E’ la morte dei giornali?

Di Uriel Fanelli, sabato 4 ottobre 2014

Ho scritto tempo fa sul declino dell’informazione, ma vedo che un sedicente guru – o il suo sacerdote, perche’ il guru ultimamente e’ un tantino appannato – ha appena predetto la morte della stampa entro il 2017. E io sono sempre d’accordo con la lettura delle tendenze, ma diffido molto delle profezie.

Innanzitutto: chiunque sappia fare predizioni di tipo economico da qui al 2017, cioe’ nel raggio di tre anni, e’ cosi’ ricco che possiede la propria isola nel pacifico, e vive circondato da ragazze in topless che gli fanno vento e lo chiamano faraone, o roba del genere.
In generale, se io sapessi fare predizioni di questo genere giocherei in borsa, e prevedendo la borsa con tre anni di anticipo, settore per settore, sarei “un tantino piu’ ricco”.
Uno che prevede il futuro del mondo dei media nei prossimi tre anni non dirige una piccola agenzia pubblicitaria, come minimo dovrebbe avere una cosa tipo Bertelsmann. Come cuccia per il cane.

Detto questo, ho gia’ scritto che la morte del giornalismo come lo intendiamo oggi e’ insita nella differenza che c’e’ tra il mercato di oggi e il mercato che esisteva quando il giornalismo attuale nacque.
Il giornalismo attuale nacque per due motivi, durante la rivoluzione industriale e durante la nascita delle prime potenze mercantili, coi loro mercati finanziari.
Da un lato la prima industrializzazione aveva inurbato grandi quantita’ di persone che venivano dalle campagne. Ora, se la gazzetta di un paesello puo’ vivere scrivendo delle buche sulle strade, dei cani smarriti, delle necrologie, delle nascite e degli sconti in un negozio, se provate a portare il modello “Gazzetta” nella londra della prima rivoluzione industriale, vi trovate con 5432 buche sulle strade, 2800 cani smarriti, 28.000 necrologie, 29400 nascite, 7500 sconti in qualche negozio, le pagelle di tutti i diplomati dell’anno, i risultati dei campionati condominiali di palla avvelenata. Anche se doveste spalmare questo sul quotidiano, il lettore si troverebbe con una specie di bollettino quasi impossibile da leggere, inutile, stupido: il Resto del Carlino e’ un modello che non puo’ funzionare.
Cosi’ a Londra non si scrive piu’ delle buche, a meno che non siano voragini, non si scrive di cani smarriti a meno che non sia il cane della Regina o Cerbero in persona, le necrologie si riducono a poche unita’, e solo persone importanti, idem per le nascite, e anche gli sconti saranno menzionati se sono magari i “saldi” o se riguardano un negozio veramente fico e conosciuto, lo sport si copre solo se e’ davvero popolare e seguito, e i risultati scolastici contano dal Nobel in su.
A questo punto, siccome si sgonfia molto la parte di cronaca locale, e in un posto come Londra non c’e’ poi tanta necessita’ di sapere quelle poche cose che riguardano da vicino poche persone, occorre scrivere qualcosa che magari interessi al cittadino, ovvero a colui che paga per comprare il giornale.
In particolare, si tratta di colpire i primi professionisti e la prima finanza: le notizie dalle colonie (rivolte, pestilenze, guerre) permettono di conoscere con sufficiente preavviso l’andamento del mercato delle merci ed interessano quindi mercanti e finanzieri, le notizie politiche permettono di sapere che succedera’ alle rotte commerciali, le notizie sulla politica permettono di essere preparati per le nuove leggi, eccetera.
Il problema di questa stampa e’ che ha un requisito particolare: la velocita’. I giornali esistono perche’ l’esistenza del telegrafo permette ai giornalisti di spedire telegrammi e cablogrammi, e chi legge ogni edizione di un giornale e’ piu’ aggiornato. Non per nulla inizialmente ogni giornale scriveva, molto in grande, a che ora risaliva l’edizione, e se era un’edizione straordinaria veniva scritto in grande.
Il guaio e’ che oggi esiste internet, che e’ piu’ VELOCE di quanto non siano i giornali. Chi ha bisogno di conoscere in tempo quanto succede qui e li’ non ha bisogno comprare un giornale: l’edizione del mattino, alle 3 del pomeriggio, e’ gia’ vecchia: ci si collega ad internet e si vede se ci sono aggiornamenti.
Da questo punto di vista, quindi, il giornale di carta ha i giorni contati: non essendo lo strumento piu’ veloce per venire informati, e dal momento che i finanzieri ed i professionisti hanno i loro canali su internet, l’esigenza e’ finita.
D’altro canto tutte le altre notizie tipiche delle gazzette (morti, nascite, tornei di palla avvelenata) sono trasferite F2F (friend to friend) sui social network, quindi possiamo anche dire che nemmeno in questo senso i giornali sono davvero utili.
Una cosa e’ vera: i giornali nel senso classico ,cioe’ come veicolo rapido di notizie oggettive, hanno esaurito il loro compito.
Ho gia’ scritto come ormai i veicoli di pure informazioni su sconti e piccole notizie economiche siano altri, perche’ si tratta di informazioni personali (nella misura in cui servono al quotidiano della persona) e quindi si adattano molto bene all’uso di un canale personale, come lo smartphone. La crescita incredibile di applicazioni fatte per dare informazioni commerciali utili lo testimonia: https://play.google.com/store/apps/details?id=com.bonial.kaufda
Anche in questo caso, il giornale ha esaurito la sua funzione: esiste una pubblicita’ che e’ UTILE , e che i lettori VOGLIONO avere. Anche Google e Facebook, con la loro pubblicita’ NON RICHIESTA hanno un futuro non troppo cristallino di fronte.
Esistono anche delle astuzie, come il “Native Advertising”: si tratta dell’articolo che finge di dare una notizia, mentre fornisce una reclame per un prodotto.Si tratta dello stesso principio seguito per fare da luogo politico, ovvero fingere di riportare notizie , agendo invece da amplificatore per questo o quel politico, ma dureranno poco, dal momento che il modelo di pubblicita’-informazione e’ piu’ gradito quando la pubblicita’ e’ esplicita, voluta, e chiara sul piano del contratto che il lettore ha col media.
Ma torniamo ai giornali: se ho scritto che il loro compito e’ esaurito, perche’ critico la predizione del Guru? Perche’ non e’ affatto scontato che i giornali non cerchino si svolgere altri compiti.
Uno dei compiti che hanno svolto, per dire in Italia, e’ stato quello di portavoce dei partiti.Lo so che anche questo e’ un discorso che sa di grillino, ma l’influenza dei partiti sui giornali non e’ certo un mistero, e l’esistenza di un luogo del dibattito politico (di fatto, il cittadino si spazzola tutti i giornali online e ottiene una visione completa) piu’ o meno pubblico e’ un compito negoziabilissimo: se riteniamo che senza i giornali la politica sarebbe ristretta alla TV e alla Radio, e ad Internet, specialmente dopo aver visto a cosa porti la politica televisiva e quella “della rete”, un nuovo compito giornalistico del giornale come informazione politica, e’ negoziabilissimo.
Un altro possibile compito e’ l’approfondimento. Rispetto a tutti gli altri massmedia, la carta stampata ha la possibilita’ di ospitare, diciamo nello stesso numero, una raccolta delle voci piu’ autorevoli di un dato settore. In questo senso il “modello Limes” ha senso, e anche gli “speciali” a pagamento sono un esempio di come il modello funzioni. Uno “speciale” di approfondimento, se ben fatto, guadagna soldi.
Quindi, se dovessi parlare della profezia del guru, non la metterei come profezia. La scriverei in maniera molto, molto diversa:
I giornali hanno esaurito il proprio compito iniziale. Se quindi continueranno con l’idea che il compito del giornale sia quello del giornalismo “tradizionale”, non hanno speranza. Ma questo non impedisce ad un giornale di darsi un altro compito: approfondimento, intrattenimento (quasi tutte le testate online hanno assunto dei fumettisti , Makkox, Zerocalcare&co) , o l’anticipazione.
L’anticipazione e’ un mestiere difficile.E’ difficile perche’ si tratta di offrire un servizio di “velocita’” migliore rispetto al tempo reale. Se in tempo reale la notizia vi arriva subito, anticipazione significa che vi arrivano delle ipotesi sensate riguardo al futuro.
Questo e’ difficile per diverse ragioni, che ho sperimentato personalmente questo blog. Quando “anticipi” la gente si mette a dire che stai facendo profezie o previsioni, cosi’ se dici “la tale tecnologia e’ interessante” o “la tale tecnologia sta venendo finanziata” normalmente le persone contano quante volte ci prendete.
Questo produce diversi effetti. Quello che volete fare e’ anticipazione, cioe’, se io scrivo che le startup che lavorano coi BitCoin sono tra le piu’ finanziate del momento, ai miei lettori voglio dire che:
  • State attenti a questa roba. Tenetene conto se lavorate su progetti di e-payment: se il trend rimane questo, gli altri metodi di e-payment presto avranno contro un avversario durissimo.
  • Forse e’ il caso che imparaste qualcosa a riguardo: nel caso in cui questa roba si affermasse, essere tagliati fuori non sara’ divertente.
  • Non e’ la sola tecnologia che potrebbe uccidere il resto dell’ e-payment, ma e’ tra quelle che sono piu’ gettonate.
molti dei lettori lo leggono in questo modo:
  • Uriel Fanelli ha predetto che BitCoin sara’ il nuovo sistema del futuro guardando i dati sulle startup.
  • Se poi non succede allora tantovale non leggere quel che dice.
ci ho messo anni a raggruppare una serie di lettori che siano capaci di leggere la cosa nel senso che ho descritto per primo. Ma la stragrande maggioranza dei lettori continuera’ a leggere tutto nel secondo modo, e questo spiega come mai blogger piu’ ostinati facciano un abuso delle formule dubitative, quando addirittura non usano l’espediente dello “stronchiamo tutto”.
L’abuso di formule dubitative serve a non esporsi: anziche’ selezionare utenti curiosi capaci di prendere l’anticipazione per quel che e’, ovvero “magari questa cosa non la sapevi, ma sta succedendo” , la prendono come un dovere di previsione, e siccome non sanno fare previsioni – come non le so fare io – preferiscono restare sul vago.
L’altro stratagemma e’ quello di parlar male di ogni novita’: siccome su 10 nuove tecnologie nascenti solo una sopravvive, la probabilita’ di prenderci sono 9 su 10. La stragrande maggioranza delle profezie tecnologiche riuscite sono di tipo “questa roba non prendera’ mai piede”. (1)
In questo senso, l’anticipazione e’ il lato piu’ difficile , ma con una buona schiera di professionisti competenti, l’anticipazione puo’ presentare una serie di possibili scenari al lettore, i quali non sanno di preciso cosa succedera’, ma almeno sanno cosa potrebbe succedere.

Tornando al giornalismo, come facciamo a sapere come sopravviveranno e quali sopravviveranno? Possiamo misurare i giornalisti: come sapete ieri in Germania era un festivo, la festa nazionale. Si trattava della festa della riunificazione delle due germanie, che oggi e’ la festa DELLA germania, visto che la Germania di oggi viene da li’. Visto che ha a che fare con un certo muro che era in una certa’ citta’, a Berlino la cosa “si nota”.Cosa pensereste di un “corrispondente da Berlino” che non se ne accorge? Eccone una: https://twitter.com/mastrobradipo

Corrispondente da Berlino , posta notizie dalla BCE, che ad onor del vero NON si trova a Berlino , e altre “cose tedesche”. Ma non si accorge della festa nazionale. Uhm. Interessante. Certo, io non dico che a Berlino ci sia stata “pochino” per essere un corrispondente da Berlino, ma se lo dicessi, il nostro “Corrispondente da Berlino” farebbe assai fatica a difendersi, dopo aver passato il 3 ottobre “come ogni altro giorno”..
Questo e’ il tipo di giornalismo che va a morire.
Per tenere in alto i giornali occorre approfondimento , intrattenimento e se si vuole, anche anticipazione. Ma per fare questo occorre COMPETENZA.
Ma il giornalista di oggi non e’ competente: ha occupato un posto, questo si. Segue un settore, quindi alla fine ne prende alcuni termini. Ma non sa approfondire, non sa anticipare, e neanche mostrare cose curiose , perche’ non e’ abbastanza addentro. E’ solo uno che ha trovato un posto.
Per sopravvivere, i giornali dovranno spendere molto e cambiare compito, che dalla velocita’ e all’ impressivita’ delle notizie passera’ a cose come approfondimento, intrattenimento ed anticipazione. L’ostacolo da superare e’ quello della COMPETENZA dei giornalisti, e di una rieducazione dei lettori, che devono re-imparare a leggere i giornali , apprezzando l’approfondimento per cio’ che e’, e iniziando a comprendere l’anticipazione come “le dieci cose che potrebbero succedere” e non come “il futuro che il mago legge nella sfera”.
In questo senso la sfida e’ aperta: se effettivamente i giornali non riusciranno a trasformarsi in questo senso, e a trasformare anche il lettore, effettivamente e’ difficile vedere per loro un futuro che non sia quello di organi partitici.
Ma sia chiaro: nel 2017 probabilmente leggerete ancora qualche giornale. Il problema e’ che cosa sara’ il giornale, e come lo leggerete voi.
(1) Quando questo tipo di previsione fallisce, invece, di solito passa alla storia. “640Kb di memoria sono abbastanza per tutti”, o “L’automobile non prendera’ mai il posto del cavallo”.

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