Libera e bella.(ancora, post semiserio).

Molto curiosamente, una collega spagnola e una italiana stavano discettando, stamattina , della Arcuri. Siccome sembravano richiedere il mio parere , mi hanno spiegato che alla Arcuri Berlusconi avrebbe offerto questo e quello (soldi e spettacoli, a quanto leggo) per prostituirsi, e lei avrebbe detto di no. Cosi’, siccome ne e’ nata una questione animata tra maschi e femmine, di quelle che si fanno di fronte alla macchinetta del caffe’, ho osservato uno strano dualismo.
Innanzitutto, per fare un pochino di logica occorre partire da qualche ipotesi. L’ipotesi e’ che quanto detto sulla Arcuri sia vero. Non ho modo, ovviamente , di saperlo (del resto la Arcuri lavora ancora per Mediaset) ma se non ci sono ipotesi non c’e’ ragionamento, quindi diamolo per vero.
Dal punto di vista “maschile” che io condivido e che condividevano quasi tutti i colleghi, il problema era molto semplice e NON coinvolgeva la dignita’. Cioe’, se io chiamo un tizio a tagliarmi i capelli, probabilmente se fa il barbiere accetta, altrimenti no. Il fatto che qualcuno accetti (di solito, i barbieri) e altri no mi dice poco sulla loro dignita’: mi dice solo che probabilmente sono barbieri.

Cosi’, il fatto che alcune donne -di solito prostitute- accettino di prostituirsi e la Arcuri no mi dice una sola cosa. La Arcuri non fa la prostituta, quindi non si prostituisce. Le altre fanno le prostitute, quindi si prostituiscono. E’ semplice.
Questa era la posizione di praticamente ogni maschio presente, e se considerate che qui lavora gente di una ventina di nazioni –piu’ l’India, ma non la considero una nazione, e’ solo un posto con sopra un sacco di gente– , secondo me posso affermare scientificamente che ci sia un divario uomo-donna a riguardo.
Per noi, il problema e’ : “Tizia fa la prostituta oppure no”. Se i vantaggi economici possono determinare il suo comportamento sessuale o affettivo essa fa la prostituta. Se il comportamento affettivo o sessuale NON dipende da fattori economici, allora NON fa la prostituta. E’ semplice.
Cosi’, non c’entra per nulla il fatto di avere dei principi o meno: se vuoi una tizia che venga a letto con te per i vantaggi economici che puoi garantire, scegli una prostituta. Se scegli una che NON fa questo lavoro, ovviamente la tua richiesta riceve un “no”. Esattamente come quando entrate dal macellaio e chiedete un carburatore nuovo per la vostra Ducati.(1)
Per le donne, invece, il discorso sembrava diverso.
Innanzitutto nessuna di loro , di nessuna nazione, accettava che sia definibile prostituta QUALSIASI donna il cui comportamento sessuale o affettivo sia influenzato dai  fattori economici. La loro preoccupazione sembrava essere il fatto che questa definizione fosse troppo inclusiva, ovvero indicasse donne che scelgono il partner seguendo ratio economiche MA , a loro dire, non sarebbero prostitute.
Ora, il problema e’ che un evento economico e’ comunque un evento di mercato. A meno che non si indica una specie di comunismo della gnocca, se il comportamento sessuale dipende da fattori economici, allora siamo ad un comportamento di mercato. Osservando il mercato (l’offerta economica ne e’ parte)  io potro’ predeterminare se e come si comporteranno le femmine, dunque ecco che non ho scelta alcuna.
Ma questa idiosincrasia femminile e’ nota. Non e’ possibile definire prostituta qualsiasi donna cambi il proprio comportamento sessuale o affettivo in maniera positiva quando si alza il reddito dell’uomo, perche’ le donne sostengono l’esistenza di un comportamento commerciale che tuttavia NON sarebbe prostituzione. Nulla di nuovo.
Ma ad un certo punto un collega piu’ politicizzato di me ebbe l’idea di spiegare agli stranieri la storia di Rosy Bindi. E il punto e’ che anche Rosy Bindi si diede NON disponibile per le feste di Berlusconi.
Ora, trattandosi di un evento di mercato la cosa e’ ovvia , e lo era per tutti gli uomini: a Rosy Bindi non verra’ mai chiesto di fare la escort, dunque che cosa faccia Rosy Bindi dell’ “offerta” non cambia nulla: manca la “domanda”.
E’ credibile, quindi, (nell’ipotesi che sia vero) la Arcuri, che almeno ha avuto una lauta offerta , piu’ che la Bindi, la quale ha rifiutato un’offerta che NON le era MAI stata fatta.
Qui e’ scoppiato un dramma, perche’ sebbene sia abbastanza chiaro che tra le due quella che ha rifiutato sia la Arcuri , mentre la Bindi non ha rifiutato proprio nulla, si direbbe che la Bindi invece sia l’unica credibile. Perche’? Perche’ non e’ bella..
Questa cosa ha radici abbastanza antiche. Un tempo si credeva nella “fascinazione diabolica” come origine del fatto che le donne potessero attrarre gli uomini inducendoli in tentazione. Gli uomini del periodo NON capivano che fosse l’osservatore il responsabile dell’attrazione verso la donna, e attribuivano alla donna il POTERE di attirarli, anziche’ attribuire a se’ stessi la caratteristica di venire attratti.
Cosi’, la bellezza in se’ divenne una forma di colpa, a meno di non avere determinate caratteristiche espiatorie (la donna angelicata, per dire, era bellissima, ma come si direbbe oggi “mai volgare”), dove per espiatorio si intende il fatto di proporre una bellezza che in qualche modo non provochi gli ormoni dell’osservatore. In questo senso, veniva attribuito alla particolare bellezza della persona il comportamento degli uomini che la osservavano. Questo era dovuto anche ad una certa idolatria cattolica: la madonna non poteva essere raffigurata come un cesso inguardabile, tuttavia si doveva evitare che diventasse provocante per gli osservatori: dal momento che il massimo della virtu’ di quella donna stava nella sua verginita’, ovvero nella sua vagina, tutti non facevano altro che citare la sua vagina ogni volta che la chiamavano (vergine di qui e vergine di la’, si sta parlando della passera di Maria, casomai non lo aveste notato) . Immaginate quindi se tutta questa gente che passava il giorno a pensare alla verginita’ di Maria, ovvero alla sua passera , avesse poi avuto l’occasione di trovarla sensuale. Cosi’ nacque la “bellezza virginale”, cioe’ un modello di bellezza che si considera il contorno di una passera inviolata: tu guardi una donna e pensi che la sua passera sia integra, e se il suo volto casto di evoca l’immagine del suo imene allora sei al sicuro.
Se vedete una donna e il suo aspetto vi suggerisce sia vergine, non state pensando al sesso, bensi’ a cose pure e caste, come mostra con chiarezza questa castissima illustrazione, per niente volgare e adatta ad ogni audience.

 

Trasformata la bellezza -che ti fa venire in mente la fica-  in una caratteristica legata al peccato, in contrasto con la bellezza virginale -che ti fa venire in mente la fica,  ma c’e’ fica e fica-  tutto procede sino a quando si arriva al novecento.
Arrivati al novecento irrompono sulla scena le donne piu’ stupide della storia, le quali iniziano a fare cio’ che definiscono “ragionare”. E siccome arrivano in un mondo che per duemila anni ha pensato che il concetto di verginita’ NON ti fa pensare alla fica, immaginate cosa ne possano tirar fuori.
 Ne esce il concetto-sloagan di “libera e brutta”, il quale proviene da una logica di questo genere(2):
  1.  Con perspicacia inaudita e intelligenza sovrumana, noi femministe notiamo che ad alcune donne piace abbellirsi anche allo scopo di piacere agli uomini.
  2. Con perspicacia inaudita e intelligenza sovrumana, noi femministe affermiamo contro l’evidenza(3) che procedendo in questo modo alcune donne siano avvantaggiate in questa competizione.
  3. Con perspicacia inaudita e intelligenza sovrumana deduciamo  – o facciamo una cosa che crediamo essere una deduzione- che questo corrisponda ad una schiavitu’ della donna alla propria immagine.
  4. Con ulteriore perspicacia inaudita e intelligenza ormai inarrestabile affermiamo che se una donna e’ schiava per piacere agli uomini, lo schiavista sia l’uomo, nonostante numerosissimi uomini sposino donne considerate poco avvenenti. Ma questi sono trucchi dei malvagi uomini e non dobbiamo lasciarci ingannare: sposano donne poco avvenenti per farci credere che la bellezza non e’ tutto per loro.
  5. Quindi, quando una donna e’ brutta e’ libera, e solo una donna brutta puo’ dirsi libera. Dopodiche’ lo stesso uomo che sposa donne non avvenenti la sposera’ comunque, ma la mancanza di cambiamenti positivi in una prova a doppio cieco e’, nella metodologia femminista, una prova A FAVORE della teoria.
Questa convinzione , che definirei geniale se stessi parlando di pidocchi con forti problemi di apprendimento, si e’ innestata con l’altra genialata dei cattolici per cui e’ bella solo la donna che non ti fa venire brutti pensieri quando la guardi, bensi’ ti fa pensare solo all’imene integro, detto anche “verginita’”.
 E cosi’, il peccato insito nell’essere belle e’ diventato anche una forma di schiavitu’. Hai due belle tette? Innanzitutto induci al peccato. Poi gli uomini non pensano piu’ all’imene quando ti vedono. E come se non bastasse, sei pure loro SCHIAVA! Dico, ma non ti vergogni, donna mastodontica?(5)
Allora si arriva al dunque: essendo la bellezza una forma di schiavitu’ all’uomo, la Arcuri che e’ bella e’ per forza di cose schiava di questi uomini malvagi che la costringono ad essere bella sotto il ricatto di non sposarla piu’. (Notoriamente, chi non e’ come la Arcuri non si sposa.)Essendo schiava, e dal momento che non pensiamo all’imene quando la guardiamo, allora la Arcuri e’ PECCATRICE (o meglio induce al peccato quando la guardiamo) e ANCHE schiava. Essendo schiava e peccatrice, OVVIAMENTE non ha dignita’. E NON avendo dignita’, il suo rifiuto a Berlusconi NON ha lo stesso valore del rifiuto della Bindi.

La Bindi, infatti, e’ di quelle bellezze che vi fanno venire in mente l’ imene, cioe’ la verginita’. Lei stessa vanta il suo imene, dicendo a tutti di essere vergine. Come se non bastasse, non essendo bella non  e’ una schiava. Dunque ha una dignita’, e quindi se rifiuta l’offerta di Berlusconi e’ credibile.(5)

Cosi’, ora siamo di nuovo al punto di prima. Perche’ il problema e’ che se volessimo ridurre tutto ad una formula matematica, la visione femminista e’ questa:

qualita’ estetiche + qualita’ non estetiche = c

Stabilito che c sia una quantita’ uguale per tutte le donne , perche’ la femminista NON accetta l’idea che esista donna e donna,   il problema e’ che se crescono le qualita’ estetiche DEVONO per forza diminuire -nell’ottica femminista- quelle NON estetiche. Una donna che sia BELLA e abbia anche altre qualita’ e’ un disastro, per loro.

Cosi’ la Arcuri NON puo’ aver rifiutato, in questa logica, perche’ ha qualita’ non estetiche. Se cosi’ fosse, staremmo dicendo che esistono donne per le quali la somma delle qualita’ estetiche e non e’ PIU’ alta di altre. Siccome in quel caso la “c” della Arcuri diverrebbe piu’ grande della “c” della Bindi, le femministe si troverebbero a discutere di una ipotesi -per loro- sconvolgente: c’e’ donna e donna.

Ovviamente, sul piano logico tutto si risolve molto piu’ semplicemente: la Arcuri non fa la prostituta di mestiere, dunque non si e’ prostituita. Ma se pensiamo che il femminismo e’ una formula sbagliata che si innesta  sulla precedente idiozia di una bellezza che fa pensare all’imene e quindi e’ buona,  non mi aspetto una grandissima profondita’ logica nei loro ragionamenti.

A meno che io non cominci ad usare come popolazione di riferimento i pidocchi con problemi di apprendimento. A quel punto, qualcuno dei loro ragionamenti mi potrebbe sembrare sensato.

Uriel

(1) No, non ho una Ducati. La mia crisi dei quarant’anni ha preso la direzione del Camper. 😀(2) Era la parafrasi di una reclame della lacca per capelli. Se avessero avuto a che fare coi parrucchieri del 700, le femministe avrebbero accolto la lacca per capelli come un dono dal cielo. Ma lasciam perdere.

(3) La stragrande maggioranza delle donne, avvenenti o meno, e’ sposata. Il che significa che , a rigor di logica, per il maschio la bellezza in se’ conta meno di quanto si voglia dire. O per lo meno questo e’ quanto uno scienziato dedurrebbe da questo dato. Contrariamente al rasoio di Occam, questo fenomeno viene definito “gusto” pur di affermare che i maschi seguano comunque puri criteri estetici: semplicemente avrebbero gusti diversi. E’ eretico, infatti, affermare che i criteri di scelta maschile possano non essere completamente estetici. Si affermera’ che sono comunque estetici, e se le “brutte” si sposano si dira’ che il criterio e’ ancora estetico, ma sono entrati in gioco i “gusti”: ti appare bella anche se e’ brutta, e siccome tu scegli le belle, allora la sposi. Si chiama “estetica trascendentale”, una filosofia per la quale ogni prova contraria alla tesi viene trasformata in una prova a fortiori della tesi , solo cambiandole nome.

4) Mastodontico , come suggerisce la radice grecoromana, e’ cio’ che ha denti e tette. Se una tizia popputa vi sorride, essa e’ mastodontica, nel senso filologico del termine. Questo e’ un blog che vi iNpara.

5)Il fatto che Rosy Bindi non abbia MAI ricevuto un’offerta di Berlusconi non inficia il ragionamento,ovviamente. La genialita’ del movimento femminista sta proprio nei dettagli. Si sa, che le donne ai dettagli ci tengono.

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