Ma si’, perdiamo un altro treno….

Questo ha qualche beneficio locale sul manufatturiero italiano, ma ci toglie spazi di mercato sulle esportazioni. In pratica, ci da’ due soldi oggi per togliercene quattro domani, ma domani in Italia e’ come dire “cazzi di un altro governo”.


A fronte di questa finta fiammata di ripresa, non dovuta a noi  (1) , il governo rimane in silenzio sul prossimo treno?

Ricordate la rivoluzione di Internet? Ricordate i benefici economici e la quantita’ d denaro che inizio’ a girare?

Bene, siamo sull’orlo di una rivoluzione simile: il Wi MAx.

In apparenza il WiMax e’ solo l’ennesima tecnologia per collegarsi ad internet. In pratica e’ qualcosa di piu’, per due motivi.

  • Permette di collegare ad internet qualsiasi dispositivo con costi di terminale limitatissimi. E’ la pietra miliare della cosiddetta “convergenza” fra tecnologie come RFID, UTMS, Mobile, Games, IPTV, VAS in generale.
  • Raggiunge tutto il territorio, comprese le province, abbassando i costi di delocalizzazione.

In questo senso, siamo di fronte ad una seconda rivoluzione: far convergere ogni dispositivo significa di fatto poter collegare allarmi, automobili, carte di credito, beni immobli qualsiasi, alla rete,e quindi di controllarne lo stato.

Si puo’ pensare a telesorveglianza delle case come non si era mai fatto prima, ad allarmi incendio nei boschi mediante telecamere , il campo di applicazioni di una comunicazione totale su tutto il territorio a costi irrisori e’ sconfinato.

Se ci avessero detto che cosa sarebbe uscito da Internet, solo nel 1997, non ci avremmo creduto. Un’idea come un blog, cioe’ un sito personale, a quei tempi avrebbe avuto una risposta come “e chi lo leggera’ mai? quello che importa e’ il nome di dominio visibile e il motore di ricerca”. Cosi’ si ragionava allora.

Non penso di poter immaginare le possibili applicazioni del fatto che ogni aggeggio elettronico possa venir collegato in rete e comandato da remoto. Anche perche’ entrano in gioco le mode, i trend, entra in gioco la societa’ con le sue imprevedibili variabili.

L’unica cosa certa e’ che sara’ una rivoluzione: la internet via cavo cresce come la lunghezza del cavo, la internet via WIMAX cresce come l’area coperta dalle onde, cioe’ stiamo passando da una grandezza al quadrato di quella grandezza.

Tutti gli altri paesi stanno gia’ iniziando a USARE questi servizi, a FARE queste cose realmente.

E noi?

Il prode governo Prodi ha deciso che, tra svincolare le frequenze dal ministero della difesa (operazione inutile perche’ si potevano usare le 5.4 e le 5.8 Ghz, anziche’ la 3.5 GHz) , ammodernare i radar (che e’ una palla perche’ i radar che usano la banda S sono quelli di navigazione NATO, figuriamoci se tutti i paesi nato cambieranno le frequenze per noi…) eccetera, conta che le frequenze saranno DISPONIBILI per l’ASTA nel 2011.

Fra 4 anni.

Avete capito bene. Non fra quattro MINUTI, tempo gia’ lunghissimo per i meccanismi della rete e delle telco.

Non fra quatto GIORNI, vera e propria era geologica.

Non tra quattro MESI, che gia’ farebbe gridare allo scandalo una repubblica delle Banane.

No, fra quattro ANNI.

Quando tutti i brevetti saranno depositati, quando tutte le novita’ saranno sperimentate, quando tutte le nuove tecnologie saranno in mano a stranieri, ecco che arriveremo noi.

E compreremo. Compreremo perche’ non avremo nulla da vendere. Perche’ ogni servizio sara’ gia’ stato inventato, e brevettato. Perche’ ogni software ed ogni idea saranno gia’ in mano ad altri.

Un fiume di soldi si riversera’ dal povero utente spennato (il cosiddetto Parco Buoi) verso le compagnie italiane che offriranno servizi wimax. Da loro, andranno TUTTI all’ ESTERO, perche’ non ci sara’ NULLA che l’Italia possa aver inventato, arrivando con quattro anni di ritardo.

E cosi’ , grazie alla lungimiranza del “professore”, l’ Italia si candida a perdere un altro dei treni dell’innovazione per diventare sempre, e sempre di piu’, un triciclo al traino di qualche locomotiva, un bel mercato, un concorrente irrilevante.

L’altro bel regalo ce lo sta facendo il governo, con la malatissima idea di statalizzare la famosa rete in rame telecom.

Pur sapendo che il WIMAX e’ alle porte, anzi proprio sapendolo, Telecom ha deciso di liberarsi dell’inutile e dispendioso catafalco che e’ la rete in rame.

Oh, e’ vero che sulla rete in rame si fanno tante cose, ma Telecom non vende i clienti, vende solo la rete. In pratica, vende l’osso e si tiene la ciccia

Il discorso e’ molto semplice:  la rete di rame ha dei costi. Costi enormi di manutenzione. Poi ha dei ricavi.

Telecom e’ riuscita a convincere lo stato a scorporare i costi, tenendosi i ricavi. Semplice, no? Come dire, io ti cedo il mio mutuo, ma la casa me la tengo.

Vendo debiti, insomma.

Oneri. Stanno scorporando da Telecom gli oneri di telecom, le spese. Figo, eh?

Ora, chiediamoci: supponiamo anche che la vendita delle rete, o il suo scorporo, vadano in porto. A quel punto, la fantomatica azienda parastatale Reti SPA vendera’ i servizi allo stesso prezzo a tutti coloro che vorranno offrire la banda larga.

Peccato che fra 4 anni arrivera’ il WiMAx. Cosa succedera’? Che gli operatori smetteranno di comprare servizi su rame.

Semplice, no? Inizieranno a comprare la banda su wireless, e la nostra Reti SPA rimarra’ a corto di clienti.

A quel punto, i casi sono due:

  1. E’ una societa’ privata nel vero senso della parola. Fallira’, ma lo fara’ lontano da Telecom. Che cosi’ si salva le penne. A spese dei polli che sosterranno la privatizzazione della rete, cioe’ dei piccoli azionisti. Avete presente , che so io, Parmalat o i Tango bond? Ecco, una cosa cosi’.
  2. E’ una societa’ “privatizzata”, ovvero il solito cronico baraccone politicizzato, con assunzioni politiche e compagnia bella. IN questo caso, dovra’ intervenire lo stato con soldi pubblici.

In entrambi i casi, c’e’ la domanda: la nostra “rete” da scorporare di per se’ oggi e’ solo una voce in passivo nel bilancio di telecom. Poiche’ telecom NON venderebbe i clienti, costituire una SPA per poi metterla sul mercato significa essenzialmente costruire una liquidita’ economica enorme.

Se la societa’ venisse incorporata nel ministero delle infrastrutture, ovviamente le liquidita’ ce le metterebbe il governo.Avendole.

Se invece nascesse come privata (con o senza Golden Share) , dovrebbe mettercele qualcun altro, con la solita vendita di bond e di azioni al povero fesso.

In entrambi i casi, si tratta di socializzare le voci in perdita.

E’ vero che dopo un po’ arriverebbero i pagamenti  da parte dei clienti: Telecom, Tiscali, Tele2, etc etc hanno tutti i loro clienti attestati sulle linee in rame, e quindi dovrebbero continuare a pagare.

Ma chiediamoci: in questo modo Reti SPA avrebbe cinque o sei clienti, tutti Tier1. Che genere di potere di trattativa potrebbe avere, una Reti SPA, di fronte ad un cartello di clienti potentissimi, ai quali si affaccia gia’ una possibile alternativa?

Telecom potrebbe anche decidere di comprare il servizio, anziche’ da Reti SPA, da Fastweb, per esempio. O da Hera. O da una qualsiasi municipalizzata locale. O da Autostrade SPA. Persino da RFI , che di cavi ne ha un bel pochino.

Potrebbe chiedere ad aziende come C&W di cablare una intera regione d’italia: C&W ha cablato nazioni come il messico in pochi mesi. O ad At&T.

Che potere d’acquisto ha, ripeto, la nostra Reti SPA rispetto a Telecom, Tiscali, Wind Infostrada, eccetera?

Nessuno.

La verita’ e’ che i margini di contribuzione di un’ipotetica Reti SPA saranno miserrimini, sara’ un ennesimo baraccone sostenuto dal parco buoi e/o dallo stato (cioe’ ancora dal parco buoi) fino a quando, con l’arrivo del WiMax, fallira’ miseramente trascinandosi dietro decine di migliaia di persone.

Fantastico, il governo Prodi.

E’ proprio moderno e al passo coi tempi.

Sisi.

Uriel

(1)con buona pace di Montezemolo, l’indice di produttivita’ in Italia e’ calato ancora, per cui la crescita avviene non per merito degli imprenditori ma NONOSTANTE gli imprenditori che invece la frenano

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