La truffa green.

Ormai e’ piu’ di un anno, ed e’ ora di iniziare a tirare qualche somma sulla truffa dal nome altisonante che si chiama “green economy”. La green economy e’ la moda che ha preso il posto dell’economia dell’idrogeno, l’aborto mai nato che idioti farlocchi come Rifkin davano per sicuro e rivoluzionario. Ebbene, anche la “green economy” ancora e’ giovane, e gia’ fa cagare.

 

Innanzitutto, i risultati non sono quelli che ci si aspettava.

 

Se ne sono accorti i tedeschi qui in NRW, che hanno iniziato a tirare i bilanci dell’operazione. Trovate l’articolo della delusione definitiva qui.

 

“Le installazioni di nuovi moduli fotovoltaici nel solo anno 2009 sono costati ai consumatori oltre 10 miliardi di euro, e così sarà per il prossimo ventennio. E questo per immettere sulla rete elettrica lo 0,3% della domanda nazionale, praticamente nulla. Per tutti i pannelli installati prima, gli incentivi ammontano a oltre €30 miliardi”

Non deve stupire, quindi, se il governo tedesco (e quello francese) hanno iniziato un piano di rilancio del nucleare. E la cosa in Germania va ancora bene, perche’ alla fine dei conti la gran parte dei pannelli e dei motori per energia eolica sono costruiti li’, quindi in un certo senso stanno finanziando la loro industria.

 

In Italia, le cose stanno ancora peggio, e la bufala si sta rivelando sin da ora.

 

Innanzitutto, non e’ vero che il green dia piu’ lavoro. Le stime in ore-uomo sono ottimistiche, e partono dall’idea che tutte le installazioni vengano fatte da nuove imprese. Il che non e’: la stragrande maggioranza delle imprese installatrici sono imprese edili e imprese di costruzioni idrauliche o elettriche (per i pannelli) , con il risultato che c’e’ piu’ lavoro per loro.

 

Lo stimolo alla ricerca tanto vantata dagli ecologisti non esiste. La green economy cosi’ come praticata in Italia non richiede profili alti, ne’ ricerca. Gli installatori sono mediamente degli operai da cantiere, e mediamente sono extracomunitari. Si tratta di lavori prevalentemente manuali, per i quali non occorre alcuna scolarita’ particolare. Niente che l’italiano laureato in scienze della banana vorrebbe fare, gli si rovinano le manine.

 

Se i pannelli fossero organizzati in centrali elettriche, le aziende potrebbero anche fare ricerca sulle prestazioni e sull’ottimizzazione. Trattandosi di una tecnologia matura (tranne i soliti studi destinati a non uscire mai dai laboratori per via dell’ “ottimismo” mostrato nell’annunciare scoperte in realta’ molto potenziali e poco sperimentali)(1) di per se’ potrebbe necessitare di ricerca solo in casi di scala.

 

Cosi’, ci troviamo con una rivoluzione green che costa alle famiglie (l’installazione dei pannelli), che costa allo stato (fondi e sovvenzioni come se piovessero) e con la quale sinora non si e’ cambiato nulla di nulla.  Anche perche’ dovete considerare che qui in NRW si va ancora molto a carbone , ( OT: RUHR 2010 e’ la manifestazione per la chiusura dell’ultima miniera, se vi interessano eventi culturali tedeschi)
Ma il problema e’ un altro: con la stessa cifra spesa a coibentare le case, si poteva ottenere una riduzione del CO2 molto, molto piu’ drastica. Se consideriamo che con 10 miliardi di euro si e’ ridotta l’emissione dello 0.05% (lo 0.3% della produzione di energia elettrica, pesata col nucleare -che non produce CO2- l’idroelettrico , etc) il confronto diventa miserabile se si considera che l’investimento sulla coibentazione rende ancora di piu’.

 

Secondo ENEA, solo riportando le case italiane, nelle condizioni di isolamento ottimali seguenti:

 

Elemento costruttivo Zona climatica E Zona climatica F
Strutture fisse verticali (muri) 0,27 W/m²K 0,26 W/m²K
Strutture fisse orizontali (coperture) 0,24 W/m²K 0,23 W/m²K
Strutture fisse orizontali (pavimenti) 0,30 W/m²K 0,28 W/m²K
Finestre e infissi 1,80 W/m²K 1,60 W/m²K

 

si potrebbero tagliare le emissioni fino al 20%, e non pochi stupidi decimali.

 

 Se tenete conto che ancora la media delle case italiane lavora SOTTO la classe energetica C (C = 70 kWh/m²a),  sarebbe meglio darci un taglio ad installare catafalchi solari e ventilatori sul mare, visto che i soldi dedicati a coibentare le case sono spesi MEGLIO.

 

Per intenderci , un’abitazione di 100 metri quadri, costruita in modo tradizionale, con buona probabilità corrisponde alla classe F e consuma 1600 litri di gas all’anno. Una casa di pari superficie di classe A consuma invece 300 litri di gas l’anno. Taglio delle emissioni di CO2, circa l’ 80%. 

 

E di per se’, la “green economy” sarebbe anche questo, ma per qualche motivo stravagante si sta puntando a finanziare la generazione di energia anziche’ il risparmio, anche laddove le tecnologie di generazione siano meno efficaci.

 

L’anno scorso ho fatto coibentare con uno strato aggiuntivo di isolante termico il tetto di casa mia. Il risultato e’ che ho potuto scaldare casa con una sola fonte. Non solo ho risparmiato soldi, ma il risparmio in KWh e’ stato superiore a qualsiasi quantita’ di energia avrei potuto ottenere investendo, invece, nei pannelli solari.

 

La verita’ e’ che c’e’ tanto da fare nel campo del risparmio energetico che investire in improbabili forme di generazione domestica e’ semplicemente assurdo.

 

Perche’ allora ci si sta muovendo in questa direzione? Per la ragione menzionata all’inizio: l’economia green focalizzata al fotovoltaico e alla generazione (anziche’ al risparmio) e’ , essenzialmente , un’economia dei sussidi. E’ quindi molto vicina all’idea di intervento statale che hanno i partiti di estrema sinistra che generalmente occupano l’area “verde”.

E’ interessante vedere come sia finita l’esperienza spagnola, QUI

PUERTOLLANO, Spain — Two years ago, this gritty mining city underwent a brief, 21st-century gold rush. Long famous for coal, Puertollano discovered another energy source it had overlooked: the relentless, scorching sun.
With generous incentives from the Spanish government to jump-start a national solar energy industry, the city aggressively set out to replace its failing coal economy by attracting solar companies, with a campaign slogan: “The Sun Moves Us.”

Soon, Puertollano, home to the Museum of the Mining Industry, became a hub of alternative energy, with two enormous solar power plants, factories making solar panels and silicon wafers, and clean energy research institutes. Half the solar power installed globally in 2008 was installed in Spain.

Farmers sold land for solar plants. Boutiques opened. And people from all over the world, seeing business opportunities, moved to the city, which had suffered 20 percent unemployment and a population exodus.

But as low-quality, poorly designed solar plants sprang up like weeds on Spain’s plateaus, Spanish officials came to realize that they would have to subsidize many of them indefinitely, and that the industry they had created might never produce efficient green energy on its own.

In September, the government abruptly changed course, cutting payments and capping solar construction.
Puertollano’s brief boom went bust. Factories and stores shut, thousands of workers lost their jobs, foreign companies and banks abandoned contracts that had already been negotiated.

Il concetto, cioe’, e’ che la green economy sta venendo trasformata in una truffa. Se di per se’ stessi i concetti di base sono corretti, i soliti furboni li hanno stravolti trasformando il settore intero in una gigantesca truffa al contribuente:

 

  1. Si e’ fatto credere che toccasse ai governi, e noi ai singoli, il compito di finanziare la rivoluzione green. Questi finanziamenti devono essere erogati, guarda caso, sotto forma di contributi a pioggia. Al contrario, si pubblicizzano (e si sovvenzionano) pochissimo  delle tecnologie che potrebbero, semplicemente affermandosi, produrre tagli significativi di consumi energetici. Si sta procedendo per trend, e il trend segue la parolina magica piu’ magica del momento: fotovoltaico, eolico , blabla. Coibentazione invece non e’ alla moda.
  2. Si e’ lasciato credere che il fotovoltaico o l’eolico fossero vie percorribili , quando si tratta di tecnologie esauste , capaci di rimanere sul mercato solo se finanziate dallo stato in eterno. La vera rivoluzione , quella che invece dovrebbe avvenire casa per casa, e’ quella del risparmio energetico. Poiche’ le tecnologie di coibentazione sono gia’ esistenti (e su di esse c’e’ davvero bisogno di personale qualificato, e non di un idraulico/elettricista che ti piazza due pannelli sul tetto, solo una termografia della casa all’infrarosso richiede personale specializzatissimo) , e come se non bastasse non sono evidenti, si preferisce mostrare agli amici quanto siamo fichi coi pannelli solari sul tetto. Come se si potessero usare anche nei condomini.
  3. Si continua a mettere in secondo piano l’isolamento: tutte le discussioni sul green parlano di automobili e di fotovoltaico/eolico. Se da un lato si sta facendo una pubblicita’ incredibile al fotovoltaico, si stanno dimenticando completamente tecnologie come questa qui: http://www.4clima.com/negozio/it/SCAMBIATORI-D-ARIA__150.aspx  che insieme alla coibentazione permettono di tenere in casa il calore pur scambiando aria con l’esterno. Il calore risparmiato nello scambio e’ il 70%. La perdita di energia per ventilazione , nelle comuni case in classe F, e’ il 25% dell’energia. In pratica, con serramenti stagni e un oggetto come questo, tagliate le emissioni di CO2 del 17%.
  4. Non si sta sovvenzionando quasi per nulla , o pochissimo, l’uso di elettrodomestici meno esosi di energia. Il vostro PC, se e’ un “normale” desktop, ha un alimentatore da 300W quando va bene, sino ai 450/500 se avete un modello tamarro. Per che cosa? Esistono sia i laptop che i Mini-PC , che consumano molto meno e sono gia’ all’altezza degli usi domestici.
Lo stesso dicasi per tutti gli elettrodomestici in classe avanzata, e delle fonti luminose: che cavolo di senso ha continuare a sovvenzionare pannelli fotovoltaici quando si usano ancora lampadine ad incandescenza?

Sapete qual’e’ il problema? Il problema vero e’ che sovvenzionare, in maniera razionale, le tecnologie di risparmio energetico significa sovvenzionare una quantita’ enorme di operatori:

  1. Produttori di elettrodomestici a basso consumo.
  2. Produttori ed installatori di coibentazioni e soluzioni per lo scambio termico.
  3. Tecnici per l’analisi termica degli edifici.
I quali sono fuori dai circuiti della politica “verde”. Al contrario, finanziando farloccate come il fotovoltaico e l’eolico, si finanziano precisi canali, fatti di pochi protagonisti amici del partito verde, aziende in gran parte amiche, certificazioni che vengono rilasciate da enti amici formando circuiti “vicini al partito”.

 

Dove sta portando questo disastro politico causato dal mondo della politica “green”, dai parassiti di partito e dalle associazioni “verdi”? Lo immaginiamo facilmente leggendo qui.
Si tratta evidentemente di un sistema economico che non e’ sostenibile se non basandosi su sovvenzioni pubbliche, le quali non possono che crescere nel tempo, a fronte di quantita’ misere di produzione energetica.

 

Ma il problema e’ sempre lo stesso: l’ecologista non vuole la soluzione che c’e’, ma quella che non c’e’. LA soluzione che non c’e’, infatti, gli consente di continuare a dire “ah, come sarebbe il mondo se ci dessero retta e tutti facessero la tal cosa”. La soluzione che esiste, per dirne una, e’ una soluzione che permette di bussare sulla spalla degli ecologisti e chiedere “caro ecologista del cazzo , hai comprato una macchina ibrida, si o no? Hai coibentato la tua casa fino a farla passare in classe A+?”
Ed e’ qui che casca l’ecologista attuale: egli ama manifestare, lamentarsi e parlare di quante tecnologie non ci sono ancora ma potrebbero esserci se il governo facesse la tal cosa. Preferisce glissare sulle tante cose che potrebbe gia’ fare ma non fa.

 

Io preferisco il treno all’automobile, ho ricoibentato pavimenti e controsoffitti, sono passato ad una fonte rinnovabile a biomassa per il riscaldamento, ho abolito il mio PC desktop per dei laptop (uno a casa e uno per lavoro) e adesso che Lady Uriel deve cambiare il PC lo cambieremo con un MiniPC che consuma meno di un terzo. Sto installando una casupola esterna per il freezer, in modo da approfittare del fresco per fargli consumare di meno (raffreddare l’interno di un frigo mentre contemporaneamente si scalda la casa e’ assurdo, il frigo lotta contro la stufa) ,ho cambiato le lampade con lampade a 24 volts (quelle col trasformatorino nella scocca del lampadario).

 

Eppure, siccome non ho pannelli fotovoltaici su casa mia, mi sento dire che “non sto partecipando alla rivoluzione verde”. Anche se a casa mia il fotovoltaico ha rese ridicole per via del clima e della posizione nella valle.

 

E no, signori, vaffanculo. Per tagliare il CO2 quanto sto facendo io, voi avete bisogno di mezzo ettaro di pannelli. Solo che i vostri bei pannelli firmadt Dolce & Gabbana si vedono, e “fotovoltaico” fa molto figo.

 

Sfortunatamente, invece, per vedere quello che ho fatto io ci vogliono gli infrarossi.
E cosi’, io non sono green.
E’ uno sporco lavoro, ma qualcuno dovra’ pur farlo.

 

Uriel
P.S: era tanto che non postavo musica. Beccatevi gli Alien Vampires, direttamente dagli Aborym. Ma l’influenza Black metal e il crossover con l’ aggrotech si sentono piu’ nel secondo brano.
(1) La stragrande maggioranza delle “scoperte” e delle “nuove tecnologie” in ambito green viene annunciata in termini di potenzialita’. Si scopre un batterio che scoreggia piu’ del solito, e allora si scrive “il metano del futuro verra’ dai batteri” . Poi le imprese si tuffano a vedere di cosa si tratti, e ci trovano che per far scoreggiare bene il batterio occorre nutrirlo di caviale messicano e cantargli la cucaracha ogni notte. Non proprio economico.

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