Lingua in bocca con la casalinga di Voghera.

Non sono Dante Alighieri. Lo so benissimo. Scrivo nel tempo libero, per lavoro scrivo solo documentazione di progetto, quando scrivo sul blog scrivo in fretta, vengo interrotto mentre scrivo , e spesso riprendo a scrivere con idee diverse nella mente. Non ho tempo per la correzione di bozze,e  mi manca quel piacere sibarita di avere un precario sottopagato che corregge le bozze, come invece succede presso i grandi giornali. Ma a quanto vedo, sono in buona compagnia.
Prendiamo Elkann e la sua storia del “mi hanno frainteso”. Non e’ certo la prima volta che si sente. E’ stato frainteso Berlusconi (non so quante volte), e’ stato frainteso Monti, se cerco “sono stato frainteso” su Google trovo migliaia di pagine.
A quanto pare, siamo di fronte ad un fenomeno linguistico impressionante. Sembra che sia quasi impossibile per le classi dirigenti esprimersi chiaramente. In che modo Berlusconi possa dirigere quel che dirige se e’ cosi’ facile fraintenderlo, rimane un mistero.Che si tratti di dirigere Fininvest o di dirigere un festino, insomma, se vi fraintendono in Fininvest succede un disastro in borsa, se vi fraintendono in un festino vi trovate con Johanna Holmes, trans brasiliana nota per il cognome , a cercare la luce alla fine del tunnel. Che non e’ un treno , ma credo che la sensazione sia piu’ o meno quella.

In che modo Monti sia arrivato ad essere preside , se non presidente del consiglio, venendo frainteso su frasi tutto sommato semplici, tipo “il posto fisso e’ monotono”, e’ un mistero. Spero che non abbia insegnato finanza venendo frainteso. Uhm. Sapete che ho dei sospetti?Ora, io non sono piu’ residente in Italia, ma visto che probabilmente lo siete voi, vi chiedo:

Insomma, il cittadino italiano puo’ ancora sperare in una classe dirigente capace di pronunciare chiaramente delle frasi (tutto sommato semplici)  in italiano?
La frase “il posto fisso e’ monotono” non e’ una di quelle cose difficili da spiegare. “Il posto fisso” sembra essere il soggetto, anche se “fisso” e’ riferito a “posto”. ” E’ ” sembra proprio la terza persona del verbo essere. “Monotono” , anche se fischietta con noncuranza, ha tutta l’aria di un aggettivo. Si sgama facilmente.

Eppure, una semplice frase di questo genere sembra essere fuori dalla portata espressiva del preside della Bocconi. Meno male che non gli abbiamo chiesto di spiegare una cosa come questa:

Il saggio individua nell’aporetica della «contraddizione» e della sua equivoca parentela teo-logica con l’aporetica della «contrarietà reale», il crocevia per proporre una definizione aperta della molteplicità e della vita del pensiero. L’accadimento discorsivo della vita è quindi analizzato e interpretato a riscontro dell’aporetica russelliana delle classi.

meglio di no, eh?
E’ fondamentale capire questa cosa, perche’ scrivere in Italia sta diventando pericolosissimo. Sta diventando pericolosissimo perche’, effettivamente, se una frase tutto sommato semplice va oltre le capacita’ di comunicazione della classe dirigente, viene da pensare che le persone comuni si esprimano a grugniti, come gli “operai UNZ”  di Altri Robot.
Lo dico per via di un altro episodio che mi sta accadendo: a quanto pare, l’ultimo dei tizi che pensavo di aver offeso , si e’ offeso per una cosa che ho scritto. Sebbene l’articolo menzioni l’articolo sulla stampa in poche righe, riferendosi poi alla stampa intesa come insieme globale dei giornali e dell’informazione giornalistica, qualcuno ha ritenuto che TUTTO l’articolo fosse dedicato a lui, nonostante solo poche righe parlassero di lui:

Quando vedo sulla Stampa un articolo che inizia dicendo “Fa sorridere che Merkel scopra all’improvviso che il nostro traffico passa per gli Stati Uniti” , quello che sorride sono io. Semmai, bisogna chiedersi se alla Stampa sappiano quanto c’e’ in ballo in questo momento, quali siano i player tedeschi nel mondo dei carrier, e che cosa facciano. Quelli che mi fanno sorridere sono i giornalisti che non sanno bene quanto del loro traffico passi su dispositivi di ADVA e di ALU.

questa e’ l’unica parte in cui si menziona “la stampa” come giornale ed un articolo in particolare.
Certo, capisco il problema: se facciamo giornali che si chiamano “La stampa”, e giornali che si chiamano “il giornale”, diventa un pochino un problema parlare di un giornale senza che si inalberi Il Giornale , e allo stesso modo ad arrabbiarsi con la stampa italiana si rischia di arrabbiarsi con La Stampa. E se mi dite che mettendo le maiuscole distinguere i sostantivi sia piu’ semplice, e’ solo perche’ non avete ancora studiato tedesco.
Ovviamente, se cominciamo a chiamare “Detersivo” un detersivo, e se la prossima auto di Fiat si chiamasse “Auto”, la vita diventerebbe molto difficile per tutti. Altrove e’ piu’ semplice, perche’ anche tuonando contro gli specchi, difficilmente si incazzano allo Spiegel.
Ma tant’e’: e’ un maledetto fatto che “la stampa” sia menzionata nel mio articolo come “i giornali” – oddiomio, adesso mi scrive la Santanche’ ? – quindi dovrebbe essere chiaro quando mi riferisco all’insieme di giornali , mentre per uno strano caso (o forse sto prendendo abitudini tedesche) ho persino messo la S maiuscola quando ho parlato della Stampa come giornale, quella volta che l’ ho fatto.
Ma non e’ qui il punto, perche’ sto parlando di scrittura, e non di lettura: il punto e’ la giustificazione , che e’ sempre quella: “Ma io scrivevo per gli ignoranti, per la casalinga di Voghera“. Davvero tutti i giornali continuano a scrivere castronerie perche’ parlano agli ignoranti?
Onestamente mi verrebbe da chiedere come ci si aspetti che gli ignoranti sentano il bisogno di allitterarsi, quando si continua a scrivere senza nemmeno fornire loro spunti di approfondimento.
Ma la domanda vera e’: ok, diciamo pure che ogni casalinga di Voghera sia ignorante. Si ammettera’ bene, vivaddio, che esistano ANCHE persone non ignoranti? E’ possibile sapere perche’ il fatto che gli ignoranti esistano COSTRINGA TUTTI, e dico TUTTI gli articolisti in materia di informatica a scrivere superficiali sciocchezze?
Ora, io non sono piu’ residente in Italia, ma visto che probabilmente lo siete voi, vi chiedo:

Puo’ ancora, il cittadino italiano “MENO IGNORANTE” coltivare la speranza che i giornali si ricordino della sua esistenza, e che scrivano ANCHE due righe per lui?

Ok, lo ammetto. La FAZ (www.faz.de ) a volte e’ gradevole quanto un’afta epizootica. Se gia’ il tedesco e’ una lingua dai suoni “lontani dalle lingue latine”, la FAZ fa di tutto per scrivere in modo che vi occorrano mesi per decifrare una frase. Se volete imparare il tedesco potete leggere lo Spiegel. Se volete morire nel tentativo, andate pure con la FAZ.
Pero’ esistono anche vie di mezzo. Giornali che sono ancora dei quotidiani, e che hanno “l’angolo dell’esperto”. Cosi’, se la casalinga di Leinfelden-Echterdingen,  (che e’ gemellata con Voghera) legge, sa che se non ci capisce nulla e’ per via del fatto che si chiami “l’angolo dell’esperto”. E domani compra il Bild, con le tette in copertina.
E poi, che senso ha chiamare un esperto da Harvard per dire cose che sono alla portata della Casalinga di Voghera? Ha senso? Quale VALORE mi da’ un’opinione che NON viene di fatto espressa, (sto dando per scontato che esista, prima che mi citino per danni da Harvard!) solo perche’ c’e’ la firma dell’esperto di Harvard?
Ora, io non sono piu’ residente in Italia, ma visto che probabilmente lo siete voi, vi chiedo:

Il lettore italiano puo’ ancora sperare che , quando legge il parere di un esperto di Harvard su un giornale, ci trovera’ qualcosa che non potrebbe sentire se non da un esperto di Harvard?

E’ come se per vendere una Dewoo Matiz a metano ci scrivessimo sotto “proogettata dagli ingegneri della sportiva piu’ veloce del mondo”. E poi ci giustificassimo dicendo “ehi, ma e’ una macchina che viene guidata dalla casalinga di Voghera”. Ok, ma allora potremmo anche scriverci sotto “progettata da mio cugino”: non servono i progettisti della sportiva piu’ veloce, per una Matiz a metano.
Allora, in un articolo scritto da un luminare di Harvard, non ci trovo una temino da terza media, per poi sentirmi dire “ma e’ per la casalinga di Voghera”. No, non funziona cosi’.   Se ci metti un luminare di Harvard, deve scrivere qualcosa che io non possa sentire se non da un luminare di Harvard.
Ma poi, la casalinga di Voghera e’ cosi’ stupida? Diamo di conoscere poco il Piemonte , sede della Stampa, e di limitarsi all’ Emilia, che conosco bene.
Ora, molto di quello che si fa in emilia , lo fanno gli emiliani. Lo so, anche il Resto del Carlino.
Diciamo allora che in Emilia c’e’ Ferrari, o Ducati. Ok? Ok. Chi ci lavora non sara’ proprio un perfetto idiota. E non avra’ sposato una perfetta idiota. Ok, qualche volta capita. Ma  a meno che in Ferrari non amino la moglie cretina per questioni di aerodinamica, sono propenso a credere che non siano tutte cretine, le casalinghe di Sassuolo e di Maranello.
Bene. Poi in Emilia c’e’ la corrente elettrica E insomma, qualcuno ha fatto dei calcoli, e ha scritto dei progetti, alla fine portare la corrente elettrica a tutti non e’ una roba da stupidi. E neanche portare il telefono in ogni casa. E neanche tenere su una rete idrica. E i treni passano. E gli ospedali funzionano.Ci sono un sacco di evidenze dell’esistenza di vita intelligente in Emilia, per dirla i stile NASA.

Insomma, alla fine dei conti, se una regione come l’ Emilia (e probabilmente come tutte le regioni italiane)  ha dei servizi, un bel pochino di gente non e’ propriamente ridotta all’imbecillita’. In generale  i lettori dei giornali sono le stesse persone che fanno andare la rete energetica, idrica, le imprese, le ferrovie, gli ospedali, e non e’ necessariamente una cosa stupida o semplice.

E se la casalinga di Voghera fosse intelligente?

Per quanto l’esistenza degli idioti sia innegabile, se una nazione riesce comunque ad avere un qualche strato di servizi, e riesce a svolgere funzioni complesse come la sanita’  o la grande ristorazione, insomma, il numero di idioti sara’ alto, MA NON COSI’ ALTO.
Insomma , gli italiani mandano avanti quasi il 100% di tutto quel che succede, anche di buono, in Italia. Se leggete questo articolo dall’italia, come minimo qualcuno che ha fatto andare una rete di accesso ci sara’ pure!

Ora, io non sono piu’ residente in Italia, ma visto che probabilmente lo siete voi, vi chiedo:

Potete ancora sperare che dentro i giornali qualcuno abbia fiducia nella vostra intelligenza, o siete condannati a venir considerati dei perfetti idioti?

dico la verita’: a me a volte sembra una scusa.
Si, lo ammetto: potrei anche, volendo, correggere meglio i miei post. Ma sono pigro, e poiche’ il tempo effettivamente scarseggia, mi nascondo dietro ad un fatto piu’ piccolo della verita’.
Ecco, a me a volte sembra che la Casalinga di Voghera, questa incompetente in OGNI materia , che sarebbe il 100% dei lettori , sia un pochino una foglia di fico. Cosi’ come a volte il poco tempo che mi resta per scrivere qui e’ una foglia di fico per una certa pigrizia, spesso ho il sospetto che la casalinga di Voghera sia una foglia di fico .

Certo, certo. Non ho prove. Certo, sicuramente non posso dimostrare quel che dico a fronte di vistosi curriculum. Cosi’, “let’s rephrase it”:

voi che scrivete inesattezze ed omissioni per soddisfare la Casalinga di Voghera, non vi siete mai chiesti come mai siete cosi’ bravi a farlo?

ecco, quando uno e’ cosi’ bravo a parlare coi somari, poi deve anche spiegare da dove venga, questa bravura.
Ed e’ per questo che consiglio ai giornali (ma non solo al Giornale! ) e alla stampa in generale (ma non a chi comanda divisioni di soldati dentro La Stampa) di smetterla di scrivere SOLO per la casalinga di Voghera.
Qualcuno potrebbe pensare che siete davvero TROPPO bravi, nel calarvi al suo livello. Che quasi quasi ce l’abbiate nel sangue, ecco. E che non ci siano prove, in fondo, del fatto che sappiate scrivere anche per altri.
Anche perche’, andare in giro ripetendo che il vostro giornale deve prima di tutto pensare agli idioti non e’ che sia un gran biglietto da visita, sapete?

Uriel

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