Maedchen in uniform

Viste le innumerevoli richieste di relazione giuntemi, vorrei affrontare una volta per tutte la vexata quaestio “ma le donne tedesche sono piu’ facili di quelle italiane?”. Specifico subito che non considero “difficili” le donne italiane, e non essendo io un Brad Pitt direi che se avete problemi con l’intero genere femminile italiano, qualche problemino dovreste porvelo voi. Ma torniamo alle teutoniche, e ai fraintendimenti che avvengono tra italiani/e e tedeschi/e.

All’italiano che arriva qui le teutoniche appaiono come donne facili. Io vengo dall’emilia romagna, dove “far bene” non e’ mai stato un problema (e io non sono certo Brad Pitt), ma i primi tempi passati in Germania sono stati fonte di una certa perplessita’, persino da parte mia. Non per particolari motivi legati all’abbigliamento o alla facilita’ di attaccare bottone , ma per un motivo che l’italiano appena giunto (non avendo avuto il tempo per investigare meglio) non capisce bene.

E’ vero che la donna tedesca a volte “ci prova”. Mi e’ successo di essere “vittima” di provocazioni piu’ o meno esplicite, e in effetti sono MOLTO piu’ esplicite rispetto all’italia. Se considerate che vengo sfuttuto da gente che mi dice che io inizio a sospettare qualcosa al secondo pompino, capite che se io dico “esplicito” e me ne accorgo, e’ di gran lunga piu’ esplicito di quanto ci aspetteremmo in Italia.

Per capire questa differenza di comportamento occorre capire l’ambiente nel quale queste poverette si muovono.

Il primo punto e’ che il tedesco ha due fasi della propria esistenza. Nella prima fase, e’ semplicemente inadatto ai rapporti umani. Oh, sia chiaro, egli conosce perfettamente i rapporti FORMALI tra esseri umani. E’ perfettamente capace di sapere che cosa dire e come comportarsi in qualsiasi occasione sociale. Questo pero’ non corrisponde ad un preciso livello di sensibilita’ verso gli altri, ma ad una sistematica educazione impartita con meccanica durezza.

Dire ad un tedesco che deve sorridere, dire buongiorno e buonasera, e tutte queste cose da bonton non implica tuttavia che ne abbiate fatto una persona gradevole. Il tedesco, infatti, non e’ empatico.

Mancando quasi completamente di gesti e di mimica, gli e’ preclusa la percezione delle emozioni altrui.

D’altro canto, quando osservano gli italiani parlare, loro hanno l’impressione che noi stiamo recitando qualche commedia teatrale , che gesticoliamo troppo, che esageriamo nell’esprimere le emozioni e che parliamo candando,  e dicono che reagiamo sempre con “temperamento”, modo che hanno per indicare chiunque esprima direttamente le emozioni.

In generale, essi sono semplicemente ineducati alle emozioni, a come gestirle, e siccome non riescono a gestirle le emozioni e la loro espressione appaiono loro come un eccesso, dal quale fuggono spaventati.

Non si tratta di malvagita’ o altro: semplicemente non sono educati alle emozioni, a condividerle, e a reagire di conseguenza. Sono educati a controllarle. Ottimamente educati a controllarle, ovvero a reprimerle. Per questa ragione tengono completamente privata l’area nella quale si sforzano di esprimere emozioni, cioe’ l’area personale: per quanto sembrino insensibili, ferirli e’ semplicissimo, (basta la semplice esposizione alle emozioni espresse all’italica maniera) per la semplice ragione che non sono educati alle emozioni. Siccome sono umani le hanno, semplicemente manca loro la sofisticazione con la quale noi italiani (ed i latini in genere) le amministriamo e le comunichiamo. E cosi’ le temono e quasi sempre le reprimono o le controllano.

Avrete notato, se siete in Germania, che le donne tedesche quando vogliono essere gentili parlano in farsetto.Il punto e’ che cercano di esprimere gentilezza e amicizia, ma essendo ineducati/e alle emozioni tutto quello che sanno fare e’ regredire all’ultima fase nella quale l’espressione delle emozioni e’ diretta, ovvero la fase infantile. Vi trovate per questo una tipa della Lufthansa che vi dice “Bitte Schoen” con la voce che aveva vostra madre quando avevate 3 anni: non vi sta prendendo per il culo, e’ un goffo tentativo di dire che e’ contenta che abbiate apprezzato.

Il concetto di base e’ che sul piano della gestione delle emozioni, almeno sino ai 50 anni, mancano di qualsiasi teoria o educazione sofisticata. Appaiono (a noi) goffi, primitivi e timidi (o scontrosi). La stragrande maggioranza delle donne italiane che si mette con un uomo tedesco dice di provare un senso materno e protettivo, perche’ hanno, effettivamente, la sofisticazione emotiva di un bambini. Non vengono educati a gestire le emozioni, ma a controllarsi.

Il problema e’ che contemporaneamente non sono empatici, e dicono tutto cio’ che secondo loro e’ vero. Mettiamo per esempio che una collega sia bella ciotta. Nessuno in Italia si sogna di dire chiaramente “beh, tu essendo obesa non sei adatta allo snowboard”. Se lei fa l’autoironica, concedendovi il permesso di sorridere, potete, ma non esagerate. Ma non umiliereste gratuitamente una persona , perche’ pensate che anche l’aver ragione, o il dire la verita’, si debbano fermare di fronte alla dignita’ della persona, e quindi preferite non umiliarla.

Loro no. Sanno che magari e’ maleducato farlo, ma se conoscono la collega da qualche tempo quel limite decade, e quindi possono farlo. E poiche’ non si accorgono della sua sofferenza, non notano nulla di male. Del resto, se lei andasse a protestare, le verrebbe detto che e’ la verita’, e se non le piace deve far qualcosa per il proprio peso. Se noi ci scandalizziamo perche’ dire alla Bindi che e’ brutta e’ umiliante , cioe’ pensiamo che si sia mancato di rispetto alla persona, loro si scandalizzerebbero perche’ e’ maleducato o incivile. Del fatto che la Bindi possa soffrirne o essere umiliata non si preoccuperebbero. Dopotutto, vi diranno,e’ vero.

Il tedesco arriva cosi’, massacrando gli altri e facendosi massacrare dagli altri, sino ai 45-50 anni. Anni nei quali si rende conto che una vita di guerra verbale non ha senso, e forse e’ meglio smettere di massacrarsi a vicenda ed essere piu’ amabili. Il guaio e’ che a questo punto ha nello spirito piu’ ferite di guerra di un tirannosauro permaloso, e parlarci e’ come camminare sulle uova.

Il fatto di non disporre di una dialettica sofisticata delle emozioni rende il maschio tedesco chiuso, timido, scontroso e (dal punto di vista dell’italiano) troppo goffo e per certi versi infantile. Inoltre, il tedesco non si conosce perche’ non ha gli strumenti per analizzare le proprie emozioni, il che significa che e’ incapace di gestire le proprie passioni. E la scelta piu’ diffusa e’ di reprimerle, sopprimerle, nasconderle.

In queste condizioni, il fatto di disporre di una dialettica delle emozioni molto piu’ sofisticata offre ai latini un vantaggio innaturale. Prima di riassumere, pero’, andiamo al secondo punto: l’autostima.

I paesi nordici non tollerano l’autostima individuale. Puoi essere orgoglioso della tua citta’, della tua nazione, della tua squadra, del gruppo nel quale lavori, ma l’autostima intesa come felice valutazione di se’ stessi e’ un fenomeno sconosciuto. Essi non dispongono di questa categoria, almeno non nel senso positivo: il modo che hanno per valutarsi e’ l’ordalia, ovvero sconfiggere qualcun altro. L’unico modo che il maschio tedesco ha di migliorare la propria percezione di se’ e’ di assalire quella di qualcun altro.

Il risultato di questo e’ che in questi posti dovete sempre aspettarvi che qualcuno vi sminuisca, che disprezzi quello che fate, perche’ il tedesco ragiona solo per confronto e non ha un’immagine assoluta di se’: l’unico modo che ha di essere qualcuno o qualcosa e’ di confrontarsi con altri. Cosi’, avete a che fare con donne che non hanno MAI ricevuto una singola attenzione in vita loro.

Quando noi italiani abbiamo di fronte una persona, in genere facciamo il contrario, cioe’ facciamo un complimento per riceverne un’altro. Per esempio:

  • Balli bene.
  • Anche tu.

Il tedesco considera ruffiano e falso questo modo di fare. La logica e’

  • Visto che neanche tu balli a livello professionale, balliamo insieme?
  • Ok, avevo paura anche io di fare brutta figura.

Ovviamente sembra che la seconda sia piu’ onesta, ma non si tiene conto degli effetti che fa sulla psiche. Alla lunga, ai tedeschi viene a mancare nutrimento per la propria autostima, col risultato che di trovano a disagio di fronte agli italiani. Quando dite alla tedesca che balla bene, immediatamente lei pensa che stiate mentendo e la state adulando. Ma se fate un dump della sua mente, il processo e’ questo:

  1. Balli bene.
  2. (sta mentendo. Non ballo bene. Mi sta adulando)
  3. (e’ falso . E’ un italiano. Ci provano con tutte.)
  4. (uhm. Pero’ e’ bello sentirselo dire.)
  5. (uhm, mi piace proprio sentirmelo dire. Che male c’e’ se ci prova? Mi fa sentire cosi’ bene.).
  6. (uhm…. ma sai che alla fine magari non ballo neanche male e l’italiano ha ragione? E poi, mi sento cosi’ bene.)

Il tedesco non e’ abituato all’autostima. Cosi’, quando il comportamento dell’italiano e’ gratificatorio , si trovano a sperimentare questa bizzarra esperienza di gratificazione interiore.

Adesso sommiamo le due cose, e capiamo subito perche’ le donne tedesche ci appaiano facili.

Innanzitutto, nella media tendiamo a gratificare le persone che ci piacciono o che vogliamo avvicinare. Evitiamo a quel punto di menzionare qualsiasi difetto della persona , anche a costo di mandar giu’ qualche rospo, e omettiamo di menzionarli nel discorso. Se considerate che il maschio tedesco e’ capace, ad un appuntamento, di criticare la donna con cui e’ uscita per il suo abbigliamento, siete gia’ a due anni luce di distanza.

In fase di approccio, cioe’, tutto cio’ che ci sforziamo di comunicare e’ “sei speciale, mi piaci tanto”. Il tedesco invece dice “ti sto valutando, non so ancora se mi piaci.”.

Il secondo messaggio magari e’ piu’ veritiero, ma il primo fa MOLTO piu’ piacere. Il problema e’ che la donna tedesca e’ a sua volta poco educata alle emozioni, e viene travolta anche da scemenze come questa, che in Italia sanno anche i ragazzini. Dopo quarant’anni passati subendo ferite nell’autostima, soltanto uno sguardo di evidente apprezzamento produce in risposta una reazione esagerata: il problema e’ che non avete di fronte a voi una troia. Avete di fronte a voi una tizia che per la prima volta e’ stata guardata da uno il cui sguardo era un “mi piace quel che vedo” espresso senza filtri.

Cosi’, supponiamo di passare del tempo con una donna tedesca. Diciamo una collega.

I primi due giorni li passera’ a chiedersi dove vogliate arrivare, dal momento che non avete ancora criticato nulla di quel che fa o sminuito il suo lavoro. Siete malvagi italiani, sempre assatanati, e quindi ci state provando. Dopo qualche giorno pero’ notano che alla fine gli piace, che voi “evitate” di far notare che i colori buoni per una bandiera non sempre sono adatti per vestirsi, cosa che tutti gli altri colleghi non si fanno problemi a far notare. Cosi’ come quella volta che ha sbagliato a fare qualcosa non vi siete messi a girare per il palazzo gridando “ehi! la stupida ha sbagliato! guardate che disastro!” ma siete andati alla sua scrivania e vi siete sforzati di gestire la cosa senza un plotone d’esecuzione. E magari sorridevate pure.  E magari non l’avete neanche umiliata.

Immaginate cosa succede fuori dal lavoro. Voi siete seduti a leggere un libro su una panchina e una tipa vi chiede se puo’ usare la medesima panchina. Il tedesco medio dice di si’ , e rimane immobile. Noi italiani, d’istinto, spostiamo verso di noi la borsa per fare spazio. ANCHE QUANDO LO SPAZIO C’E’. Voi direte: embeh? No, non avete capito: state dicendo (comunicando) che lei esiste, e che vi preoccupate che abbia abbastanza spazio, anche se non c’era bisogno perche’ di spazio ce n’e’ a sufficienza. Non e’ una cittadina Hilde che ha DIRITTO alla sua meta’ di panchina. E’ una persona cui volete rendere piu’ confortevole sedersi lasciandole piu’ spazio vitale di quanto dovuto. Siete a tre secondi dal petting e non lo sapete.

E’ possibile corteggiare una tedesca persino inconsapevolmente. Potete, sugli aerei lufthansa , avere un grosso problema di mal di testa, come mi e’ successo. Potete chiedere ad una hostess un cachet. Siccome per noi italiani non e’ dovuto , mentre sugli aerei queste tengono sempre delle aspirine, per noi italiani la hostess vi ha fatto un gran favore. Cosi’ la ringraziate. Ma se lo fate in maniera piu’ colorita, del tipo “now I’m back, It was a real pain, you were kind of angel, thank you again”, da una hostess italiana otterrete al massimo un sorriso, da una tedesca il numero di telefono.

Qui e’ la natura principale dell’incomprensione: noi abbiamo una dialettica sofisticatissima delle emozioni, e quindi le comunichiamo con naturalezza, spesso esagerandole senza troppi problemi ad esporci. Loro sono ineducati alle emozioni, e passano i primi 40 anni dell’esistenza a massacrarsi. Il risultato e’ che spesso, nei rapporti personali , persino in quelli lavorativi, noi “corteggiamo” le donne tedesche senza nemmeno saperlo, nel senso che applichiamo istintivamente degli accorgimenti di gentilezza e di “omessa critica” che il maschio tedesco applica con immenso sforzo SOLO quando corteggia.

Se una collega vi invita a casa , insieme ad altri colleghi,  per una cena (perche’ magari ha cucinato il SauerBraten e lo vuole far assaggiare), vi chiedera’ se vi piace. La risposta sara’:

  • ITA: fantastico! Buonissimo!
  • PT: molto , molto buono. Mai assaggiato prima, veramente buono! In portogallo non lo facciamo.
  • UK: un sapore insolito, ma veramente interessante. L’ho apprezzato.
  • DE: molto buono. Ma dalle mie parti ci mettiamo la tal salsa di mammuth torturato, dovresti provarla, e’ ancora piu’ buona.

Indovinate da chi si sente corteggiata la padrona di casa. Ma in realta’ voi , come italiani, non critichereste la cucina della padrona di casa -per principio-, perche’ non e’ educazione, non e’ delicato, e griderete di gioia anche quando vi servissero del travertino bollito nel lubrificante al silicone. Cosi’, se qualcosa e’ buono (e la carne  SauerBraten E’ buona) , siete abituati ad esprimerlo con veemenza. Il tedesco, invece, esprimera’ un giudizio critico . Magari un buon voto, ma non “fantastico!”. Ma specialmente: il primo “fantastico” che la casalinga tedesca si sia sentita dire negli ultimi 30 anni. Indovinate chi invitera’ a cena la prossima volta?

In generale, il grande fraintendimento nasce dal fatto e per la ragione che i tedeschi non hanno una dialettica delle emozioni sofisticata quanto quella del mediterraneo. Di conseguenza, passano i primi 40 anni a farsi del male, e quando capiscono che “umano e’ meglio” iniziano da zero, e cosi’  vedete questi cinquantenni dolcissimi che vanno mano nella mano come ragazzini scoprendo l’amore come adolescenti. E il problema e’ che lo stanno davvero scoprendo a 50 anni, perche’ prima si sono massacrati e sminuiti tutto il tempo.

Quindi, se una donna tedesca vi sorride o vi corteggia vistosamente, ricordatevi una cosa: l’avete corteggiata prima voi. Solo che non ve ne siete accorti. Volevate solo essere gentili. Ma loro sono abituate ad una gentilezza formale, e non ad una sostanziale.

E se sono cosi’ esplicite e’ perche’ il maschio tedesco, privo di una dialettica dei sentimenti, e’ ancora piu’ imbranato nel recepire i segnali femminili di quanto lo sia io. Il che, onestamente, e’ tutto dire. Al punto che, per esempio, qui riesco a percepire chiaramente i loro segnali.

Non che per me cambi qualcosa essendo sposato, ma (specialmente se siete sposati) dovete stare molto attenti a come parlate con loro: spesso, semplicemente perche’ volete essere gentili e amichevoli, dal loro punto di vista siete piu’ delicati e affettuosi dei loro corteggiatori piu’ motivati. E quindi, le state corteggiando senza neppure volerlo.

Uriel

P.S: il sauerbraten. La preparazione e’ davvero lunga e laboriosa. E’ carne di cavallo macerata nell’aceto per una settimana e poi tutta una trafila lunghissima. Insomma, e’ buono.

Sauerbraten. Source : Wikipedia.de

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