adeguata ai vostri lettori. E’ adeguata ad un lettore che non esiste piu’.

Ecco l’unica lettrice cui interessa sapere cosa facciano i piccaninnies del medio oriente:

se le operatrici di borsa del periodo vittoriano abbonderanno, la stampa vittoriana si salvera’.

Altrimenti, con buona pace di Mantellini, vincera’ quel che interessa davvero al lettore.

ogni sei, uno e’ gratis.

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