M5S, trovato il punto debole.

Mi chiedete un commento su quanto sia successo in questi giorni con l’apertura delle camere ed il M5S, e devo dire che chi aveva sperato di veder cambiare qualcosa avra’ avuto una soddisfazione – come capita sempre ai tattici che non hanno strategia – ma stanno vedendo l’inizio della fine, proprio perche’ qualcuno ha concepito una strategia piu’ efficace dei tatticismi – a volte geniali – di Grillo.

Sul piano della pura tattica, Grillo ha ottenuto cio’ che voleva. Ovvero di aprire il parlamento come una scatoletta di tonno.
Se fate un salto indietro con la memoria, non ricorderete – se non ai tempi di Pannella – che si siano fatte dirette dalle camere per le votazioni dei presidenti, o che si siano cosi’ morbosamente e precisamente seguiti i parlamentari dentro al parlamento.

Sinora il parlamento era vissuto da tutti gli italiani come un problema importante quanto i tarzanelli di Pippo Baudo, e la pressione mediatica sui parlamentari e’ iniziata solo ora. Durera’? Probabilmente si’: essenzialmente, il rischio e’ che un grillino riesca a filmare – con il suo iPad d’ordinanza – uno stralcio di qualche discorso che risulti poi vergognoso. A quel punto, la stampa di partito – ovvero tutta la stampa italiana – puo’ reagire solo se ha tutto il discorso e non solo lo stralcio.
Di conseguenza, la stampa di partito (d’ora in poi “la stampa”, visto che c’e’ solo stampa di partito) continuera’ a presidiare il parlamento per evitare che qualche grillino faccia lo scoop e finisca sul blog di Grillo. Credo che in questo senso, l’ idea di Grillo di mettere i ladri sotto i riflettori abbia funzionato e si sia realizzata: sul parlamento c’e’ un’attenzione mai vista prima.
Celebrata questa vittoria tattica – Grillo e’ un tattico geniale – , va rilevata una disfatta strategica.
Mi spiego.
Le camere hanno un bilancio di circa un miliardo di euro. Questo fiume di soldi non va solo a pagare i parlamentari e le loro note spese, ma va a tutta una serie di enti paralleli, tipo la fondazione della Camera (ove sverna Bertinotti, lautamente pagato, per esempio) i quali hanno le loro spese e i loro appalti.
Il controllo di questo bilancio e’ assegnato ai presidenti, che poi lo esercitano anche grazie ai questori, il collegio dei questori. Va da se’ che per “smascherare” le porcherie che sicuramente si celano dietro a questa cosa del miliardo di euro di budget, occorra entrare o nella presidenza o nel collegio dei questori.
PDL e PD, (da ora in poi “il superpartito”, dal momento che hanno governato insieme negli ultimi 20 anni, come ho spiegato qui)  sono coscienti di questo, e hanno elaborato un modo per sbattere fuori M5S. C’e’ da pensare, peraltro, che tale metodo verra’ usato ancora.
Se PD e PDL avessero presentato due candidati almeno passabili, cioe’ non vi fosse stato Schifani, probabilmente i grillini avrebbero potuto astenersi, e rimanere con la coscienza pulita. Quello che ha fatto  il super partito e’ stato di presentare un nome accettabile ed uno scandaloso, gia’ rifiutato da Grillo a gran voce tramite il blog.
Il risultato e’ che i grillini si sono trovati di fronte ad una situazione per la quale o facevano passare Schifani o sceglievano Grasso. E sembra che molti di loro comprensibilmente abbia votato per Grasso.
Che cosa sarebbe successo se avessero lasciato passare Schifani? Piu’ o meno la stessa cosa: la sinistra avrebbe dato fiato alle trombe e avrebbe titolato “I Grillini fanno eleggere Schifani”.
Questo e’ piu’ o meno il gioco che vedremo da ora in poi. Quello che faranno sara’ di avere SEMPRE – guarda caso – l’alternativa del PD e una indigeribile alternativa del PDL . I grillini, astenendosi, faranno mancare i numeri, col risultato che se si astengono passa la proposta orrenda del PDL, mentre se non lo fanno votano PD.
Per fare questo occorre un accordo tra PD e PDL, accordo che esiste da decenni – basti pensare al non voto del PD sul rientro dei capitali scudati – e tale gioco funzionera’ cosi’:
  1. Il PD fa una proposta che piace al PD, dispiace (ma non troppo ) al PDL.
  2. Il PDL, in cambio di qualche limatura alla proposta, propone anche un orrore indegno.
  3. M5S si trova nella condizione di far passare lo schifo oppure lo schifo meno un quarto.
Facciamo un esempio, cioe’ la legge elettorale. Supponiamo che la proposta del PD sia un maggioritario francese , come hanno sempre voluto, con collegi proporzionali. Il PDL allora offre il GangBang Anale Creampie come metodo elettorale, cioe’ una roba inaccettabile per gli elettori.
A quel punto il M5S ha due chances:
  • Sostenere la proposta del PD, che non dispiace tanto neanche al PDL.
  • Astenersi facendo passare il gangbang anal creampie come legge elettorale.
  • Astenersi o uscire , o votare una inutile proposta propria, e forse lasciare la legge com’e’.
Potete capire che in nessuno dei casi M5S ne esce con una bella immagine.
Nel primo caso, votano col PD. Ed e’ facile dar loro dei venduti.
Nel secondo caso, saranno accusati di aver voluto il gangang anal creampie come legge elettorale.
Nel terzo caso, saranno accusati di “Grillo vota per tenere il Porcellum”.
In nessun caso, cioe’, M5S ne esce con le ossa sane.
E’ sufficiente che il superpartito si sappia coordinare , e la gente vedra’ (le persone comuni non percepiscono PD e PDL come unico partito, per motivi che personalmente  mi sfuggono) che M5S vota sempre col PD, oppure – qualora facciano diversamente, qualsiasi cosa facciano – votano per mantenere o approvare leggi del PDL.
Grillo puo’ sottrarsi a questa morsa?
Si, ma non lo fara’. Non lo fara’ perche’ non ha una visione strategica.
La soluzione sarebbe quella di uscire dall’aula , cioe’ l’aventino, oppure di dare le dimissioni in massa, prima che ci siano le elezioni del Presidente della Repubblica. In questo caso, siccome un aventino e’ intollerabile per Napolitano, e anche per il successore, avrebbero abbastanza potere di trattativa per ottenere lo scioglimento delle camere immediato da parte del prossimo presidente.
Grillo invece non lo fara’. Da limitatissimo tattico non vede la cosa nel contesto, ma la vede “da dentro”, col risultato che crede che con dei movimenti tattici potra’ risolvere il problema. Ma il fatto che quanto avvenuto sia apparso in due modi diversi da parte di un pezzo della sua forza tattica dovrebbe dirgli una cosa molto semplice: la mossa avversaria e’ piu’ strategica che tattica.
Molto probabilmente PD e PDL si sono riuniti (o si e’ riunito il superpartito) e ha concluso che il primo problema e’ eliminare M5S, cosa fattibile in 6-12 mesi, a patto che per tutto il tempo M5S sia costretto a votare potendo scegliere solo tra  il male e il peggio.
Grillo(1) potrebbe uscirne ritirandosi dal parlamento , dicendo “abbiamo visto che usano questa tecnica, e’ chiaro che il sistema non e’ riformabile, vogliamo nuove elezioni subito, ce ne andiamo dal parlamento.
Questo sarebbe parlar chiaro, e probabilmente significherebbe ricominciare uno tsunami tour, ma sarebbe l’unico modo di svincolarsi in una tenaglia.
Strategicamente parlando, Grillo si ritrova in una situazione detta “guerra su due fronti”, situazione perdente quasi per definizione. Potrebbe trasformarla in una guerra su un fronte solo se riuscisse a mostrare PD e PDL come due ali dello stasso partito, come sono, ma se non lo fa tutto quello che otterra’ sara’ di dover combattere su due fronti, quando i due fronti in realta’ si coordinano insieme e sono alleati. Un disastro.

Di fatto, M5S adesso verra’ continuamente costretto a scegliere tra male e peggio, e di fatto consumera’ la propria immagine – senza ottenere i miglioramenti che ha promesso – nei prossimi mesi, sino a finire consumato entro un anno.

Come diceva Clausewitz, “chi entra in battaglia senza sapere da prima cosa vuole e come vuole ottenerlo, e’ uno stupido e ha perso in partenza”.
E a quanto pare, Clausewitz era nel giusto.
Non che ne dubitassi, si intende.
Il vero problema e’ , adesso, che la speranza che un partito nato su Internet portasse al cambiamento verra’ uccisa sul nascere per colpa dell’incompetenza strategica di Grillo e Casaleggio, ed eventuali iniziative future a riguardo saranno prese sottogamba dall’elettorato memore del fallimento di M5S.

Spiacente, ragazzi: game over.

Uriel
(1) Ripeto: Grillo. E’ inutile che il grillino mi dica che Grillo e’ solo un portavoce, i fatti dicono il contrario. Avete avuto 25.000 voti alle vostre elezioni interne e otto milioni alle politiche, il che significa che il nome Grillo elettoralmente  pesa piu’ di 300 volte  tutti i suoi parlamentari messi insieme.

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