Ma basta con sti algoritmi.

Ma basta con sti algoritmi.

Ma basta con sti algoritmi.

C’e’ una parola che sta venendo abusata in questi tempi, ed e’ “algoritmi”. Dico che viene abusata perche’, in ultima analisi, leggendo gli articoli che parlano di “algoritmi” e’ assolutamente chiaro che sono scritti da persone che NON sanno cosa sia un algoritmo.

Se glielo contesti, cominciano col solito pippone che “algoritmo” e’ una parola che viene dal nome di un tizio arabo, il che mostra quanto e’ fico chi te lo spiega perche’ dice una cosa buona degli arabi e quindi e’ sicuramente intelligente e come se non bastasse ha fatto il classico.

Peccato che se la parola fu inventata da un arabo, gli algoritmi erano gia’ noti, col nome di “metodi”. Ci sono un sacco di scritti greci che parlano di metodi. E quello che per un matematico greco era un “metodo” non era altro che cio’ che noi chiamiamo “algoritmo”. Per esempio, il metodo delle corde, che era gia’ noto ad egiziani e greci, non e’ altro che un algoritmo, peraltro facilmente scrivibile in forma ricorsiva:

Ma basta con sti algoritmi.

E anche la sua forma piu’ generica era nota anche ai greci come metodo delle secanti, ed e’ chiaramente un algoritmo , cosi’ come il metodo di bisezione:

Ma basta con sti algoritmi.

Quindi, ogni volta che mi ripetete la storiella che la parola algoritmo sia una parola araba,  e voi che lo sapete siete intelligenti perche’ avete fatto il classico, mi dimostrate due cose:

  • se avete fatto il classico, ne siete usciti illesi. Intoccati. Intatti. Altrimenti sapreste riconoscere quello che i greci chiamavano  “metodo” e non ci salereste la minchia con al-Khuwārizmī.
  • l’origine della parola non e’ l’origine della cosa. la storia della parola non e’ la storia della cosa. Voi non lo capite perche’ siete fessi.

Il problema e’ che , anche detto questo, i cazzologi non capiscono che cosa sia, un algoritmo. Per esempio, se io dico “vado al lavoro in treno, ma se non c’e’ il treno prendo l’auto”, ho appena scritto un algoritmo.

if funziona(treno) then uso(treno) else uso(automobile).

questo significa che non potete “odiare” gli algoritmi o ribellarvi agli algoritmi, o sfuggire all’algoritmo.  Ne scrivete di continuo, nel corso della vostra vita. Per vivere. Per fare cose. Ogni volta che seguiamo un ragionamento , abbiamo scritto un algoritmo. Una ricetta di cucina e’ un algoritmo, per dirne una.

E affermazioni come “Quando l’algoritmo e’ razzista” suonano , pertanto, come spaventose cazzate scritte da un ignorante che non dovrebbe parlare di cose che non sa.

Invece, per quella pila di unitili farlocchi modaioli, l’algoritmo e’ solo cio’ che fanno i computer. E non tutti: quelli cattivi. Se dicessi loro che il loro iPhone (sono convinto che i farlocchi ne abbiano uno ) passa tutto il tempo a far girare algoritmi, probabilmente si incazzerebbero con Apple perche’ li spia.

Questa e’ la misura del livello di educazione all’informatica che gli italiani hanno, ma il fatto che non venga mai chiamato qualcuno che sa quel che dice a scrivere sui giornali, MAI e per principio, la dice lunga sul tipo di nazione che alcuni vogliono costruire: la nazione dell’incompetenza.

Perche’ quando io metto un cialtrone a parlare delle cose alle masse, in realta’ sto cercando di tenere le masse nell’ignoranza, di riempirle di false convinzioni che non li aiuteranno a fare le scelte giuste. Gli daremo una mappa del mondo sbagliata.

Ed e’, quasi sicuramente, quello che i padroni dei giornali vogliono fare.

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