Marx e la scienza dei gonzi

Marx e la scienza dei gonzi

In ultima analisi, la scienza ha sempre avuto obiettivi legati all’economia, o perlomeno dettati dall’economia.

Nel periodo pre-galileiano,la risorsa principale era l’essere umano, con il proprio lavoro, seguito dal lavoro animale e infine da alcune materie prime.L’artigiano, come il contadino, non si aspettavano di riuscire sempre nel proprio intento; aratri che si spezzavano, raccolti andati a male,  epidemie tra le messi erano eventi che potevano capitare.

Alla scienza dell’epoca erano richieste due cose: capire e conoscere la risorsa principale, cioe’ l’essere umano, e saper fare fronte (anche solo sul piano del morale) alle sfighe che la vita potesse portare.

Ed e’ quello che la scienza del periodo faceva benissimo, elencando tecniche empiriche con le quali si ottenevano risultati abbastanza spesso, ma insegnando anche ad accettare e affrontare il caso in cui i risultati mancassero, o perlomeno insegnando a non meravigliarsi di fronte a messi perse o raccolti distrutti o a spade che si spezzavano: poteva succedere, era il destino cinico e baro, la congiuntura astrale, l’ira divina.

Dopo l’anno mille, l’economia  e l’artigianato divennero speculativi, esisteva una classe di persone che poteva permettersi beni di grande raffinatezza, ciononostante non ci fu vera crescita tecnologica: l’artigiano e l’agricoltore applicavano in maniera sempre piu’ sofisticata le stesse tecniche primitive.

Alla scienza era chiesto perche’ l’economia potesse raffinare sempre piu’ i prodotti. Ma gli strumenti di produzione erano poco piu’ avanzati, era semmai l’uso degli strumenti ad essersi sofisticato. L’uomo rimaneva LA risorsa, e la scienza non doveva perderlo di vista: in un certo senso, opere come “il principe” di Macchiavelli o la sua stessa “Arte della Guerra” sono, per l’epoca, di speculare in maniera sempre piu’ sofisticata sulle conoscenze gia’ note,testi scientifici.

Con la scoperta delle americhe, e l’estensione del dominio commerciale, inizia ad avere importanza la tecnica vera e propria. L’abbandono delle galere per i galeoni e le fregate rivoluziona da solo l’attivita’ marittima.(1)

Una semplice modifica alle vele, alla chiglia , la semplice introduzione di agrumi fra l’equipaggio, un binocolo piu’ preciso, potevano significare la supremazia commerciale di uno stato per l’altro.

Per la prima volta, l’economia chiede alla scienza qualcosa di nuovo: le applicazioni.

E poiche’ l’esperimento non e’ altro che la prima applicazione di una teoria, va da se’ che il metodo galileiano si impone. Ad un’economia che si basa sull’efficacia delle applicazioni non puo’ andar giu’ una scienza che legge ancora Aristotele e non lo mette mai in dubbio, l’economia ha bisogno di applicazioni.

Non c’e’ nemmeno bisogno che le applicazioni funzionino sempre, e’ sufficente che funzionino abbastanza da costituire un vantaggio. Se soltanto una o due navi in piu’ ogni dieci arrivano oltreoceano , la nazione ne ha enorme giovamento. Una scienza che produce un’applicazione che funziona solo il 20% delle volte e’ gia’ accettabile e desiderabile.

La scienza galileiana soddisfa pienamente questa richiesta: produce applicazioni. Anche malfunzionanti, ma applicazioni che portino un qualche vantaggio. Le pistole del periodo, per dire, sparano solo il 50% delle volte ed e’ consigliabile averne piu’ di una con se’. Ma e’ accettabile, perche’ e’ comunque un vantaggio.

E’ la scienza galileiana, la scienza sperimentale, la scienza che per essere considerata tale deve produrre almeno un’applicazione: l’esperimento.

Con la rivoluzione industriale e il mercantilismo le cose cambiano ancora.

Se da un lato le industrie producono su scala, e dall’altro i beni vengono trasportati relativamente lontano, non e’ piu’ accettabile una scienza che produce applicazioni che funzionano qualche volta.

Non e’ accettabile che una pistola spari solo il 50% delle volte, non e’ accettabile che alcune navi si perdano , non e’ accettabile che molte cose vadano storte.

Non e’ accettabile che su 10 prodotti non ce ne siano due uguali. Tutto il sapere deve essere sistematico e completamente ripetibile.

Il prodotto industriale deve per forza di cose fondarsi su una scienza che non solo produce applicazioni, ma produce applicazioni che vanno sempre.

Una sola contraddizione deve essere sufficente a scartare una teoria scientifica, perche’ l’industria vuole applicazioni che funzionino sempre, milioni di volte, tutte uguali.

E’ chiaro che la scienza deve dotarsi, per rispondere alle esigenze dell’economia, di un altro criterio: il criterio di falsificabilita’. Una prova contraria ogni cento casi, e un pezzo su cento si rompe. Troppo.

La scienza si dota quindi di un nuovo criterio: se un solo caso fallisce, allora la formula non e’ valida, e il sapere (che prima sarebbe stato accettabile) e’ scartato!

Nel periodo post galileiano, ma precedente all’era industriale, una teoria che funzionasse il 70% delle volte, cioe’ un’applicazione che avesse il 70% di successi era considerata ottima.

Nel mondo dell’industria, e’ un’applicazione scadente, e il sapere che la genera e’ inaccettabile. Una scoperta che migliori le cose non e’ piu’ accettabile, e le scienze diventano esatte e falsificabili.

E’ la scienza Popperiana, cioe’ l’unica scienza adatta alla produzione in massa su vasta scala: una scienza che esclude una conoscenza se fallisce qualche volta. Perche’ il prodotto industriale, cioe’ l’applicazione, deve riuscire sempre.

Il futuro.

E’ chiaro che oggi l’economia fa due richieste alla scienza. Sopravvivere e prosperare.

Il “Sopravvivere” e’, se vogliamo, la scienza popperiana. Lindustria che ci produce i beni essenziali, un’agricoltura che produca cibo senza periodi di discontinuita’, una medicina che assicuri una vita media alta.

Questo e’ ancora il regno della scienza Popperiana, cioe’ una scienza che continuera’ a selezionare un sapere sistematico , basandosi sul fatto che le sue applicazioni funzionino SEMPRE.

Poi c’e’ il settore “prosperare”, cioe’ quel settore dedito al cosiddetto “superfluo”.

Alla scienza non e’ piu’ chiesto semplicemente il trasporto, l’energia o il cibo. E’ chiesto anche il superfluo, ovvero la libidine.

In questo senso, nascono le cosiddette “pseudo-scienze”. La pseudo-scienza non e’ altro che la scienza nata per soddisfare il bisogno di superfluo da parte del consumatore.

Il criterio di selezione dell’informazione non e’ piu’ “aiuta”, come nel periodo pregalileiano. Non e’ piu’ “produce applicazioni vantaggiose” come nel periodo pre industriale. Non e’ piu’ “produce applicazioni di qualita’ predicibile” come nel periodo industriale.

E’ “la teoria piace”.

E come sempre, il meccanismo economico finira’ col dettare legge.

Credo che nel futuro (ma gia’ ora) ci sia uno sdoppiamento della cosiddetta scienza:

  • Una scienza deterministica, popperiana, capace di fornire applicazioni con frequenza e qualita’ predicibili, adatta al mondo dell’industria e dei beni primari.
  • Una scienza fantasiosa, che non ricerca nemmeno l’applicazione, il cui scopo e’ quello di piacere a chi legge il libro. Non ha scopi particolari se non gratificare chi ne e’ portatore.

Ma la cosa piu’ evidente e’ questa: che i servizi di base sono sempre piu’ invisibili. Tutti trovano ovvio che l’automobile funzioni sempre, e che la propria automobile Alfa 145 sia identica a quella di chiunque altro. Tutti trovano ovvio e scontato che ci sia elettricita’ nelle case, acqua nei rubinetti, telefono ovunque.Questa tecnologia e’ sempre piu’ invisibile, perche’ onnipresente e scontata.

La scienza che sta alla base di queste applicazioni , sebbene fondamentale, sara’ sempre meno visibile e piu’ scontata.

Al contrario, la scienza del superfluo si nutre di notorieta’; dobbiamo quindi aspettarci che le teorie parascientifiche diventino sempre piu’ popolari e le altre diventino invisibili.

Quello che l’economia chiede oggi e’ una minoranza di persone , seguaci delle scienze popperiane, capaci di far funzionare le cose, di far arrivar acqua nelle case, di produrre le cose piu’ essenziali (2), nel silenzio tipico dello scontato.

Poi, una maggioranza di persone che produca libidine, ovvero una conoscenza e delle applicazioni che non siano supposte funzionare, e nemmeno essere utili, ma solo soddisfare la libidine di chi ne e’ in possesso.

Agopuntura, riflessologia , ayurveda, intelligent design, pseudo-ecologia ,tutto questo e’ destinato a divenire parte di una scienza del superfluo alla quale non e’ chiesto di produrre applicazioni ne’ di essere utile, ma solo di gratificare i suoi utenti.

Con una piccola premessa : che le due scienze sono mutualmente esclusive. L’utente, per poter usare la scienza del superfluo e diventare appassionato di reiki, DEVE per forza di cose abbandonare la scienza popperiana.

Per credere nel marketing pubblicitario occorre dimenticare la fisica che puo’ stimare le qualita’ del prodotto, per credere nell’intelligent design occorre dimenticare la biologia che produce gli antibiotici, per credere nei fiori di bach occorre dimenticare la medicina che produce vaccini.E’ necessario quindi che, insieme alla scienza, anche l’umanita’ si divida in due parti:

  • I coscienti, cioe’ le persone che sanno come funzionano le cose perche’ fanno funzionare i servizi di base, l’energia come l’acqua potabile come la medicina -che cura vere malattie-
  • I consumatori, cioe’ le persone che non sanno come funzionino le cose ma -credono di saperlo- i quali si rivolgeranno alle parascienze ogni volta che avranno -disturbi della libidine- , per poi rivolgersi alle scienz vere quando avranno problemi veri.

L’uomo che ci aspetta e’ dotato di bisogni libidici notevoli, necessita di riposo quando la luna e’ in trigono con marte e non potrebbe vivere senza una casa feng shui. Non ha in realta’ nessuno dei due bisogni, ma la sua disturbata libidine gli fa credere di si’.Alle sue malattie immaginarie e ai suoi bisogni immaginari risponde una scienza dell’immaginario che gli procura diete “detox” in piena new york e cosulenze ayurvediche.

Quando incontra una malattia vera, ovviamente, si affida agli invisibili, perche’ ad una malattia vera risponde una scienza vera. Cosi’ come non si accontenta di un’auto che si ferma perche’ ha “una negativita’”, e non accetta una casa che crolla perche’ l’architetto era del cancro.

Questo sdoppiamento fra libidine ipocondriaca e ragione deterministica e’ gia’ presente a livello culturale, e per questo il mercato sdoppiato produce una scienza sdoppiata, fra una scienza della libido che ha come compito produrre gratificazione e curare mali inesistenti, e una scienza popperiana cui e’ richiesto produrre automobili che non si fermino mai, ascensori che funzionino sempre, eccetera.

Una semplice analisi dell’andamento dei mercati nel tempo e’ piu’ che sufficente a spiegare l’andamento della cosiddetta scienza.

Uriel

(1) l’ostinazione a produrre galere e a non aggiornare tecnologicamente il naviglio porto’ alla rovina la Repubblica di Venezia.

(2) Essenziale per la vita moderna, compresi quindi cellulari, automobili, internet, eccetera.

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