La prova del nove.

Mi sono ripreso dal momento di sconforto di ieri sera -devo dire che a volte e’ davvero dura, eh- e stavolta un commento mi fa riflettere. Quindi, a volte scrivete cose intelligenti. Mi riferisco al fatto di avere qualcosa come due o tre secoli di eta’: non anagraficamente, per carita’. Li’ mi fermo a 41 . (1) Mi riferisco al modo di pensare.

Tempo fa mi occupavo di HPTC, e un vecchio ingegnere di HP, di nome Borgogno, si rivolse a noi giovini esperti di Runge-Kutta e ci chiese: quanti di voi sanno fare la prova del nove? E quanti la sanno implementare?

La domanda era devastante:  non tanto perche’ una checksum in base 10 sia assurda da implementare su un sistema che lavora a base 2, ma perche’ oggettivamente ci si rendeva conto che qualcuno aveva gia’ affrontato il problema di ridurre la complessita’ ottenento un dato SINTETICO ed ESATTO. Chi ha inventato la prova del nove, infatti, si e’ chiesto come implementare un metodo sintetico capace di riconoscere un errore di calcolo in una somma troppo complessa per essere analizzata ad occhio nudo.

Tecnicamente si tratta di una checksum, non molto diversa concettualmente da un NRTZ. Ha quindi gli stessi limiti, legati alla base , la prova del nove puo fallire, ovviamente, con un modulo 9, cosi’ come NRTZ puo’ fallire con modulo due.  Ma il fatto di poterla applicare ad un semplice foglio di carta e una matita la rende immensamente… VECCHIA.

Vecchia. Eppure, quando (un tempo) ci si trovava di fronte ad un problema complesso, non si rispondeva “adesso entra in gioco la politica”. Se una lunga serie di somme non quagliava, si prendeva un metodo sintetico che potesse garantirne la correttezza. Sapete perche’ un bilancio si chiama cosi’?

Prendete i numeri romani. Prendete , che so io, IV. Il nostro quattro. Adesso immaginate una bilancia. Immaginate di pesare qualcosa che pesi 4. Allora mettete dal lato opposto un peso da 5 , ma la bilancia si piega verso il peso. Cosi’ mettete nell’altro piatto il peso da 1. E la bilancia torna in equilibrio.

fantastico, eh? Ma questo vi mostra una cosa: nel concepire la loro numerazione, cosi’ schizofrenica per noi, i romani hanno usato la bilancia come paradigma. Quando un numero e’ a sinistra di uno piu’ grande, va messo nel piatto opposto.

Perche’ tutta sta fatica di immaginare un sistema di numerazione che funzionasse come una bilancia? Semplice: per usare una bilancia come calcolatore. I romani avevano le calcolatrici: erano le bilance. E col loro sistema di numerazione, fare somme era semplice, bastava togliere e mettere pesi  diversamente colorati su una bilancia.

Cosi’, questo e’ il pensiero VECCHIO: quando il problema e’ la complessita’, allora prendiamo dei test sintetici MA ESATTI, che ci permettano di evitare gli errori. Essi sono SINTETICI, ovvero non tenevano in conto tutto. In fondo la prova del nove deve quadrare a zero. UN SOLO numero per garantire la S-correttezza di decine di cifre sommate e riportate. Se la prova del nove fallisce, hai sbagliato. (non e’ vero il contrario: come NRTZ, un certo numero di sbagli, sommati, passa la prova. A multipli della base).

Cosi’ come la bilancia , con un solo dato (l’equilibrio o meno) garantiva la correttezza delle somme.

Il pensiero “VECCHIO”, che e’ ancora mio, consiste in una serie di metodi SINTETICI ma ESATTI per eliminare l’errore.

Oggi e’ scomparso. I calcolatori eliminano il problema. E’ scomparso anche dal pensiero: la TV ha eliminato il problema.

Cosi’, quando mi sono occupato di scie chimiche ho usato un metodo VECCHIO, sono andato a guardare se la teoria quadra con GLI ORDINI DI GRANDEZZA. Perche’ se gli ordini di grandezza quadrano, la teoria PUO’ essere vere o meno. Ma se non quagliano, non c’e’ modo.

Andare a controllare gli ordini di grandezza e’ come fare la prova del nove. Un metodo esatto, che viene dal passato. In passato i pensatori avevano sviluppato tutta una serie di tecniche sintetiche per pensare bene ed in fretta, nella situazione per cui NON avevano calcolatori o altri strumenti.

Quando parlavate con una persona “all’antica”, i vostri pensieri sulla complessita’ venivano passati al vaglio di questi strumenti sintetici. I nostri logici antichi non avevano cose come Matita, Coq o altri proof assistant. Ma conoscevano A MEMORIA la lista degli errori logici conosciuti: al primo inciampo, eravate finiti. Non perdevano nemmeno il tempo di inseguirvi nella complessita’: non avendo calcolatori , dovevano usare metodi ESATTI ma VELOCI. E quindi SINTETICI.

Cosi’ forse ho  sbagliato nel calcolare il vapore come gas perfetto, e c’e’ qualche deviazione. Aha. Ma il problema e’ l’ordine di grandezza: per meno di una nebbiolina in pianura padana dovete nebulizzare ventottomila tonnellate di qualcosa se volete che si sparga con una figura media di 1000 metri. Ora, magari sono 20.000 invece di 28.000, o forse sono 30.000 . Ma e’ l’ordine di grandezza che non quaglia.

Cosi’, moltissimi di voi leggono il mio blog perche’ e’ vecchio.

Un tempo l’informazione era rara e preziosa. Vi siete mai chiesti quanto costasse un tempo quella che voi chiamate “ricerca con google”? Bisognava andare in qualche biblioteca e spendere ore ed ore a cercare libri. Bisognava cercare e trovare quello giusto. Se dovevate comprare un libro per studiare, dovevate chiedervi per prima cosa: “Che cosa cerco? Questo libro contiene quello che cerco? E vale il prezzo?”. Altrimenti avreste comprato libri ad muzzum , spendendo una fortuna.

Nel mondo “vecchio”, tutto quello che sapevate lo avevate imparato da un libro. Che spesso avevate comprato. Quando comprate un libro guardate il prezzo. E vi chiedete se sia adeguato. C’erano libri di medicina , ricordo alcuni miei compagni di appartamento , che costavano lo stipendio di un operaio: tanto era difficile avere alcune informazioni precise sulla forma di un teschio umano con un certo dettaglio. Chi li comprava doveva essere SICURO che l’informazione VALESSE il prezzo.

Parlo degli anni ’90, eh, mica del medioevo. Del pre-google.

Quello che voglio dire e’ che dare un valore all’informazione, visto che essa aveva un costo GRANDE, era un’attivita’ quotidiana di chi ne fruiva. Scegliere un libro anziche’ un altro era essenziale.

Cosi’ ho scritto un post, dove ho scritto “il valore delle opinioni”: significa questo. Se devi dare un esame e puoi permetterti UN libro o due, ma in libreria ne hai 30, scegli il libro di legge di Travaglio o quello di un altro autore, magari professore di diritto E giudice benemerito?

Oggi il problema e’ sorpassato, direte: tanto c’e’ Google. Vero. Ogni informazione, buona o cattiva, ha lo stesso costo -peraltro irrisorio. Cosi’ voi siete i nuovi -che non hanno mai dovuto imparare a indovinare IL VALORE delle informazioni, perche’ non avete MAI dovuto COMPRARLE- e io sono immensamente vecchio.

Allora un giorno arrivo e dico: ehi, visto che scommettete qualcosa su un parere, e questa scommessa ha un prezzo, vi siete chiesti quanto VALGA quel parere? Niente di piu’ di quello che facevamo come studenti un tempo: dovevi comprare dei libri di esercizi per gli esami, dovevi essere certo che fossero quelli giusti o avresti buttato via soldi. DOVEVI CHIEDERTI QUANTO VALESSE QUEL LIBRO.

Dovevi laurearti in giurisprudenza? Potevi comprare un libro di Di Pietro o uno di un giurista accademicamente riconosciuto. Se sbagliavi libro eri fottuto. Dovevi imparare a determinare PRIMA se il libro di Di Pietro valesse piu’ o meno dell’altro, e su quale dei due valesse la pena scommettere mesi di studio e un esame.

Ho semplicemente portato la prova del nove nel mondo del supercomputing.

Qualcuno, anni fa, scrisse che ogni forma di tecnologia sufficientemente avanzata sembra stregoneria ad una popolazione sufficientemente arretrata. E’ vero.

Ma oggi me la sento di aggiungere qualcos’altro:

ad una popolazione tecnologicamente avanzata, qualsiasi forma di tecnologia affidabile appare come prodigiosa se e’ abbastanza arretrata.

Non faccio nulla di strano. Non dico niente di speciale. Come ha scritto qualcuno, NON sono il messia. Non sono un Travaglio o un Grillo. Sto solo pensando come si faceva PRIMA del Grande Bailamme che e’ l’era dell’informazione “2.0”.

Ho scritto un post dove ho fatto una prova sintetica , basata sugli ordini di grandezza. Prima ho scritto un post ove parlavo di dare valore a quello che si legge, attivita’ comunissima un tempo, quando sapevate solo quel che avevate studiato o letto, e leggere/studiare costava.

Quando pareri ed informazioni COSTAVANO, era NATURALE chiedersi se l’informazione che stavate comprando -a caro prezzo- VALESSE il prezzo richiesto. L’estimo  delle fonti era NATURALE, quotidiano , era come camminare o respirare.

Oggi l’informazione e’ gratuita. Costa poco, e ha LO STESSO costo che sia buona o cattiva.

Si, grazie ad un commento ho capito ESATTAMENTE cosa vi piace di questo blog: e’ VECCHIO.

Io sono abbastanza VECCHIO da ricordare come si pensava PRIMA, e abbastanza GIOVANE da scriverlo su un blog, ovvero da avere dimestichezza con i nuovi media -anche per motivi di lavoro-.

Sono abbastanza vecchio da ricordare MOLTI metodi coi quali si gestiva la complessita’ mediante poche scelte, effettuate con strumenti DI SINTESI, cui si chiedeva comunque ESATTEZZA.

Circa 3000 anni del pensiero umano, matematico e logico e fisico, sono consistiti nel determinare strumenti SINTETICI per maneggiare entita’ molto complesse. Dirac arriva quando calcolare le funzioni d’onda e’ sfinente. Oggi ci sono i calcolatori, Dirac non sarebbe MAI arrivato.

La prova del nove arriva per dei poveracci che devono sommare le tasse dell’impero romano, avendo solo una bilancia a disposizione, e se temono di aver dimenticato un riporto devono ricominciare i conti daccapo. Se avessero avuto Excel, non l’avrebbero mai inventata.

Cresciuto in quell’era, appena mi sento fare ragionamenti con sistemi di misura assurdi, “statistiche” senza i requisiti, ragionamenti che mancano di definizioni , quando vedo citare fonti senza valore, mi si accende una lampadina. Perche’ quando non c’era Internet e non c’era Google, e non c’erano calcolatori (o andavano programmati) , doveva saltarvi agli occhi l’errore.

Cosi’, questo blog piace perche’ sono VECCHIO. Ho 41 anni e sono , culturalmente, un dinosauro. Stranamente, pero’, quando tiro fuori dal cappello i miei vecchi arnesi , cosi’ obsoleti (ma cosi’ utili), la popolazione dei moderni rimane a bocca aperta: “ecco come facevano un tempo!”.

Al museo di Colonia, intendo il museo romano che c’e’ vicino alla stazione, c’e’ una serratura romana. Dico sul serio: una serratura a chiave sagomata e dentata. Non sto scherzando.

Voi direte: ma che cazzo dici, senza macchine numeriche quella precisione e’ impossibile. Aha. Invece e’ possibile eccome: bastano alcuni “trucchi” da fabbro, e potete davvero costruire una chiave con 6-7 denti sagomati, e nessun’altra chiave aprira’ quella serratura.(2) L’ho visto coi miei occhi. Ci ho messo un pochino a capire come funzionasse. Cazzo, che meraviglia logica! Fatta solo con la lima e il martello.

La verita’ e’ che se vi parlo di serrature con chiavi dentate nel periodo dei romani voi direte “ma va, non avevano le tecnologie per farlo”. Sticazzi, lo facevano eccome. Si, le chiavi erano “un tantino grandi” , ma lo facevano eccome.

Oggi voi non credete che gli antichi potessero aver sviluppato strumenti di calcolo sofisticati. Invece li avevano, eccome. Bastavano pietre ed ombre per fare divisioni. E con una giusta sequenza di pietroni, semplicemente muovendovi attorno al circolo di pietra facevate le divisioni.

Non ci credete ? Leggete qui: http://it.wikipedia.org/wiki/Regolo_calcolatore

Ecco la vostra calcolatrice meccanica. E vi posso garantire che funzionava, eccome: la NASA lo usava per le missioni Apollo….

La tecnologia ha aumentato enormemente il campo visuale in avanti, al punto che oggi si pensa che un tempo NON facessero calcoli. Eccome se li facevano. A mano? No, col regolo. Direte, ma la precisione? Eccome se erano precisi!

In questo senso io sono vecchio. Ma stranamente arriva in mio aiuto uno stravagante principio:

ad una popolazione tecnologicamente avanzata, qualsiasi forma di tecnologia affidabile appare come prodigiosa se e’ abbastanza arretrata.

Il senso di sorpresa e di semplicita’ che provate nel leggere questo blog, e contemporaneamente il motivo di tante letture e’ semplicemente questo: io sono -lo realizzo tramite un commento- VECCHIO.

Stranamente, pero’, questa cosa VI PIACE. Il che e’ pazzesco, se ci pensate.

Uriel

(1) Tra qualche mesetto, 42. Mi aspetto grandi cose , riguardo all’universo e la vita e tutto quanto.

(2) Per duplicarle facevano un calco e ci colavano dentro metallo fuso.

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