Le grida degli ipocriti e le grida dei lavoratori.

Ci ho pensato un po’ prima di scrivere questo post. Ci ho pensato perche’ comunque sono morte delle persone. Ma se continuano cosi’, la situazione diventa cosi’ immorale che va detto quel che va detto.

 

Vedo sindacalisti gridare per le condizioni di insicurezza della fabbrica. Vedo il governo che dice che assumera’ altri 300 ispettori per controllare le fabbriche. Come se le fabbriche non fossero milioni.

Ma , ripeto, la cosa che mi scandalizza e’ che vedo tra quelli che gridano anche i sindacalisti.

Ecco, questo e’ il problema. Che ci vuole una faccia come il CULO a  gridare adesso.

Quella fabbrica era sindacalizzata. Era fortemente sindacalizzata: su mezza dozzina di persone coinvolte o intervenute sul posto, DUE erano sindacalisti.

Ora, sei in una fonderia. Il pavimento, a quanto sembra, era cosi’ unto d’olio che “si pattinava”. Olio? Sul pavimento? Di una fonderia?

Ma ci rendiamo conto di quello che stiamo dicendo?

Stiamo dicendo che in un luogo dove si raggiungono temperature alle quali l’olio e’ una miscela infiammabile (1) , il pavimento fosse imbevuto d’olio.

Come dire: abbiamo una fabbrica di accendini con i pavimenti coperti di benzina.

Stiamo scherzando?

Dove cazzo erano i sindacalisti? DOVE CAZZO ERANO I SINDACALISTI?

Qui il problema non e’ che la fabbrica fosse o meno dotata di sistemi di sicurezza, o meglio questo e’ il problema scontato ; il vero problema e’ che i sindacalisti NON DOVEVANO PERMETTERE che UNO SOLO mettesse un cazzo di piede dentro quel posto.

Oggi sono tutti li’ a gridare contro i dirigenti della Tyssen; piu’ che giusto perche’ chi ha reso possibile tutto cio’ va punito, e punito duramente.

Ma chi ha fatto questo aveva dei complici, se non complici almeno accondiscendenti. Ad un lavoratore semianalfabeta puoi far vedere la solita fesseria: prendi un secchio d’olio e ci butti un fiammifero. Si spegne, e gli dici “hai visto? non c’e’ pericolo”.

Ma al sindacalista NO. Non deve essere possibile, no. Perche’ e’ li’ per quello. E il suo ruolo e’ definito dalla COSTITUZIONE, non e’ un tizio che ha un hobby. Lui media tra le parti sociali, perche’ e’ suo dovere e perche’ lo dice la costituzione.

E’ ora di dirlo: ci sono DUE colpevoli della tragedia della Tyssen.

Uno e’ la dirigenza della fabbrica; per risparmiare due soldi con ogni probabilita’ gli estintori erano semivuoti, e il ricorso all’acqua ha probabilmente peggiorato le cose(2).

E’ ridicolo che la dirigenza dica che “non c’e’ prova che i morti siano dovuti alle scarse condizioni di sicurezza”, per la semplice ed evidente ragione che condizioni di sicurezza significa che la gente non muore affatto.

Ma c’e’ un altro colpevole, che oggi strilla a pieni polmoni per nascondere le proprie colpe: il sindacato.

Non puoi essere un sindacalista e far entrare in una fonderia della gente sapendo che si pattina sull’olio. Non puoi perche’ sai benissimo che l’olio oltre una certa temperatura esplode, e che il fronte d’onda viaggia con le velocita’ tipiche della detonazione, non c’e’ nemmeno il tempo di dire “a” e sei arrosto.

Perche’ sai benissimo che la combustione dell’olio riempie di fumo i polmoni e divora ossigeno, producendo decompressione; la persona rimane in piedi , viva, con la pelle accartocciata e i polmoni che si riempiono di siero.

Non me ne frega un cazzo che poi questi si mettano a fare la parte di quelli che sono “sconvolti” perche’ i loro colleghi erano “come torce”, perche’ se avessero fatto il loro lavoro (che va OLTRE al contratto di lavoro e agli aumenti di stipendio) in quella fabbrica non doveva entrare NESSUNO.

Non si deve aspettare che arrivino gli ispettori; essi ispezionano le piccole e medie imprese, convinti che nelle grandi ci pensi il sindacato.

Ed e’ QUI che e’ fallito il meccanismo: nelle aziende grandi il sindacato NON ci ha pensato.

Il sindacato ha pensato che fosse accettabile far la vorare lagente in una fonderia dove (testuali parole DEL SINDACALISTA!) si pattina sull’olio mentre si raggiungono temperature abbastanza alte da incendiarlo.

Ma oggi gridano, gridano con la foga degli ipocriti, gridano per coprire di voce le loro COLPE, gridano perche’ tutti guardino solo all’azienda e dimentichino le colpe di chi sapeva e non ha denunciato, di chi sapeva e ha permesso, di chi sapeva e non ha fatto di tutto per fermare, a costo di bloccare il reparto all’infinito.

Colpevoli. Colpevoli di omissione. I sindacati.

Adesso questi pseudosindacalisti cercheranno di guardare chi “ha le carte a posto”. Perche’ in questo paese dove si discute persino il significato dei termini, essere innocenti o colpevoli non importa, l’importante e’ “avere le carte a posto”, perche’ magari “colpevole” e “innocente” sono concetti troppo astratti per le menti cazzistiche dei nientologi della lingua.

Meglio guardare le carte, cosi’ i professionisti delle carte in regola la faranno sempre franca.

E siccome il sindacalista non e’ formalmente tenuto a fare altro, si dira’ che i sindacati “hanno le carte a posto”; il professionista di vede da quello.

Gia’. Colpevoli, responsabili fino al midollo, ma con le carte a posto. Tante carte a posto.

Trenta piani di morbidezza.

Uriel

(1) Con un discreto numero di esano, btw: detonante.

(2) Usare acqua contro olio bollente non serve a nulla, l’olio galleggia sull’acqua. E oltre ad una certa temperatura, peggiora la situazione.

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