Le discutibili ragioni dei buoni.

Le discutibili ragioni dei buoni.

Le discutibili ragioni dei buoni.

Credo che si sia arrivati all’eccesso , con la narrativa eccessiva, quando si e’ cominciato a descrivere come “ripugnante” un manifesto della Marcia di Assisi, perche’ non speficava abbastanza che essere per la pace significa essere contro la Russia.

In generale, si riconosce benissimo una narrativa dalla realta’ quando succede che i buoni sono sempre buoni e i cattivi sempre cattivi, i buoni vestiti di bianco e i cattivi vestiti di nero, e tutto diventa sempre piu’ puro, e arrivano i puri piu’ puri che epurano.

Che la Marcia di Assisi sia un evento improntato all’idealismo religioso, cioe’ che “pace” sia un ideale trascendente alle fazioni, credo sia noto. E non perche’ io sia un simpatizzante cattolico: semplicemente perche’ e’ un idealismo, e quindi si chiede la pace a prescindere dal cosa, dal come, dal chi e dal perche’.

Ma se siamo arrivati a questo parossismo e’ perche’ nessuno osa sporcare la bandiera dei “buoni”. Allora, siccome e’ uno sporco lavoro ma qualcuno dovra’ pur farlo, lo faro’ io.

Avrete sentito dire che l’ Europa dipende per il 40% del gas, dalla Russia. E che Zelensky maledice gli europei perche’ comprando gas dai russi , finanziano le bombe che poi piovono sul suo povero popolo.

La cosa sarebbe credibile se Zalensky non avesse la possibilita’ materiale di chiudere il rubinetto. La mappa subito sotto mostra chiaramente una cosa: se escludiamo il nord stream, quasi tutti i gasdotti per il centro europa, passano per l’ Ukraina.

Le discutibili ragioni dei buoni.

Se andiamo nel dettaglio, scopriamo che la situazione e’ ancora piu’ favorevole a Zelensky. E adesso bisogna capire un attimo cosa stiamo dicendo. Se Zelenski accusa l’ Europa di finanziare i russi col gas, perche’ semplicemente non manda qualcuno a far saltare questi gasdotti?

Le discutibili ragioni dei buoni.

Potrebbe essere una minaccia importante, per la Russia. Se e’ vero che l’economia russa collasserebbe qualora non riuscissero a vendere altro gas, e se e’ vero che e’ l’unica strategia capace di piegare la Russia, cosa aspetta Zelensky a far saltare quei gasdotti?

Se andiamo ad investigare un attimo, scopriamo che questi gasdotti non sono li’ gratis: a quanto pare, gli Ukraini sono pagati per farli passare di li’, e la Russia sta continuando a pagare l’affitto agli Ukraini.

La cosa comincia a cambiare , vero? Basta inserire elementi di realta’ nella narrativa, e… puf.

Curioso quindi come tutta l’attenzione si rivolga verso la Germania quando compra gas attraverso north stream I e “Jamal” , che non pagano diritti all’ Ukraina, mentre si dice poco dei gasdotti che passano per l’Ukraina, o meglio per le casse di Kiev.

Perche’ allora Zalensky non fa saltare quei gasdotti, o almeno non minaccia di farlo? Jamal e North Stream I non possono compensare la capacita’ dei gasdotti russi che passano per l’ Ukraina.

  • in cambio, gli europei gli stanno dando armi per miliardi
  • in cambio, la UE sta facendo entrare l’ Ukraina in Europa senza troppe domande sui requisiti
  • la Russia paga una decina di miliardi/anno alle casse di Kiev.

detto cosi’, i buoni sembrano meno buoni, vero?

Ah, si, non lo dico io:

Le discutibili ragioni dei buoni.
https://www.bloomberg.com/news/articles/2022-03-22/war-is-raging-but-russia-is-still-paying-ukraine-for-gas-flows

Passiamo all’ Erdogan che si sveglia buono e ospita i trattati di pace. Erdogan ha un piccolo problema. Il grano. Tutto il medio oriente si nutre di grano ukraino. Se togliamo il raccolto di quest’anno, che sara’ dimezzato o forse arrivera’ al 30% del normale, il prezzo del grano i medio oriente e’ destinato a salire a livelli occidentali. E questo per forza, perche’ si entrera’ in gara il contadino preferira’ vendere il grano ad occidentali che  pagano di piu’.

Il risultato di questa cosa lo abbiamo gia’ visto succedere: le primavere arabe. La gente muore di fame, il cibo costa troppo, i poveri si ribellano. Erdogan si trova ad avere l’economia piu’ colpita dalla perdita del prossimo raccolto in Ukraina. Inflazione alta, moneta che svaluta, economia in merda, poverta’ in aumento.

E vuole una “primavera” in casa propria almeno quanto desidera un asteroide su Ankara.

Erdogan doveva provare a salvare disperatamente la partita. Ma non perche’ fosse buono.

Perche’ vuole stare al potere.


Ma rimaniamo sul grano. Molto del grano che si mangia in EU e nel mediterraneo/medio oriente viene dall’ Ukraina e dalla Russia. Sinora molto di quel grano seguiva la rotta del mar nero.

Ma ora Odessa e’ sotto blocco navale, e il resto dell’Ukraina non ha piu’ porti. Quindi, in che modo si vendera’ quel 30%-50% di grano che verra’ prodotto nel 2022? Se la situazione di blocco navale permane, o peggiora, la rotta del grano Ukraino passera’ dal Mar Nero alla Foresta Nera, cioe’attraverso tir e treni, verso il centro europa.

Gia’ quest’estate dovremmo vedere le prime colonne di tir che portano in EU il grano prodotto in Ukraina.

Questo cambiamento e’ una bella notizia per la UE (la procedura di accettazione rapida non e’ una questione umanitaria, forse?) , ma se una rotta del genere cambia gli impatti sul Mediterraneo e sul medio oriente sono imprevedibili. Altre “Primavere”? E dove? E come?

Ma in generale, la perdita di Odessa non sarebbe un grave lutto per la UE, visto che consentirebbe la presa di controllo su uno dei due piu’ grandi produtttori di grano della zona.

D’altro canto, se la Russia potrebbe anche non vendere piu’grano ai paesi occidentali, adesso ha gli sbocchi e i porti ukraini, quindi le rotte del grano sul Mar Nero proseguiranno: semplicemente saranno in mano ai russi.

Prevedere un avvicinamento di molti paesi alla Russia non e’ complicato: nessuno di loro vuole una nuova “Primavera” in casa.


Ecco , basta fare due conti in tasca ai “buoni” e la narrativa diventa piu’ realistica.

Per quanto possa essere realistico un paese come l’ Ukraina, il cui presidente rimprovera l’Europa di comprare il gas che passa principalmente per i tubi del suo territorio, tubi che nonostante un genocidio non ordina al suo esercito di far saltare, e per i quali riceve soldi dal nemico che intende distruggerlo.

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