Ischia: il giornalismo uccide ancora.

La relazione tra giornalismo e governance viene sempre enunciata in maniera caotica e molto qualitativa, come se non esistesse alcuna fisica sottostante, e quindi il giornalismo viene dipinto fosse un sistema isolato che al massimo e’ laterale al sistema di governo, ma non davvero responsabile.


Questo e’ vero in un regime, ma nel sistema democratico esiste il problema della formazione delle opinioni. Al voto, il cittadino esprime una preferenza, che e’ anche un’opinione, ovvero esprime il prodotto finito del giornalismo e dell’informazione.

Quando votate , non votate , che so io, FdI. Votate “quello che so di FdI”. Ma quello che sapete di FdI, a meno di non essere nel letto della Meloni, e’ quello che vi ha detto l’informazione nazionale, ovvero (nel caso dell’Italia, per legge), il giornalismo.

Qualcuno potrebbe obiettare che la campagna elettorale avviene nelle piazze e in luoghi diversi, oggi anche i social, dimenticando che le piazze poi vengono mostrate in TV , e che sui social si commentano per la maggior parte delle volte gli articoli dei vari giornali.


Ma che cosa significa questo?

Significa, molto sistematicamente, che ogni qualita’ o difetto di un sistema democratico rispecchia la stessa qualita’ o lo stesso difetto da parte del giornalismo.

Facciamo un esempio semplice: avrete sentito parlare di “bomba d’acqua”. La “bomba d’acqua” e’ una pioggia repentina e abbondante , che un tempo si chiamava “piove tanto”, che non ha giustificazione scientifica (gran parte dei metereologi sono contrari a questa definizione: https://meteobook.it/bomba-dacqua-il-fenomeno-meteo-che-non-esiste/) e che compare sui giornali ad un preciso scopo: coprire le responsabilita’ del governo e delle amministrazioni.

Quando un governo piace, e la pioggia devasta tutto, siccome la risposta del governo e’ sciatta e tardiva, i giornalisti parlano di “bomba d’acqua”. In questo caso sollevano l’amministrazione amica dal giudizio verso una politica idrogeologica e urbanistica perlomeno sciatta.

Quando il governo e’ ostile, invece, cosa si fa? Sparisce la bomba d’acqua, e…

https://invececoncita.blogautore.repubblica.it/articoli/2022/11/27/almeno-fare-silenzio/?ref=RHLF-BG-I0-P5-S1-T1

“Ad ogni pioggia”: non e’ piu’ una “bomba d’acqua”, capite? Si poteva prevenire. Non e’ piu’ un “apocalisse 4020”. Si poteva fare qualcosa. 

Questo modo di esporre le notizie, ovviamente, forma l’opinione (si dovrebbe dire: il pregiudizio) degli elettori, che poi votano governi che rispecchiano esattamente , per tutto e in tutto, il filtro distorto del giornalismo.

Una tragedia figlia dell’abusivismo, della strafottenza e del menefreghismo e’ , per forza di cose, responsabilita’ INTEGRALE di un giornalismo abusivo, strafottente e menefreghista.

Lo specchio dei problemi italiani, come in OGNI democrazia,  quindi coincide perfettamente con lo specchio dei problemi del giornalismo. Lo aveva capito Grillo, che non per nulla si scagliava contro i giornalisti, senza capire che in ogni caso lui non entrava in ogni casa, e dunque il mass media mediava anche lui.


Un altro esempio e’ quanto successo col gas. La stampa ha pubblicato, per anni, elogi incredibili ad ogni azienda che diventava green. La Pippo SpA cambia il sistema di irrigazione delle piante della reception! Paginone! La Pluto SpA cambia il sistema di alimentazione delle macchinette del caffe’. Paginone! 

A furia di paginoni la popolazione era quasi convinta di essere ad un passo dalla conquista del “green”. Mancavano solo le auto elettriche (che spostano il problema ma non lo risolvono) e si, qualche centrale da chiudere qui  e la’.

Questo era il mondo immaginifico che la stampa aveva venduto, e chiaramente c’e’ stato lo sconcerto quando e’ arrivata la guerra e si e’ scoperto che intere nazioni non vivono, ma neanche per i servizi minimi, senza gas. Che sia gas russo o che si possa trovare in Algeria e Tunisia (note democrazie)  , o in Qatar o in Arabia Saudita (tutte democrazie , come e’ noto) , alla fine dipendiamo completamente da fonti fossili. 

E non solo “i malvagi tedeschi che fanno North Stream”. Tutta europa. E la Spagna sembra immune non perche’ non USI il gas, ma perche’ ha diversificato le fonti. Tutto qui? 

Siamo emersi bruscamente da un sogno nel quale eravamo avviati gloriosamente ad avere una economia green entro il 2030, quando improvvisamente abbiamo capito che , oltre al paginone sui giornali, non avevamo mosso neppure un piccolo passo.

E questo ovviamente ha fatto presa sull’elettore, che va a votare pensando che , alla fine, il problema della politica energetica sia stato risolto. Cosi’ come oggi pensate che un rigassificatore di Piombino, che non esiste ancora, porti il gas in Italia, e stiamo ignorando completamente che, anziche’ puntare sulle rinnovabili, tutto quello che stiamo facendo e’ semplicemente … cercare gas altrove. E nessun giornale si sta chiedendo il perche’.

Il problema quindi, ed e’ qui che arriva il crimine del giornalista, non l’intera economia che dipende dal gas, ma le bollette. Come se un paese povero e pieno di disoccupati potesse pagare la bolletta, se solo la tagliamo del 30%. Se sei disoccupato, di soldi ne hai zero.

Ma l’elettore Italiano e’ andato a votare pensando al problema bolletta, e non al problema energia: il risultato e’ un governo che non sta facendo nulla per l’energia, ma per prima cosa fa una finanziaria per mitigare le bollette. Geniale, ma tra sei mesi pagherete anche gli arretrati. 

Ma le piante della reception sono innaffiate con acqua riciclata. Yay!


E in realta’ anche la corruzione sistematica rispecchia quella del mondo del giornalismo, ove si fa carriera in tutti i modi che non si possono pronunciare di fronte alle signore. 

Quando muoiono persone per una frana, il giornalismo non ha soltanto ucciso perche’ ha coniato termini giustificativi per il tempo metereologico. Le sue colpe sono molteplici: se qualcuno avesse proposto di abbattere quelle case abusive, sarebbero state fatte processioni e proteste con tanto di foto di appadrepio, e indovinate chi sarebbe andato li’ a riprendere la manifestazione? Dipende dal governo: se era il governo A, ci sarebbero andati i giornali a favore di B, e viceversa. 

Mai che ci sia un embargo contro gli ingiusti: nel giornalismo italiano, non esistono il criminale e l’onesto, il giusto o l’ingiusto: esistono “quello della mia fazione” e “quello dell’altra fazione”. 

Ed e’ anche questo che UCCIDE: l’ingiusto sa che trovera’ almeno una sponda, e sa bene che il giornalismo  poi gli dara’ potere politico.

Perche’ quando diciamo che la democrazia poggia sull’informazione, stiamo dicendo che chiunque finisca sui giornali diventa una fazione politica legittima . E nel giornalismo nessuno si prende briga di evitare che il peggio diventi una fazione politica legittima.

Un giornalismo nel quale non si distingue chi costruisce abusivamente  dal buonsenso di non costruire nel letto dei torrenti,  inventando l’ “abusivismo di necessita’” (che e’ come dire “lo stupro di arrapamento”) , fino a consentire che lÄabusivismo  diventi argomento politico, e’ cio’ che ha prodotto negli elettori l’idea che fosse tollerabile e votabile questo:

Perche’ un manifesto del genere abbia senso occorre un giornalismo che consideri “condono per la campania” un argomento degno di diventare una posizione politica.

Occorre un giornalismo che si accerti, nei dibattiti politici, di presentare questa opinione come una delle tante. 

E allora, se volete chiedervi di chi sia la colpa, finirete col dire che e’ della politica che non ferma l’abusivismo.

Ma di chi e’ la colpa se la politica non ferma l’abusivismo? 

Degli elettori che votano gente del genere.

E di chi e’ la colpa se l’elettore vota gente del genere?

Eccoveli qui:

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