La Google Tax

C’e’ una discussione sul forum riguardo alla cosiddetta “google tax”, la quale sta (a mio avviso) mescolando due cose, ovvero Internet come infrastruttura e il business di internet come fenomeno economico. Le soluzioni adottate dal governo italiano sono – a dir poco – ridicole, onestamente non mi sembra il caso di spenderci piu’ tempo di tanto.

Il primo motivo per cui non vale la pena di perderci il tempo e’ che non sono l’unico a pensare che Internet si stia frammentando. Nel suo rapporto di fine anno, kaspersky dice:

http://www.securelist.com/en/analysis/204792320/Kaspersky_SecurityBulletin_2013_Forecasts

At the same time, the Internet has begun to break up into national segments. Until recently this only really applied to the Great Firewall of China. But the People’s Republic is no longer alone in its efforts to separate and manage their own Internet resources. Several countries, including Russia, have adopted or are planning to adopt legislation prohibiting the use of foreign services. Snowden’s revelations have intensified the demand for these rules. In November, Germany announced that all communications between the German authorities would be fully locked within the country. Brazil has announced its plans to build an alternative Internet channel so as not to use the one that goes through Florida (USA).
The World Wide Web has begun to break up into pieces. Individual countries are no longer willing to let a single byte of information out of their networks. These aspirations will grow ever stronger and legislative restrictions will inevitably transform into technical prohibitions. The next step will most likely be attempts to limit foreign access to data inside a country.
As this trend develops further it will soon lead to the collapse of the current Internet, which will break into dozens of national networks. It is possible that some of them will prove unable to communicate with each other at all.

Con un simile scenario in gioco, (e Kaspersky non e’ l’unico a segnalare il crescente rischio di frammentazione (1) ) , il problema di queste aziende sta per spegnersi nel coacervo di legislazioni locali e di frammentazione locale. Forse non lo sapete, ma proprio in Italia oggi due telco stanno gia’ facendo transparent proxy della porta 53. Anche se configurate il computer per usare OpenDns, passate sempre dai loro proxy.  In pratica, vedete gia’ la internet italiana. Se non ci credete, potete sempre raggiungermi su VKontakte, (http://www.vk.com) peccato che non ci riuscirete perche’ non fa parte della internet italiana.
Cosi’, il problema si pone assai poco. Presto non potrete piu’ godere di una internet “globale” ma solo di quella nazionale, in un modo o nell’altro.
Ma andiamo nel merito: il problema degli internet provider che hanno investito nelle infrastrutture e poi ci hanno guadagnato solo Google e Facebook non e’ un problema nuovo. Fu sperimentato negli scorsi anni in tutta europa e negli USA. Gli ISP, per sopperire alla crescente diffusione di servizi online, dovettero investire miliardi nell’infrastruttura. Ma quando poi offrirono i loro servizi, (cloud, antivirus, messaging, , etc) i grandi OTT si presero tutto il mercato.
Quando gli internet provider provarono a chiedere soldi ad hoc, improvvisamente l’opinione pubblica insorse dicendo che si stava violando la “net neutrality”, e tutto quello che fecero fu di sfruttare le subscriber policy per ottenere le stesse revenues sotto forma di contratti verso i provider di CDN e verso le varie aziende che gestiscono gli IX.
Tuttavia, a tutti gli ISP del mondo e’ chiara una cosa: che il loro vecchio modello di business non fosse adeguato al nuovo mondo. Nacque cosi’ l’idea di “Newco”, ovvero di “New Telco”. Essi si gettarono in massa nelle mani dei consulenti strategici, chiedendo ” se voi aveste budget infinito e doveste costruire la telco dei vostri sogni, come la fareste?”.
Il risultato e’ che oggi stanno correndo, in parallelo, diversi progetti di “New Telco”, uno dei quali e’ gia’ live in UK. L’idea e’ di costruire una nuova azienda, con processi interni completamente rinnovati (e non mappabili in e-tom) , e quando e’ pronta, spegnere quella vecchia cedendo il controllo degli apparati alla nuova azienda col nuovo framework.
Sono gia’ almeno 3 le telco di mia conoscenza che si stanno muovendo verso un’ottica “New Telco”, anche se il progetto piu’ avanzato e’ in corso (in fase di completamento o completamente finito) in UK. Ovviamente i consulenti strategici non sono infallibili, e non posso dire in anticipo se l’idea di McKinsey sia stata migliore di quella di Accenture o di quella di Roland Berger: questo lo decidera’ il mercato e lo decideranno le abilita’ personali in campo.

Ma il succo e’ questo: le grandi reti di comunicazione stanno cambiando lo scenario ECONOMICO. Per muoversi nel nuovo scenario, e’ necessario che TUTTI ripensino il loro modello di business E il framework operativo. TUTTI. Dal supermercato alla grande catena come Mc Donald’s , tutti DEVONO pensare ad una “New Company”, che funzioni in maniera diversa. Alcune aziende ce la stanno facendo, nell’ industria si sta passando alla “Industrial Internet”, e cosi’ via.

Chi NON inventera’ una “New Company” , in maniera RADICALE, oggi e’ statisticamente fallito. Quando intendo “maniera radicale” intendo partire da una tabula rasa. La domanda deve essere “se io avessi budget infinito e potessi ricostruire OGGI una nuova azienda DA ZERO, come la farei al meglio?”.  Poi si costruisce qualcosa di simile, limando gli angoli e connettendosi con l’esistente (incistandolo dentro il nuovo framework operativo, sino a quando non andra’ dismesso), e infine spegnendo la “Old Company”.
Chi non fara’ questo, sia una banca o un negozio o un bar, e’ gia’ morto.
Adesso andiamo al punto della Google Tax: e il sistema fiscale? Il sistema fiscale e’ adatto a questo nuovo mondo, a questa nuova economia?
La risposta e’ che “no, non e’ adatto”. Il problema che si pone con la Google Tax non e’ semplicemente un problemino che riguarda qualche ingranaggio della macchina fiscale. Il problema che si pone riguarda l’intera concezione. Come successe alle telco, anche LO STATO deve ripensare se’ stesso.
Immaginate di mettervi da parte e di dire: “se avessi budget infinito e dovessi costruire un sistema fiscale perfetto per QUESTO mondo, come lo farei?”. Immaginate di avere carta bianca.
Solo dopo aver ottenuto un nuovo sistema fiscale da zero, allora potreste tenere testa alle tecniche di elusione. Ma in che modo pensate che l’attuale sistema fiscale, basato sull’indicizzazione dei redditi, sia possibile in un mondo basato sull’informazione, in un mondo ove il reddito e’ sempre piu’ informazione?Per capire cosa intendo, facciamo finta di disegnare “NewGov”, il nuovo framework fiscale governativo, che poi, gradualmente , prende il posto del vecchio sistema fiscale. Fingiamo che io sia un consulente strategico e che mi venga chiesto di idearlo, per spiegare cosa intendo per “Redisegnare da zero”.

Disegnamo a grandi linee un simile sistema fiscale:
innanzitutto, il nuovo paradigma non e’ il movimento di merci o servizi, che sono sempre piu’ complessi e multinazionali, ma il movimento di informazioni. A prescindere dal fatto che Google fatturi in irlanda e venda poi in Italia, il concetto e’ che tra il cliente di google e google passa per prima cosa informazione, ovvero un contratto e poi qualche pagamento , che e’ ancora informazione. Che poi google venda pubblicita’ piuttosto che amazon venda cose materiali, il punto e’ che oggi come oggi qualsiasi contratto commerciale impone uno scambio di informazioni. Sia per il contratto di acquisto/fatturazione, sia per il pagamento.
Il nostro sistema ideale, quindi, deve cambiare paradigma e fare questo:

  • Definire una struttura informativa che contenga SIA il contratto che la fatturazione, unificandoli. Questo nuovo ente e’ la rappresentazione della nostra unita’ di reddito. Il contratto E’ la fattura, e la fattura E’ il contratto. Una sola entita’.
  • Stabilito quale sia l’entita’ informativa da scambiarsi, si stabilisce una nuova entita’ unificata che e’ il pagamento. In questo senso siamo gia’ avanti, ma occorre fare in modo da collegare le due cose. Allora si assegnera’ un identificativo unico ad ogni pagamento, che deve trovare riscontro nell’identificativo dell’entita’ precedente. In assenza di tale identificativo di transazione UNICO, ne’ il contratto/fattura ne’ il pagamento possono avvenire.
  • Fatto questo, si stabilisce IL CANALE, ovvero una infrastruttura ad hoc per muovere entrambe le cose, stabilito che le corrispondenti transazioni al di fuori di questa infrastruttura NON SONO valide e non hanno effetti pratici di fronte alla legge.
  • In ultimo, si tassa basandosi sull’identificativo unico che identifica SIA il movimento di capitale SIA il contratto/fattura.
Come vedete, abbiamo causato una estrema semplificazione del processo. Non ci importa piu’ una cippa di provisionare ogni maledetto use-case , mappandolo in un regolamento fiscale. Come mai? Perche’ lo use case commerciale non e’ piu’ nulla, oggi, se non uno scambio di informazioni.
Stabilito un solo use-case da tassare, ovvero un preciso scambio di informazione, occorre adesso stabilire quanto e come tassarlo. Il concetto di ” composizione reddito” e’ venuto meno. L’esempio di Amanda Palmer(2) e’ chiaro. Come includereste una cosa simile nella classificazione del vostro reddito attuale? Si tratta di base di un trasferimento di soldi, che gli utenti hanno fatto per “finanziare” le attivita’ di Amanda Palmer. Esattamente come avrebbe fatto una banca per finanizare l’artista. Cosi’, si tratterebbe di credito. Credito? Gia’. Secondo i canoni attuali, Amanda Palmer ha un debito di 1.200.000$ verso i suoi finanziatori.
Ma voi direte che non e’ tenuta a rimborsarlo, visto che ha chiesto i soldi per diffondere poi gratis la sua musica. Questo andrebbe quindi alla voce “fondazioni”: un intento culturale. Ma amanda Palmer quei soldi li mettera’ in tasca, essendo l’artista.Sono quindi reddito, ma il prodotto o il servizio non sono ancora venduti, e non e’ possibile tracciare se poi Amanda Palmer abbia o meno consegnato o meno in maniera soddisfacente: qual’era il contratto? Sicuramente un discreto gruppo di legulei potrebbe rispondervi, ma il punto e’ che NON e’ necessaria la domanda.

Il fatto e’ semplicemente che <qualche contratto C(X)> ha prodotto <un pagamento R(X)> , e una volta marcati entrambi i due con “X”, a noi non frega niente di sapere che diavolo siano C e R. Anche perche’, in futuro saranno di tipo sempre piu’ numeroso e diversificato: coloriamo lo scambio con un singolo ID, e tassiamolo.

Una volta quindi appiattita la tassazione, il problema e’ di redisegnare LO SCOPO della tassazione. Ok, adesso incassiamo soldi dai movimenti contabili. Non ci interessa quali siano, semplicemente essi devono passare da qualche circuito per avvenire davvero, e quindi andiamo a prendere la nostra parte. Ma perche’?
Nel mondo antico, le pensioni , le opere pubbliche e il funzionamento quotidiano dello stato erano finanziate da un unico calderone, il “bilancio” ove finivano tutte le tasse. Il risultato di questo approccio pero’ e’ che oggi i sistemi pensionistici sono quasi sempre in difficolta’ perche’ ci sono meno lavoratori e piu’ vecchi.  Lo stato fatica a finanziarsi perche’ una zona industriale deve pagare per finanziare ospedali o strade in un luogo lontano, e questo fa fuggire le imprese. Le pubbliche amministrazioni tassano cittadini che ricevono poi servizi dallo stato.  Incoerente ed insostenbile nel mondo moderno, ove tutto e’ mobile.
Qual’e’ il problema di fondo? E’ un problema semantico.
Prendiamo le pensioni. Noi paghiamo dei soldi al pensionato. Che ci fa il pensionato? Di fatto, non lavorando, e’ un consumatore puro. Tutto quello che fa – o si suppone che faccia – e’ spendere la pensione per vivere, sino ad una cifra massima. Allora immaginiamo la pensione come una carta di credito dalla quale un pensionato possa attingere, sino ad una cifra X ogni mese. Per fare cosa? Gia’ detto: consumare.Allora, chi dovrebbe fornire questi soldi? Ovviamente, il mondo della vendita al dettaglio. I commercianti pagano SOLO una tassa, che serve SOLO a mantenere i pensionati. I quali consumano, facendo tornare quei soldi nel circuito del commercio.

Stessa cosa per le amministrazioni locali. Se osserviamo i loro compiti, vediamo che alla fine si prendono cura di due entita’: proprieta’ private e servizi pubblici locali. La cosa migliore da fare e’ di fare in modo che le amministrazioni locali, tutte, si finanzino usando le tasse che derivano da proprieta’ MATERIALI locali (immobiliare e beni materiali a registro) che incassino tasse solo da aziende che lavorano per l’amministrazione pubblica locale.
Infine, il governo. le infrastrutture governative sono generalmente mantenute per fare interesse comune e generale, ovvero si tratta dell’unica quantita’ di tasse che dovrebbe, a rigor di logica, venire da tasse generiche come quelle sul lavoro. In definitiva, il nostro fisco dovrebbe avere tre circuiti e tre tipi di contribuenti, a secondo del circuito in uso:

  • Un circuito di pagamenti per le vendite al dettaglio, che paga una sola grossa tassa con cui si alimentano le pensioni, che finiscono poi di nuovo in consumi. Siccome il numero di lavoratori cambia molto con la demografia ma il numero di consumatori cambia poco, ed i pensionati sono parte del numero, il sistema presenta un feedback, che dovrebbe portarlo a stabilita’ in fretta.
  • Un circuito di pagamenti per tasse locali, che colpiscono (come una patrimoniale) gli immobili del luogo e le aziende che lavorano con la pubblica amministrazione locale. Nessuna delle due fonti puo’ delocalizzarsi, btw.
  • Un circuito di pagamento per le tasse dello stato globale, che prende dai pagamenti per prestazioni lavorative di singoli ed aziende.
Fatto questo, avete il vostro cosiddetto “NewGo”, o “The New Government”. Dovete costruire il sistema elettronico dei pagamenti (e no, non mi venite a dire che pezzi di carta e blocchetti di metallo passati a mano siano i soldi del ventunesimo secolo!) , con tre canali, tre sistemi client per i pagamenti elettronici di ogni canale, e trasformare le banche   nel sostituto di imposta sui tre circuiti.Detto questo, abbiamo la nostra NewGo, e possiamo prenderci cura di Google e di chi sta in una diversa nazione. Che succede?

  • Se vuole possedere cose in Italia, paghera’ le tasse all’amministrazione locale.
  • Se vuole vendere servizi in Italia senza esservi, paghera’ comunque tasse allo stato centrale.
  • Se vuole vendere beni, come cellulari, finira’ col finanziare il sistema pensionistico.
e questo vale circa per chiunque faccia business in Italia.
Questo ovviamente e’ un processo simile a quello di New-Company, solo che va a disegnare New-Government. L’unica telco che ho visto in questo esercizio ha costruito una seconda infrastruttura parallela, spegnendo mano a mano la vecchia, e migrando il personale verso la nuova, per poi spegnere letteralmente il vecchio framework, svuotare il datacenter dalle vecchie macchine, e metterci il nuovo. Oggi sono impegnati a spegnere obsoleti pezzi di rete SS7 in UK, preferendo oggetti dal provisioning piu’ agile.
Lo stesso dovrebbe fare lo stato, ed alcuni stati europei lo hanno fatto, sia in UK, che in Svezia, Norvegia  e Germania (per esempio anche https://www.elster.de/ fa parte di una decisione simile di riscrittura del servizio: se ci fate caso,  hanno piazzato un forum dentro il sito delle dichiarazioni dei redditi, ovvero hanno deciso di usare un modello diverso di supporto per gli utenti, “tipicamente internet-like”).
Fino a quando non si costruira’ un “New Govt” basato sui nuovi paradigmi, partendo da carta bianca, non si riuscira’ MAI a risolvere il problema “ma il sistema fiscale non funziona con le multinazionali”: il sistema fiscale non funziona e basta, e le cifre dell’evasione dimostrano solo quanto malfunzionante sia.
Sino a quando non si crea “New Government” e non si spegne il vecchio, il mondo sfuggira’ dalle mani dei governi come sabbia tra le dita, e un sistema fiscale inadatto al ventunesimo secolo NON fornira’ al governo MAI il reddito che serve. Mano a mano che passa il tempo l’economia si discosta dal vecchio sistema fiscale, ove ogni tipologia va provisionata mediante una legge apposita con tempi immensi, e la capacita’ fiscale degli stati che NON rifanno tutto da zero migrando verso “New Govt” diminuira’ in continuazione sino a scomparire.

Se il problema di Google che evade e’ destinato a scomparire con la frammentazione della rete , il problema del fisco inefficiente, che viene chiamato “evasione” o “elusione” per far credere che sia dalla parte dei contribuenti, e’ destinato ad aumentare di dimensione, fino al momento in cui la quantita’ di reddito visibile per il vecchio stato non sara’ esattamente uguale a zero.

ma molto prima, lo stato collassera’ sotto le spese.

Uriel

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *