Luttazzi

Premessa: il post era pieno di video di Luttazzi oggi irreperibili.

 

Visto che la richiesta viene reiterata, scrivero’ quel che penso di Luttazzi. E no, onestamente del fatto che abbia copiato o meno mi importa poco: lo sta dicendo tutto il web, lui risponde “l’ho fatto per vedere se mi scoprivate”, ognuno si faccia l’idea che vuole. Volevo invece dire due parole di piu’ sul resto.

 

Andiamo alla prima vexata quaestio: farsi buttare fuori dalla TV conviene?

 

La risposta e’: SI.

 

Perche’ conviene? Se esaminiamo la carriera di molti comici italiali, essa ha avuto (con la sola eccezione di pochi grandissimi) alcuni anni di gloria in TV, seguiti dal’ oblio. Solenghi-Tullio-blabla, Aldo Giovanni e Giacomo, Gaspare e Zuzzurro, eccetera, sono esempi.

 

Ci sono poi alcuni grandissimi, ma in genere appartengono alla commedia piu’ che al cabaret o allo show televisivo a puntate. Gli stessi eroi del bagaglino, all fine, sono tramontati.

 

Se paragonate i ciclo vitale mediatico col ciclo vitale biologico, ad un certo punto il comico si deve chiedere come pagarsi la pensione. Luttazzi e’ piuttosto giovane, il che significa che gli servono altri 20 anni buoni di carriera. Il che, proponendo contenuti “di nicchia” come fa lui (1) , e’ assai improbabile.

 

Ci sono delle eccezioni notevoli: quei comici che riescono a farsi il seguito di arrabbiati.

 

Grillo che sbarca benissimo il lunario e non avra’ il problema della pensione, e’ sopravvissuto grazie a questi. Dopo essere stato cacciato per una barzelletta sui socialisti, per qualche anno ha girato (me lo ricordo) tutte le feste dell’ Unita’ di emilia e toscana, raccontando la stessa barzelletta. Si’ e’ coltivato un nucleo di arrabbiati (anche prima di fare pseudopolitica) che lo hanno sostenuto, e che andrebbero ad ascoltare ancora oggi la stessa barzelletta, fosse anche che Grillo decidesse di raccontarla sino alla fine dei suoi giorni.

 

E’ qui il guadagno di essere cacciati: crearsi un’assicurazione sulla vita, una rendita di pubblico, gli arrabbiati, che ti seguiranno ovunque, per sempre. Non si guadagna come in RAI, ma perlomeno si guadagna sempre. Una e vera e propria assicurazione.

 

Poiche’ le persone famose il problema di arrivare alla pensione ce l’hanno (pensate a Laura Antonelli, per dire) , la cacciata di Luttazzi dalla Rai (e il suo atteggiamento successivo) gli hanno garantito una coorte di arrabbiati, coorte che lo seguira’ sino alla morte, andando a vedere i suoi spettacoli a teatro, comprando sempre tutti i suoi libri.

 

Quindi si’: ad un comico giovane, farsi cacciare dalla TV conviene.

 

Ne’ poteva durare molto la sua permanenza a La7. Rimanere a La7 , per lui, era un disastro: lo share che aveva , per la RAI, e’ un flop. Con quei numeri non poteva pretendere di tornare in RAI. E no, nessuno vieta al telespettatore di puntare il telecomando su La7.

 

Inoltre, se avesse continuato , gli arrabbiati lo avrebbero abbandonato. Trovarsi bene con quel grosso residuato bellico cattosocialista di Ferrara, nonche’ portavoce del Male in persona silvio Berlusconi, prima o poi avrebbe esaurito la sua spinta con gli arrabbiati.

 

Senza contare che il suo repertorio era abbastanza magro: anche in La7 doveva diluire le puntate con dei lunghi monologhi sul processo SME, ed altro: con ogni probabilita’ si sarebbe fermato su La7, con un successo relativamente scarso.

 

Cosi’, in un certo senso era prevedibile che avrebbe esagerato: se non fosse stato buttato fuori quando ha proposto (del tutto gratuitamente) lo sketch su Ferrara, la puntata successiva avrebbe offeso il Papa, e se fosse sopravvissuto ancora avrebbe fatto ancora di peggio, sino ad ottenere quel che voleva.

 

Oggi come oggi, Luttazzi si e’ garantito una coorte di persone che riempiranno i suoi teatri, sine die.

 

Direte voi: ma se avesse fatto i miliardi sulla RAI, forse lo scambio sarebbe stato ragionevole.

 

Si’, ma bisogna avere una bravura che Luttazzi non ha.

 

Mi spiace per i suoi fan, ma Luttazzi non e’ bravo. Gli manca il 90% della mimica facciale necessaria, per dirne una. Guardate pure il video ove lo si confronta con gli americani che e’ accusato di copiare: lasciate perdere l’idea del plagio, un uomo che scivola su una buccia di banana e’ un uomo che scivola su una buccia di banana ovunque. Ma osservate le differenze: osservate la mimica facciale di quei comici, osservare l’impostazione corporea, gli occhi sgranati che invitano (e preparano) alla sorpresa che e’ madre della risata. Luttazzi non ha nulla di tutto questo.

 

Se le sue battute fossero lette da un altro, sarebbe la stessa cosa.

 

Direte che anche Letterman , il supercitato, non sia poi cosi’ mobile e mimico. Non e’ cosi’: spesso Letterman OSTENTA l’immobilita’, seduto sulla scrivania. OSTENTARE l’immobilita’ e’ difficilissimo. Chiunque puo’ far notare un gesto: l’immobilita’ e’ piu’ difficile. Deve durare il giusto, arrivare al momento giusto, essere accompagnata da una mimica facciale tenue, eppure notevole.

 

Luttazzi non ha nulla di tutto questo: ha un linguaggio del corpo da presentatore della TV , diciamo una via di mezzo tra Baudo e Piero Angela. Se conducesse programmi o facesse lo speaker potrebbe andare , ma per fare il comico ce ne passa.

 

Una battuta come “siamo cristiani e non ci piace quel che dici” “allora perdonatemi” ha senso in inglese. In Italiano sembra una richiesta di scuse e bisogna arricchirla , bisogna esplicitare che si intende il perdono cristiano. Cosi’ possiamo farla finire come “perche’ non mi perdonate, allora?”. Ma abbiamo stravolto i tempi: “allora perdonatemi” e’ fulminante , immediato, chiude la gag. L’altra e’ piu’ lunga, piu’ verbosa, e guasta i tempi.

 

E’ quello che succede a molte delle cose che scrive Luttazzi ispirandosi a comici anglosassoni.

 

Cosi’ mi spiace: se pensate che Luttazzi sia bravo, vi basta davvero poco. Si limita a leggere le battute in TV, senza accompagnarle con una mimica, uno studio delle pause, un linguaggio del corpo adeguati. Come se non bastasse, cade spesso nell’autocompiacimento. Troppo spesso.

 

E cosi’ mi spiace: Luttazzi e’ un comico da poco, che puo’ andare bene per show piccoli o insieme ad altri comici, ma non ha lo spessore per essere un grande comico.

 

Se non fosse stato cacciato, anche riuscendo a rimanere qualche anno in RAI, pianificare una carriera fino alla pensione gli sarebbe stato un pochino difficile. Oggi, invece, e’ al sicuro: ha una coorte di arrabbiati che , se anche smettesse di fare cose nuove, riempirebbe i teatri per i 25 anni che gli mancano al riposo. E si e’ assicurato il pane a vita proprio venendo cacciato.

 

Ultima questione: per chi ha fatto un liceo, Luttazzi e’ solo uno che dei greci e dei latini sa quel che abbiamo studiato tutti. Vi potra’ impressionare citando autori di satira dell’antichita’, ma solo se non avete frequentato un liceo. Tutto quello che sembra dire, per gli altri, e’ “mamma, guarda, i soldi del liceo erano spesi bene”.

 

Della satira, a Luttazzi, manca la capacita’ di astrarre. Per parlare di Berlusconi non c’e’ uno stretto bisogno di parlare di Berlusconi. Per carita’, l’imitazione grottesca e’ un classico. Ma ci sono stati modi molto piu’ intelligenti di sfottere Berlusconi e l’intera categoria antropologica senza nemmeno nominarlo una volta:
Ho citato  Hendel perche’ , essenzialmente, mostra che nel comico ci puo’ essere di piu’ , rispetto che so io a presentarsi in TV a parlare di cronaca giudiziaria e insultare a destra e a manca. E volendo colpire una categoria antropologica, si puo’ trovare di meglio di quello che abbiamo visto. Del resto, lo stesso Luttazzi aveva fatto qualcosa del genere, in passato:
ma come vedete, era molto meno efficace. Luttazzi sembra uno che ha studiato Karate sui libri e si mette ad eseguire perfettamente i Kata’: si’, sono perfetti. Ma gli manca la capacita’ di coinvolgere: in effetto TABLOID era uno sketch che minimizzava il fatto che Luttazzi abbia una mimica da presentatore, proprio facendogli fare… il presentatore.

 

E non e’ l’unica volta che lo fa, se pensiamo a Fontecedro: ancora seduto, ancora a presentare. Corporeita’ limitata, tutto focalizzato sul parlato. Puo’ tranquillamente usare barba, ovvero coprire il viso. Perde sempre di piu’ quando lo si inquadra con tutto il corpo, che pure copre, saggiamente con un camice: tutta la sua mimica riguarda la testa e il collo, quando va bene.

 

(famosa battuta finale copiata dagli USA: Popular Mechanics non e’ mai uscito in Italia)

Ed ecco la summa della sua manchevole mimica.

Chiedetevi perche’ sia necessario il colpo di tamburo alla fine delle battute, e capirete la mancanza di linguaggio del corpo.

Per fare un paragone, osservate un controesempio di Hendel, senza applausi in sottofondo e nel silenzio quasi completo.

Capite che cosa intendo, per “linguaggio del corpo”?

Uriel

(1) Lo humour americano in Italia puo’ andare finche’ e’ una novita’, poi sara’ un genere di nicchia.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *