La strenna creditizia.

Moltissimi commenti ai post sugli indignati mi fanno pensare che qualcuno -senza dirlo alla Costituzione- abbia sancito in Italia il diritto di essere stupidi. Quasi tutti i commenti pro-indignati che ho ricevuto dicevano sempre la stessa cosa: “non e’ colpa della gente se tutti si sono indebitati VOLONTARIAMENTE, perche’ era il governo che doveva fermarli dal fare la cosa stupida che VOLEVANO fare, o almeno spiegare e rispiegare loro che stavano facendo una cosa stupida e dannosa, fino a convincerli a non farla.

 

E’ ovvio che una tale dialettica viene dalle nostre scuole superiori odierne, nelle quali si e’ sancito un principio sbagliatissimo, secondo il quale la fatica dell’apprendimento e’ interamente a carico degli insegnanti e della scuola. Quando ero alle superiori, per dire, i miei prof durante gli scioperi spiegavano ugualmente la lezione. E poi interrogavano.

 

Questione: “ma io non c’ero quando spiegavi. Dunque DEVI rispiegare”. La risposta era “no, tu hai bisogno della scuola MOLTO piu’ di quanto la scuola abbia bisogno di TE“. Quindi, erano affari tuoi essere presente, se volevi sapere cosa si spiegava.

 

Oggi un ragionamento simile non sarebbe possibile. Dal momento che si e’ sancito –per via di professori che NON mettono mai piede nel mercato reale, dunque non sanno nulla del mondo che dovrebbero insegnare agli studenti a decifrare– che l’insegnamento e’ una fatica a carico della scuola, e solo della scuola, ovviamente il principio viene esteso allo stato quando il nostro studente-passeggero diventa un cittadino-passeggero.

 

Innanzitutto, non era affatto un problema di informazione.Innanzitutto, come ho gia’ spiegato, il governo fa SEMPRE cio’ che il cittadino VUOLE. Non fa quello che il cittadino CHIEDE, questo e’ ovvio, ma fa SEMPRE cio’ che il cittadio VUOLE. Cosa significa?

 

Se il cittadino vuole parcheggiare in doppia fila in citta’, il governo glielo lasciera’ fare, se il numero di cittadini che lo VOGLIONO e’ abbastanza alto. Ovviamente il cittadino CHIEDE un traffico piu’ scorrevole, ma VUOLE parcheggiare in doppia fila. Il governo ovviamente fa cio’ che il cittadino VUOLE e quindi lo lascia fare. Questo fa si’ che il cittadino NON possa ottenere cio’ che CHIEDE, cioe’ un traffico piu’ scorrevole, ma ovviamente accontenta il cittadino nel fargli fare cio’ che VUOLE. Se il cittadino vuole frodare la sanita’ dandosi malato per nulla, il governo lo lasciera’ fare, anche se poi chiede una sanita’ migliore. Se il cittadino vuole evadere il fisco il governo glielo lasciera’ fare , anche se poi chiede i conti in ordine. Se il cittadino vuole finanziare la mafia comprando sigarette di contrabbando, il governo glielo lasciera’ fare, anche se poi il cittadino chiede meno criminalita’. E cosi’ via.

 

E’ il cittadino che deve allineare cio’ che vuole fare con il risultato che chiede.  E’ tutto a carico suo.

 

Cosi’, se il cittadino vuole ancora partecipare alle commesse militari con la sua azienda, il governo lo lasciera’ fare. Se il cittadino vuole vincere il concorso nell’esercito e avere il suo posto fisso a vita, il governo lo accontentera’. Se il cittadino CHIEDE di non avere guerre, chissenefrega.

 

In generale il governo accontenta SEMPRE il cittadino nella sua vita quotidiana, e quasi mai nelle sue richieste politiche, dove per richieste politiche intendo esattamente il tipo di richieste che il cittadino fa mediante atti politici (voto, manifestazioni, etc). E’ compito del cittadino verificare SE e QUANTO

 

  1. Le richieste politiche siano coerenti con i comportamenti che intende tenere.
  2. Se le richieste politiche sono coerenti coi comportamenti veri, allora capire se facciano il bene o meno.
Ovviamente questo e’ il punto SE PARLIAMO DI UNA DEMOCRAZIA. Se invece parliamo di una dittatura, il  dittatore semplicemente se ne infischia sia di quel che volete che di quel che chiedete.

 

Ora, sta succedendo che questo lavoro (capire se i nostri comportamenti siano globalmente giusti e/o cambiarli di conseguenza) sia faticoso e richieda autodisciplina, nonche’ una mente umana, cioe’ la capacita’ di inserire un momento di raziocinio tra lo stimolo a fare e l’atto di fare.(1)

 

Invece la stupidita’ attuale e’ quella di affermare che il cittadino:

 

  1. Ha il diritto di NON sapere, perche’ il governo deve sapere e quindi informarlo.
  2. Ha il diritto di NON capire, e quindi il governo deve impedirgli di fare cazzate.
  3. Poiche’ e’ lecito non sapere e non capire, lui agisce alla cieca e semmai e’ il governo a doverlo tirare fuori dai casini.
Questo e’ vero per le teocrazie. Nelle teocrazie c’e’ una classe di sacerdoti, i quali sono GLI UNICI a sapere, dal momento che solo loro hanno accesso ad un sapere che -per definizione- e’ occulto agli altri. Inoltre, i sacerdoti sono GLI UNICI a capire, perche’ tutti gli altri, non avendo accesso alla mente divina, non possono davvero capire le cose.(2)

 

In questa situazione, NON SOLO i tre assunti di sopra sono veri, cioe’ il cittadino NON capisce e NON sa , ma sono anche OBBLIGATORI. Non potete osar capire, perche’ se lo fate venite puniti. Cosi’ la Chiesa vietava di leggere la bibbia senza un prete, il musulmano ha bisogno del suo Imam (in Iran) o della sunna in (Arabia Saudita), i mandarini cinesi avevano un alfabeto incomprensibile ai piu’, e cosi’ via.

 

Chi afferma che il cittadino “e’ stupido e/o non capisce e/o non sa non stia facendo” altro non fa che gettare le basi della teocrazia. Sebbene la teocrazia sia un governo perfetto se attua un sistema di reclutamento efficiente delle menti migliori (3) , probabilmente NON e’ un sistema nel quale volete vivere. Nel senso che in una teocrazia non potete manifestare in piazza senza venire uccisi, con la sola eccezione delle processioni religiose che invocano qualcosa alla divinita’, da cui le manifestazioni di piazza derivano.(4)

 

Ma cosi’, se assumiamo che vogliate vivere in democrazia e non in una teocrazia, quello che volete fare non e’ assumere che il cittadino sia ignorante e stupido. Se lo assumete e dite che e’ il governo a dover sapere e capire per poi fermarvi se fate una minchiata, siete fermi al buon pastore che sorveglia il suo gregge. Buona idea, se solo dimentichiamo che il gregge viene tosato e infine macellato. Forse la Bibbia dice che Dio sia vegetariano?  Magari ha creato il mondo perche’ aveva fame, e alla fine ci divorera’ tutti, e l’universo e’ la sua versione personale di pizza capricciosa. Interessante tesi teologica, il Dio antropofago,  isn’t? (No, non voglio scoprire cosa sia la mozzarella di Dio: gli scienziati che studiano l’origine della Luna potrebbero incazzarsi.)

 

Ma anche escludendo -fingiamo pure di non saperlo-  che stiamo enunciando la ratio della teocrazia, perche’ non possiamo COMUNQUE dire che in democrazia  il cittadino e’ stupido o ignorante? Per una semplice ragione: chiamiamo il cittadino a votare.

 

Ora, casomai ci aveste fatto caso il governo si occupa un pochino di tutto lo scibile umano: la sanita’ si occupa di medicina, i trasporti di ingegneria, e cosi’ via. Allo stesso modo capite che il governo, inteso come complesso, lo si presume praticamente onniscente se ci si aspetta che faccia tutte quelle cose con cognizione di causa. 

 

DI solito,  si da il caso che in una democrazia il cittadino NON SIA solo  chiamato a giudicare l’operato di un governo. Se fosse solo cosi’, e si votasse SOLO sul governo uscente, sarebbe fattibile anche senza onniscenza. Se ogni voto fosse semplicemente una pagella sul governo uscente ma NON implicasse un giudizio su quello entrante, ovviamente il cittadino potrebbe dire “le cose vanno di merda, buuu”. E non servirebbe essere onniscenti per votare.

 

Sfortunatamente, il sistema elettorale non ci chiede solo di giudicare il governo USCENTE, cosa che potremmo fare semplicemente osservando i risultati ottenuti, ma ci chiede di decidere sulle PROPOSTE di un ipotetico sostituto, e la cosa si complica. Si complica perche’ ci viene chiesto di leggere una proposta che riguarda il governo -ovvero praticamente OGNI campo dello scibile umano- e di capire se tale proposta sia efficace o meno.

 

Questo, signori, presume che il cittadino sia praticamente onniscente, perche’ gli si richiede di capire se la politica agricola, sanitaria, infrastrutturale, sociale, internazionale, militare, economica, industriale, energetica, finanziaria, fiscale, scolastica, culturale, ecologica, marittima, e cosi’ via, siano adeguate.

 

Ora, un cittadino che viene chiamato al voto su tutti questi temi puo’ SOLO essere considerato praticamente onniscente, altrimenti non ha senso. Se mettiamo in dubbio che il cittadino POSSA dare questo giudizio, ovvero che sia in grado di fare quanto richiesto, allora non ha senso la democrazia stessa. Se diciamo che il cittadino deve giudicare la proposta politica di un possibile governo, e confrontarla con quella di un altro, (oltre che giudicare un governo alla fine) allora il punto e’ questo. O siete in una democrazia -e allora siete praticamente onniscenti- oppure rinunciate alla democrazia -perche’ NON siete in grado di votare-.

 

Per questa ragione, la legge dice che “l’ignoranza della legge non e’ una scusante”. Questo fa si che per la legge noi siamo TUTTI avvocati, visto che per una conoscenza della legge (e spesso non tutta la legge) occorre almeno essere dei legali. Questo genere di assunzioni non sono rare in democrazia: la democrazia stessa puo’ esistere solo se si attribuisce al cittadino il titanico potere di poter esprimere un’opinione sensata su tutti i temi del governo.

 

Ripeto: la cosa si potrebbe semplificare , se anziche’ il voto con TUTTI gli schieramenti che vogliono governare si facesse semplicemente una pagella alla fine della legislatura al governo uscente. Se il governo viene bocciato il potere passa all’opposizione, altrimenti rimane il governo uscente. SOLO in questo modo si limita il cittadino ad un giudizio sui risultati, che NON e’ un giudizio sul programma.

 

Se invece vogliamo che il cittadino giudichi SIA il governo uscente SIA i candidati entranti, come succede alle nostre elezioni, si assume che sia onniscente.

Morale della storia: in democrazia, sono SEMPRE e SOLO cazzi tuoi sapere e capire, sapere e capire se stai facendo una cazzata o meno.

 

Quindi, quando il governo ha obbligato le banche a scrivere le condizioni del prestito nel contratto, siete VOI che dovete leggerle e capirle. Se non siete capaci di capire che diamine  di contratto state firmando, con che coraggio vi presentate alle elezioni pretendendo di giudicare  le decisioni economiche di un intero governo?

 

Allora, quelli che dicono che “il governo deve informare e spiegare perche’ una cosa sia sbagliata” forse dimenticano DUE cose delle democrazie:

 

  1. Per prima cosa, mediante il voto e’ il cittadino che spiega al governo cosa sia giusto e cosa sia sbagliato.
  2. In seconda istanza, la stampa in democrazia e’ libera. E se le aziende finanziarie fanno pubblicita’ dicendo che comprare a rate e’ BELLO, il governo non puo’ intervenire.
 Riguardo al secondo punto, il problema e’ che se il governo intervenisse NON Cambierebbe NIENTE.

 

Il governo spiega da anni che drogarsi e’ male, che non bisogna evadere il fisco, che non bisogna parcheggiare in seconda fila, e tutto quanto: tuttavia, lo stile di vita dei cittadini NON e’ cambiato di un fico secco. Se vi avessero detto “comprare tutte queste cose a credito fa male”, non avrebbe cambiato di un cazzo secco il vostro comportamento.

 

Quindi, il punto e’ molto semplice: nella situazione attuale il paese c’e’ entrato per via di tutta una serie di “bad practices” dei cittadini. Delle masse. Di tutti.

 

Ma sapere che non bisognava fare quelle cose era compito del cittadino. Sapere che erano dannose era compito del cittadino. E questo e’ per una semplice ragione: sono le regole della democrazia, e quando non esplicite (del tipo “la legge non ammette ignoranza”) , sono comunque condizioni necessarie perche’ funzioni.

 

Altrimenti vi beccate una bella teocrazia, cioe’ un governo perfetto.

 

Lo so che non vi piace, ma il popolo ODIA ogni governo in proporzione a quanto e’ perfetto. (non e’ sempre vero il contrario: se un governo e’ perfetto -come la teocrazia- allora il cittadino la odia, ma non e’ che se il cittadino odia un governo allora e’ perfetto).

 

In democrazia, invece, siete voi che spiegate le cose al governo. Quando la popolazione ha deciso che il numero di Avogadro e’ una minchiata , ha voluto che il governo finanziasse le cure omeopatiche. Ora, e’ un dato di fatto che sotto una certa concentrazione vi stiano servendo semplicemente acqua distillata pura.(5)

Ma la popolazione, pure informata di questo fatto da migliaia di chimici, dalla scuola pubblica -che spiega ancora, spero, chi fosse Avogadro- se ne infischia e pretende le cure omeopatiche di stato. Sono stati informati? Si. E’ chiaro chi sia Avogadro? Si. Ma ciononostante vogliono le cure omeopatiche. E il governo spende per dargliele. E loro le usano spendendo i loro soldi.

Sono cavoli vostri sapere chi sia Avogadro, ragazzi, e specialmente SONO CAVOLI VOSTRI PERCHE’ E’ LA VOSTRA SALUTE. Oppure, volete una teocrazia. In tal caso, avrete un bel pastore che cura il gregge.

Ma i greggi, ricordatelo, non votano. E neanche manifestano. E c’e’ chi li chiama “abbacchio”.

 

Uriel

 

(1) Se non riuscite a mettere un momento di raziocinio tra lo stimolo a fare e l’atto di fare, non siete propriamente umani, ma semplici animali antropomorfi. Scimmie senza pelo, insomma.

 

(2) Questo effetto era ottenuto dalla Chiesa permettendo gli studi solo ai preti ed ai nobili, che pero’ studiavano con precettori gesuiti.

 

(3) In tal caso succede che agli studi hanno accesso solo i piu’ talentuosi, e poi essi diventano classe dirigente incontrastata. Essendo una teocrazia, il potere puo’ sindacare il comportamento dei cittadini IN OGNI campo, dal pubblico al privato. Se il sistema di reclutamento dei sacerdoti e’ efficiente, la teocrazia e’ il sistema di governo PERFETTO: unisce il massimo dell’estensione del potere (la legge divina puo’ toccare OGNI campo, senza distinzioni) , al massimo dell’arbitrio (“deus lo vult”, e vaffanculo) , alla migliore classe dirigente possibile (vengono reclutati per gli studi solo i giovani migliori). Dovessi costruire un governo perfetto costruirei una teocrazia, rendendo religiose tutte le scuole oltre la terza media, e permettendo l’accesso solo ai giovani oltre il QI di 140, facendo poi di ogni giovane un sacerdote, ovvero un governante.
(4)Tutti i rituali politici delle democrazie sono mutuati da rituali magici o religiosi. Le manifestazioni sono semplicemente processioni con i politici al posto dei preti, i girotondi sono semplicemente cerchi magici di protezione, i parlamenti sono semplici sinodi, e cosi’ via.
(5)basterebbe dare un flacone di “medicina omeopatica” alla casa che l’ha prodotta e chiedere loro di dirci a quale medicinale – medicinale disciolto sotto il limite di Avogadro- sia il campione, per verificarlo. Si prende un flacone di acqua che secondo loro avrebbe  la “memoria” del farmaco, un flacone di acqua distillata SENZA memoria del farmaco, e si chiede all’omeopata di dirmi quale dei due flaconi contenga un principio curativo e quale sia solo acqua.Non ci vuole molto, col doppio cieco: sul piano logico e’ semplicissimo da implementare.

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