Tutto nasce dal pomodoro.
Sarete abituati a pensare al pomodoro come a qualcosa di “tipicamente” italiano, e a pensare che da alcune zone d’Italia arrivi il “vero” pomodoro.
C’e’ un piccolo guaio.
Il pomodoro, infatti e’ una pianta nativa del centroamerica. Fu scopera dai conquistatori spagnoli, che prima la portarono in tutte le colonie spagnole nei caraibi. POI si diffuse in tutta asia. Infine, arrivando a Napoli nel 1692 (prima ricetta nota contenente pomodoro) in Italia.
Che cosa significa questo? Significa che il VERO pomodoro e’ quello americano. Il pomodoro italiano e’ un falso, un’imitazione. Se esistesse una denominazione di area geografica controllata, vincerebbe quello messicano, per la semplice ragione che la vera, originale pianta viene da li’.
E siccome il pomodoro italiano e’ MENO acido di quello americano, a quanto pare si tratta di un’imitazione venuta male. E ripeto, “male”, perche’ se il tuo prodotto NON e’ originale, ed e’ diverso dall’originale, allora e’ una copia venuta male. End of story.
Adesso immagino che tutti gli italiani insorgeranno, ma non c’e’ nulla di falso in quello che dico. Il pomodoro e’ nativo del messico (vero) , aveva gia’ 1000 anni di tradizione locale prima di essere importato dagli spagnoli, quindi non e’ una tradizione italiana (vero, la sua domesticazione risale al 500 DC) , e’ arrivato in Italia DOPO essere arrivato in asia (vero), e un prodotto che non e’ identico all’originale e’ una copia riuscita male. (vero)
Cosi’ il punto ora si spostera’, direte voi, sulla bonta’, o sulle qualita’ del pomodoro italiano.
Aha. Ed e’ esattamente il punto chiave: questa cosa di sapere da DOVE viene il cibo e’ una cosa che vi e’ cara solo fino a quando credete nella leggenda che un dato cibo, fatto in un dato posto, sia salubre , per la semplice ragione di essere prodotto nel posto giusto, secondo la tradizione giusta.
Ma non appena il posto non ha piu’ attrattiva – perche’ l’italia NON e’ il posto di origine del pomodoro come pianta , quindi e’ l’equivalente della vigna californiana – allora si passa al contenuto. Il che e’ una mossa razionale, anche se non e’ razionale che sia il piano B.
Prendiamo l’esempio della mozzarella campana. Tutti hanno sempre considerato “campana” come l’attributo che “garantiva” la qualita’. Ma come ha mostrato la vicenda della “terra dei fuochi”, questo non era vero. Stranamente, oggi qui in Germania siamo pieni di bufala campana.
Perche’? Perche’ questi comprano la mozzarella, la mettono in un laboratorio, misurano il contenuto, e scoprono che DENTRO la mozzarella che vendono non ci sono sostanze tossiche. A fare gli esami sono DUE enti pubblici, il Gesundheitdienst locale e il http://www.bmg.bund.de Ministerium Gesundheitdienst su scala nazionale. Inoltre, le catene di distribuzione usano TÜV per i test.
Diciamo che e’ abbastanza sicuro che la mozzarella venduta (in questi giorni a prezzacci eccezionali) nelle varie catene sia sana.
Ma vi faccio notare il problema, ovvero la FALSA informazione in entrambi i casi:
- Quando NON si sapeva niente della storia dei rifiuti, vi bastava leggere “campana” e per voi significava “buona”. Tuttavia, erano anni che in quella zona si depositavano rifiuti tossici. Nulla sappiamo di come sia stata la mozzarella in passato.
- Adesso che sapete della “terra dei fuochi” , diffidate della mozzarella, che invece non contiene elementi tossici, come mostrato da ben tre enti che fanno esami a campione.
Fatevi la domanda: ma com’e’ che questo modo di pensare ha sbagliato DUE volte? La risposta e’: non stavate guardando il parametro giusto. La provenienza geografica del cibo NON VI DICE NULLA sul cibo in se’. Per sapere che cosa ci sia dentro il cibo, dovete prendere un campione di cibo ed analizzarlo in laboratorio.
In pratica, il certificato di origine geografica NON E’ UN PARAMETRO DI QUALITA’.
E cosi’, oggi trovo mozzarella di bufala persino nelle mense aziendali tanto e’ calato il prezzo – con disperazione, suppongo , dei produttori campani – solo perche’ qui cercano di sapere cosa ci sia DENTRO il cibo, mentre voi vi preoccupate di quel che c’e’ ATTORNO al cibo.
Hanno stampato sulle confezioni dei FALSI parametri di qualita’, tipo “da dove viene il cibo”, “dove e’ stata allevata la mucca”, “quale tradizione circonda il dato cibo”, e grazie a questo state mangiando grana padano al piombo perche’ cresce in una zona fitta di autostrade, carne che contiene di tutto, perche’ si dice quale sia la zona di provenienza ma non si analizza la composizione chimica della carne, prodotti “tradizionali” di cui non conoscete il contenuto di , diciamo, cromo (elemento altamente tossico) perche’ siete cosi’ presi dal chiedervi “da dove viene di preciso la mucca” che non vi chiedete che diavolo CONTENGA la mucca.
Sapete quanta diossina e’ passata dal confine tra lombardia e piemonte, dopo Seveso? Forse. Sapete quanta ne e’ rimasta nel terreno? Alcuni di voi si. Sapete quanta ce ne sia nella carne? No. Perche’ sapete solo che viene dal Piemonte. Ma non sapete cosa ci sia dentro.
Ma nel momento in cui “il tal posto” perde il suo fascino commerciale, il suo brand , voi non sapete piu’ di preciso che diavolo stiate mangiando.
Se invece aveste messo un VERO indicatore di qualita’, tipo il contenuto di sostanze, adesso con la STESSA etichetta sareste tranquilli, e non avreste bisogno di inventare la mozzarella campanosvizzera, o campanotedesca. Quel tizio del consorzio, cioe’, si e’ accorto della scomparsa dal suo pseudoindicatore, e ne ha indicato un altro. Altrettanto “pseudo”.
In questo modo, sapete qualcosa che e’ un FINTO sapere , ovvero la provenienza, e vi viene negato il VERO sapere, cioe’ il contenuto.
- Se l’origine geografica autentica e la tradizione fossero importanti, il pomodoro italiano sarebbe il terzo in ordine, dopo quello messicano (il pomorodo e’ originario di quella zona), poi asiatico (secondo continente di propagazione), infine spagnolo (prima zona europea ove gli spagnoli lo importarono) e infine italiano. Come vedete, quando iniziamo a mettere i puntini sulle i, la “vera origine filologica ed ontoligica del cibo” e’ davvero una bella trappola.
- Del resto , quando si scopre che la zona di provenienza di qualcosa e’ problematica, allora si cerca di reagire portando a favore argomenti come “i laboratori tedeschi dicono che”, o “i laboratori svizzeri dicono che”, ma questo , proveniendo da enti stranieri senza forza giuridica in Italia, non vi tutela affatto: in questo caso, “laboratorio svizzero” per voi equivale a “campania”. Garantisce gli svizzeri, non garantisce VOI.