L’Inquisizione resiste.

L'Inquisizione resiste.

L'Inquisizione resiste.

Sto seguendo il faticoso avanzare del decreto sulla presunzione di innocenza nel parlamento italiano, e il problema e’ che se ne parlo con qualche amico tedesco non riesco a spiegare perche’ questa sia una vittoria. Sono ancora due o tre gli stati in Europa che hanno un processo di tipo inquisitorio, e tra questi ovviamente c’e’ l’Italia, anche se “teoricamente” si dice che non e’ “completamente” inquisitorio.

La vulgata comune lascia pensare che il processo italiano si stia muovendo in direzione del piu’ civile processo accusatorio, e che quindi ci siano ancora residui di poco conto da eliminare per avere un processo non medioevale. In realta’ succede questo: la UE ha fatto una legge che obbliga tutti i paesi a seguire la presunzione di innocenza, ovvero ad amministrare la giustizia partendo dall’ipotesi che chi viene accusato sia innocente sino a quando non esista alcuna possibilita’ logica che lo sia, ovvero sia dimostrato colpevole.

Il problema e’ che questa richiesta non viene accolta con spallucce del tipo “guarda che e’ gia’ cosi’ da decenni” ma “non e’ cosi’, e non vogliamo che sia cosi’ perche’ ci fa comodo il processo inquisitorio”.

Qui bisogna fare un passo indietro. Esistono essenzialmente due tipi di processo: il processo inquisitorio e il processo accusatorio.

  • nel processo inquisitorio il giudice e il pubblico ministero (l’accusatore)  coincidono, o almeno sono intercambiabili. Di conseguenza il giudice puo’ formarsi un “libero convincimento” e condannare anche in assenza completa di prove. Il pregiudizio, cioe’, e’ un metodo accettabile e usato. La sentenza non richiede neppure di essere legale, cioe’ di conformarsi alle leggi: nel caso un livello superiore di giudizio la annullera’, ma al giudice non succedera’ nulla. La difesa e’ puramente estetica e mira a far cadere le aggravanti e usare le attenuanti al meglio. (se il giudice decide di seguire la legge quando scrive la sentenza, altrimenti se ne parla in appello). L’ Habeas Corpus e’ aggirato continuamente, aggiungendo accuse all’imputato.
  • il processo accusatorio. In questo caso accusa e difesa sono equivalenti, il dibattito avviene di fronte al giudice che non e’ solidale con nessuna delle due parti, e il giudice non puo’ condannare se non puo’ escludere che l’imputato sia innocente. Se la sentenza e’ illegale il giudice puo’ essere punito. La difesa puo’ svolgere indagini e raccogliere prove di cui l’accusa non e’ a conoscenza, per presentarle poi al processo. Esiste poi l’Habeas Corpus, che e’ molto difficile da aggirare. Esistono dizionari giuridici ove si definisce il significato giuridico di OGNI parola, da “bastimento” a “ridere”.

Nella descrizione del processo accusatorio, avrete riconosciuto quello che si vede nei film anglosassoni, e questo e’ dovuto al fatto che i paesi anglosassoni hanno deciso di usare questo modello. Siccome le persone credono di vivere nel mondo dei film americani, e non passano molto tempo nei tribunali, gli italiani credono che il processo sia accusatorio anche in Italia.

No, non lo e’. Gli Italiani sono cosi’ drogati dai film americani che sulla giustizia penale si illudono.  In Italia il processo e’ ancora in gran parte inquisitorio nella dottrina giuridica, e come se non bastasse c’e’ poi una mentalita’ dei giudici (che sono stati formati sotto il codice rocco fascista) che fa il resto. Davigo, sia chiaro, e’ uno dei piu’ civilizzati: gli altri sono di gran lunga peggiori di lui.

Una caratteristica del processo penale, qualsiasi processo penale, e’ che la stragrande maggioranza dei casi finisce nel dubbio. Non e’ un sistema binario 0 AUT 1, ove ti hanno beccato in diretta TV mentre rapinavi una vecchietta tenendo la carta di identita’ appesa al collo e rilasciando la fattura su carta intestata e hai messo su Facebook il selfie con la rapina (nel qual caso direi che tu sia colpevole) ,  oppure al momento dei fatti stavi giocando la finale dei mondiali in diretta e quindi hai un discreto alibi (nel quale caso si suppone che il rapinatore non sia tu) . In gran parte dei casi si lavora in mezzo a questi due valori, cioe’ nella zona grigia del dubbio. Le prove non sono quasi mai complete, la difesa dell’imputato appare ragionevole, il movente non e’ cosi’ chiaro, eccetera.

In tal caso, perche’ il processo sia DAVVERO accusatorio, deve entrare in campo il figlioccio della presunzione di innocenza, “in dubio pro reo”. Cioe’, in tutte le zone grigie bisognerebbe assolvere l’imputato. (significa: nella stragrande maggioranza dei casi). Il problema e’ che la definizione di “dubbio” indica un processo mentale che avviene nella mente del giudice. Ma nel processo inquisitorio il giudice ascolta anche le maldicenze , e si forma un’opinione durante le indagini e non in aula. Se anche non svolge le indagini e’ un collega di chi le svolge, ed e’ abituato a lavorare allo stesso modo del collega.

Di conseguenza, avere un buon avvocato in Italia conta pochissimo rispetto ad averne uno pessimo: mentre nei paesi con un processo accusatorio l’avvocato puo’ letteralmente smontare la tesi accusatoria e fare chiarezza , nei paesi a processo inquisitorio l’avvocato e’ solo un esperto nella burocrazia che ha preso il posto nel processo, e un esperto di attenuanti. Per questa ragione, come e’ ovvio, l’avvocato italiano e’ pagato molto meno dei suoi colleghi stranieri: il suo lavoro VALE molto meno. Non avrebbe senso staccare una parcella esosa ad un tizio che non fa altro che sollevare questioni di lana caprina e segnalare irregolarita’ nella procedura.

Come conseguenza gli avvocati italiani non sono spinti a diventare migliori per guadagnare di piu’, e la media degli avvocati e’ davvero scadente rispetto ai colleghi stranieri che hanno un processo accusatorio. E questo facilita ancora certi giudici. Un avvocato americano avrebbe smontato “Mani Pulite” in cinque minuti come “blunt pile of nonsense”, e senza nemmeno sudare , e Di Pietro sarebbe finito ad occuparsi di abigeato per la figura di merda: su 2600 persone che ha rovinato Mani Pulire, solo duemila sono state condannate in primo grado, di cui 1700 hanno avuto il processo annullato in appello. Nel mondo a processo accusatorio,  un accusatore del genere finisce in TV a vendere arrosticini per studenti di legge (qualsiasi cosa siano), e poi viene rovinato dalle richieste di risarcimento per l’abuso della carcerazione preventiva.

Se fosse avvenuta in un paese a diritto accusatorio, Mani Pulite sarebbe finita in un generale coro di risate, sinonimo di buffonata.

Il successo di Mani Pulite, e altre inchieste che non avrebbero nemmeno dovuto esistere (come l’invenzione di sana pianta della “Loggia P2”, poi finita nel ridicolo di una commissione parlamentare d’inchiesta)  sta nel “libero convincimento del giudice”, che consente di vedere scene come questa:

Accusa: signor giudice, non posso provare che e’ lui l’assassino, ma posso dimostrarle che ha cucinato la carbonara usando la cipolla. Ho le foto: roba vera, fatta a mano.

Difesa: si, ma era giovedi’ o venerdi’ quando ha cucinato cosi’?  Il venerdi’, infatti, e’ penitenza.

Giudice: costui e’ chiaramente colpevole di genocidio, eresia e zoofilia, me lo hanno detto gli Elfi del Portapane. Lo condanno alla ghigliottina elettrica dentro una camera a gas. Il caso e’ chiuso.

Appello: questa sentenza sembra scritta da un procione in acido. Pertanto annulliamo la pena. Pero’ il procione in acido e’ un mio amico e mi vende l’acido, quindi annulliamo la pena ma diciamo che l’abbiamo annullata perche’ la vera carbonara (cit Cristo) non e’ di questo mondo, ma i giudici di primo grado possono comunque avere fede quindi va bene va bene va bene cosi’, eeeeeeh. E poi, in un sistema inquisitorio, a che cazzo serve l’appello se non a cantare  gli Iron Maiden unplugged?

Cassazione: non sappiamo di preciso perche’ esistiamo visto che il sistema e’ inquisitorio, quindi diamo per scontato che siamo qui a sparare cazzate, bere rosolio e rompere i coglioni. La sentenza dell’ Appello non e’ ispirata dalla Sacra Minchia di Julius Evola, ma in qualche modo dobbiamo finire sui giornali per una sentenza assurda, quindi ordiniamo che il processo sia da rifare, ma con una colonna sonora dei Deep Purple.

L’accusa, cioe’, scrive un romanzetto che mette in cattiva luce l’imputato, aggiungendo dettagli inutili come “era scortese alle riunioni di condominio”, “gli piaceva la pizza con l’ananas”, poi i mass media poi rilanciano le accuse (filtrate in deroga alla legge)  formando l’opinione di colpevolezza, e anche in assenza di prove il giudice si forma l’idea di avere di fronte un colpevole. Perche’ lo dicono “tutti”, cioe’ i giornalisti. Il resto dei gradi di giudizio e’ semplicemente nonsense.

E qui adesso arriviamo al dunque: la nuova direttiva europea sulla giustizia non chiede nulla di speciale. Sarebbe molto piu’ devastante se chiedesse l’applicazione piena di principi come “in dubio pro reo”, (nel dubbio si sentenzia a favore dell’imputato), o nel rendere piu’ stringente l’ Habeas Corpus,  ma il principio di innocenza e’ veramente il minimo sindacale.

E allora come mai e’ cosi’ difficile? E’ difficile per due motivi:

  • sulla fine del principio di innocenza la stampa ci sta lucrando sin da Mani Pulite. I processi sono fatti in strada proprio perche’ in strada esiste un principio di colpevolezza, la stampa lo sa e ne gode per aumentare le vendite. Imporre il “principio di innocenza” significa assegnare un duro colpo alle vendite dei giornali e agli ascolti TV: nei paesi anglosassoni spesso vedete dei disegni degli imputati sui giornali perche’ non e’ neppure consentito fare foto durante alcuni processi.
  • sulla fine del principio di innocenza ci lucrano molto i partiti, che sono partiti dall’idea di trasformare ogni accusa in sentenza: i partiti populisti accusano sempre questo e quello di fare cose orrende, ma se osserviamo bene la quantita’ di volte in cui questo si traduce in denunce vere e proprie (nonostante una giustizia di merda), ne troviamo poche. Grillo ha accusato diverse aziende di crimini pesanti durante i suoi spettacoli (una volta ha detto che un tipo di cancro fosse una pura invenzione per vendere terapie, che sarebbe un bruttissimo reato) ma non ha mai presentato denunce a nessuna autorita’.

Tutto questo pero’ ha poco a che vedere persino con la magistratura, dal momento che alla fine dei conti un giudice non rischia nulla perche’ non esistono organi capaci di punirlo quando viola la legge: qualsiasi legge, per il giudice, e’ irrilevante: troveranno il modo di aggirarla, come fanno gia’ con il principio di terziarieta’ del giudice.

quelli che sono davvero dispiaciuti, e remano contro, sono i mass media e i partiti populisti, cioe’ il braccio politico del giornalismo.

Esiste un motivo per questo: quando si parla di “quello che dicono tutti” , in generale chi parla non puo’ effettuare sondaggi precisi. Quando si parla di “la gente”, in generale chi parla non sa davvero cosa pensino nella media le persone: non ha gli strumenti statistici.

Quando si dice “il popolo”, “la gente”, “lo dicono tutti” , eccetera, si intendono i tanti nomi dei mass media.

Chi dice “il popolo” intende cio’ che vede in TV e sui giornali. Chi dice “la gente” intende dire quello che si vede in TV e sui giornali. Chi dice “lo dicono tutti” intende dire che lo dicono i mass media.

Il partito della “ggente” e il partito “del popolo” non sono altro che il partito dei giornalisti. “Lo dicono tutti” significa “lo dicono i giornalisti”. I partiti populisti sono il braccio politico dei mass media, e “populismo” e’ semplicemente un altro nome del gossip giornalistico.

Una riforma che vada nel senso della presunzione di innocenza limita sia i mass media, che i partiti ispirati ai mass media, cioe’ il braccio politico dei mass media.

Il dibattito, quindi, non e’ fatto tra “garantisti” e “colpevolisti”, ma tra “giornalisti & sicofanti dei giornalisti” e “persone civili”.

Non per nulla, la riforma si concentra molto sul fatto che intercettazioni e atti dei processi finiscano nelle mani dei giornalisti prima della sentenza, formando una convinzione di colpevolezza PRIMA della sentenza, ed e’ proprio questo il punto del testo della riforma.

Il problema della giustizia italiana, cioe’, e’ il giornalismo.

L'Inquisizione resiste.
Non molto diverso da quanto accade veramente.

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