La psicologia del totalitarismo.

La psicologia del totalitarismo.
La psicologia del totalitarismo.

Vedo in giro articoli sul dissenso in Russia dopo la mobilitazione, sulle proteste, e sulle speranze che il regime di Putin “cada da solo” per via delle sanzioni, o del fatto che la Cina si stia allontanando dalla sua orbita. Questi bei sogni della rivoluzione giusta che spazza via il malvagio, o del bobbolo che abbatte il tiranno, varrebbero molto meno se qualcuno spiegasse come funziona la psicologia dei cittadini di un sistema totalitario.

Per prima cosa, anche perche’ qui in Germania c’e’ un dibattito su “accogliere i disertori i rimandarli in Russia”, occorre chiarire una cosa. Chi sta scendendo in piazza OGGI contro la mobilitazione voluta da Putin non e’ un “obiettore di coscienza”, ne’ un “disertore”. 

Se la tua coscienza ti vieta di uccidere o ti vieta di partecipare ad una guerra perche’ ingiusta, te ne saresti andato via quando i “soldati” russi stupravano a morte bambini in Ukraina dentro gli asili di Bucha. Ma sino a quel momento, questi signori andavano in giro con la Z sulla maglietta. Non avevano nulla in contrario. Stavano vincendo.

Solo quando li hanno chiamati, allora si sono scoperti disertori, od obiettori di coscienza: ma e’ una finzione. Non sono ne’ disertori ne’ obiettori senza coscienza, sono dei volgari codardi. Preferirei saperli morti falciati dalle mitragliatrici ukraine. 

Detto questo, la domanda che probabilmente vi starete facendo osservando i vari Lavrov e i vari russi e filorussi che appaiono nelle interviste e’ “ma come e’ possibile che in quel paese siano tutti dei miserabili, piccoli pezzi di merda?”. 

C’e’ una ragione, ed e’ la particolare psicologia del totalitarismo.


Per prima cosa, chi crede che il “totalitarismo” sia una cosa che il dittatore fa al paese, usando polizia politica , violenza e propaganda, non ha capito un cazzo. Il dittatore come prima cosa e’ un leader. Ed essendo un leader, come dice Weber, non fa altro che trasformare il gruppo cambiandone la cultura. La conseguenza piu’ immediata e’ che i cittadini partecipano alla dittatura. TUTTI. (tranne i perseguitati politici, che pero’ hanno vita breve).

Bisogna quindi chiedersi come un totalitarismo cambi le persone. 

Vivere in un totalitarismo significa che bisogna dire solo quello che lo stato decide vada detto. Siccome di solito e’ diverso dalla verita’, dire la verita’ diventa pericoloso. Lo stato PUNISCE chi dice il vero.

Quando la mente umana vive molti anni in questa situazione, inizia ad associare la verita’ al pericolo. Di conseguenza, il cervello comincia sentirsi al sicuro quando la persona mente, mentre si sente in pericolo quando dice la verita’.

Come risultato, anche nella vita quotidiana, mentire diventa endemico E patologico.

Significa che in un totalitarismo, quando Ivan torna a casa dopo essere stato al Bar Igor insieme ad Andrei, racconta alla moglie di essere stato al Bar Vlad insieme a Michael. Voi direte: ma che differenza fa? Cosa ci guadagna? Perche’ essere al Bar Igor insieme ad Andrei e’ meglio rispetto ad essere al Bar Vlad insieme a Michael?

Nessuna ragione. Quello che e’ successo e’ che il cervello di Ivan si e’ abituato a pensare che dire la verita’ e’ pericoloso. Quando dice la verita’, Ivan diventa nervoso, si sente a disagio, in pericolo, il suo cervello rilascia dopamina e adrenalina.

Al contrario, quando mente il suo cervello rilascia serotonina, si aggiunge ossitocina, e il tutto lo premia con una sensazione di sicurezza. Quindi mente, anche quando non ne ha bisogno, quando non ci guadagna nulla, quando non ha senso farlo e non ha niente da nascondere. 

La prima cosa da capire e’ che dopo anni di totalitarismo, tutti mentono a tutti sempre.

La psicologia cambia, e con essa il comportamento quotidiano delle persone. Non importa con chi parliate: vi diranno balle, sempre. Almeno un pochino, per sentirsi meglio.


Il secondo punto di un sistema totalitario e’ “la vita sociale come gioco a somma zero”.

Significa che se una sera sentite la polizia politica che entra nel vostro condominio, il vostro primo problema e’ “vengono a prendere me? Qualcuno mi ha denunciato? Mi e’ scappata la verita’?”. 

Quando la polizia politica porta via il vostro vicino di pianerottolo, voi proverete un senso di sollievo: meglio a lui che a me. E non farete nulla per non fare la stessa fine.

Il problema di un cervello che prova sollievo quando ad un altro succede qualcosa di male, e’ che piano piano la sofferenza altrui vi riempie di sollievo. Non di gioia: ma di sollievo si.

Significa che quando sentite dire che il vostro esercito bombarda citta’ in Ukraina o massacra gente a Bucha, allora pensate “meglio a loro che a me”. Questo comportamento diventa un riflesso, e il risultato e’ che la smettete di provare empatia. Anzi, vedere qualcuno cui succede qualcosa di male vi fa sentire sollievo.

In un regime totalitario, la mente dei cittadini cambia e soffoca l’empatia:  nessuno aiuta mai gli altri.


Il terzo effetto si ha sull’autostima, ovvero una delle caratteristiche che sono alla base della cosiddetta “dignita’”; la considerazione di se’ stessi. 

Il problema opera come fa con la verita’: cosi’ come la verita’ e’ pericolosa perche’ chi la dice viene punito, la dignita’ e’ pericolosa perche’ i regimi totalitari sono estremamente gerarchici ed esercitano il potere in maniera visibile, vessando i cittadini.

Questo fa si’ che la dignita’ stessa sia un pericolo, come succede per la verita’. Ribellarsi e’ un pericolo, mentre chinare la testa ti salva la vita. I leccaculo vanno avanti, quelli che si sottomettono vanno avanti. Non sottomettersi, non leccare culi, e’ pericoloso.

La mente delle persone, come fa con la verita’ che ho descritto sopra, inizia ad associare dignita’ a pericolo. Quando si presenta la possibilita’ di dover scegliere per la propria dignita’, PRIMA, la mente comincia a cercare una via di uscita.

Chi nasce e cresce in un paese totalitario normalmente non vede nulla di strano nel perdere la dignita’, adulando, leccando culi, sottomettendosi. 


La mente umana  e’ fatta per PREVEDERE i pericoli. Quando dico che le persone associano la verita’ e la dignita’ al pericolo intendo dire che poi le persone si comportano come chi associa il lupo al pericolo: alla minima traccia, cambiano strada. In anticipo, PRIMA di vedere il lupo.

Ovviamente, il risultato e’ che la persona cresciuta in un luogo del genere assume delle caratteristiche che noi consideriamo molto deprecabile.

Chi e’ cresciuto in un paese totalitario ci appare, per forza di cose, come un miserabile bugiardo patologico, che non ha alcuna dignita’ ne’ amor proprio, ed e’ privo dei minimi requisiti di umanita’ ed empatia.

Questo e’ l’effetto che notiamo quando sentiamo parlare Lavrov, o la propagandista del Kremlino: il motivo e’ che la loro mente, crescendo in un sistema totalitario, ha cambiato psicologia e ha adattato il comportamento all’ambiente.

In compenso, Putin ha ragione a dire che la Russia ha le migliori prostitute: fate due piu’ due, e capite subito il perche’.

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