La cura c’e’

Beh, il rimedio e’ evidente.

La lezione di questo crack e’ una sola: i subprime sono nati per dare credito ai lavoratori a termine. Sono nati perche’ la maggior parte dei lavoratori aveva contratti a termine. Ergo, i contratti a termine portano al disastro finanziario quando diventano un numero eccessivo. O si impara la lezione, o nessun governo USA potra’ fermare l’estendersi del crack alle nazioni che hanno molti lavoratori con contratti a termine e quindi, inevitabilmente, molti prestiti subprime. L’Italia, fortunatamente, era indietro su questo fronte.

Il rimedio e’ altrettanto ovvio: la crisi si propaghera’ laddove il mercato del lavoro rende instabili i posti di lavoro. Il problema e’ che piu’ la crisi si propaga, piu’ posti diventano posti a rischio se il mercato del lavoro e’ fluido.

Questo e’ il momento buono per ingessare il mercato del lavoro in modo da fermare la crisi. Si prendano tutti i contratti in scadenza e li si congeli (almeno formalmente) per 10 anni. La meta’ dei mutui ventennali sara’ coperta, nel resto dei casi il tasso di rischio sara’ abbassato.

Questo permettera’ ai mutui concessi a queste persone di uscire dallo status di “subprime” , e di venire ricartolarizzati con tassi di rischio differenti.

A quel punto, ci sono dieci anni di tempo per tornare sui nostri passi ed eliminare i contratti lavorativi a termine dal grande mercato del lavoro, stabilizzando almeno i contratti con gli intermediari.

MAntenendo fluido il mercato del lavoro invece la crisi produrra’ altro rischio di perdere il lavoro, altri mutui diverranno subprime o insolventi, e la crisi si autoalimentera’.

Per ora l’Italia e’ poco esposta, ma se il PIL dovesse decrescere di due punti percentuali, la quantita’ di insolventi al mutuo crescera’ enormemente per via degli autonomi e dei commercianti. E allora ci saremo dentro anche noi.

E’ il momento di ingessare il mercato del lavoro per stabilizzare i prestiti dati avendo come garanzia il lavoro stesso.

O cosi’, o l’infezione si propaghera’.

Uriel

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