L’inutile pancia del paese

Ogni volta che qualche nuovo tipo di stupidita’ si affaccia sull’agone politico, qualcuno inizia a commentare dicendo “e questo idiota ha il diritto di voto”, mettendo in questione il suffragio universale. Il problema del suffragio universale e’ che ogni discussione a riguardo e’ inutile, perche’ in ogni caso sul piano politico esso e’ irrilevante.

Quando i grillini emersero al grido di “uno vale uno”, moltissimi pseudo-intellettuali si lanciarono in audaci interpretazioni di questo fenomeno, cercando di dedurre qualche ambizione di uguaglianza o equita’ dietro questa richiesta. Le richieste di democrazia diretta, come quelle di suffragio universale vengono sempre interpretate come richieste legittime, e la richiesta di poter decidere direttamente viene sempre letta come un fallimento del sistema rappresentativo.

Ma le cose non stanno cosi’. Se usiamo un pochino di logica, e ci chiediamo per quale ragione un individuo ambisca a “valere uno”, la sola risposta corretta e’ che attualmente egli vale meno di uno. Dall’altro lato, occorre un minimo di senso pratico per capire in che modo egli valga uno.

Mi sono immerso in diversi forum populisti, proprio perche’ la natura di Internet consente di investigare sulle persone interagendo direttamente con loro. Gli intellettuali umanisti obiettano che questo lavoro sia troppo pratico, ovvero connesso con la realta’ per poter sciorinare la loro solita vagonata di altisonanti cazzate , ma il punto e’ che Internet offre una gigantesca opportunita’ conoscitiva, se soltanto si accetta di immergersi (almeno virtualmente) nel fenomeno che si intende capire.

Allora, abbiamo detto che queste persone ambiscono a valere uno perche’ valgono zero, e tutti lo spiegano con un fallimento politico. Ma nessuno si chiede: ma valgono zero soltanto in politica? Immergendosi nei loro forum ed osservando la loro vita, o quello che ne deriva, le cose non sembrano andare in questo modo. Se possiamo anche attribuire alla politica il fatto che queste persone sono prive di occupazione (persino in paese come gli USA!) facendo qualche volo dialettico , difficilmente riusciremo ad attribuire alla politica la situazione degli incelsquelli che non riescono a trovare una ragazza, per capirci ), una delle frange piu’ patetiche ed inclini alla violenza (le due cose vanno spesso a braccetto).

Se possiamo incolpare la politica perche’ una persona vale zero in politica, e possiamo ancora incolpare la politica perche’ non riesce a trovare un reddito nel paese piu’ ricco del mondo , nell’eldorado delle opportunita’, come possiamo fare ad incolpare la politica se questa persona non riesce a trovare una fidanzata , o neanche un flirt?

Forse occorre cambiare teoria: queste persone valgono zero in politica perche’ valgono zero in ogni campo, e il loro tentativo di valere uno in politica non e’ altro che la loro speranza di valere qualcosa anche fuori. Eleggendo Trump l’Incel americano spera di aver dato un durissimo colpo all’elite dei “chads” (il nome di quelli che trombano) , ma adesso gli intellettuali che vogliono dare la colpa di tutto alla politica e all’ineguaglianza mi dovrebbero spiegare che genere di riforma politica/economica dovremmo fare per garantire una distribuzione equa dei pompini.

In realta’, queste persone chiedono di valere uno in ogni campo, che va da quello politico (avere “uno di loro” come Presidente), a quello economico (trovare un reddito decente) , sino a quello sessuale (trovare un partner) e a quello estetico (avere un aspetto decente). Il risultato di tutto questo e’ che la richiesta politica e’ solo la cima dell’iceberg, e dopo aver messo “uno di loro” come presidente, i nostri “zero” scopriranno che valgono ancora zero. E per questo si consoleranno con la politica, radicalizzandosi sempre di piu’.

Ma il problema e’ che anche in politica non otterranno nulla.

Queste persone si illudono che essendo la somma di zeri ancora zero, automaticamente la somma di uno sia superiore a zero. Questo e’ vero se escludiamo il segno. Ed e’ qui il loro dramma, ed e’ per questo che il suffragio universale non serve a nulla, se non a complicare il processo di voto.

Vediamo perche’. Prendete un bicchiere e riempitelo d’acqua. Poi lasciatelo in quiete. Quello che succede e’ che l’acqua rimane ferma nel bicchiere. Ma se la esaminassimo attentamente, non vedremo “quiete”. Vedremmo i cosiddetti “moti browniani”. Le particelle di cui e’ fatta l’acqua , a temperatura ambiente, si muovono , si agitano. La loro velocita’ non e’ mai zero, anzi. Ma se la velocita’ di ogni particella non e’ zero, come e’ possibile che l’acqua stia immobile nel bicchiere?

E’ possibile perche’ la somma di tali velocita’ e’ nulla. Significa che per ogni particella che va a destra, una altrettanto pesante andra’ a sinistra, per una che va in alto un’altra va in basso. Questo significa che alla fine, anche se chiamassimo “uno” la velocita’ di queste particelle, la somma di miliardi di uno fa ancora zero.

Una massa che si agita , se e’ fatta di soggetti che non sono capaci di essere coerenti tra loro nel tempo (perche’, appunto, “agiscono di pancia”) , si trova a valere zero, per quanto grande.

E’ il caso dei populisti in Europa: se l’italiano vuole che i migranti siano distribuiti, AfD risponde che non li vuole. Se Salvini vuole spalmare il debito sulla BCE, arriva FPÖ e risponde che i debiti italiani se li smazza l’Italia. Il risultato di tutto questo e’ che a fronte di molta agitazione il risultato finale e’ nullo. Esattamente come succede nei moti browniani.

Adesso proviamo ad applicare la cosa al suffragio universale. Il voto avra’ due componenti: una razionale, ove gli elettori hanno una posizione che non e’ legata all’umore del momento, e la seconda che e’ casuale, cioe’ legata all’umore del momento di ogni singolo. In termini di equazione stocastica differenziale possiamo descriverla con Langevin:

Questa equazione , se espansa usando per esempio i lemmi di Ito, avra’ essenzialmente due componenti. Una e’ quella dei processi di Wiener, che contiene la parte piu’ “casuale” (o se preferite, di pancia) , la seconda e’ quella piu’ “stocastica”) ovvero la formula che descrive la “ratio” della nostra trasformazione.

Insomma, se prendiamo il risultato elettorale, esso avra’ due componenti: una che e’ legata a quelle persone che votano a caso, a seconda dell’umore del momento. Il secondo e’ di quelli che votano secondo una strategia non casuale.

Il punto e’ che i secondi, quelli che votano “di pancia”, contano numericamente ma politicamente non contano nulla. E’ quello che sta succedendo in Europa quando , come ho scritto, qualsiasi cosa dica un populista ne arriva un altro che lo ferma. Ma succede anche nel governo, ove ogni provvedimento e’ vuoto, annullato dall’opposizione interna, e alla fine non si conclude nulla di concreto.

Ed e’ qui il punto: per togliere potere agli idioti non serve abolire il suffragio universale, dal momento che proprio il suffragio universale toglie ogni potere agli idioti.

Mettere gli idioti nelle condizioni di valere uno e’ esattamente il modo per farli valere zero in media. Poiche’ ogni idiota reagisce in maniera non razionale, il suo comportamento puo’ essere considerato casuale. Ma nel momento in cui una massa di idioti si comporta in maniera casuale, il valore medio della loro agitazione diventa nullo.

Chi vota senza capire cio’ che fa, senza essere davvero informato o ricevendo informazioni casuali, chi vota seguendo l’umore del momento , puo’ far raggiungere al partito un numero considerevole di voti, ma alla fine il partito sara’ immobile perche’ esso stesso incapace di decidere.

Se prendiamo AfD, da quando e’ al Bundestag non e’ nemmeno stata capace di trovare un rappresentante per il proprio gruppo al parlamento. E ha cambiato leadership tre volte. Perche’? Perche’ quel partito contiene tutto e il contrario di tutto , ma non nel senso che e’ fatto di correnti contrastanti: e’ fatta di elettori contrastanti.

Se la white trash di un land vuole piu’ soldi e pagarne meno all’Europa, poi arrivera’ quella dell’altro land che non vuole dargli i soldi. E questo si manifesta in una maniera frattale, sino a trovare che se prendiamo due elettori diversi di un partito populista, essi vogliono cose diverse tra loro. E se tutti sono incazzatissimi, la somma delle loro spinte politiche e’ nulla perche’ ognuno va in direzioni diverse.

Questi partiti non sono divisi in correnti: sono divisi in elettori. Ma quando un sistema si comporta in questo modo, non e’ altro che un sistema di Wiener, e i sistemi di Wiener possono spingere una particella qui e la’ casualmente (come succede con Di Maio che diventa capo) ma alla fine dei conti non si muovono di un millimetro.

Se osservate bene, la particella viene spinta casualmente in giro dal moto interno, dando impressione di grande attivita’. E’ quello che succede all’acqua che avete nel bicchiere. Ma se osservate bene il bicchiere, l’acqua e’ immobile.

Possiamo quindi enunciare questo “teorema della politica”:

in un sistema politico con il suffragio universale, la componente non razionale dell’elettorato e’ sempre irrilevante nel medio e lungo termine.

Quando vediamo un idiota che se ne va in giro a dire cazzate e diciamo “ma quello ha il diritto di voto” dovremmo aggiungere “ma tanto non serve a nulla”.

L’obiezione principale a questa argomentazione e’ che un governo immobile sia dannoso. Ma questo non e’ un problema, perche’ de facto il governo non e’ immobile: c’e’ sempre una parte razionale che governa il processo. Il problema e’ che il vociare dei cretini copre la minoranza razionale.

In un certo senso, il populista percepisce il problema, cioe’ si rende conto di essere uno zero della politica: poiche’ nessuno gli spiega che il suo voto vale zero perche’ non e’ figlio di una strategia razionale.

Il populista si illude che votando il suo voto valga uno, e che quindi la somma del proprio voto e di quella del voto del vicino di casa sia “due”. Il guaio e’ che il vicino di casa vota per lo stesso partito ma la pensa all’opposto . In questo modo, i due voti si annullano.

Perche’ i voti della base , quando opposti, paralizzino un partito e’ semplice: l’agenda e’ il desiderata degli elettori. Ma il problema di partiti come Lega e M5S e’ che quando cercano di capire cosa vogliano gli elettori riguardo ad un certo tema, la risposta e’ sempre quella: 50% contro e 50% a favore. Hanno dovuto inventare di sana pianta una piattaforma come Rousseau, che sembra dare la maggioranza ad una data scelta, proprio perche’ non riuscivano a capire che diavolo volesse la propria base.

Del resto, se sai gia’ che cosa vuole il tuo elettorato, che bisogno hai di interpellarlo con Rousseau? La risposta logica e’ che se hai bisogno di interrogare i tuoi elettori e’ perche’ non sai come la pensino. Ma in un partito i leader sanno bene cosa pensino gli elettori: dal momento che il partito ha delle idee e dei programmi, allora gli elettori che seguono il partito condivideranno quelle idee e quei programmi.

Ma nel caso di elettori non razionali, il comportamento e’ completamente casuale: l’esito di tali misure e’ inevitabilmente di 50%-50%, per ovvie ragioni statistiche. (La Piattaforma Rousseau, se restituisce quei numeri, andrebbe debuggata: quando i numeri contraddicono la matematica, si controllano i conti).

Ma supponiamo pure che la piattaforma Rousseau restituisca davvero i risultati che restituisce: come abbiamo detto, in un sistema di Wiener e’ possibile che per tempi brevi una singola particella sia spinta in alto o in basso. Ma se questa e’ l’ipotesi, in tempi piu’ lunghi la particella rimarra’ confinata , e non andra’ da nessuna parte.

Questo e’ il tipico moto di una particella, in due dimensioni:

Come vedete, e’ assai difficile dire che la particella stia “andando in qualche direzione”: in generale possiamo dire che si agita in un certo spazio, ma se qualcuno si aspettava che andasse davvero verso destra, sara’ rimasto deluso innumerevoli volte, quando la particella e’ andata a sinistra, e questo vale anche per sinistra, destra, sopra e sotto. Se allunghiamo i tempi, la particella colorera’ di nero l’intero grafico, senza mai uscire dal confine.

Questo e’ quello che misura, inevitabilmente, la “Piattaforma Rousseau”: se io vi chiedessi di calcolare la destinazione di questa particella, non riuscireste, cosi’ come se io vi chiedessi di capirne la “strategia”. Non ha alcuna strategia perche’ si muove casualmente.

I partiti populisti , cioe’, sono incapaci di strategia perche’ il loro elettorato si agita a casaccio, fatto da individui irrazionali. La strategia, se esiste, la puo’ fare una minoranza razionale che governa il partito, approfittando del fatto che la resistenza applicata dal resto del partito sara’ quella di un liquido, di un fluido viscoso, ma alla fine dei conti nessun elettore “di pancia” agira’ mai in maniera razionale.

Allora possiamo riscrivere il teorema sopra:

In un sistema politico che ammette il suffragio universale, solo la minoranza che vota in maniera razionale e’ rilevante nel medio e lungo termine.

Questo significa che , in ogni caso, le élite vincono. In pratica, il partito che ha piu’ elettori razionali e’ il partito che riesce a portare a casa piu’ cose per i propri elettori, a prescindere dalla partecipazione al governo in carica.

E questo non cambia per qualsiasi numero di persone-zero che vogliano partecipare. Anche se qualcuno dice che prendere una persona-zero e dargli il voto sia un “nobilitarlo”, in realta’ e’ semplicemente un “sopravvalutarlo”. Ma quando il voto si traduce in politica, il voto degli irrazionali (cioe’ il voto della “pancia”) non ha alcun peso e non ottiene mai quello che il singolo uomo della pancia sperava. A prevalere saranno, immancabilmente, gli uomini dell’ élite, cioe’ quelli che votano razionalmente.

Il suffragio universale, cioe’, e’ esattamente cio’ che impedisce agli idioti ottenere quello che vogliono, anche quando vincono .

E se non ci credete, aprite il vostro browser e cercate per “brexit”.

QED.

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