L’imboglio antropologico.

Ho detto diverse volte che odio e disprezzo la democrazia, e questo e’ stato preso, come al solito, per un discorso sulla qualita’ del governo democratico, o sui principi che sostengono la dialettica della democrazia. In realta’ non si tratta di una critica o una conclusione relativa al tipo di governo, ma agli effetti che la democrazia produce sulle masse, ovvero il loro progressivo abbruttimento.
La democrazia, come inganno, si basa proprio su questo: quando discutete di democrazia, discutete del fatto che blablabla liberta’, blablabla diritti, blablabla partecipazione, e cosi’ via. Espressa cosi’, la democrazia sembra quasi un sistema perfetto, ed in effetti la classificherei alla voce “utopia”, cioe’ qualcosa che, come il socialismo di Marx o l’anarchismo , si puo’ pensare, ma la sua realizzazione e’ destinata al disastro.
Certo, se quando si discutesse di democrazia qualcuno menzionasse i Furio Colombo e i Feltri, se qualcuno  vi mostrasse l’orrore antropologico nel quale la societa’ sprofonda ad ogni appuntamento elettorale, probabilmente le cose andrebbero in maniera diversa.

Ed e’ questa la ragione per la quale vorrei che la democrazia finisse: trovo orribili , e non giustificati dai presunti benefici del governo del popolo, gli effetti che essa ha sulla popolazione.
Se osservate l’italiano oggi, cioe’ prima di un appuntamento elettorale, vi troverete un’umanita’ orribile. Persone che normalmente sono razionali e amabili , cioe’ umane, improvvisamente sprofondano nel buio del rancore, le vedete parlare con le vene del collo gonfie e gli occhi iniettati di sangue, insomma, quello che vedete e’ quella bestia subumana che normalmente e’ l’ultra’ di  una tifoseria calcistica, la bestia dall’aspetto (vagamente) antropomorfo.
Una mia amica sarda dall’animo poetico un tempo uso’ un’espressione che suonava cosi’ “odio quando le persone iniziano a dire parole che cercano il sangue”.  E aveva ragione: probabilmente non vi osservate mentre siete in questo delirio; tutti coloro che si occupano di politica iniziano a perdere ogni lume della ragione (1), che iniziano a vivere gioendo di ogni male capiti alla controparte, che si trasformano in fanatici , in orrende belve assetate di dolore.
Se pero’ l’ultra’ di calcio, il subumano tifoso viene (giustamente) considerato un problema da risovere, la democrazia come sistema giudica lo stesso tipo antropologico , il supporter politico, come qualcosa di buono, bello, utile. E’ come se dicessimo che l’esibizione di bestialita’ subumana cui assistiamo ogni domenica sia positivo perche’ permette al tifoso di dire la sua nella gestione delle societa’, come se enunciassimo il diritto ai cori razzisti perche’  alla fine concorrono al governo pubblico del calcio.
In realta’ non e’ vero; il militante politico e’ bestiale , odioso e orribile quanto lo e’ l’ultra’ di calcio; analogamente si muove in branco, sotto gli occhi di tutti e’ la sua bestiale soddisfazione nel male altrui, la libidine che prova nell’insultare, nel pronunciare parole che, direbbe la mia amica, “cercano il sangue”.
Questo e’ il terribile peggioramento che la democrazia infligge alla popolazione ; la democrazia in se’ non puo’ esistere proprio per questo; ad ogni appuntamento elettorale la popolazione scende ai gradini piu’ bassi dell’umanita’, e alla fine delle elezioni solo meta’ di loro trovano pace, gli altri rimangono a biascicare rancore in qualche abisso dello spirito.
E’ ovvio  che , nel tempo, l’umanita’ peggiori sempre di piu’, e la qualita’ della popolazione diventi sempre piu’ infima.
E’ questo l’effetto della democrazia: la riduzione del cittadino ad un lombrico rabbioso che sguazza in qualche melma, alla ricerca di un pezzo di merda piu’ gustoso del solito, o della soddisfazione di veder morire un altro lombrico.
Mi si dira’ che come sistema di governo di qui e di la’, ma non e’ questo di cui sto discutendo;  io sto discutendo gli effetti antropologici che la democrazia ha sulla popolazione, ovvero il suo progressivo abbruttimento. E se volete dirmi che all’estero sia diverso, sbagliate di grosso: la “massa” inglese o americana e’ orribile quanto quella italiana, e lo stesso dicasi di Germania e Francia; il cosiddetto cittadino comune, la casalinga di Voghera, e’ una sconfinata distesa di merda tale e quale.
A che cosa e’ dovuto questo? E’ dovuto al continuo sguazzare nella melma della politica, nella parola che cerca sangue, nella soddisfazione a vedere la controparte soffrire, in tutto quello sconfinato spettacolo di miserie umane che la camapagna elettorale ci mostra, e che vediamo bene.
Me ne accorgo, nel mio piccolo, su questo blog: non appena si avvicina qualche appuntamento elettorale, numerosi commentatori che normalmente sono persone amabili si armano di bandiera, sciarpa, e pretendono di postare commenti fatti di parole che “cercano sangue”. L’attacco alla persona diventa normale, esibire miserabile compiacimento per le disgrazie altrui diventa motivo di vanto, ci mancano solo i cori razzisti e gli applausi per l’infortunio del giocatore.
E’ ovvio che quando noto qualcuno sprofondare in questo abisso, io come risposta mi limiti a cassare il post; tuttavia questo non toglie che io assista al fenomeno, che io lo trovi disgustoso, che io lo odii e lo disprezzi.
Un tempo, credevo che questo abbruttimento generale fosse un “male necessario”, un prezzo da pagare per poter vivere in democrazia. Poi ho capito la semplice verita’: questa gente, questa orribile umanita’ di bestie subumane , sono proprio quelle che la democrazia la fanno.
Ho dedotto, e ne sono convinto, che la democrazia prima spinga la persona ad un abisso bestiale di odio, rancore e malevolenza, e proprio mentre la persona si trova in quello stato la porta a votare. Il risultato non puo’ essere che una discesa sempre piu’ profonda nell’abisso, un gradino alla volta, sempre piu’ in basso elezione dopo elezione.
E no, la democrazia come governo e’ al servizio del popolo. Essa potra’ anche offrire liberta’ , diritti e tutto quanto, ma a che cosa serve tutto questo se la popolazione e’ ormai ridotta ad una brulicante massa di lombrichi antropomorfi che sguazzano nei propri escrementi alla ricerca della soddisfazione di qualche bassa libidine?
La mia personale opinione e’ che i vantaggi della democrazia come sistema di governo NON siano sufficienti a ripagare il danno tremendo che essa infligge della distruzione dell’umanita’. La democrazia e’ un sistema antiumano, un sistema misantropo, che si sostiene su una dialettica che la presente come miglior governo possibile, ma ipocritamente, subdolamente non menziona gli effetti collaterali, non menziona mai i Feltri e i Furio Colombo, non menziona mai gli Sgarbi e i Michele Serra, non menziona mai i Grilli, i santori e i travagli, non vi mostra mai le masse che vanno in piazza gridando “galera, galera!” con la bava della libidine alla bocca.
Mi spiace, ma non credo che i vantaggi della democrazia come governo siano sufficienti a ripagare dell’effetto antropologico che la democrazia ha sulle masse. Se dovessi scegliere tra una teocrazia che e’ un governo pessimo ma forma popolazioni ispirate ad altissimi principi morali, e una democrazia che e’ una forma di governo migliore ma riduce l’uomo a un lombrico che sguazza nella propria merda, beh, la mia scelta va alla teocrazia.
Siamo tutti qui a pregare che gli iraniani caccino i teocrati. E per che cosa? Che futuro avete da offrire loro? Obama il cretino strafigo? Di Pietro e i suoi subumani viola che si masturbano sognando il carcere per altri? Feltri? Furio Colombo? Il Giornale? La Repubblica? PER CHE COSA dovrebbero lottare e farsi ammazzare?
Dovessi parlare con uno studente iraniano, gli direi di lasciar perdere. Gli spiegherei che e’ fortunato; perche’ al prezzo di alcuni diritti ha conservato la sua umanita’, ha conservato alcuni valori (per i quali lotta, illudendosi che siano i valori realizzati dalla democrazia, poveri illusi!).
Certo, se potessi avere la democrazia e insieme la stessa popolazione che vive in dittatura, una popolazione che mette il futuro e gli ideali al di sopra della propria vita, sarebbe perfetto. Ma la realta’ e’ che dobbiamo scegliere.
Da un lato la dittatura, con un governo normalmente pessimo, ma una popolazione che ha conservato la propria umanita’ e sogna , e lotta PER qualcosa, senza abbruttirsi nell’odio e nel rancore. Una popolazione che si considera “popolo”, che dice “noi” pensando “tutti”.
Dall’altro la democrazia, con tutto lo squallore che possiamo veder crescere ad ogni elezione. Un governo tendenzialmente migliore, ma una popolazione che perde progressivamente ogni traccia di umanita’, che lotta solo CONTRO qualcosa, che sprofonda nell’odio , nel rancore, nell’astio. Una popolazione orribile che non si considera “popolo” ma soltanto “partito”, che non dice “noi” pensando “ma non voi”.
Mi spiace, ma se queste sono le alternative, preferisco la prima. Non ritengo che i presunti vantaggi del governo democratico siano sufficenti a pagare il prezzo dell’orribile sfugurarsi di tutto un popolo, di un’umanita’ che diventa astiosa, rabbiosa, orribile.
Odio e disprezzo la democrazia per gli effetti che essa ha sulla popolazione, prego e spero che essa finisca quanto prima, per le ragioni di cui sopra.
Qualcuno mi dira’ “ma in dittatura non potrai avere il blog”, “ma in dittatura non potrai dire la tua opinione”, o che so io. La mia risposta, visti i pro e i contro, e’ molto semplice:
“affare fatto. Quando si comincia”?
Sono perfettamente disposto a rinunciare al blog, a scrivere, alla mia liberta’ di espressione, di parola, di voto, a patto di veder fermare questo orrore antropologico che si ripete ad ogni elezione.
Per me, sarebbe un prezzo ragionevole da pagare.Questo e’ qualcosa che non ho mai nascosto, e che personalmente non fatico a dire, anzi; come chi semina sparge semi sperando che germoglino , vorrei che si diffondesse la consapevolezza che la democrazia non e’ un sistema obbligatorio, non e’ la fine della storia, non e’ il sistema definitivo, e’ qualcosa dalla quale si puo’ uscire, un incubo dal quale ci si puo’ svegliare.

Uriel(1) E sono ancora i fortunati, c’e’ gente che e’ in campagna elettorale perenne.

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