Lo scivolamento della persona nel diritto.

Vorrei scrivere due parole su un fenomeno che si materializza in alcuni “atti dovuti” compiuti dalla magistratura, come il rilascio agli arresti domiciliari dello stupratore di roma. Prima , pero’, vorrei che una cosa fosse chiara: che non si tratta di un atto dovuto al quale il magistrato sarebbe tenuto, ma semplicemente di un atto arbitrario che il magistrato poteva disporre o meno.

Questo chiarimento e’ necessario per chiudere la bocca a tutti quei soloni che sono abituati a rispondere “la legge dice cosi’”: sticazzi. E’ una palla bella e buona, e questa abitudine a nascondersi dietro presunte leggi e’ cio’ che mette la legge nel mirino quando nel mirino andrebbero i singoli magistrati.

Punto primo: il “ravvedimento” e la “collaborativita’” sono opinioni e non fatti materialmente misurabili. Il magistrato che ha liberato lo stupratore dicendo che la legge lo obbliga a farlo quando vede “segni di ravvedimento” e “pentimento” si sta basando su proprie opinioni. Quanti minuti ha avuto a disposizione il magistrato per stimare che ci siano questi “segni di ravvedimento”? E che cos’e’ un “segno di ravvedimento”? E’ una grandezza della fisica? Rispetta il teorema pi di Vaschy-Buckingham? No: si tratta di una libera opinione che il magistrato si e’ fatto parlando per qualche minuto con l’arrestato.

Il quale e’ stato indottrinato dall’avvocato, proprio per dire e fare le cose normalmente associate, nella prassi criminologica, al “ravvedimento” ed al “pentimento”. In pratica il magistrato non era affatto obbligato a rilasciare lo stupratore: la legge gli permette di farlo se vede segni di ravvedimento o di pentimento e lo stupratore appare collaborativo, ma tutte queste clausole non sono relative a grandezze misurabili e falsificabili. Se la legge dicesse “superiore a 50 kg”, chiunque potrebbe verificare che il peso sia superiore a 50 kg o meno.

Ma una legge che dice “segni di ravvedimento” o “atteggiamento collaborativo” si affida alle opinioni del magistrato: egli avrebbe tranquillamente potuto diffidare dei regni di ravvedimento, in quanto recita istituita con la collaborazione dell’avvocato, o decidere che l’atteggiamento collaborativo fosse un’analoga finzione, senza che nessuno possa inficiare tale opinione: non esistono misure di laboratorio capaci di falsificare ” sinceri segni di ravvedimento” o “collaborazione spontanea”.

Lo dico perche’ in realta’ si va diffondendo un’abitudine dei magistrati a prendere decisioni ideologiche, per poi mascherare l’ideologismo di tali decisioni dietro leggi, quando le leggi dicono al magistrato di agire dopo essersi formato un’opinione, e tale opinione e’, appunto, un’opinione che il magistrato si forma parlando per qualche minuto con l’imputato.

E qui andiamo a questa ideologia, ideologia che emerge osservando la differenza di comportamento dei magistrati quando hanno di fronte due tipi di reati: i reati contro le persone e i reati contro la pubblica amministrazione. Un esempio puo’ venire semplicemente osservando che a distanza di un paio di mesi si sono condannati a 16 anni di carcere Omar ed Erika, e contemporaneamente si sono chiesti 11 anni di carcere per Cesare Previti.

Ora, per quanto il malvagio Previti possa avere inficiato la verginita’ delle vostre sorelle, sta di fatto che sbudellare mamma e fratello sia un reato enormemente piu’ grave rispetto a corrompere un giudice. Tuttavia, si e’ trovata ragionevole la proporzione tra 16 anni di carcere per aver scannato mamma e fratellino di 7 anni e aver fatto da tramite per un episodio di corruzione, proporzione di 16:11.

Allo stesso modo, possiamo confrontare l’atteggiamento dei giudici nel caso di Del Turco, che si e’ fatto 2 mesi di carcere pur dicendosi innocente, e quello di uno stupratore violento che ha massacrato di botte e stuprato una ragazza: su Del Turco si e’ detto che avrebbe potuto inquinare le prove, quando ormai si era dimesso da presidente della regione, mentre del membro di un branco non ancora identificato questo non si dice ; di Del Turco, personaggio facilmente identificabile in qualsiasi aereoporto, si diceva ci fosse pericolo di fuga, mentre di un delinquente di mezza tacca questo non si dice.

E’ evidente che esistono due binari ideologici in questa magistratura: se il reato e’ contro la persona allora ogni forma di garantismo viene applicata, il delinquente e’ una vittima della societa’, pentito e contrito, che ha sbagliato ma va a tutti i costi aiutato.

Quando si tratta di reati che trovano eco nel panorama politico, invece, l’accusato perde praticamente ogni forma di diritto, viene incarcerato ed esibito come una preda nel teatrino degli atti che finiscono sulla stampa (anche se sarebbe illegale), si temono ogni genere di inquinamento e di fuga , mentre nel caso del delinquente la contrizione ed il pentimento sono rilevabili con assoluta certezza fin dal primo colloquio col magistrato.

C’e’, evidentemente, qualcosa che non quadra, se la stragrande maggioranza dei carcerati in Italia e’ in carcere per reati contro il patrimonio, ed i reati contro la persona rimangono impuniti o ricevono pene lievi. Il nostro baldo stupratore rischia fino a 7 anni, che considerando la giovane eta’ ed il fatto che sia incensurato, finiranno col venire ridotti a meno di 3, con il risultato che non si fara’ neanche un giorno di carcere: nel caso di Del Turco, la procura ipotizza reati fino a 15 anni di carcere! C’e’, ripeto, qualcosa che non quadra.

Il qualcosa che non quadra e’ la genesi delle teorie criminologiche, ovvero la doppia teoria criminologica che viene applicata.

Quando si parla di crimini violenti come lo stupro, l’omicidio o l’associazione a delinquere di ogni tipo, si applicano le teorie criminologiche che si sono formate negli anni ’70: il delinquente e’ una vittima della societa’, un individuo smarrito che va recuperato con cura, reinserito con la massima delicatezza nella societa’, perdonato qualsiasi cosa abbia fatto.

La cosa non deve stupire, se pensiamo che questo processo abbia permesso proprio ai cattivi maestri di questa cultura di sfuggire al carcere che bene avrebbero meritato: fior di terroristi , di delinquenti e di assassini oggi sono riconosciuti come “intellettuali” e sono stati “reinseriti” nella societa’, proprio grazie a questa ideologia che essi stessi hanno ideato e propagato a proprio vantaggio.

Cosi’, la vedova Calabresi vedra’ i carnefici del marito venire trattati con rispetto e “reinseriti”, cosi’ i familiari di un povero macellaio ammazzato con un colpo alla nuca durante una “rapina proletaria” vedranno i carnefici considerati come “intellettuali” e protetti da provvedimenti politici: e’ la teoria criminologica degli anni ’70; bisogna capire il delinquente, contestualizzarlo, dimostrare ad ogni costo che sia una vittima, un perseguitato perche’ la societa’ ha troppi pregiudizi verso chi uccide, un incompreso nella grandezza intellettuale delle idee non gli davano scampo: doveva delinquere perche’ cosi’ erano le idee del periodo.

Cambia la musica se prendiamo i reati contro l’amministrazione pubblica: la “teoria criminologica” che guida il magistrato si e’ formata negli anni ’90, a colpi di monetine lanciate contro Craxi. Essa e’ dettata dal livore feroce di masse di persone che, perso lo sfogo della violenza politica di massa, vogliono inveire contro i politici che odiano.

In questa ideologia, una volta sfiorati da un avviso di garanzia i colpevoli (che sono gia’ colpevoli in quanto accusati, a differenza dei “cattivi maestri” che non sono colpevoli neanche quando condannati, come quel maiale di Sofri) sono prede la cui esistenza va distrutta, in quando nessun possibile ravvedimento e nessun possibile pentimento sono possibili quando la folla ha in mano il cinghiale della situazione.

Cosi’, Chiesa si fara’ 7 anni di carcere per due tangenti, quando nessuno degli stupratori che hanno chiuso un uomo nel bagagliaio per stuprare la sua compagna vedra’ le sbarre se non per pochi giorni: sara’ da spiegare in che modo si verifichi questo doppio binario, e invariabilmente i magistrati si nasconderanno dietro il diritto. Ma il diritto non impone proprio nulla, dal momento che le decisioni in questione si basano su opinioni (sul “ravvedimento”, sul “pentimento”, eccetera) che il magistrato si forma in pochi minuti ed in maniera del tutto arbitraria.

L’uomo che ha ucciso e stuprato la signora Reggiani ha visto la propria pena ridursi sotto i 20 anni; se mostrera’ ravvedimento e contrizione (dietro sapiente regia dell’avvocato e del servizio sociale) rimarra’ in carcere meno di 10 anni, e se in quei 10 anni partecipera’ con successo a qualche programma di reinserimento non causera’ casini, in meno di 7 anni sara’ fuori. Manca una proporzione.

Del resto e’ inutile illudersi: perche’ si possa ristabilire l’ordine non servono militari , ne’ controllo, occorre piu’ galera per chi sbaglia. Ma per stabilire delle pene “proporzionali” occorre che sia proporzionale la percezione della gravita’ del reato. Vorrei far presente , per esempio, la differenza tra P2 e FIOM.

Negli ultimi tempi si e’ visto che le “nuove BR” abbiano avuto come terreno di coltura la FIOM, cioe’ un pezzo del sindacato molto ideologizzato. Dall’altra parte, sembra che sia il massimo della vergogna aver posseduto una tessera della P2: stranamente, pero’ , dovendo elencare i crimini commessi dai membri della loggia P2 si scivola invariabilmente nel complottismo, dal momento che a parte mezza dozzina di condannati per reati finanziari, la P2 ha cospirato e costituito pericolo molto meno delle BR .

Se esaminiamo cio’ che la P2 ha fatto materialmente, otteniamo un gruppo di farlocchi che non e’ mai andato oltre l’appoggio a tutte le “imprese” piu’ sconclusionate e fallimentari della storia della repubblica, al punto che solo con il complottismo si puo’ elevare la P2 ad associazione che costituisce reale pericolo per cose e persone. Diverso e’ il caso delle “nuove BR”, che appaiono immediatamente come un’organizzazione esistente, determinata ed armata, e perfettamente in grado di eseguire operazioni militari.

Ad un esame materiale, il terreno di cultura delle BR dovrebbe apparire di gran lunga piu’ pericoloso di una disciolta organizzazione massonica che anche quando esisteva ha combinato solo dilettantistici pasticci: tuttavia, una ben mirata propaganda tende a dipingere la P2 come il covo di SatanaHitler, mentre l’evidenza di un’organizzazione armata che uccide effettivamente e arruola in ambienti ideologicamente vicini viene “condonata” : stranamente, le BR hanno ucciso di gran lunga di piu’ della P2, Lotta Continua si e’ macchiata di reati ben peggiori, eppure nessuno agita l’appartenenza di Sofri come viene sbandierata, di continuo, la tessera alla P2 di Berlusconi.

Questa percezione di pericolosita’ artificiale, questa distorsione della gravita’ materiale dei fatti, e’ alla base del doppio binario : esiste, ed e’ sempre piu’ chiaro, un delinquente “simpatico” all’ideologia che vuole un rejetto da reinserire con amore materno nella societa’, un criminale che deve essere preso per mano per soddisfare l’ego distorto degli assistenti sociali che vogliono sentirsi medici delle anime, una vittima della societa’ che faccia sentire il magistrato una divinita’ che riconosce il suo pentimento e la sua contrizione: GIP che sei nei cieli, di’ solo una parola e io saro’ salvato.

Esiste poi un delinquente antipatico, quello che generalmente milita nella fazione politica sbagliata, la gravita’ delle cui azioni e’ amplificata e distorta oltre ogni limite, il quale non ha diritti nemmeno qualora siano sanciti invariabilmente dalla legge (pensiamo alla fuga di notizie e alla rottura del segreto istruttorio: stranamente questo “obbligo” della magistratura non sembra vincolare i magistrati quanto altre leggi li vincolano a mettere fuori gli stupratori) , il quale “va sbattuto in carcere” perche’ neanche l’innocenza e’ una scusa.

E’ ovvio che se l’obiettivo di Berlusconi e’ di distruggere la magistratura e delegittimarla, questo obiettivo non potrebbe essere piu’ semplice ,dal momento che una simile magistratura si delegittima e si distrugge da se’: nessuno puo’ criticare una polizia che cattura uno stupratore in 4 giorni , specialmente nelle condizioni di folla e di disordine nel quale lo stupro e’ avvenuto; diventa poi incomprensibile il paragone tra i due mesi di carcerazione preventiva di un politico accusato di mazzette (che in ultima analisi non ha ucciso o stuprato nessuno) e gli arresti domiciliari dello stupratore.

In queste condizioni, la magistratura sta rendendo facili le cose a Berlusconi: sempre di piu’ e sempre piu’ spesso i crimini piu’ gravi contro le persone sono commessi da “condonati” e da persone “rimesse in liberta’”; e quando i magistrati si nascondono dietro la legge, appare subito chiaro che la legge chiede loro di farsi un’opinione prima di lasciare libero il delinquente.

Allo psichiatra del carcere e’ chiesto un parere prima di dire che una persona sia “recuperata”, e lo stesso dicasi per gli assistenti sociali che ne certificano la “volonta’ di emendare”; trattandosi di quantita’ che la scienza non misura, e’ impossibile dire che ci siano state delle evidenze tali da obbligare qualcuno a rimettere in liberta’ dei criminali: si tratta evidentemente di opinioni e non di fatti materiali che avrebbero, diritto alla mano, “obbligato” il giudice a decidere in un certo modo.

Sia chiaro: Berlusconi sfruttera’ ogni magagna di una magistratura corrotta e massonica per distruggerla; ma deve essere altrettanto chiara un’altra cosa. E cioe’ che la magistratura, con le sue manovre ideologiche, con il suo uso ideologico del diritto, con la sua interpretazione a doppio binario delle tutele, fara’ di tutto per essere un buon bersaglio.

E come diceva Darwin: only the fittest will survive.

Per quanto la magistratura sia “autonoma”, e’ evidente che dovra’ sottostare alle leggi che la ordinano e che le assegnano compiti e doveri: ed e’ altrettanto chiaro che queste leggi verranno fatte dal parlamento, cioe’ da un ente rappresentativo. Di conseguenza, la magistratura necessita di consenso quanto ogni altra istituzione, dal momento che un partito dotato di consenso puo’ legiferare per devastarne i poteri e la posizione.

E’ inutile pensare che in un paese democratico un ente sia “autonomo dalla politica” nel momento in cui ci si trova in uno stato di diritto e il diritto lo fa la politica; persino la costituzione e’ debole nei confronti della politica, nel momento in cui l’applicazione dei suoi principi urta fortemente con il comune sentire: se ci si ostina a nascondersi dietro un diritto inesistente o dietro una costituzione che sempre piu’ e’ tirata in ballo ove non serve, il risultato e’ di rafforzare chi vuole cambiare il diritto o modificare la costituzione.

Insomma, se la stragrande maggioranza della popolazione vuole vedere lo stupratore in carcere, E le regole dipendono da una valutazione arbitraria del magistrato riguardo al suo “ravvedimento” e al suo “pentimento”, il magistrato furbo sa che non deve riconoscere ravvedimento ne’ pentimento neanche nel caso l’arrestato vada da lui in ginocchio sui ceci; se invece decide che e’ ravveduto e pentito, il risultato e’ che un partito qualsiasi avra’ gioco facile a dire che gli deve essere tolto potere, potere che va assegnato alla polizia che essendo sotto il controllo di un ministero (cioe’ della politica) fara’ quanto l’opinione pubblica richiede.

A questo si obiettera’ che la legge non ha come scopo quello di soddisfare l’opinione pubblica, il che forse e’ vero su Marte: se diamo un sistema democratico in mano alla popolazione, sistema col quale la popolazione elegge chi fa le leggi E chi le attua, e’ inutile pensare che la legge debba essere aliena alle pulsioni dell’opinione pubblica. Il sistema democratico e’ costruito esattamente per fare in modo che l’opinione pubblica faccia le leggi! Come si puo’ pensare che la legge non debba soddisfare l’opinione pubblica, quando il sistema democratico e’ costruito perche’ l’opinione pubblica si faccia le leggi?

Davvero vogliamo continuare con questo uso della parola contro la logica?

Il problema che la magistratura e’ chiamata a rispondere, nel comportamento dei singoli, ovvero nell’uso della gigantesca discrezionalita’ a disposizione, e’ di chiarire all’opinione pubblica se e quanto i reati contro la persona (stupro, violazione del domicilio, omicidio, percosse, minacce,rapina) siano piu’ o meno gravi di reati contro la pubblica amministrazione. E se la risposta non sara’ quella che la popolazione vuole, la democrazia stessa ci dice cosa succedera’: la popolazione dara’ consenso a quei partiti che vogliono cambiare le cose nella direzione voluta.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *