La dieta del condannato a morte.

Torna periodicamente a galla il cosiddetto “principio di precauzione”, che viene usato in un modo a dir poco illogico. Si pretende, cioe’, che il principio di precauzione, che parla di rischi, sia un principio qualitativo. Questo modo di pensare produce, ovviamente, una caterva di errori logici. Andiamo nel dettaglio.

Prima di tutto, descriviamo meglio l’ errore. Siccome esiste un’ottima descrizione risalente al tempo dei greci, usero’ quella.
Abbiamo un mucchio di grano molto grande. Da quel mucchio togliamo un singolo chicco di grano. A quel punto, siamo portati a scrivere che “mucchio -1 = mucchio”. Ovviamente questo e’ un errore, dal momento che stiamo dicendo che tra “mucchio” e “mucchio” passa una relazione che e’ “-1”. (1)
Qual’e’ il guaio? Il guaio e’ che “-1” come relazione e’ una relazione tra QUANTITA’, mentre “mucchio” non e’ una quantita’, ma la qualita’ di essere “un mucchio”. Ci accorgiamo di questo errore perche’ procedendo in questo modo abbiamo che possiamo togliere un altro chicco, ed un altro, ed un altro, avendo sempre un mucchio. Invece, dopo qualche tempo NON abbiamo un mucchio. Morale della storia: confondere le quantita’ con le qualita’ porta a conclusioni sbagliate ed illogiche. Procedere in maniera quantitativa quando alcune delle entita’ NON sono quantita’ proprie vi portera’ INEVITABILMENTE a sbagliare.

Quando il principio di precauzione viene enunciato dai farlocchi, essi tendono a portarlo sul piano qualitativo (in modo da impedire verifiche ed esami rigorosi, permettendo all’abilita’ dialettica di prevalere) , enunciando delle cose assurde. Non c’e’ nulla di male neanche nei ragionamenti puramente qualitativi, a patto che TUTTI gli enti siano dello stesso tipo.
Sapete qual’e’ il guaio? Il guaio e’ che “rischio” e’ inevitabilmente una quantita’. E “confrontare” i rischi inevitabilmente richiede di avere almeno una relazione di ordinamento.
Poniamoci un problema. Abbiamo un condannato a morte, che non ha alcuna speranza di grazia , il quale verra’ condannato a morte tra sei mesi. Sappiamo che una buona dieta puo’ , nell’arco di due anni, abbassare il rischio di morte per infarto del 25%. Il rischio di infarto e’ del 4%.(numeri inventati, sia chiaro) Ha senso che il condannato faccia una dieta?
La risposta e’ no, ed e’ quantitativa: il rischio di morire che il condannato corre nell’intervallo dei sei mesi sono del 100%.Abbassare il suo rischio di sopravvivenza per un fattore indipendente dell 1%  non servira’ a nulla. Non abbiamo cambiato DI UNA VIRGOLA le probabilita’ di sopravvivenza del condannato oltre i sei mesi.
Ovviamente mi direte: ma c’e’ una varianza, e tale varianza fa si’ che parte di quell’ 1% si propaghi anche PRIMA dei due anni.  E se gli viene un infarto prima? Magari abbassiamo le sue probabilita’ di morire di infarto PRIMA dei sei mesi di un qualche sigma. Avete ragione, nel senso che il ragionamento e’ lecitissimo. Vi faccio pero’ notare che tutto quello che stiamo cercando di fare, a prescindere dal “come” e’ prima di tutto di classificare il “cosa” e di usare dei “cosa” che siano omogenei. Stiamo confrontando quantita’ di rischio. Stiamo sempre usando quantita’. Ed e’ per questo che il discorso, comunque lo facciamo, puo’ almeno venire fatto.
Poiche’ un’affermazione sul rischio finisce per contenere ALMENO un rischio, che e’ una quantita’, allora l’unica cosa che possiamo fare e’ di portare TUTTE le altre entita’ ad essere delle quantita’.
L’affermazione secondo la quale gli OGM vanno rifiutati “essendo un rischio” di per se’ non significa nulla. Anche la cosiddetta “natura” e’ un rischio. Ogni anno ci regala un bel virus dell’influenza. Ogni mezzo millennio tende a regalarci una nuova pandemia. Ci ha dato l’ HIV. Ci ha dato la peste bubbonica e la spagnola.
Un’affermazione come “rifiutiamo ogni rischio” e’ del tutto idiota. Per rifiutare ogni rischio occorre rifiutare tutto. E il dato di fatto e’ che non rifiutiamo tutto. Accettiamo, per esempio, il rischio dovuto alle produzioni agricole attuali. Bene.
Dunque, non stiamo piu’ facendo una considerazione qualitativa, ma  DOBBIAMO confrontare delle cose. Possiamo confrontare il rischio dell’ambiente naturale con il rischio degli OGM.
Quello che temiamo e’, in sostanza, che modificando un genoma esso inizi a produrre sostanze che non volevamo. Benissimo. Quello che stiamo misurando, dunque, e’ la varianza della composizione del nostro prodotto rispetto a quello che ci aspettiamo. Misura che possiamo fare, per esempio, anche con le piante “naturali” (ammesso che ne esistano ancora).
Quello che possiamo fare e’ prendere un grosso campo di pomodori “naturali” (ammesso sia naturale che una pianta americana cresca in Puglia)  , definire un comportamento “normale” (possiamo tagliarlo a quanti sigma ci pare) e a quel punto sapremo con quanta frequenza le piante di pomodoro “normali” producano molecole inaspettate. Tranquilli, che il rischio esiste. Sara’ piccolo, ma ci troverete SEMPRE qualche devianza: qualche cellula che e’ impazzita e si e’ messa a produrre roba assurda la troverete sempre, perche’ c’e’ sempre la possibilita’ di un genoma danneggiato.
A quel punto possiamo fare la stessa cosa con il nostro pomodoro OGM, e misurare quante volte produce molecole che non ci aspettiamo. Se ne coltivi una grossa quantita’ e la si esamini attentamente. Fatto questo, sappiamo quale sia il rischio che quelle piante producano roba che non ci aspettiamo. Se ci aspettiamo di aver prodotto SOLO colesterolo animale, e ci troviamo altro, possiamo “tagliare” il rischio.
E qui siamo ad un esempio di “come”: non ho voglia di discutere sul come, ma sul “cosa” : in questo modo (o  in qualsiasi altro protocollo usato per i test), quello che ottengo e’ una coppia di QUANTITA’ da confrontare. Il “cosa”, che viene prima del “come” e’ ancora una coppia di quantita’. Senza aver definito “cosa”, discutere del “come” e del “perche” non serve a niente. Qualsiasi metodo usiate per confrontare una quantita’ con qualcosa che NON e’ una quantita’ e’ destinato a fallire, posso cassarlo sin dall’ inizio.
Ovviamente la conta delle molecole e’ esempio concettuale, ma il concetto e’ molto semplice: qualita’ con qualita’, quantita’ con quantita’. Non esiste MAI la possibilita’ di fare ragionamenti misti che funzionino. Possono sembrare funzionanti come sembra funzionante un orologio guasto che segni l’ora giusta due volte al giorno, ma il concetto e’ che l’atomismo logico insegna che PRIMA si prendono le affermazioni e le si giudica sul piano del “cosa” : di che cosa stiamo parlando, CHE COSA sono gli atomi della nostra affermazione.  Una volta fatto questo, si va al  “come”. Se ha senso, perche’ il 90% delle affermazioni farlocche NON resiste al semplice esame del “cosa”.
A me non frega nulla del fatto che il vostro ragionamento sia corretto o meno sul piano del metodo, se noto che state operando su una selezione sbagliata di oggetti del predicato.
“mucchio -1 = mucchio”  non e’ qualcosa che io debba giudicare nel senso del metodo: questo lo faccio DOPO. Prima mi chiedo che cosa sia “mucchio”, e se non e’ un numero (cioe’ una quantita’ descritta in un certo modo), semplicemente rifiuto la formula.  Che magari e’ corretta. Ma la rifiuto PRIMA di essermi chiesto qualsiasi cosa sul metodo , perche’ devo essere certo che il problema sia formulato correttamente.
E no,  sul piano meramente logico mescolare quantita’ e qualita’ NON e’ accettabile.
Adesso mi direte che “non posso essere certo della stima del rischio riguardante gli OGM”. Bene. Siccome sto confrontando il rischio con gli OGM con quello della situazione attuale, non posso fare il confronto. E no, NON decido nulla. L’unico modo che ho di procedere in una simile valutazione e’ di conoscere entrambi i rischi e confrontarli.
Il solo ragionamento che mi permetterebbe di accettare un principio di precauzione senza poter stimare il rischio degli OGM, preferendo cosi’ le  mucche esistenti, e’ che sulle mucche esistenti il rischio di mutazione sia nullo. A quel punto, ovviamente potrei dire che le mucche  OGM al meglio potrebbero essere sicure quanto le mucche attuali. Ma le mucche attuali NON sono esenti da rischi: se abbiamo avuto 134 casi di “mucca pazza” in Italia, e continuiamo ad accettare la mucca come cibo, l’ OGM e’ inaccettabile solo se il rischio e’ superiore.
Ogni anno, ci becchiamo un virus OGM. Si tratta dei vari virus dell’influenza. Essi mutano naturalmente (per via del fatto -mi dicono- che l’ RNA non si aggiusta cosi’ bene come il DNA) e poi trovano nelle carni dei principali animali da allevamento un canale di trasmissione. Cosi’ abbiamo gli uccelli che ci portano l’aviaria, il maiale che ci porta la suina, eccetera.
Per quanto siano alti i controlli su queste carni, non possiamo ridurre il rischio a zero: lo ridurremo ad un certo sigma. Sigma che evidentemente accettiamo. Lo stesso vale per TUTTE le culture e TUTTI i procedimenti di conservazione e lavorazione del cibo: ognuno di essi ha un rischio.
Affermare un principio di precauzione come lo si enuncia in maniera illogica significa semplicemente non capire che la somma dei due rischi in questo caso corrisponde al rischio maggiore: nel termine dei sei mesi non fa alcuna differenza se il nostro condannato a morte mangia come un maiale dei cibi che sono dannosi alla salute nel corso di un anno: il rischio che subira’ sara’ sempre quello prevalente.
Il principio di precauzione, enunciato nell’unica maniera logica possibile, e’ quello di dire che “non accetto l’ OGM poiche’ i rischi per la salute sono superiori a quelli relativi agli altri cibi”, o “perche’ i rischi ambientali sono superiori ai rischi delle altre colture”. Poiche’ stiamo richiedendo un confronto dicendo “superiore”, dobbiamo stimare i rischi di entrambi.
Oppure non stiamo enunciando proprio nulla: “se un mucchio e’ piu’ grande di un mucchio” non ha alcun significato, se ipotizzo che togliendo un chicco dal mucchio ho ancora un mucchio, cioe’ che “mucchio” non sia una quantita’.(2)
Prima di esaminare qualsiasi proposizione logica, bisogna notare che la diatriba sul principio di precauzione non fa altro che confrontare il rischio “con OGM” al rischio “senza OGM”. Per confrontare questi rischi  (anche senza volerli calcolare) occorre almeno una relazione di ordinamento, il che per forza esclude valutazioni qualitative: se anche io dicessi “rischio blu” o “rischio rosso” , non riuscirei a rispondere fino a quando non avrei deciso che blu sia maggiore o meno di rosso.
Porre il principio di precauzione tra il rischio(OGM) e il rischio(NON OGM) significa richiedere le seguenti cose:
  1. Che si possa calcolare il rischio legato agli OGM e quello legato ai NON OGM.
  2. Che si possano confrontare, cioe’ che si sappia se l’uno sia maggiore dell’altro.
L’ idea che invece si e’ lasciata passare e’ che un rischio sconosciuto o inconoscibile sia per definizione PIU’ ALTO di qualsiasi altro rischio, il che e’ falso. Nessun principio, nemmeno quello di precauzione, potra’ mai sostenere che il rischio di morte del gatto di schroedinger sia piu’ alto dentro la scatola di quello che corre in qualsiasi altro posto. Anche non sapendo che rischi corra il gatto nella scatola, affermare che il rischio sia maggiore di qualsiasi altro rischio noto non fa parte di NESSUN principio mai enunciato. Perche’ e’ un errore logico.
Quello che avete fatto e’ stato chiamare “principio di precauzione”, che suona bene  e vi fa sentire sicuri, l’idea che un rischio che non capite bene sia, solo perche’ e’ ignoto, per definizione superiore ai rischi che correte gia’.
Se chiamiamo Σn un rischio ignoto e Σk un rischio che abbiamo calcolato (diciamo che “conosciamo” i rischi delle attuali colture sull’ecologia e sulla salute) , l’affermazione e’ che
Σn – Σk > 0
E mi dispiace, ma io vi rido in faccia. Se non avete calcolato Σn E Σk, mi spiace per voi, ma non potete fare NESSUNA affermazione sul rischio.In generale, i rischi delle colture attuali potrebbero anche essere superiori a quelle delle colture OGM. In tal caso, il principio di precauzione ci imporrebbe di sterminare le piante esistenti e sostituirle con quelle artificiali.
La reazione tipicamente farlocca e’ quella di contestare queste critiche costruendo una montagna di discorsi, convenzioni, bibliografia, studi, il che andrebbe molto bene se sotto questo gigantesco edificio ci fossero delle fondamenta. Ma finche’ si tratta di rischi ignoti, affermare che vadano considerati come superiori a qualsiasi rischio noto e’ assurdo. E le parole “prudenza” o “precauzione” non risolvono il problema, perche’ non hanno poteri magici.
E tutti i piani dell’edificio dialettico che costruirete su questo assurdo si limiteranno a crollare ancora piu’ forte: non lo renderete piu’ robusto se ne parlate di piu’.

Il concetto e’, e rimarra’ sempre, che per confrontare due quantita’ dovete conoscerle. E non potete uscire dall’en passe assegnando alle quantita’ che non immaginate un valore infinito. Non mi interessa il metodo, cioe’ il “come” , perche’ e’ sufficiente osservare che “cosa” siano le due cose che volete confrontare (i rischi attuali e quelli dell’introduzione degli OGM) per capire che se una delle due cose non le potete calcolare, non potete fare alcun confronto.

Uriel
(1) Sul piano logico i numeri con il segno sono relazioni tra numeri. “-1” e’ la relazione che passa tra un vero numero ed il precedente.
(2) La cosa che porta alla confusione e’ il fatto che “mucchio” viene usato per esprimere una quantita’.: in realta’ dovrebbe essere “la quantita’ che gode della qualita’ di formare cumuli conici” . Poi l’ambiguita’ del linguaggio fa il resto.

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