Le non-analisi.

Di Uriel Fanelli, 28 novembre 2011

Dopo il flop dell’asta di bund tedeschi mi sono piovute email ove si chiede una lettura della cosa. Molti mi chiedono cosa sia cambiato o se adesso si stiano colpendo bersagli piu’ grandi, o altro. No, il punto non e’ questo. Il motivo per cui siamo stupiti del vedere Francia e Germania sotto attacco e’ che tutti, tutti, abbiamo inseguito un’analisi falsa del problema, falsa perche’ basata su indicatori di sintesi privi di logica.

Andiamo al dunque.

Sinora, la distinzione tra paesi PIIGS e altri (o se preferite tra area mediterranea ed area “ariana”) e’ stata fatta basandosi sul rapporto tra debito e PIL. Questo e’ un buon metodo se si vogliono discutere criticita’ interne all’area euro, ma NON LO E’ se si vuole discutere dell’area euro nel suo complesso.

Di base, i debiti dell’eurozona sono TUTTI quotati in euro. Di base, tutti si aspettano provvedimenti dalla BCE. Di base, tutti considerano come garante per l’euro non la singola economia locale, ma il PIL dell’eurozona. Cosi’, se portiamo la domanda a livello globale, che genere di indici dovremmo considerare razionali?

La verita’ e’ che in quel caso dovremo considerare razionale il rapporto tra debito di una nazione e PIL TOTALE dell’ EUROZONA, o al limite il rapporto tra debito della nazione e debito TOTALE dell’ EUROZONA.

Cosi’ facendo, pero’, ci ritroviamo a dividere le cifre per una costante uguale per tutti. Che significa? Significa che la rilevanza, piu’ che il rapporto tra debito e PIL, e’ nella massa, nel volume del debito. E se pensate che siamo in crisi di liquidita’ e che alla fine investire 10 e investire 100 sono due cose diverse, la cosa non dovrebbe stupirci.

Del resto, il rapporto tra debito e PIL e’ razionale come indice sintetico solo se ci si chiede se la nazione possa saldare il debito. Ma in questo caso non ci illudiamo: la Germania non puo’ saldare il proprio debito del 70% del PIL, piu’ di quanto possa farlo l’italia: nessuno dei due paesi ha disponibilita’ di cassa per 2000 MLD. Quindi gettiamo via questo indicatore, il rapporto tra debito in euro e pil del paese, e usiamo come indicatore la massa debitoria assoluta.

Ora, se passiamo ad analizzare la situazione usando QUESTO indicatore di sintesi, cioe’ il volume del debito, scopriamo che la Germania ha lo stesso volume dell’ Italia. E la Francia non scherza, rispetto a Spagna, Grecia, Irlanda.

Ora, se vogliamo ridurre il volume dei debiti pubblici dell’ EUROZONA, e’ abbastanza chiaro che non sono solo Italia , Grecia, Spagna &co a dover ridurre la massa debitoria. Occorre che lo facciano anche Germania e Francia. Sembra di no se osserviamo l’indice -poco razionale- del rapporto tra debito e PIL. Ma se osserviamo la massa debitoria dell’ EUROZONA, in rapporto al PIL dell’ EUROZONA, non si vede per quale ragione Germania e Francia non debbano calare la loro massa, che non e’ piccola.

Quindi il punto e’: se consideriamo il debito quotato in euro, la BCE come ente tutore e il trattato europeo come forza dell’ Euro, allora il rapporto debito/PIL delle singole nazioni non e’ un indicatore razionale, ma lo diventa SOLO il rapporto tra debito e PIL dell’ Eurozona.

La classifica delle emergenze, pero’, diviene un “pochino diversa”. Perche’ cosi’ otteniamo che anche Francia e Germania devono URGENTEMENTE calare il loro debito.

Peccato che non possano, o meglio, non possano volerlo:

  1. La Merkel e’ gia’ in campagna elettorale, e non puo’ proporre ai tedeschi l’idea di lacrime&sangue.
  2. Sarkozy e’ gia’ in campagna elettorale, e non puo’ proporre ai francesi l’idea di lacrime&sangue.

Cosa fanno allora? Puntano il dito sui paesi col rapporto debito/pil piu’ alto, quelli piu’ sotto attacco, e li spingono a diminuire drasticamente la loro massa debitoria, sperando di “comprare tempo”, cioe’ di non dover essere loro a far qualcosa per i propri debiti. Fanno presa sul proprio orgoglio nazionale e su un indice poco razionale per fingere che il problema non li riguardi, che loro non debbano fare nulla, che tutti i sacrifici spettino solo e soltanto ad alcuni paesi.(cui indubbiamente spettano).

Sia chiaro, non sto dicendo che Italia, Spagna, Grecia &co non debbano farne per uscire dal tunnel: sto dicendo che Francia e Germania stanno paraculando un pochino troppo fingendo di non entrarci per nulla, e fingendo che i provvedimenti li debba prendere SOLO qualcun altro. Ma tant’e’, in politica questo funziona.

Che cosa succede a questo punto? Succede che i mercati (sia che si credano in buona fede sia che siano speculatori) alla storia non va giu’, e non bastano i meeting di Merkel e Sarkozy a dargliela a bere.

Se pensiamo che i mercati siano in buona fede, allora pensano che anche i debiti di Germania e Francia siano troppo pesanti PER L’ EUROZONA, e quindi lanciano segnali a Germania e Francia.

Se pensiamo che i mercato siano in cattiva fede, allora non si bevono l’arianita’ di Francia e Germania e li vedono deboli quali sono, per via della grande massa debitoria che grava sull’ Euro.

La cosa che nessun commentatore leccaculo ha voluto far notare sinora e’ che Germania e Francia sono le due nazioni politicamente piu’ IMMOBILI d’Europa, e che la quantita’ di riforme fatte da Grecia, Italia, Irlanda, Spagna nell’ultimo anno supera VASTAMENTE la quantita’ di riforme fatte in Germania sin dall’era Schroeder, e in Francia sin dall’era Chirac. Se qualcuno pensa di accusare di immobilismo due nazioni europee, e’ a Francia e Germania che deve guardare.

Che cosa succede adesso? Possiamo vederlo in due chiavi di lettura.

  1. Supponiamo che i mercati siano onesti, meritocratici ed in buona fede. Allora, stanno semplicemente notando l’ Immobilita’ assoluta di Germania e Francia, l’ assenza COMPLETA di reali riforme volte a cambiare la spesa -che non e’ piccola nemmeno da loro- e il fatto che la loro massa debitoria non sia proprio indifferente. Hanno appena bussato ANCHE alle porte tedesche e francesi, dicendo “ehi, voi due, dico anche a voi, non fate finta di niente, dovete muovervi anche voi”. Ovviamente il primo avviso e’ stato gentile. Ma e’ stato ignorato. Quindi, adesso sta per arrivarne un altro, e aumenteranno di misura sino a quando non saranno percepiti chiaramente.
  2. Supponiamo che si tratti di un attacco all’Euro. In tal caso, l’attaccante ha capito che Merkel e Sarkozy sono immobili. Sono grossi, ma immobili. Non manovrano e non hanno margini di manovra sulla spesa pubblica. Risultato: sono i due maiali piu’ grassi , e sono legati mani e piedi. Se l’ Italia ancora ha dei margini di manovra (nuove elezioni, tecnocrati al potere con un certo -codardo- consenso) , Germania e Francia sono ingessati. Rigidi. IMMOBILI. Il bersaglio ideale. Quindi adesso hanno attaccato con un attacco piccolo, e hanno visto che Francia e Germania non si sono mosse. Cosi’, fra poco aumenteranno la dimensione dell’attacco.

In entrambi i casi, si tratta di una dinamica crescente. Adesso Merke e Sarkozy non hanno capito – o fingono bene- il significato del fallimento dell’asta dei bund o il crescere dello spread sul debito francese. Tutto quello che fanno e’ dire “noi non abbiamo problemi, sono i paesi mediterranei che li hanno loro e solo loro devono agire, noi non dobbiamo fare niente”.

Ma i mercati, in buona o cattiva fede, non la pensano cosi’. Se vogliamo ridurre la massa debitoria che grava sull’eurozona, occorre che tutti lo facciano, e non guardando al rapporto tra debito e PIL, ma all’ammontare ASSOLUTO della massa debitoria in se’. E in questo caso, Germania e Francia dovranno agire.

Presto a Germania e Francia arrivera’ un messaggio dai mercati. Sara’ piu’ duro, ma lo ignoreranno ancora, essendo paesi immobili ormai da piu’ di un decennio, socialmente e politicamente.

Poi ne arrivera’ uno piu’ forte, che forse capiranno ma ne approfitteranno per chiedere ancora piu’ sacrifici agli altri paesi.

Infine, prevedo altri due “messages in blood” prima che Germania e Francia capiscano che e’ richiesta qualche azione anche a loro.

Personalmente ritengo che il prossimo “messaggio forte” arrivera’ prima della fine dell’anno, forse addirittura a giorni. Sul terzo, vedremo se ci sara’ ancora l’ Euro. Perche’ il mio dubbio e’ che al secondo messaggio forte Germania e Francia se la diano a gambe e uno dei due abbandoni per primo, pur di non ammettere che , ariano o non ariano, anche lui e’ parte del problema del debito dell’eurozona.

Questo e’ il punto che spiega quanto successo ai bund o quanto succede al debito francese: questi due paesi , immobili da decenni, si sono specializzati nel far credere che loro non hanno problemi, che non devono fare niente di niente, che non devono cambiare nulla, perche’ TUTTO il problema e’ fuori e non li riguarda.

Politicamente e’ una palla che sta funzionando bene.

Il guaio e’ che i mercati, in buona fede o meno, non ci stanno credendo.

Uriel

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