Liberarsi di un peso?

Secondo post sul tema , giusto perche’ straordinariamente oggi ho piu’ tempo e ancora la casella intasata. La domanda che mi viene fatta e’: come liberarci dal peso del debito? Le solite ricette che si indicano (crescita del PIL, riduzione della spesa) non sono minimamente praticabili e sono delle chimere. E’ come dire che un novantenne per sentirsi meglio debba praticare il free climbing oppure a scelta smettere coi reumatismi.
Si dice che dovremmo varare misure di austerita’, ma anche con quelle , diciamo di tagliare un 10% della spesa, il debito rimarrebbe enorme per troppo tempo. E non vi illudete che gli speculatori si fermino nel frattempo; per quanto possiate recuperare loro vi causeranno perdite enormi nel frattempo, tali da aggravare la situazione. Non c’e’ niente che possiate fare per uscire da una palude se nel mentre qualcuno vi bastona.

Potreste cercare di sollevare il PIL, ma sareste nella medesima condizione: gli speculatori continuerebbero ad attaccare, alleati con le agenzie di rating, e non uscireste mai dalla palude. Non c’e’ alcuna soluzione “normale” ad un debito pubblico come il nostro. Si vanta sempre il caso del Belgio che ha ridotto il debito da una situazione analoga alla nostra, dimenticando che oggi il Belgio e’ spaccato in due dai sacrifici, privo di governo ormai da anni, e del tutto privo di prospettive future.
Che fare allora?
Occorre premettere alcune cose.
  • La situazione e’ tale che si potrebbero avviare due grosse crisi diplomatiche con UK e USA, fino ad un deterioramento tale da causare una uscita dalla Nato. L’attacco che parte dal loro suolo ha le dimensioni di una guerra totale, e in passato strategie finanziarie simili si sono viste solo durante le guerre tra stati. Il motivo per cui NON si fa una crisi diplomatica contro Uk e USA e’ che nessuno dei due governi mostra di accorgersi di quanto succede, fingendo (in nome del loro liberismo) di essere del tutto estranei a quanto accade. Questo e’ un gesto furbo, ma rischia di essere un boomerang, specialmente se il governo italiano facesse quanto propongo.
  • I paesi europei dell’eurozona temono, da un default italiano, che le loro banche , quelle che possiedono debito, rimangano travolte. Ma il debito totale detenuto da investitori istituzionali europei e’ (relativamente) piccolo, il resto e’ liquido.
  • Le banche italiane detengono circa il 13% del debito pubblico italiano.
Allora, una procedura di ristrutturazione del debito non e’ necessariamente una procedura in cui si fallisce con tutti. E’ una procedura nella quale si discute coi creditori ufficiali e si decide quanto dare.
Il problema e’ che il debito italiano e’, anche grazie agli speculatori, tra i piu’ liquidi, e questo diminuisce il numero di debitori istituzionali ed ufficiali. Ma sono quelli istituzionali che preoccupano i governi europei. Senza considerare il fatto che oggi gli Hedge hanno attaccato anche i francesi.
La mia idea complessiva e’ che se sommiamo solo il debito in Italia e quello di creditori istituzionali europei continentali, magari facendoli avvisare dai governi qualche tempo prima, il debito imputabile risalga al 50%, o meno. Se escludiamo selettivamente Hedge, investitori inglesi e americani, e mercato liquido ,  il nostro debito e’ dimezzato.
Del resto, le nostre esportazioni attuali vanno molto verso l’europa: quelle verso UK e USA sono importanti, ma pesano MENO degli interessi del debito. Significa che con l’attuale voce a bilancio con cui paghiamo gli interessi, possiamo risarcire le nostre aziende.
Dunque, l’azione sarebbe questa: garantire gli investitori dell’eurozona, e SOLO quelli istituzionali (cioe’ quelli che parlano coi relativi governi) che il debito in mano loro (115 miliardi in Germania, cifre simili in Francia ,e  qualche altra percentuale altrove) sara’ onorato. Sic et simpliciter.
Dopodiche’, ristrutturare a 0% tutti gli altri, cioe’ inglesi e americani. Se possibile, valutare soluzioni simili con gli altri PIGS. Questo garantisce gli altri paesi UE, garantisce l’eurozona, lascia col cerino in mano gli speculatori in UK e USA.
A quel punto, i  governi  UK e USA hanno due scelte: intervenire a sostegno degli speculatori, e iniziare una crisi diplomatica che potrebbe privarli di un alleato nel mezzo del mediterraneo. Oppure continuare a fingere che i privati siano privati e che loro non c’entrino nulla.
Ovviamente la scelta sara’ legata molto al fatto che la BCE e la UE accettino la soluzione. Per questo motivo, forse bisognera’ pagare qualche extra alle  banche europee (comunque si salirebbe al 55%-60% del PIL di debito) per far accettare la soluzione. Tuttavia, se l’eurozona accetta questo approccio, rimangono col cerino in mano gli speculatori ed e’ chiaro che un incidente diplomatico NON conviene a  UK e USA. Non conviene perche’ con una debolezza del dollaro, un paese che nomini di uscire dalla NATO e’ sufficiente al patatrac.
Il risultato sarebbe un debito al 50/60%. In caso i governi si inalberino, ci saranno ritorsioni commerciali. Ma UK e USA, per quanto partner importanti, non gestiscono cifre come il 60% del PIL che ci verremmo a guadagnare. Inoltre, la questione potrebbe scalare.
Come ho gia’ scritto, un attacco finanziario che parta da un paese A verso un paese B , di queste proporzioni, normalmente produce un incidente diplomatico spaventoso, e un grosso peggioramento delle relazioni diplomatiche. Come se non bastasse, non e’ ben chiaro se questo attacco sia tale da poter essere considerato paragonabile ad un atto ostile. In tal caso, esisterebbe (in astratto) la possibilita’ di dichiarare violato il trattato NATO e mandare via le basi dall’ Italia, o almeno menzionare la cosa. Basta menzionarla, e il dollaro perde. E oggi il dollaro non si puo’ permettere di perdere valore.
Sicuramente questo e’ il Worst case: l’uscita del paese dalla Nato basta menzionarla per far crollare il dollaro, non e’ nemmeno indispensabile applicarla. Lo stesso per il deterioramento delle relazioni diplomatiche: significa mandare gambe all’aria la Clinton vicino alle elezioni americane, in un’america che gia’ soffre di isolamento e cerca di uscirne.
Non e’ affatto scontato, quindi, che se rinegoziassimo il debito avendo cura di salvare il praticello UE , e tagliando fuori tutti gli altri, ci sarebbero ritorsioni diplomatiche.
So che questo blog e’ letto da qualcuno che legge da Roma. So che e’ letto da alcuni giornali. Scrivo quanto scrivo perche’ voglio che venga letto.
La soluzione per punire gli speculatori E salvare l’eurozona C’E’.
Serve “solo” che i leader UE si riuniscano e ne parlino nel dovuto segreto. Serve solo un accordo sottobanco su una ristrutturazione che NON colpisca nessuno DENTRO la UE, e lasci a culo fuori tutti gli altri, UK compresa.
E non parlo solo di Italia, parlo anche di Grecia , Spagna, Portogallo. L’Irlanda, per questioni geografiche, non puo’ fare incazzare piu’ di tanto gli inglesi.
Questo non annulla il problema, ma lo riduce circa della meta’, almeno nel caso italiano. Lascia un buco da 1000 miliardi nelle mani degli speculatori, e salva l’area UE.
Non so di preciso chi mi legge da Roma, vedo solo gli IP,  ma se e’ qualcuno che puo’ sussurrare l’idea nelle orecchie giuste, e’ meglio che ci pensi davvero, perche’ questo momento di debolezza USA e’ il momento ideale per tagliare la testa al toro, e risolvere ANCHE il problema greco, visto che si sta ipotizzando un default.Se qualcuno conosce un ministro, e so che diversi lettori conoscono un ministro, e’ il momento di fargli arrivare l’idea.
Il problema della UE non e’ il default. Il problema e’ tenerlo fuori dai confini. Il problema e’ COME. Ed e’ possibile. Basta avvisare prima, garantire solo il debito ISTITUZIONALE E INTERNO alla UE, e mandare a quel paese tutti gli altri.

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