Legge e Verita'

Legge e Verita'

Non si e’ parlato abbastanza dell’impatto della vicenda di Alex Jones, il propagandista di Infowars, e delle punizioni a lui inflitte dal tribunale. Ed e’ una cosa assolutamente importante, perche’ a quanto pare si direbbe che in generale ci sia una specie di risveglio generale del sistema giudiziario, riguardo a quanto riguarda il tema della verita’.


Alex Jones e’ un propagandista americano che ha un sito, detto INfoWars. Dietro quel sito, che diffonde essenzialmente bufale, c’e’ una serie di scatole cinesi societarie, che nascondono i proventi della vendita di cose come “ormoni equini per la potenza sessuale”(1) e altre cose che dovrebbero far esplodere i monitor, se solo qualche regolamento europeo non avesse proibito i monitor che esplodono. I soliti burocrati ottusi.

In ogni caso, un giorno negli USA avviene una strage, dalla quale si rafforza l’idea che avere 360 milioni di armi da fuoco legali, piu’ un numero imprecisato di illegali, non sia una buona idea. Arriva Alex Jones, e “dimostra” che non c’e’ mai stata nessuna sparatoria, che non e’ morto nessuno, che tutti sono pagati dal governo comunista per togliere agli americani il diritto di portare armi. 

Siccome le famiglie dei morti esistono, e scrivono sui social, Alex Jones “invita” i suoi adepti (ovvero gli elettori di Trump) a fare pressioni sui morti , sulle loro famiglie e su un agente di FBI che aveva rilasciato un’intervista (la quale ovviamente diceva che la sparatoria era avvenuta).

Migliaia di idioti si sono scatenati contro di loro diffamandoli online, ma anche recandosi di fronte alle loro case, tentando di appiccare il fuoco, lanciando oggetti, mobbando i loro datori di lavoro, tentando di profanare le tombe dei bambini per dimostrare che fossero vuote.

Cosi’, le famiglie si sono rivolte alla giustizia. 

Alex Jones ha cercato a quel punto di trasformare il processo in uno show, in barba ai suoi avvocati, pensando che se anche il tribunale lo avesse multato, i proventi dello show sarebbero bastati a compensare la multa.

E se pensiamo solo alla multa del tribunale, ha ragione. Come verdetto della giuria, infatti, gli sono stati inflitti 50 milioni di multa, che lui puo’ pagare tranquillamente, anche perche’ ha chiesto aiuto alla pila di idioti che lo seguono, i quali hanno cominciato a “donare”.

Il problema e’ che dopo il verdetto del tribunale sulla sua condotta illegale, arriva quello sui risarcimenti alle famiglie. E qui il tribunale ha abbattuto su Jones la scure: 950 milioni di dollari di multa. 

E la cosa divertente e’ che sono solo le compensazioni. Riguardo a questo, e’ difficilissimo che sia impugnabile, dal momento che Alex Jones ha tenuto un atteggiamento di ostruzione contro la corte per tutto il processo, cosa che praticamente esclude che qualsiasi ricorso sia accettato.

Significa che manca ancora un altro verdetto, riguardante il risarcimento sanzionatorio. Il risarcimento sanzionatorio negli usa e’ una specie di “multa pedagogica”, con la quale si insegna che quel comportamento e’ esecrabile ed e’ anche scoraggiato. 

Il problema del risarcimento sanzionatorio e’ che di solito e’ ANCORA PIU’ GRANDE del risarcimento compensatorio. Significa che e’ nell’aria un’altra botta miliardaria. E con l’atteggiamento di Jones in tribunale e riguardante il processo (ha insultato pesantemente la giudice paragonando il suo aspetto a Shrek, per dirne una: zero avvocati su dieci suggeriscono questa strategia difensiva), il ricorso difficilmente sara’ accettato.


Ora, di per se’ penserete “ben gli sta”. Il problema e’ che negli USA gli avvocati guadagnano una parte delle cifre di risarcimento. Sono quindi motivatissimi a ottenere cifre enormi, e poi a scavare nella foresta di scatole cinesi societarie, create dai colpevoli per difendersi, e smontarle. 

E cosi’ sta cominciando, per via del precedente, una corsa “alla verita’”: per esempio, e’ appena partita una causa da 250 milioni di dollari (sic!) contro Kayne West, per aver detto che George Floyd e’ morto di overdose e non ucciso da un poliziotto.

https://www.lastampa.it/esteri/2022/10/19/news/kanye_west_george_floyd_morto_per_overdose-12178749/

 Questa cosa ha aperto una specie di vaso di pandora. 

Il problema e’ che nel sistema americano, se una corte decide che dichiarare il falso su internet e’ un reato che puo’ produrre risarcimenti anche miliardari, adesso la vita di chi vende fandonie su internet e’ un tantino piu’ rischiosa.

Quello che mancava rispetto alla sentenza su Alex Jones era il riconoscimento chiaro del fatto che la menzogna su internet non solo sia sanzionabile in senso risarcitorio (cioe’ che i danneggiati possano chiedere fior di danni milionari), ma che e’ anche soggetta a risarcimenti sanzionatori.

Non e’ un caso che Amazon si stia avventurando in una serie di citazioni per danni contro chi rilascia false recensioni sul suo market. La sua azione era gia’ partita mesi fa, ma il problema era che per gli avvocati la relazione tra “ho scritto buuuu su internet” e “chi ha ricevuto il buuuuu” ne ha ricevuto dei danni, nel caso di persone comuni (come le famiglie dei morti della strage a scuola) non era mai stata quantificata cosi’ tanto, e nemmeno soggetta a risarcimento sanzionatorio.


Ed e’ il valore politico e sociale del risarcimento sanzionatorio quello che si dovrebbe notare meglio. Il risarcimento sanzionatorio negli USA e’ praticamente l’atto con il quale il giudice si erge a rappresentante della comunita’ , e vi dice “hai rotto davvero il cazzo con le tue stronzate”. Si tratta di un processo che trasforma la riprovazione sociale , o la particolare avversione della societa’ ad un dato illecito, in una multa fatta col potere della legge.

Nel caso famoso, il caso di Erin Broncovitch, l’avvelenamento di persone “semplici” non avrebbe portato a risarcimenti cosi’ alti, perche’ le loro vite erano valutate poco. Siccome avvelenare l’acqua di un’intera comunita’ e renderla cancerogena era un atto di particolare disgusto sociale, infliggendo un risarcimento sanzionatorio la corte ha voluto dire “siamo tutti d’accordo che sei un pezzo di merda e meriti un sonoro ceffone che ti insegni a stare al tuo posto”. (considerate anche che c’era una giuria popolare di mezzo).

E’ quindi un messaggio che arriva dalla societa’, in un certo senso, e quindi ha valore sociale e politico. 


Un altro punto interessante e’ che Alex Jones e’ stato considerato responsabile per qualcosa che hanno fatto i sicofanti del suo sito web. Con questo intendo dire che Alex Jones non e’ andato di persona con un SUV a sparare sulle finestre del marito di una maestra morta. Lo hanno fatto i suoi sicofanti.

I guaio e’ che prima d’ora la responsabilita’ dei sicofanti e quella del loro “leader di fatto” veniva separata. E’ come se nel delitto di Traini che spara sui neri, qualcuno avesse ritenuto responsabile Salvini.

Ma non “moralmente responsabile”, “mandante morale” o altre formule che non consentono la punizione (in Europa e in Italia). La legge americana tiene in enorme considerazione il principio di causalita’, e se sembra ragionevole che senza Alex Jones nessuno avrebbe sparato sulle finestre del vedovo, questo porta una sanzione contro Alex Jones perche’ “e’ la causa”. 

Questo principio non esiste assolutamente in Italia o nel continente europeo, e non sono nemmeno sicuro che esista in UK. Ma negli USA gli avvocati sono letteralmente ossessionati dalla catena causa-effetto. 

Se applicassimo una cosa del genere in Europa, per dire, ogni dichiarazione omofoba potrebbe dare la colpa , a livello civile, del conseguente pestaggio di qualsiasi omosessuale in giro per il paese.

E le dichiarazioni di alcuni leghisti li iscriverebbero alla lista dei responsabili di azioni come quella di Traini. 


Questa sentenza, quindi, come la prossima che decidera’ se infliggere risarcimenti sanzionatori (e sono sicuro che una giudice monocratica  definita “Shrek” da Alex Jones sara’ clemente. LOL) , e’ un bel colpo all’industria della disinformazione americana.

Con avvocati assetati di sangue soldi che guadagnano coi risarcimenti, oggi come oggi un cazzaro deve stare bene attento: se dice cazzate su cose che non impattano persone reali (“il mondo e’ sotto il controllo dei rettiliani”), non corrono pericoli.

Ma se coinvolgono persone reali (“il mio vicino di casa e’ sotto il controllo dei rettiliani”) allora il vicino di casa puo’ chiedere sonori danni, piu’ un eventuale risarcimento sanzionatorio. 

Questo e’ pesante, specialmente nelle campagne elettorali: se pensate al Pizzagate, nel quale venivano accusati di crimini orrendi dei politici come Hillary Clinton, o Potesta , il registro delle elezioni (non credo avra’ impatto sul mid-term, ma alle prossime politiche ci sara’ da ridere) e dell’uso di “propagandisti” come Alex Jones cambia completamente.

Sia chiaro, Alex Jones era cosciente di questo rischio: quando un tizio armato sparo’ all’impazzata nei locali del “Pizzagate”, il Ping Pong di New York, aveva gia’ avuto sentore del pericolo:

e aveva chiesto scusa. Ma allora nessuno lo trascino’ in tribunale, perche’ negli USA non esistevano precedenti che legassero chi sparge odio agli atti di chi poi spara sulle persone.

La scorsa sentenza ha cambiato tutto, introducendo un precedente enorme.

Non dico che questo sara’ di effetto, o che sia finira l’era di certa propaganda.

Dico solo che comunque , sta cambiando qualcosa.

(1) Normalmente chi fa uso di testosterone usa la versione bovina, per intramuscolare. Mangiare delle polveri con un ormone equino, difficilmente ve lo fara’ ingrandire.

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