Le donne del fediverse.

Le donne del fediverse.

Le donne del fediverse.

Siccome mi capita di voler contribuire al progetto del “fediverse”, e tra qualche giorno approfittero’ delle ferie natalizie per mettere su un pod, mi capita di avere un deja-vu. Il deja-vu e’ quello che ho avuto da sempre, sin da quando ho iniziato a lavorare nel mondo IT.

Esiste, per qualsiasi tecnologia, una fase di “early adoption”, ove ci sono dei cosiddetti “pionieri”. In questo momento, il “fediverse” contiene circa 4 milioni di utenti.

Per chi non lo sapesse, il “fediverse” e’ un termine che identifica una rete di piccoli “social networks” che si federano assieme. Significa che anziche’ essere solo un ente come Facebook, o Twitter , a gestire un social network, esso e’ composto dalla federazione di tanti piccoli social network, e alla fine la funzionalita’ complessiva (vista dal punto di vista utente)  e’ quella di un Facebook, o di un Twitter.

Insomma, dal punto vi sita utente siete entrati in un social network. Dal punto di vista dell’infrastuttura, non si tratta di un unico mostro centralizzato che si trova negli USA (e cerca di sopprimere la democrazia), ma si tratta di uno sciame di server , gestiti da persone e aziende qui e la’ per internet, che si connettono tra loro.

Per piu’ informazioni: https://fediverse.party/  e https://fediverse.network/ per lo stato.

Ora, possiamo credere o meno che l’idea avra’ successo o meno, (ultimamente sembra che Twitter voglia supportarla: vedremo) , ma dal punto di vista di chi ci entra c’e’ una sensazione di deja-vu.

Sono tutti maschi, o quasi. Certo, se andate sul pod di GAB , ci trovate anche femmine (in questo le destre sono sempre state piu’ moderne) , e lo stesso dicasi per i pod GLBT, ma alla fine la sensazione e’ che tutti gli smanettoni in gioco siano maschi, e quasi tutti gli utenti che contribuiscono siano maschi.

Non e’ una sensazione vecchia. Nei tempi “pionieristici”, quando l’ informatica era “roba da uomini”, la sensazione era identica.  Dopo qualche anno, le signore se ne escono e dicono “ehi, ma non c’e’ il 50% di donne! Maschilismo!”.

Bene.

Adesso facciamo un’ipotesi. Supponiamo che il “fediverse” cosi’ com’e’ adesso diventi il nuovo Facebook. The next big thing. Naturalmente, quello che succederebbe e’ che immediatamente qualcuno noterebbe una cosa: che quasi tutti i pod sono gestiti e costruiti da uomini, e che quasi tutti gli utenti piu’ esperti e seguiti sono uomini. Perche’ questa e’ la situazione attuale.

Certo, sarebbe benvenuto un raddoppio del numero dei pod, e anche un raddoppio del numero di utenti. Del gentil sesso. Non esiste alcuna barriera tecnologica che vi impedisca di farlo. Nessuna. Mettete su il vostro pod e lui si federa automaticamente.

NON CI SONO SCUSE.

E questo non e’ dovuto al fatto che qualcuno abbia bandito le donne. E’ dovuto al fatto che esse sembrano assenti nella fase “pionieristica” di queste tecnologia.  E allora, se per disgrazia i network decentralizzati diventassero la next big thing, quando qualcuno chiedera’ “perche’ non ci sono donne?” la risposta non sara’ “il maschilismo”, ma semplicemente che “chi non c’era non ci sara’ “.

Perche’ non potete pretendere di essere il 50% quando c’e’ la ciccia , e di mandare avanti i maschi quando una cosa e’ ancora pioneristica (e potrebbe anche finire nel nulla). Mi sembra, onestamente, una situazione nella quale si mandano avanti i fessi, e se per fortuna poi salta fuori che c’e’ della ciccia buona, allora arrivano le donne e chiedono “ma dov’e’ la nostra meta’?”

La risposta corretta dovrebbe essere: non ci siete perche’ non c’eravate. Se non ci sei quando si semina, non ci sei quando si raccoglie. E’ semplice.

Adesso, non c’e’ nessuno che vieta ad una donna di farsi, per passione e in self-hosting, un pod di Hubzilla, o di Mastodon, o di GNUsocial, o di qualsiasi cosa. Ma non succede. Se per disgrazia la cosa prendesse una buona piega, sono gia’ preparato alle lamentele “ma il fediverse e’ solo una roba da uomini”. Gia’.

Lo e’ perche’ le principessine si sono tenute accuratamente al largo quando era una cosa faticosa e pionieristica, ma sono convinto che si presenteranno a riscuotere la loro meta’ se per disgrazia la cosa prendesse piede. I fessi seminano, le furbette raccolgono.

Visto che si parla tanto della cultura maschile che deve cambiare, vorrei anche capire se per caso non debba migliorare un attimo anche quella femminile.

Le femministe continuano a misurare la presenza femminile come la presenza femminile nei ruoli “top”: quante donne generale, quante donne ministro, quante donne al top del top. Siccome si focalizzano sempre sulle posizioni belle e comode, non si trovano mai quando c’e’ da costruire la piramide: si trovano solo quando c’e’ da decidere quante donne stanno al vertice. Ma la piramide arriva ad avere un vertice dopo anni ed anni di lavoro. Di duro lavoro. Ma siccome il vertice non esiste ancora, raramente si vedono donne a sgobbare.

Ed e’ quello che sto vedendo nel caso del Fediverse. Ora che c’e’ la parte meno comoda, quando tanti volontari devono spendere due lire e sacrificare il proprio tempo gratis, le donne non si vedono. I pod sono quasi tutti gestiti da uomini, creati da uomini. A spese loro e del loro tempo. (con l’unica eccezione di gab.com, ma e’ una questione diversa). I software (alcuni pessimi) sono quasi tutti scritti da volontari uomini. Sarebbe carino veder raddoppiare il numero di software. Si tratta di Open Source. Non esiste alcuna barriera all’ingresso. Ma le donne scarseggiano.

E’ la parte difficile. E’ la base della piramide. Non c’e’ un vertice su cui discutere di quote. In questa parte ci siamo solo noi fessi, i maschi. Quando arriveremo al vertice, poi arriveranno le femministe a piangere che non hanno la meta’ del vertice. Ed e’ questo il danno della cultura femminista: conta solo quante donne ci sono al vertice. Mai quante hanno lavorato alla base.

Quando i giornali comincieranno a scrivere che il fediverse e’ una cosa importante, si presenteranno in massa gridando “ehi, ma tutti i pod piu’ conosciuti sono gestiti da uomiiiii. Badriagadooo!! Vemminigidio!!!” . Ma oggi non ce ne sono.

In questo caso, la risposta e’ “bene, metti su il tuo pod e non scassare la uallera”. Perche’ il fediverse e’ fatto dai pod che le persone fanno girare, e non esiste alcuna barriera all’ingresso.
Ma la cosa seccante e’ il senso di deja-vu. Il senso di deja-vu di essere stati , negli anni 80 e 90, gli unici fessi (e spesso derisi) che giocavano coi computer e alla fine hanno contribuito a costruire cio’ che e’ ora. Ed eravamo tutti maschi, signorine, perche’ ai primi tempi delle BBS esisteva UNA sysop che faceva girare la sua BBS. UNA SOLA.

Ma quando ha cominciato ad esserci della ciccia, tutte ci hanno dato dei maschilisti perche’ non c’erano donne.

E adesso vedo succedere la stessa cosa. Succede che sta nascendo qualcosa di nuovo. E come tutte le cose pionieristiche, ha bisogno di tempo e di dedizione per crescere. Quattro milioni di utenti sono pochi per un social network. Ma guarda caso, dove sono ora le donne?

A mostrare il culo su Instagram sperando di diventare “influencer”.

E se domani , per fortuna, il Fediverse dovesse “sfondare”, allora toglieranno il tanga, si metteranno gli occhiali da Nerd , un bell’apparecchio posticcio ai denti, e verranno a scassare perche’ il Fediverse e’ fatto solo da maschi.

Questa e’ la parte seccante della nascita del Fediverse.

Che, come al solito, quelli che fanno i pionieri sono tutti, o quasi, maschi.

Ma se per disgrazia riusciremo a fare quel che vogliamo, arriveranno subito le femmine a chiedere la loro meta’ della torta. Esattamente la torta che NON hanno contribuito a cucinare./

Una scena, dicevo, gia’ vista.

Spero solo che, per via della natura del Fediverse, quando diranno “ma voi ci tenete fuori”, la risposta sara’: “nessuno puo’ tenere fuori qualcuno dal Fediverse: muovi il culo e crea il tuo pod”.

E spiegate dove cazzo siete oggi, che c’e’ la parte difficile da fare.

Fonte: https://keinpfusch.net/le-donne-del-fediverse/

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