Logica logica logica….

Scusate se ho postato poco e ho moderato poco, ma in questi giorni (dopo la storia di Scalfari) credo di avere un tot di repubblichini (intesi come i fans di Repubblica) che vengono qui a mobbare la minchia coi loro commenti stupidi. Come se non bastasse una bella quantita’ di loro mi stanno scrivendo per email, con risultati tragicomici. Siccome io sono Legione ma non sono Redazione, da solo ci metto un pochino a sbrigare tutto. Tanto per farvi un’idea:

Ecco la situazione, dopo un pomeriggio di moderazia di ieri, (e zero post passati):

Si’, il plugin di mozilla che prende gli screenshot rovina un pochino i css.

Invece, per email mi arrivano dei deliri come questi, cui rispondo cosi’ (cliccate per ingrandire):

Non so di preciso per quale ragione un articolo su Scalfari abbia attirato qui una tale farloccheide, ma inizio a sospettare chi sia il lettore medio di Repubblica.

Visto che sara’ un post breve solo per dire “aspettiamo che passi la tempesta di farlokki”, ci tenevo a precisare una cosa:

quando dico che la logica sia un metodo imprescindibile per garantire di non rimanerci fregati, non la sto proponendo come strumento UNIVERSALE per capire TUTTO: io non sono Hegel, e come se non bastasse non credo sia possibile avere la teoria che spiega tutto, ma proprio tutto. E poi, la risposta e’ 42.

Quindi, quelli che arrivano qui sostenendo che la logica e’ fredda, che non basti, che ci siano cose che vanno oltre, mostrano un QI che oscilla tra “pidocchio geniale” e “bovino con problemi di apprendimento”. Per la semplice ragione che non sanno distinguere necessario da sufficiente.

Dico semplicemente che la logica, sebbene non sia sufficiente, sia NECESSARIA: se io so che , per via delle leggi della termodinamica il modo perpetuo non possa esistere, non ho bisogno di discorsi complessi che dicano il contrario. Se arriva qualcuno che ha tre premi Nobel, dieci dottorati in fisica, e cerca di farmi un discorso “complesso” alla supercazzola prematurata, puo’ parlare sinche’ vuole, ma il moto perpetuo rimane impossibile.

Il concetto che cerco di spiegare e’ che la complessita’ di un discorso NON puo’ andare contro discorsi piu’ semplici e dimostrati veri: se in maniera molto “terra terra” gente come Carnot ha dimostrato una cosa, non e’ che arriva uno fighissimo e mi supercazzola: i teoremi di Carnot rimangono veri. Sono semplici, ma qualsiasi complessita’ li contraddica rimane falsa.

Lo dico perche’ il venditore di merda si nasconde regolarmente dietro la complessita’ per far passare l’impossibile: non appena tu fai obiezioni molto semplici per dire che non ti sembra possibile la tal cosa, arrivano loro e ti dicono che c’e’ la complessita. Cosi’ per esempio per lo Zen e per le arti marziali orientali: da una parte del mondo qualcuno si e’ messo a studiare anni per ottenere un guerriero con la mente vuota capace di concentrazione assoluta e di una tecnica perfetta. Nel frattempo da un’altra parte qualcuno si e’ messo a costruire la Smith & Wesson: risultato, quando un uomo con il Tae Kwon Do incontra uno con il Smith and Wesson, l’esito e’ scontato.

Ovviamente tutti quelli che sostengono la bonta’ delle filosofie orientali verranno qui a piegarmi che devo approfondire qualche profondita’ per capire questo e quello e intuire quello e quell’altro: rimane il fatto che nel mondo della fisica 50 grammi di piombo a 900 km l’ora ammazzano di piu’, meglio e con piu’ sicurezza di un mai geri dato con 35 anni di allenamento e la mente vuota, libera dai condizionamenti che ti portano ad avere paura. E ammazzano anche un illuminato, anzi, se c’e’ piu’ luce si prende meglio la mira. Sono certo del fatto che sconfiggere la propria paura sia un passo fondamentale per combattere : per questo l’uomo bianco ha inventato armi di calibro sempre piu’ grande; piu’ cresce il calibro meno hai paura.

Morale della storia: la complessita’ va bene quando non ci sono soluzioni semplici. Se c’e’ una soluzione semplice, come Smith And Wesson, le soluzioni complesse (Zen + Buddha + Kung Fu) sono merda fritta.

Il mondo e’ sorretto da alcune leggi fisiche , le quali in un certo senso ne dettano la logica. Tutti i discorsi che, appoggiandosi su una presunta complessita’, profondita’, misticita’, si sforzano di contestare i semplici teoremi noti del mondo (Smith & Wesson > Kung Fu, per dirne uno) , sono solo merda fritta.

Se arriva schietti e mi dice che lui ha fatto un motore che gira per sempre, io non perdo tempo ad inseguire la complessita’ della macchina che ha immaginato, per cercare di sforzarmi di capire dove Schietti sbaglia: io SO che non esiste il moto perpetuo, quindi non lo ascolto neanche.

Tutte le teorie cialtroniche si sforzano di nascondere un errore di base dietro una complessita’ enorme: per questa ragione rifiuto la complessita’ come argomento. Venirmi a dire che un principio semplice ed evidente sia falso perche’ un discorso piu’ complesso va oltre mi fa venire da ridere: anche nelle forsennate teorie unificanti dei fisici (1) non si contraddicono gli enunciati precedenti.

Con questo intendo dire che non c’e’ alcun bisogno di contestare un ragionamento, se e’ possibile contestare le sue conclusioni. Le conclusioni di un ragionamento saranno sempre semplici e confrontabili con altre regole logiche semplici; al contrario, i ragionamenti possono essere resi fumosi all’infinito. Di conseguenza, e’ molto piu’ conveniente criticare le conclusioni  di un ragionamento, che andare a cercare gli errori di un processo dialettico volutamente fumoso.

La stragrande maggioranza dei discorsi che sono stati fatti riguardo alle mie perplessita’ circa la sociologia non hanno fondamento logico alcuno: il fatto che esistano interazioni tra esseri umani non le quantifica. Nei moti browniani, per esempio, di interazioni ne avete quante ne volete: la loro somma, pero’, e’ nulla. Non e’ sufficiente dire che esistono interazioni tra individui per dimostrare che esse determinino la storia della societa’: bisogna prima dimostrare che tali interazioni non abbiano somma nulla, e preferibilmente calcolare la misura di tali interazioni. Dire semplicemente che tali interazioni esistono non dimostra nulla. Per questa ragione mi fanno ridere le pretese dei sociologi di essere “scientifici”.

Ultima cosa: gira una vulgata che sostiene la logica non essere “umana”, perche’ e’ “umano” cio’ che ha dei sentimenti. La logica, essendo una cosa “fredda”, sarebbe “inumana”. Mi spiace, ma non la penso cosi’: moltissimi animali hanno sentimenti ed emozioni. Se aveste mai visto il mio cane quando torno a casa il venerdi’, o anche le mie gatte, lo sapreste. Non occorre umanita’ per avere emozioni e sentimenti.

L’unico vero spartiacque tra l’animale e l’essere umano e’ la logica, perche’ solo gli esseri umani ce l’hanno: nessun animale ce l’ha. Come scriveva Frank Herbert, saggiamente, l’essere umano e’ colui che e’ capace di inserire un momento di raziocinio tra lo stimolo a fare e l’atto di fare, cioe’ tra emozione e azione. Questa capacita’, che io chiamo in breve “logica”, e’ quella che distingue l’essere umano dal maiale con cui si fanno i prosciutti. E vi assicuro che hanno emozioni e sentimenti: dovreste vederli, quando intuiscono la morte imminente, come diventano.

La pura e semplice verita’ e’ che a rendere umani gli esseri umani non sono le emozioni o i sentimenti: qualsiasi bestia ne ha. A rendere tale l’essere umano e’ la logica, che l’essere umano NON divide con nessuna altra specie del pianeta. La logica e’ cio’ che ci rende unici nell’ecosistema. Ed e’ il tratto distintivo tra esseri umani e bestie.

Cosi’, se io per voi sono “freddo” e “inumano”, sappiate che invece mi reputo piu’ umano di voi, che nel rifiutare la logica vi degradate al rango di animali.

Uriel

(1) Non capisco per quale stravagante ragione una sola teoria dovrebbe poter spiegare tutto.

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