La religione del sei, parte seconda.

Come risposta al post precedente ho avuto conferma di quello che dicevo, in diversi thread dei commenti che mostrano quanto radicata -almeno dialetticamente- sia la religione del sei. Sono nati spontaneamente alcuni thread , uno riguardante il fatto che un politecnico ha finalmente deciso di fare le lezioni in inglese, ed uno sul fatto che lo stato “dovrebbe proteggere le persone dalle conseguenze della loro scelta di fare del male”. In entrambi i casi, vedo emergere una evidente “propensione al sei”, cioe’ al minimo indispensabile.

La logica di “lo stato deve proteggere il cittadino dalle conseguenze delle cazzate che il cittadino stesso fa” equivale, di fatto, alla logica “io cittadino non mi comportero’ MAI in maniera responsabile, se non quando sentiro’ tintinnare le manette ad ogni angolo“.

La cosa potrebbe anche andare se l’italiano fosse un popolo che ha una profonda venerazione verso la polizia, come potrebbero essere alcuni popoli biondi che io conosco <grin> , ma il problema e’ che controllare 60 milioni di persone ASSOLUTAMENTE e PERVICACEMENTE determinate a delinquere non appena il poliziotto di turno gira gli occhi E’ IMPOSSIBILE.

La cosa che bisogna capire e’ che NESSUN cavolo di regime ha mai controllato il 100% dei cittadini. Certo, il regime nazista, con la GEstapo e l’invenzione degli schedari meccanici, riusci’ ad arrivare sino al 30% dei cittadini costantemente spiati. Il KGB, ma gia’ piu’ tardi quando i russi avevano gia’ i maniframe BESM-6, riusci’ a superare il record arrivando al 50%: ma questo era possibile solo perche’ anche gli acquisti di case, auto e beni durevoli passavano per lo stato.

Immaginiamo, per proiezione, che genere di regime occorra per controllare e verificare, di volta in volta, che il 100% dei cittadini italiani non faccia cazzate, al preciso scopo di proteggerli da se’ stessi. Si tratterebbe di un regime di gran lunga piu’ invasivo di quello sovietico.

MA supponiamo anche che si faccia una legge simile: se non costruite antiterremoto io vi punisco. Ok, bene.

La frequenza di terremoti nello stesso punto e’, quando va bene, attorno ai 100 anni. Quando va male, come nel caso dell’emilia, e’ attorno ai 500. In pratica, vi accorgerete della fregatura solo tra 500 anni. MA anche se fossero 100, vi faccio presente che il costruttore non sara’ piu’ li’ quando vi accorgerete che ha “risparmiato” un pochino.

Lo stesso dicasi dei proprietari: ammesso che avvenga la truffa, il proprietario non sara’ piu’ quello dopo 100 anni. Quindi, il succo e’ che e’ assolutamente impossibile punire -i responsabili-.

Ma supponiamo anche che si tratti di una zona che ha terremoti ogni 5 anni. Il costruttore costruisce male, e a voi casca la casa in testa. Ora, non avete costruito bene, e dobbiamo punirvi: in che modo vi puniamo? Vi e’ gia’ cascata la casa in testa, ricordate? Anche se foste ancora vivi, cosa dovremmo fare ancora?

Potremmo punire il costruttore, ma … quante case ha costruito in cinque anni? Probabilmente svariate decine se non centinaia. A meno di non avere a che fare con una microscopica SrL , se avete a che fare con delle coop di costruttori tipo il pentagruppo, siamo nell’ordine delle diverse centinaia. Che pena dareste, per spaventare uno che ha costruito diciamo 200-300 appartamenti non a norma, che sono crollati addosso alla gente? Tutto quello che otterrete sono societa’ con sede fuori dalla UE.  MA specialmente, TUTTO QUELLO CHE OTTERRETE E’ DI ARRIVARE TARDI.

I terremoti sono eventi cosi’ rari che (se la pelle la mettono gli inquilini) per il costruttore il rischio vale la candela. Imporre una normativa che punisca non serve a niente: peraltro, si tratterebbe di agire sugli edifici nuovi. Ma la popolazione italiana non aumenta, e la costruzione di nuovi edifici e’ una piccola frazione del totale. Quindi, anche ammesso che fosse fattibile controllare (con uno stato terribilmente totalitario) tutti i cittadini, quello che otterreste e’ semplicemente di scontrarvi con una serie di certificazioni finte.

La legge obbliga gia’ tutti ad avere impianti elettrici a norma. Impianti idraulici a norma. Ma tutto quello che ottenete e’ la certificazione del FALSO.

Sinche’ un popolo parte dalla premessa che i singoli agiranno bene -e nel PROPRIO INTERESSE- solo quando c’e’ un carabiniere che fa tintinnare le manette ad ogni angolo , ci si scontrera’ col fatto che nessuno stato ha abbastanza carabinieri da controllare tutti per tutto il tempo. La verita’ e’ che ad un certo punto occorre che il cittadino faccia il proprio dovere anche SENZA un carabiniere che tintinna le manette.

Ma qui ancora siamo alla religione del sei: se tu, stato, dici che il sei -il minimo per passare l’esame- e’ piu’ in alto, ALLORA E SOLO ALLORA io faro’ quanto serve. Sino a quando il minimo sara’ piu’ in basso io, cittadino, faro’ solo il minimo. Anche SE io SO che non e’ la cosa migliore.

Un cittadino di questo genere, onestamente, non va protetto, ANZI: va esposto ad ogni pericolo sperando che crepi. Di terremoto quando non costruisce bene, di troppa velocita’ quando eccede al volante, e cosi’ via. Darwin e’ l’unico poliziotto che riesce a stare, per il 100% del tempo, dietro alle spalle di ogni fesso.

Il secondo discorso delirante che e’ sentito e’ stato CONTRO il fatto che al politecnico si facciano lezioni in inglese. Di per se’, so bene che cosa significa.

Innanzitutto, il velleitario ciarpame che insegna non parla un inglese sufficiente a tener lezioni in inglese.  Tutti hanno sfottuto Rutelli quando parlava inglese, tutti hanno sfottuto Berlusconi che parlava inglese, ma molto buffamente nessuno ha detto “ba” quando Monti, che e’ preside di una facolta’, si e’ messo a massacrare la lingua di Sua Maesta’ delle Britannie come nemmeno una V2 sapeva fare.

Beh, onestamente: e’ molto piu’ comprensibile l’indiano medio , che parla inglese mentre fa un pompino, che stia facendo un pompino o meno. Quando parlo al telefono con degli indiani ho in continuazione la visione di un ufficio dove tutti quelli che sono al telefono hanno a fianco un tizio che glielo mette in bocca quando parlano.  Gli israeliani che parlano inglese hanno questa L ferrarese, come quella di “majal” , i tedeschi hanno “ven” e “vat” , e ognuno storpia l’inglese  a modo suo.

Beh, sull’inglese di Monti avrei qualcosa da dire, pur avendo il mio inglese tutti i difetti dell’italoinglese. Io posso tenere una presentazione in inglese -e le feccio- , Monti sarebbe meglio che la smettesse.

Immaginate un attimo dei tromboni accademici che sono abituati ad aver ragione anche quando hanno torto a fare lezione. Sarebbe tutto un fiorire di neologismi… diciamo…  che un mothertongue(1) native speaker non potrebbe nemmeno comprendere.

Ma ammettiamo pure che i professori tutti si dedichino a prendere il toefl sino ad un livello di pronuncia e conversazione ottima. Chi lo farebbe? I professori MIGLIORI, ancora una volta, cioe’ quelli che sono disposti a fare qualcosa per migliorare se’ stessi. Ma, ripeto, supponiamo che si faccia.

Avete idea di quanto selettivo sarebbe il processo? Nel momento in cui l’universita’ alzasse l’asticella per entrare, verrebbero tagliati fuori i piu’ somari d’Italia.

Qualcuno ha detto che se si fanno gli ultimi anni di universita’ in inglese allora gli studenti stranieri , che essendo stranieri hanno la malvagia capacita’ di conoscere l’inglese meglio dei nostri , si gioveranno della loro satanica abilita’ contro i nostri studenti.

Aha. MA non e’ vero: gli studenti italiani che sanno l’inglese non ne sarebbero minimamente inficiati. Ad esserne inficiati sarebbero gli studenti PEGGIORI. Quelli che in Italia non hanno mai studiato inglese.

Altri hanno detto che e’ giusto che in italia ogni cosa si studi in italiano. Aha. Queste persone vivono nel medioevo, probabilmente, e credono ancora che l’ italiano sia una lingua franca e che i laureati non debbano conoscere altre lingue. Questa e’ una troiata bella e buona: storicamente, i laureati hanno sempre conosciuto altre lingue -anche se in passato il francese era piu’ comune dell’inglese in Italia- perche’ si presumeva che fosse la classe dirigente ad avere contatti con l’estero.

Dall’altro lato, chi dice questo non ha mai notato una cosa. Sta usando un computer, e l’informatica ha un solo linguaggio, l’inglese. Esiste internet, esistono le reti, e tutto diventa sempre piu’ internazionale. L’idea che QUALCUNO possa sopravvivere senza conoscere altre lingue oltre all’italiano e’ SEMPLICEMENTE RIDICOLA.

Quanto al fatto che l’italiano sia la lingua nazionale, accetterei la contestazione se per caso notassi un qualche amore per il bell’italiano , o una qualche propensione ad abbandonare gli osceni dialetti -simbolo e fonte di ignoranza per la loro miserabile mappa semantica- a favore dell’italiano. Ma tutto quello che vedo oggi e’ un disprezzo assoluto verso le regole, un ostentare del dialetto come unica fonte dell’espressione di una genuina umanita, quando non l’accusa di snobismo verso chi si sforza di parlare un italiano almeno decente. Per essere un popolo che ama la propria lingua, mi sembra tanto che ci si ricordi di queste preziose radici solo quando si tratta di fare uno sforzo in meno.

Ancora una volta, il problema e’ semplice” nel momento in cui avviene il casino, tipo il terremoto, allora succede che si vuole IMPORRE una regola che dice “da ora in poi fate tutto bene”. Poi, quando si impone una regola per dire “da ora in poi l’universita’ prepara i ragazzi a leggere ed ascoltare la lingua inglese, cioe’ della tecnologia”, allora si tirano fuori scuse e scusanti.

E che cosa credete che succederebbe se si imponessero abitazioni 100% antisismiche, tipo Giappone, in Italia?

Si direbbe che:

  • Questo avvantaggia costruttori stranieri a sfavore dei nostri.
  • Quelle costruzioni sono costruite in un modo che e’ fuori dal modo tradizionale che abbiamo di fare le case.
  • A noi le case servono cosi’, pur coi pregi e difetti.

Come vedete, la scusa italica e’ sempre quella: “il malvagio straniero ne trarra’ vantaggio a spese nostre” e “andiamo a toccare le nostre preziose radici, che tutti noi daremmo la vita per difendere, non fossimo altri che non a demolirle quotidianamente” , e infine “a chi servono case migliori? In fondo siamo sempre morti di terremoto”.

Ancora una volta, tutto e’ fatto per avere una laurea con meno sforzo possibile. Se far insegnare tutto nei politecnici , ma proprio tutto, in inglese produrrebbe una selezione insostenibile per chi fa delle scuole superiori pessime, costringendo a maggior fatica chi dovrebbe poi studiare e praticare l’inglese, la risposta della religione del sei e’: no, non si chieda agli studenti di fare qualcosa di PIU’ o DI MEGLIO. Il MINIMO DEVE BASTARE PER TUTTI.

Per questo mi viene da ridere quando vedo gente che propone di alzare l’asticella delle normative antiterremoto: ogni volta che si propone di fare qualcosa meglio, tutto quello che ci si sente rispondere e’ sempre quello.

  • Questo avvantaggia i malvagi stranieri a sfavore dei nostri concittadini.
  • Questo nuovo modo di fare minaccia radici e tradizioni antichissime.
  • A noi le cose servono esattamente cosi’, pur coi pregi e difetti, e questo deve bastare a tutti.

A questo punto, viene da chiedersi di preciso che cosa si voglia. Quando succede qualcosa si chiede allo stato di alzare l’asticella della qualita’, fino a portare il livello minimo consentito ad evitare i consueti disastri.

Ma quando si fa qualcosa di analogo, allora si dice che c’e’ qualche straniero che si giovera’ di questa malsana idea di non fare piu’ come si e’ sempre fatto da noi (e si sa, quel che si fa da noi e’ buono), che la tradizione e le radici ne soffriranno, e che alla fine a noi tutto va bene cosi’ perche’ siamo speciali e quindi va bene se si fa in un modo un pochino diverso a tutto il resto del mondo.

Questo e’ il tipico insieme di scusette che si tirano fuori ogni cosa. Quando, per propria negligenza , la contingenza degenera in qualche disastro, si dice che e’ lo stato che deve farsi carico di impedire che la consapevole negligenza produca danni, mettendo un carabiniere dietro ad ogni italiano, e alzando (pena sanzioni durissime) l’asticella della qualita’ minima accettabile.

Poi, quando in qualsiasi luogo (in questo caso il politecnico) si fara’ qualcosa per alzare l’asticella obbligatoria della minima qualita’, si tireranno fuori le solite solfe a base di radici, tradizioni, malvagi stranieri e quant’altro.

Ora, se domani, anzi , QUANDO domani la contingenza punira’ i professionisti italiani e le aziende italiane perche’ si parla poco inglese e male -tipo: catastrofe nel settore turismo, fieristico, etc- , allora arrivera’ puntualmente qualcuno che proporra’ di alzare l’asticella dell’inglese e renderlo obbligatorio. Ma conosciamo gia’ le risposte.

Allora, e’ ora di cominciare a dire:

  • L’italiano non ha nessuna fottuta radice antichissima.L’ ITALIA ha radici antichissime. L’Italiano NO. L’italiano medio cade in storia alla terza domanda. Sfido chiunque continui a menzionare le proprie antichissime radici a reggere una volgare interrogazione in storia, anche a semplice livello di liceo. L’ignoranza diffusa sulla storia del paese, e spesso sulla sua geografia, fa si che l’italiano possa vantare tutto tranne che radici. Certo, in italia e’ pieno di rovine. Ma l’italiano nella media non le ha mai visitate dopo il liceo. Viene da chiedersi in che cazzo consistano queste benedette radici, se si intende qualcosa che riguardi l’italiano e non i ruderi. O gli alberi.
  • Non esiste alcuno straniero che abbia sviluppato le cose che mancano in Italia per assalire l’ Italia. Semplicemente, se qualcuno rimane indietro, altri passano davanti . E se poi hai bisogno di quello che loro producono, e se lo producono meglio di te, e’ ovvio che prima o poi loro ti butteranno fuori dal mercato. Il punto e’ che se qualcuno fa meglio di te da qualche parte, tu sei fottuto, e lui ha DIRITTO di prendersi la posta in gioco. Anche togliendola a te.
  • E’ responsabilita’ DEI SINGOLI, e non dei governi, ogni condotta personale il cui danno risulti in un danno PERSONALE. Il governo non deve impedire al cittadino di martellarsi i coglioni. Deve solo informarlo che sarebbe meglio non martellarseli. Una volta chiaro che fare una cosa e’ dannoso (correre troppo veloci, fare case di merda, etc), la responsabilita’ e’ individuale. E questo per la semplice ragione che la punizione per una cattiva condotta e’ insita nelle inevitabili conseguenze dell’azione. Perche’ mai lo stato dovrebbe AGGIUNGERE la sua?

Cosi’, ripeto: tutto viene da un problema educativo. Il fatto che a scuola  ci sia un livello minimo noto , per il quale “si passa”, fa si che tutto si risolva in un tatticismo atto a fare il minimo per avere il minimo.

Una regola scolastica come

  • Si danno i voti.
  • Si calcola la media nazionale (che in questo modo risulta imprevedibile a priori).
  • Si boccia chi e’ sotto la media.

fa si che si chiarisca sin dalla tenera eta’ un semplice concetto: devi fare le cose meglio possibile, perche’ altrimenti, ovunque sia, chi le fa meglio ti te finisce col fotterti. Questo e’ quanto va insegnato, per la semplice ragione che il mondo funziona ESATTAMENTE cosi’.

Per quanto riguarda chi e’ adulto e non puo’ apprendere la lezione a scuola, faccio presente una cosa: questo algoritmo e’ esattamente quello che fa un terremoto, sulla qualita’ delle abitazioni. Tutte quelle sotto la media sono bocciate.

Crollano.

Ed e’ lo stesso che fa la crisi sulle aziende. Quelle mal gestite, poco capitalizzate e poco moderne sono falciate via.

Ed e’ lo stesso che fa la tecnologia, lo stesso che fa lo sviluppo di realta’ economiche internazionali: chi non parla almeno un’altra lingua e’ falciato via.

Ma, si sa , quando succedera’ prima o poi qualcuno chiedera’ al governo di obbligare le aziende a ricapitalizzarsi, a modernizzarsi, a costringere le abitazioni ad essere robuste, a parlare altre lingue. Perche’?

Perche’ la religione del sei dice che nessuno sia tenuto a fare qualcosa di buono senza un carabiniere che fa tintinnare le manette .

Uriel Fanelli, 6 giugno 2012

(1) Realmente sentita, per tradurre “madrelingua”. Il pubblico della conf call aveva delle visioni mistiche MILFiche , in quel momento. Penso che a sua madre siano fischiate le orecche, in quel momento. Fino al piloro.UPDATE: Spiegone (visto che non e’ stata capita): quando non siete madrelingua da tre generazioni, e non avete la dizione di Sua Maesta’, ci sono delle parole che non dovreste pronunciare frequentemente. Per esempio: sheet somiglia molto a shit se solo non avete colto la piccolissima differenza. Cosi’ parlerete di “excel sheet”, al massimo. Sheet e basta e’ per i cittadini britannici. Allo stesso modo, “tongue” evitatelo. Perche’ somiglia a “thong”. Cosi’, mothertongue verra’ percepito come il tanga di mamma. Se volete che un foglio di excel non vada in merda e i madrelingua non facciano apparire discinta vostra madre, alcuni termini sono da evitare decisamente.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *