Libia: chi vuole l’Italia in guerra?

I giornali italiani stanno facendo a gara nel riportare le minacce dello stato islamico di Libia, che sarebbe “a sud di Roma”  (senza specificare quanto) e quindi costituirebbe un tale pericolo per voi che sarebbe necessaria una spedizione militare per debellarlo. Se inizialmente capivo la necessita’ di tale sparata politica , oggi sto iniziando a notare una “strana” determinazione nel portare avanti l’idea che gli italiani tutti sarebbero in pericolo per via dell’ ISIS (o IS, come preferite), in Libia.

Andiamo a mettere un ordine di magnitudo alla cosa.
La prima domanda che verrebbe da porsi e’ perche’ mai l’ Italia sia piu’ preoccupata di, che so io, Malta. Eppure, Malta si trova nel bel mezzo del percorso tra Libia e Italia, e’ piccola, ed e’ una preda almeno alla portata di IS, sul piano numerico.

In realta’ non e’ proprio cosi’: per una ragione. I “soli 350 km di distanza da Lampedusa” (1) , quando si tratta di distanze marittime, sono tanti. Tantissimi. In mare uno stupido drone ti affonda con un Hellfire. In mare uno stupido radar ti vede arrivare quando sei ancora a centinaia di km di distanza. Se anche IS potesse procurarsi navi da sbarco e mandare 5000 uomini a Malta, basterebbe UN solo pezzo di artiglieria navale a Malta per affondarlo poco dopo la partenza.
Se parliamo di minacce missilistiche, l’ultimo tentativo risale a Gheddafi, con gli SCUD/B. Che avevano (e hanno) a malapena la portata per rasentare Lampedusa. Ma oggi non siamo piu’ negli anni ’80, e abbattere uno SCUD/B e’ alla portata di quasi tutti i sistemi antimissile. Non vi serve piu’ un Patriot, insomma.
La probabilita’ che lanciando un missile dalla Libia verso l’italia esso possa colpire sono praticamente nulle. Specialmente se consideriamo un missile di quelli che potrebbe avere IS, cioe’ nessuno.
Anche mettendo insieme tutti gli effettivi di IS in Libia, poi, si ottengono qualcosa come 3000 uomini, forse 4000. Ma se anche fossero 10.000, non e’ che con 10.000 fanti dall’armamento leggero uno possa organizzare uno sbarco in Italia.
Rimane il pericolo terroristico, ma esso non aumenta assolutamente rispetto al reclutamento telematico. Visto che l’onnipotente NSA sembra non essere al corrente del reclutamento di persone VIA INTERNET – mica male per gente che ruba le sim europee (1) – , e’ molto piu’ semplice per IS , volendo attaccare in Italia, reclutare direttamente in Italia usando internet.
Non esiste, cioe’, alcun pericolo che gli uomini di IS possano arrivare a Roma. Non siete gli psichiatri di IS, e non dovreste per forza ascoltare ogni cosa quella gente sogni la notte.
Allora torna in auge la medesima domanda: perche’ i giornali italiani cercano di convincere la popolazione del fatto che sia necessario, per l’incolumita’ dell’ Italia, un intervento in Libia?
Beh, per prima cosa, chiediamoci chi e cosa sia “IS”.
Supponiamo che io voglia andare a combattere per IS domani. E che io sia in contatto con un reclutatore di IS, tale Jassem.
Allora io potrei fare diverse cose.
  1. Prendere un aereo per Tel Aviv, ove mi accoglie Jassem, e insieme raggiungiamo il confine con la Siria, da dove ci uniamo agli altri. Peccato che il Mossad mi intercetti gia’ in aereo, e Jassem si trovi in un carcere israeliano molto prima del nostro incontro.
  2. Potrei andare in Giordania. Ove Jassem mi aspetterebbe, pronto a varcare il confine orientale, per unirci ad IS. Peccato che il servizio segreto locale mi arresterebbe gia’ in aereoporto, e Jassem sarebbe stato fritto nell’olio da qualche tribu’ , molto prima di arrivare in aereoporto.
  3. Potrei andare in Libano. Jassem mi aspetterebbe, e poi attraverso il confine siriano, risalendo il percorso dei profughi , ci riuniremmo a IS. Peccato che Hetzbollah ucciderebbe Jassem e anche me.
  4. Potrei andare in Arabia saudita, ove Jassem mi aspetterebbe per varcare il confine nordorientale. Peccato che i sauditi ci ammazzerebbero entrambi pochi minuti dopo aver ritirato i bagagli.
  5. Potrei andare in Iran, e poi cercare di muovermi in occidente, lungo il confine ex iracheno. Peccato che i Pasdaran sarebbero gia’ li’ ad aspettarci , con la corda e il sapone.
  6. Oppure potrei andare in Turchia. Dove atterrerei, incontrerei Jassem con un bel cartello ” PER IS DA QUESTA PARTE” , prenderemmo un’auto con la scritta “oggi martiri” sulla targa, e non avremmo nulla da temere. Passeremmo un confine sorvegliatissimo per evitare che i curdi aiutino i Peshmerga per via della capacita’ magica delle nostre barbe.
ora, ho scritto in rosso l’ultima parte, perche’ come vedete c’e’ una , come dire, “vaga differenza” tra quello che succede in tutti gli altri posti e quello che succede se passate per la Turchia.
Non vi fa pensare a nulla, il fatto che gli occidentali “reclutati per combattere nell’ IS” passino per la Turchia, indisturbati, mentre per tutti gli altri paesi siano “vagamente disturbati” (tipo incarcerati e impiccati quando va bene)?
Adesso proviamo a dare una ratio a questa cosa strana.
Negli ultimi anni in Medio Oriente abbiamo visto crescere una certa influenza sunnita. Cui ha fatto da bilancino una certa aggressivita’ iraniana. Le potenze regionali attive erano Iran e Siria, che si espandevano verso il Libano usando Hetzbollah, poi c’erano i Sauditi che attraverso la Giordania (regno imparentato con i sauditi) espandevano la propria influenza e i propri investimenti. In Iraq, i curdi ottenevano sempre piu’ indipendenza presso il nuovo regime di Baghdad, mentre a sud si espandevano gli sciiti, e mentre nelle zone sunnite l’influenza saudita era potentissima.  Israele faceva le cose che fa Israele, come al solito.
Ora, la domanda era: e la Turchia che faceva? Si girava i pollici? Lasciava chiunque libero di imperversare nella zona come gli pareva?
Guarda caso, compare IS. Che scompagina i piani dei curdi, devasta la Siria, massacra gli sciiti dicendo che sono apostati, massacra pure i sunniti filosauditi dicendo che sono troppo poco islamici, massacra Hetzbollah perche’ sono troppo laici, e minaccia la Giordania.
Ma guarda che strana combinazione, eh? Se non ci fosse stato IS, ad Ankara dovevano proprio inventarne uno.
E guarda caso, i turchi sono sempre tiepidi, se non contrari, ad intervenire contro IS. Bloccano i confini per impedire il passaggio di rinforzi curdi , ma non fermano gli arruolandi occidentali : quale occidentale di Londra non e’ una volpe nell’attraversare le montagne turche, del resto? Si ritirano di fronte ad un gruppo di scalmanati che per l’esercito turco e’ meno problematico di un’esercitazione domenicale, e si oppongono sin da subito all’idea di mandare le proprie truppe. E come se non bastasse, si mettono a comprare il petrolio da IS illegalmente, finanziandolo: mica male, per un paese nel quale se date due euro al PKK vi stanano e vi arrestano.
Ma che strano, eh? Magguarda te. I Turchi non combattono contro la cosa migliore che potesse capitare loro in quella zona. IS.
IS odia qualsiasi islamico sia un pelino meno islamico di loro. Persino i sauditi non sono abbastanza islamici. E dei turchi che ne pensano? Beh, loro vanno benissimo. IS non ha mai minacciato la Turchia, non abbiamo sentito neanche un rimbrotto contro il modo turco di vivere l’islam, non abbiamo sentito di zone di etnia turca colpite da IS.
Ma che straaaaaano, eh? Eppure, i turchi non sono poi questa culla dell’islam fondamentalista, per quanto non vedano l’ora. Strano anche che non siano stati attaccati occidentali in Turchia, visto che alla fine dei conti, dalla Turchia passano tutti gli arruolandi occidentali di IS ed i loro reclutatori si muovono indisturbati.
Anche con Israele non sono poi cosi’ cattivi e incazzosi, e per esempio NON si infiltrano a Gaza, o nei territori occupati. Stranocchio, che abbia a che fare con gli ottimi rapporti commerciali tra Turchia e Israele? Eppure, sono tanto ossessionati dalle crociate, fatte per liberare la terrasanta, che si trova… uhm… in Israele. Strano, eh?
Ricapitolando:
  1. IS scompagina tutti i piani di espansione di sauditi, iraniani , siriani e curdi.
  2. IS attacca tutti i nemici della turchia, accusandoli di essere troppo poco islamici.
  3. IS dimentica i costumi vagamente – poco islamici – della Turchia.
  4. IS non ha questa ossessione anti-israeliana che ci si aspetta dai “buoni musulmani”
  5. IS e’ ossessionato dalle crociate, ma dimentica il dettaglio “terrasanta”, ovvero “Israele”.
  6. IS attacca , in occidente, paesi come la Francia, il Belgio, la Danimarca, ovvero quei paesi che piu’ di una volta hanno detto NO alla Turchia nell’ unione europea.
  7. Se volete arruolarvi in IS, dovete solo chiedere un visto all’ambasciata turca, e contattare Jassem , che vi attendera’ in aereoporto.
ora, che diavolo ci vuole , ancora, per capire quale paese ci sia dietro ad IS?
Allora, scriviamolo in grande:

IS e’ semplicemente la versione TURCA di Hetzbollah. Dietro lo stato islamico c’e’ la Turchia. La Turchia arma, spalleggia e finanzia lo stato islamico.

detto questo, ed esiste una tale massa di comportamenti di IS coerenti con questa teoria che la possiamo considerare sperimentalmente dimostrata, arrivano i Sauditi, e il nuovo re saudita inizia ad appoggiare il nuovo regime egiziano. Brutta cosa, perche’ nel Mediterraneo l’ Egitto e’ l’unica nazione a competere con la Turchia, e come se non bastasse, controlla Suez.
E allora che ti fanno i turchi? Mandano IS a prendersi la Libia, per impedire ai sauditi di espandersi ancora ad occidente, prendendosi la Libia dopo l’ Egitto.
Adesso c’e’ un problema: che fare la guerra allo stato islamico equivale disturbare la politica egemonica turca in medio oriente e nel mediterraneo orientale. E la Turchia sta nella NATO.
Cosi’ per gli USA un intervento pesante e’ impensabile.  E lo e’ per qualsiasi alleanza capeggiata dall’occidente. In realta’ IS e’ militarmente inconsistente, sinora ha mostrato di potersi infiltrare nel caos, laddove il governo precedente non esiste piu’. Del resto, persino libanesi e giordani sembrano in grado di tenerli fuori dai confini. Si tratta di fanti raffazzonati, eterogenei e male addestrati, persino il PKK (chissa’ perche’ si parla di Peshmerga, quando poi e’ stato il PKK a raggiungere i risultati piu’ importanti, eh? Forse perche’ non fa comodo, uhm… ai Turchi? Magguarda te.).
Allora, e siamo al dunque, il problema di combattere IS e’ dovuto al fatto che:
  1. Dietro c’e’ la Turchia. E si sa nelle cancellerie occidentali. Si sa abbastanza da evitare scontri diretti.
  2. Si sa benissimo che IS, essendo un ente turco, non colpira’ altri che non siano gli ostacoli alla politica turca.
  3. Qualsiasi attacco risolutivo contro IS stroncherebbe il principale strumento di egemonia dei turchi.
detto questo, e’ chiaro perche’ farebbe comodo un intervento italiano. Farebbe comodo perche’ una Libia filoitaliana sarebbe l’unica cosa accettabile per la Turchia, mentre NON sarebbe accettabile un intervento egiziano, ovvero un intervento finanziato dai sauditi.

Una Libia occupata dall’ Italia e’ l’ UNICA soluzione che ai turchi andrebbe bene, in alternativa a cio’ che i turchi temono, ovvero una Libia colonizzata da soldi sauditi, e che andrebbe bene anche ai sauditi (alleati degli USA), in alternativa alle milizie filoturche di IS.

Questa e’ la ragione per la quale i giornali italiani stanno cercando di parlare di improbabili armi chimiche libiche in mano ad IS, di IS che vuole andare a Roma, di IS che si appresta ad assalire l’Italia, e tutte le altre fregnacce: si cerca una soluzione che piaccia sia ad Ankara che a Riad che a Washington.
E questo e’ un buon motivo per dire di NO a quella guerra: la Libia era stabilmente in mano a Gheddafi, che a parte le sue pagliacciate e le sue divise assurde, la teneva in ordine. E’ stata l’incompetenza di francesi ed inglesi a gettarla nel caos, consentendo cosi’ ad IS di infettarla.
Adesso, i casi sono due: o ci pensano Francia e Inghilterra, oppure si inizia a dire la verita’, si inizia a chiamare IS con il nome che merita di “milizia filoturca”, e si inizia a protestare con Ankara quando fanno le solite porcherie.
(1) Il fatto che IS possa impunemente reclutare gente in USA per lottare con lo stato islamico, usando Internet, mostra NSA per quel che e’: un sistema per lo spionaggio INDUSTRIALE ai danni dell’ Europa. Il fatto che la Merkel sia piu’ spiata del Califfo doveva gia’ parlare chiaro anni fa. E il fatto che Gemalto (azienda olandese leader nelle smartcard) sia stata spiata piu’ degli assalitori di Charlie Hebdo dovrebbe far capire come stanno le cose, casomai ce ne fosse bisogno.

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