L’arresto di Assange

Uno degli eventi piu’ impiattati del giorno e’ l’ arresto di Assange , per via delle accuse del Pentagono. Vedo che tutti i giornalisti italiani, o quasi, danno ragione al Pentagono, e questo non mi sorprende. Se fai il giornalista in Italia, ogni tanto arriva qualcuno da qualche servizio segreto con un foglietto, e ti chiede di pubblicare un articolo. La cosa buffa e’ che questi articoli in genere sono scritti molto bene, e quindi spiccano in un panorama di articoli scritti in fretta ed in modo approssimativo.
Il risultato in genere e’ che se vedete un articolo scritto ed argomentato bene su un giornale mainstream in italiano, la provienienza e’ un servizio segreto. Nulla di strano, quindi, se tutti i giornalisti italiani (e specialmente i direttori di testata) stiano attaccando Assange. Il problema e’ che nessuno sta andando a vedere di cosa lo si accusa, e specialmente come.

Allora, vediamo un attimo di cosa si parli. Qualche anno fa , i piloti di un elicottero Apache hanno commesso, in Iraq, un crimine di guerra. Tale crimine era evidente ed e’ costato la vita, tra l’altro, a due giornalisti della Reuters.
Trovate il link qui:
I video girano ancora, per esempio su IPFS (se e’ un po’ lento a caricarli e’ per via della natura particolare di IPFS, ma almeno e’ immutabile, cioe’ niente puo’ essere cancellato da IPFS):
Ne esistono anche copie su youtube.com, ma non so quanto dureranno, quindi potere scaricarle da Wikileaks:
se proprio avete frettaH
Ora, come potete vedere si tratta di un crimine di guerra chiaro, evidente e documentato. Ovviamente questa cosa non e’ piaciuta al Pentagono, che ha come al solito difeso sia i prodi soldati che il comando che ha emesso l’ordine di aprire il fuoco.
Questa cosa dei video ha indispettito il Pentagono, anche perche’ si dice che il leak fosse stato fatto grazie ad un/a whistleblower , Chelsea Manning. Che era stata condannata per questo, e poi graziata da Obama. E che e’ stata messa in un carcere in isolamento pochi giorni fa, usando la tecnica giuridica del “sub poena”, riguardo ad eventi per i quali ha gia’ ricevuto la grazia dal presidente Obama. In Italia ed in Europa non sarebbe possibile.
Di Assange questi giornalisti italiani (ammesso che esistano) contestano che “un giornalista puo’ si’ pubblicare fonti segrete, ma non puo’ partecipare al crack delle password”. Che e’ l’accusa che arriva dal Pentagono.
Di per se’, il fatto che il Pentagono sia la parte sputtanata e anche l’accusatore del giornalista che ha sputtanato la cosa e’ gia’ sospetta. Dovrebbe far drizzare le antenne a chiunque, ma ovviamente il giornalista italiano, dopo decine di anni di servizio agli americani, ha ancora molti riflessi condizionati. E cosi’ l’unica cosa che notano e’ che “Ma Assange ha partecipato al cracking della password”. MA chi lo dice?
Uhm. Andiamo a vedere chi lo dice. A quanto pare, la “prova” del fatto che si sia aiutata la Manning viene da una chat che e’ stata intercettata dal server di jabber.ccc.de, cioe’ il server del Chaos Computer Club , un club tedesco di White Hackers. Chi usa questo server lo fa perche’ ritiene che le leggi tedesche proteggano la liberta’ di parola dalle intercettazioni, e le cose stanno esattamente cosi’.
Il problema e’ che le “prove” dei crimini di Assange sono state ottenute contro la legge tedesca:
Perche’ in Germania questo tipo di intercettazione esiste solo se approvato con un particolare processo che passa per una procura tedesca, che deve aver aperto il fascicolo e aver proceduto con tutte le tutele. Ma non sembrano esserci.
Secondo il pentagono, Nathaniel Frank e’ uno degli alias di Assange.
A questo punto dobbiamo decidere: se diciamo che Assange non doveva partecipare attivamente alla rottura dell’ hash, (e qui viene da farsi molte domande sulla sicurezza dalle parti del Pentagono) , stiamo sollevando un problema di metodo. Allora ammettiamo pure che assange abbia torto per questo. Bene. A questo punto viene da chiederci se per caso non siamo “un pochino ciechi” riguardo al fatto che le prove sono state ottenute in spregio alle leggi del paese ove l’intercettazione e’ avvenuta. Se guardiamo alle questioni procedurali, o di metodo, allora dobbiamo guardarle tutte.
Ma il problema e’ che siamo ad un livello assurdo di cecita’. Abbiamo questo.
  • Avviene un crimine di guerra. Un elicottero ammazza gente (civili) a cazzo di cane.
  • Non succede nulla a chi ha commesso quei crimini.
  • Qualcuno , a rischio personale, fa emergere quei crimini.
  • Ma per farlo viola la legge.
Adesso abbiamo due scelte, ovvero una questione di doppio standard. Possiamo fare due scelte:
  • Le questioni di coscienza hanno la prevalenza sulle leggi.
  • Le questioni di coscienza non prevalgono sulle leggi.
E qui casca l’asino. Se le leggi prevalgono sempre sulle questioni di coscienza, allora e’ giusto mettere in carcere Assange, ed e’ stato ingiusto punire i criminali nazisti: stavano seguendo le leggi.
Perche’ dobbiamo scegliere tra due cose: o le leggi o la coscienza. Stiamo dicendo che Assange non doveva violare la legge e la Manning non doveva svelare quei crimini di guerra?(vi ricordo che sparare su civili con armi che non discriminano la vittima e’ un crimine di guerra) Bene. Allora perche’ vogliamo processare quelli dell’ ISIS e abbiamo processato i nazisti? Stavano seguendo delle leggi ben codificate e degli ordini chiari.
E ancora, facciamoci altre domande: immaginiamo che quello fosse un elicottero del regime siriano. E che Assange avesse , in combutta con qualcuno nelle forze armate siriane, fatto uscire quel video. Sicuramente Assad avrebbe cercato di arrestarlo per aver commesso un crimine. Sarebbe stato uguale?
Qui abbiamo due scelte:
  • E’ il crimine commesso (e svelato) che fa la differenza: quindi se il crimine e’ lo stesso, i doveri in gioco sono gli stessi.
  • E’ chi commette il crimine che fa la differenza: in tal caso, Assad non puo’ sganciare missili sui civili, mentre gli USA possono.
Qui si consuma tutto il problema: e’ una questione imperiale. L’impero puo’ commettere tutti i reati che vuole, in quanto ha la forza politica di essere dalla parte della ragione anche quando ha torto. Al contrario, chiunque altro sganci missili sui civili (tra cui giornalisti) e’ un criminale di guerra e va processato, e il giornalista che svela i crimini di guerra e’ un eroe.
Il punto e’ che entrambe le dinamiche sono ben note sin dai tempi antichi: uno degli imperi piu’ crudeli della storia, quello romano, continuava ad esecrare le “crudelta’ dei barbari” , quindi la cosa non deve stupirci.
Il problema si gioca sempre nella linea grigia che separa una coscienza mai usata da una coscienza pulita: se diciamo che la legge viene prima della coscienza, e ne prende il posto, stiamo rinunciando ad usare la coscienza e al suo posto ci mettiamo la legge. Perfetto. Quindi i nazisti avevano ragione perche’ seguivano le leggi. Avevano la coscienza pulita? No, ma avevano una coscienza mai usata , dal momento che hanno seguito le leggi ciecamente.
Al contrario, se vogliamo usare la coscienza, e la riteniamo superiore alla legge in casi specifici, allora siamo tra quelli che la coscienza la usano. E solo se la usiamo noi possiamo pretendere che lo facciano altri.
Gli USA si comportano come fanno tutti gli imperi in decadenza: fanno oggi le porcate di ieri , pensando di essere legittimati oggi quanto ieri. Poiche’ gli imperi non si accorgono di essere in decadenza, credono di poter usare sempre gli stessi metodi , avendo sempre lo stesso doppio standard: quello che faccio io e’ lecito perche’ le leggi che faccio io dicono cosi’, mentre gli altri devono disobbedire alle loro leggi ed usare la coscienza.
Cosi’ se un aereo russo tira razzi sui civili , il giornalista che lo scopre e lo divulga e’ un eroe, e il soldato russo che rivela questa cosa e’ un esempio di nemico che pur nemico usa la coscienza, segno che non tutti i nemici sono cattivi.
Ma al contrario, se lo fa un Apache americano, il giornalista che lo scopre e divulga e’ un criminale, e il soldato americano che rivela questa cosa e’ uno che ha violato la legge.

La legge e’ la coscienza dei miserabili.

Essa viene usata come foglia di fico per nascondere la propria miseria umana. Dopo decenni di impero americano, ai giornalisti italiani non sembra vero di avere un’altra chance di difendere l’eccezionalismo americano, dimostrando che nel caso degli americani le leggi vengono prima della coscienza, mentre nel caso di Assad la coscienza dovrebbe venire prima delle leggi.
Quelli che dicono “ma Assange ha violato la legge nel rivelare quei video” non si accorgono di una violazione ben peggiore che e’ contenuta in quei video. Non chiedono che i piloti di quell’ Apache, tantomeno chi ha dato l’ordine di sparare, siano puniti e processati. Assolutamente. Loro seguivano le leggi, e per quei miserabili le leggi vengono prima della coscienza (ma solo se stai col piu’ forte).
Ed e’ qui il punto: non abbiamo a che fare con gente che si pone il problema. Forse questo dibattito tra coscienza e legge avrebbe senso in molte parti del mondo. Ma il giornalista italiano non arriva nemmeno a questo punto: il motivo per il quale danno contro ad Assange e’ semplice: e’ il piu’ debole.
E’ molto difficile, in Italia, che un giornalista si schieri col piu’ debole. Non lo vedete succedere praticamente mai. Solo nel caso il debole sia morto, allora ci si schiera con la causa (ormai persa) di difenderlo: Cucchi, Regeni sono due esempi. Ma si lavora sempre “in memoria”.
Prendere posizione con gli attori ancora in vita, invece per il giornalista italiano e’ difficile: significa fare una scelta di coscienza che potrebbe rivelarsi buona o cattiva. Perche’ rischiare di sporcarsi la coscienza con una scelta che potrebbe essere giusta o sbagliata, quando possiamo semplicemente tenere la nostra coscienza immacolata evitando di usarla, e ripiegando sulla legge?
Quindi per il giornalista italiano sapere come schiararsi nel caso di Assange e’ facilissimo, basta schierarsi col vincente. Quindi nel caso dei giornalisti italiani, non siamo nemmeno nella situazione della legge che e’ la coscienza dei miserabili. Il discorso e’ diverso: nel caso dei giornalisti italiani,

La legge e’ la foglia di fico dei codardi.

Condannare Assange per aver commesso un atto “illegale” significa, per loro , evitare di chiedersi se sia stato giusto , significa evitare di chiedersi se sia stato un crimine quello che i filmati mostrano. Significa evitare di chiedersi se l’impero che servono, per caso, non sia un tantino corrotto e criminale.
In definitiva, ai giornalisti italiani piace voltarsi dall’altra parte e non vedere: diciamo la verita’. Nel 1943, non avrebbero notato quei negozi sprangati e le case svuotate: era legale farlo.
La codardia, in ultima analisi, paga sempre in termini di carriera.
Ma ragazzi, saro’ sincero: che vita di merda che fate, voi leccaculo.

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