Io li ho visti.

Dopo l’articolo su Soros, sono stato accusato di essere razzista, xenofobo e non so che altro. Questo rientra nella logica dell’appiattimento: nessuno ha il diritto di farsi delle idee diverse dalla Verita’ Vera del Partito dei Giusti. Nemmeno se tocca con mano. Beh, io ho toccato con mano, e anche troppo. Se mi sono fatto certe idee e’ perche’ alla fine dei conti sono arrivato qui in Germania, in un ambiente ove non ho due colleghi dello stesso paese neanche a pagarli, che ero un sostenitore dell’ europeismo e del cosmopolitanesimo. Se oggi chiuderei i confini e ucciderei chiunque non parli la mia lingua, e’ dovuto semplicemente a quel che ho visto intorno a me da quando vivo e lavoro qui.

La volta scorsa in cui venni proprio qui, facevo parte di un team altrettanto internazionale. Ma americani e inglesi erano “il team da battere” (e li abbiamo battuti, eccome), cosi’ non li ho conosciuti molto bene. O meglio: poiche’ sul lavoro nulla e’ personale, un certo addestramento professionale mi ha impedito di considerare nemici gli avversari. Quando ti abitui al “there is nothing personal” , hai un istinto verso il non-giudizio, verso il non-odio, il non-disprezzo.

Ma questa volta e’ diverso, perche’ stiamo parlando di decine di persone che non dovrebbero essere concorrenti, e che dovrebbero far parte di un team.  Ma il problema e’ proprio questo: non essendo avversari, nel mio giudizio questa volta non sono stato condizionato da quel non-personale che invece e’ d’obbligo verso gli avversari. Insomma, per via del principio di razionalita’ di Peano, credo che se un avversario fa ogni possibil mossa vantaggiosa non sia da biasimare. Il giudizio umano scatta quando non si tratta di un avversario, e questa “sospensione del giudizio” viene meno. Il risultato?

Onestamente, spero che Ahmadinejad riesca ad avere armi nucleari piu’ in fretta possibile. Spero che l’Italia esca da questa merda di UE, che si chiudano i confini, che ci sia una quota fissa di quei bastardi ariani cui sia permesso di mettere piede in Italia. Non male, diciamo, in un anno di “lavoro”: sono arrivato qui come convinto europeista e molto critico nei confronti dell’ Italia, e oggi sono diventato antieuropeista feroce e penso che dovremmo semplicemente rimanere isolati a goderci quel che siamo, perche’ pur coi nostri difetti il migliore di loro arriva alle caviglie del peggiore dei nostri.

Come e’ avvenuto questo cambiamento di idee? Beh, e’ avvenuto nel constatare da vicino come funzioni la loro psiche malata, nel modo assolutamente psicotico che hanno nel ragionare, nell’assurdo dialetto privo di logica che usano per pensare, o quella cosa che fanno nella loro stupida, ottusa testa.

Gia’. Pensare. La sola idea che possa esistere un problema astratto per loro e’ metafisica. Per loro non esiste il problema astratto che lasciando una finestra aperta al decimo piano qualcuno possa cadere. Non e’ una sufficiente ragione per chiudere la finestra, essendo un problema astratto. Bisogna dirgli che “James per poco non cadeva”. E allora diventa in problema concreto. Solo in questo momento le loro menti inferiori sono capaci di afferrare che esista un problema.  Lo stesso concetto di “bad practice” la dice lunga: quello che loro chiamano “cattiva pratica” e’ semplicemente il problema astratto, quando si materializza in un comportamento. Se non si materializzasse in un comportamento, o in un problema concreto, non sarebbe un problema.

Cosi’, potete serenamente sbilanciare un sistema al punto che i frontends gestiscano, teoricamente, fino a dieci volte il traffico pensabile per il backend. L’ho fatto presente oggi, e la risposta e’ stata “mah, alla fine non abbiamo mai avuto tanto traffico”. Il fatto che SE LO AVESSIMO tutto crollerebbe miseramente non sfiora la loro mente primitiva: siccome non l’hanno mai visto succedere, non puo’ succedere.

Questo spiega, in ultima analisi, come sia stato possibile arrivare all’ 11 settembre. Quello schema di attacco, era una possibilita’ teorica, diciamo una falla astratta nella sicurezza. Siccome non era mai stato visto succedere, veniva lasciato aperto il varco. Quando hanno visto accadere il disastro, E SOLO ALLORA, hanno preso in considerazione di fare dei controlli. E quindi, tutti coloro che sono in 19 , di cui 10 tunisini, 8 sauditi e un algerino, che siano alti 1,85, 1,63, …. ,c he siano vestiti con un paio di jeans D&G, con una maglietta….eccetera,  non potranno piu’ prendere un aereo per New York l’undici settembre di ogni anno. (1). Cosi’ come sono convinto che ogni altro attacco sia tutt’ora possibile.

Si tratta, a mio avviso, di una limitazione linguistica. L’idioma babarico che usano per pensare non si adatta alla strutturazione logica dei pensieri. Anzi, la logica del discorso e’ sempre sottintesa, e questo sottinteso serve a dare un senso a sequenze di parole che altrimenti potrebbero significare tutto ed il contrario di tutto. L’idea che oltre alla forma ed al contenuto esista anche una struttura logica, e che essa sia contenuto in se’, non sfiora l’inglese moderno. Non e’ possibile comunicare loro l’esistenza di un problema complesso o astratto. La grammatica incredibile della loro lingua, priva di strutture parentetiche e dotata solo delle piu’ primitive relazioni consequenziali, rende impossibile rappresentare la complessita’. Pensare in quella lingua puo’ solo causare stupidita’,  incapacita’ logica e mancanza di rigore.

Ma se nessuno puo’ scegliere la lingua che parla, lo stesso non si puo’ dire del modo che hanno di relazionarsi. Sulle prime armi sembrano socievoli. O meglio, sociali. Ma questa socialita’ e’ solo formale, ed e’ uno strumento atto a tenere in vita la possibilita’ di un guadagno futuro. Se vi aspettate amicizia da quella gente vi sbagliate di grosso: il massimo che potete chiedere e’ una relazione sociale dal nome “amicizia”. Ma non illudetevi di coinvolgere la sfera umana. Mai. Si tratta semplicemente della strategia piu’ pagante per mantenere in vita tutti i possibili rapporti sociali potenzialmente convenienti. Dietro questa strategia non c’e’ nulla di umano.

Qualcuno di voi parla della “meritocrazia” che vigerebbe tra gli angli. Palle. Certo, il loro nepotismo non si basa sulla famiglia o sul partito. No, si basa su quelle che noi chiameremmo “cordate”, cioe’ un gruppo di persone unite da una strategia di breve termine, unita alla speranza di altre potenziali alleanze fruttifiche. Non illudetevi che qualcuno tra gli angli possa occupare un posto perche’ lo merita: lo occupa se riesce , mediante la sua rete di relazioni di opportunita’, a costruire le alleanze che servono ad arrivare su una sedia.

Il fatto che queste alleanze siano fatte da persone che NON appartengono alla stessa famiglia ne’ allo stesso paese fa si’ che noi italiani non vediamo la strategia antimeritocratica che ci sta sotto. Noi aiuteremmo un parente, non un ex compagno di liceo. Ma loro sono abituati ad iniziare a costruire la propria carriera coltivando le amicizie (2), e trovano logico aiutare un ex compagno di liceo. Noi non vediamo questo genere di raccomandazione perche’ non consideriamo l’aver fatto un liceo insieme come una forma di cooptazione; questo ci rende ciechi di fronte al loro marciume. Un marciume che non vediamo perche’ non lo capiamo.

In quella che credete essere la patria della meritocrazia ci sono posti di lavoro ai quali NON potrete mai aspirare, perche’ NON AVETE FREQUENTATO IL LICEO GIUSTO. E poco importa che il vostro modesto liceo italiano vi abbia insegnato cento volte piu’ della ridicola stalla in uniforme scolastica ove bazzicavano loro; vince lui perche’ viene da ‘iton. E no, figlioli, che una capra ignorante vi superi perche’ ha fatto un liceo locale per meriti di padre NON e’ “meritocrazia”. E’ solo una mafia per la quale non esiste un nome in italiano, e pertanto e’ una mafia che non vedete. E chiamate meritocrazia un sistema a caste ancora piu’ rigido di quello italiano, solo perche’ vi consentono di fare i lavori che loro non vogliono piu’ fare. Provate ad accedere ai lavori che loro VOGLIONO fare, e scoprirete quanto poco peseranno i vostri “meriti”.

E in definitiva, questo spiega perche’ non ho ancora incontrato un britannico professionalmente preparato per il 10% del reddito che riceve. Ho incontrato molti immigrati in UK che lo sono, ma questo e’ dovuto al fatto che il non autoctono per farsi strada deve lottare contro queste alleanze per lui invisibili, e per arrivare ad un posto deve valere 50 volte il reddito che riceve. Ma tra i pursangue di sua maesta’, finora ho trovato solo superficialita’, strafottenza, menefeghismo e incapacita’.

Ma non e’ questo il peggio. Il peggio sono le loro qualita’ umane. In comune tra tutte le razze ariane sembra esserci l’invidia. Non avete idea di quanto l’invidia scorra possente nelle loro vene. All’inizio pensavo che fossero solo competitivi. Che la loro tendenza al gossip fosse soltanto una caratteristica bizzarra. Invece no. Loro non sono competitivi gli uni verso gli altri, sono semplicemente invidiosi gli uni degli altri.

Essi non hanno, per qualche motivo che non conosco, la stessa inibizione che abbiamo noi verso l’invidia. Da noi, dire ad una persona che “parla cosi’ per invidia” significa accusare la persona di essersi abbandonata ad un sentimento che avrebbe dovuto respingere. Per loro no: “parli cosi’ per invidia” equivale a dire “parli cosi’ perche’ hai fallito/sei meno di me”. Il che non e’ un’accusa di provare un sentimento ripugnante: loro trovano logico che vi sia l’invidia, e non hanno inibizioni verso l’invidia stessa. Per loro e’ logico che chi ha fallito provi invidia , e semmai il problema e’ che ha fallito.

A meta’ di quest’anno, sono stato nominato come “single point of contact” per un’attivita’. Di per se’ si tratta dei “front-end” di un apparato, cioe’ di un pezzo che gestisce la sicurezza delle informazioni che stanno dietro, ma contemporaneamente lascia fluire cio’ che serve al servizio. Ho imparato a mie spese quanto possa pesare l’invidia per questa gente.

Il fatto e’ che se un italiano e’ invidioso, in genere non lo lascia trasparire: poiche’ noi consideriamo l’invidia come un sentimento da respingere, di solito il nostro invidioso si nasconde dietro affermazioni di principio, normalmente inerenti alla giustizia. Il nostro invidioso e’ invidioso di voi, ma siccome non vuole farlo apparire per paura del giudizio che ne seguirebbe, dice che “non e’ giusto” se voi avete di piu’, e tira fuori delle questioni di principio, avendo cura che sembrino piu’ nobili dell’invidia che prova.

Quei poveri miserabili d’oltremanica no. Per loro l’invidia e’ un sentimento verso il quale non hanno alcuna inibizione , e nell’agire non si curano di quanto miserabili appaiano a coloro che hanno un giudizio sulla persona che si lascia travolgere dall’invidia. Poiche’ trovano ragionevole l’invidia, trovano naturali le sue manifestazioni, prima di tutto la vigliaccheria e la slealta’. Se qualcuno vi pugnalera’ alle spalle, state tranquillo che e’ un “ariano”: e non se ne vergognera’ affatto, perche’ non hanno inibizioni verso l’invidia.

Non esiste una bassezza che non possiate aspettarvi: certo, sara’ condita dal solito sorriso e dalla solita finta correttezza. Sara’ espressa in maniera accettabile, ma la sostanza sara’ quella. Siccome sei soggetto ad invidia non puoi aspettarti che la gente sia leale con te: ogni occasione sara’ buona per correre per tutto l’edificio gidando “l’italiano di merda ha sbagliato!”.

Da quando ho questo incarico, che NON ho mai chiesto(3), sono stato sul banco degli imputati  ad ogni incidente. Ogni fottuta volta e’ risultato che aveva fallito qualcuno di loro ariani, ma nell’openspace ad oGNI fottuto problema il primo nome che sentite gridare e’ il mio. Pur di dimostrare la mia colpevolezza ho sentito sostenere delle teorie informatiche tali che ho dovuto trattenermi dal ridere.(4) Ovviamente poi si scopre sempre il vero problema: qualche ariano ha sminchiato un router, qualche ariano ha sminchiato un database, qualche ariano ha sminchiato una SAN. Ma sia chiaro , che il primo a salire sul banco degli imputati e’ sempre, per principio, l’italiano di merda. E no, rifiutare il possesso di account di amministrazione non serve: l’italiano maledetto conosce il modo di mandare in crash dei cluster usando il comando ls da un utente non amministrativo, e’ una cosa legata alla mafia, o a qualche altra malvagia arte stregonesca praticata dai malvagi italici quando non fanno la pizza.

In ogni caso, no, non sono competitivi: sono solo invidiosi. Se unite questa cosa alla loro tendenza a formare “cordate” , ottenete cio’ che un italiano che faccia un minimo di carriera ottiene: periodicamente, un gruppetto di ariani esce e va a “parlare” nella sala da the’ del piano. Al loro ritorno, in genere, so di che cosa saro’ accusato.

Se qualcuno di voi crede che in quel posto ci sia meritocrazia scordatevelo: il semplice fatto che per farvi strada occorra lavorare abbestia non implica che lavorare abbestia sia la maniera di farsi strada. Anzi, lavorando il triplo di uno di loro al massimo otterrete un terzo dei riconoscimenti.

L’ultimo gigantesco difetto, oltre alla mancanza di lealta’, dignita’ e rispetto per gli altri e per se’ stessi, e’ la loro tendenza a lavorare per rissa. E’ piu’ diffusa tra gli angli che tra i teutoni, ma vedo che anche i teutoni ci sguazzano. Significa questo: ad ogni occasione, scatenate una flamewar. Una persona vi dice “dovresti fare la tal modifica a tale scopo”, e invece di farla semplicemente rispondete che “non vedete le ragioni di fare una cosa simile, tantopiu’ perche’ il problema che volete risolvere e’ cosi’ banale che vi meravigliate esista ancora (sottinteso : chi fa la richiesta e’ un incompetente)”. A quel punto si apre la rissa, nella quale avranno cura di coinvolgere piu’ gente possibile.

Questa e’ la loro strategia per fare carriera: trasformano in una rissa qualsiasi processo aziendale, avendo cura di farsi notare il piu’ possibile durante la rissa stessa, e sperando di poter avanzare di qualche posizione sfruttando il caos. Questo li fa vivere in un continuo incattivimento , per il quale vi troverete a chiedervi se vi abbiano davvero sorriso, o invece non vi abbiano mostrato i denti come fanno i cani quando ringhiano.

Direte voi: ma allora come fanno ad andare avanti?

Ed ecco il punto. Il punto di cui mi sono convinto nel tempo: e’ vero quello che dicono alcune volte gli antiimperialisti sbroc sbroc. Si tratta di un sistema che divora risorse.

Da quando sono qui, non ho ancora visto efficienza. Ho visto grande dispiego di mezzi, ma mai efficienza. Certo, avere l’attrezzatura adatta per lavorare e’ una cosa che aumenta la produttivita’. Ma non bisogna esagerare. Non ho bisogno di una workstation Sun per fare un ssh, mi bastava avere un cygwin sullo stesso PC che l’azienda mi ha dato per usare windows. Se mi danno una roba mostruosa per farci dei client SSH , e una specie di server per farci girare Outlook, all’inizio penso: eh, pero’, qui si che non badano a spese.

Poi pero’ ti chiedi: eh, ma si poteva fare di meglio, consolidando tutto. Bastava una roba meno costosa disegnata meglio. Allora mi si dice: eh, ma cosi’ spendono di piu’ e tengono in moto l’economia. Vero. Ma uno spreco presenta il conto. Chi paga il conto?

Questo e’ il problema. Quella gente NON e’ efficiente. Per un cazzo. Non giustifico l’eccessivo conservatorismo delle aziende italaine riguardo agli investimenti, ma neanche lo spreco e’ una buona pratica. Se da un lato non fare innovazione e’ un danno sistemico,  sostituire l’infrastruttura anche quando non porta reali vantaggi e’ altrettanto dannoso.

No, non sono efficienti. E non sono organizzati. Sono semplicemente sovradimensionati.

Ma il sovradimensionamento costa: chi paga?

Paga ovviamente qualcuno che, fuori dal loro paese, viene prosciugato di risorse. Umane, materiali, finanziarie. Col passare del tempo, vedendo al lavoro di continuo la loro terribile abitudine di sovradimensionare tutto, sono dovuto arrivare a questa conclusione.

Venendo da un paese abituato a fare tutto con il minimo indispensabile, e spesso con meno del sufficiente e molta fantasia, il continuo spreco di risorse mi balza agli occhi di continuo.

Faccio un esempio: da queste parti non vedo bidoni dell’immondizia nelle strade. Nella cantina di ogni condominio c’e’ una zona bidoni, che comunica col marciapiede esterno mediante una botola. Quelli della nettezza urbana passano casa per casa,aprono la botola, estraggono il bidone, lo svuotano nel camion e continuano. Sembra intelligente? No.

In una via con 500 numeri civici, dovranno aprire 500 botole , scaricare 500 bidoni e rimetterli a posto. Con UN SOLO grosso bidone ogni 25 case, il numero di fermate si riduce enormemente. Sulle prime ho ammirato l’organizzazione: accidenti, ogni palazzo ha il suo bidoncino, ogni palazzo la sua botola, accidenti. Che ordine.

Poi mi sono messo a ficcarci le quantita’, e no: e’ meglio come facciamo noi. Una sola fermata del camion per ogni via , presso i bidoni grandi posti ogni tot spazio. Il loro sistema sembra migliore perche’ e’ esteticamente attraente , e finche ‘ e’ una novita’.

Quello che ho fatto e ‘ un esempio: all’inizio della vita in un paese straniero, quando cercate di comprendere la razio delle loro azioni, vi sembra tutto sensato. Il motivo e’ che non avete mai cercato di capire la ratio delle azioni degli italiani, e invece vi sforzate di capire la ratio altrui: alla fine vi sembrera’ che esista solo la loro, di ratio, mentre voi agite per abitudine. Ma le cose non stanno cosi’, e lo spreco vi e’ chiaro non appena vi sforzate di paragonare vantaggi a svantaggi.

Spesso, troppo spesso, in Italia facciamo molto piu’ di loro , con mezzi inferiori.

LA verita’ e’ che il loro sistema e’ inefficiente perche’ LORO sono inefficienti. I loro sprechi non li vediamo perche’ avvengono sotto forma di inutili sovradimensionamenti del sistema, ma sono ugualmente costosi, se non di piu’. Ma i costi non li pagano loro.

Col tempo mi sono convinto che la loro economia sia, a giudicare da quanto vedo, condannata a predare risorse al di fuori delle loro nazioni. Tutta la loro esistenza e’ un continuo spreco di risorse.

Essi sprecano risorse quando, privi della competenza per dimensionare correttamente i sistemi, per non sbagliare li fanno piu’ grandi di quanto serva.  Sprecano risorse quando anziche’ cooperare si massacrano in una continua faida di invidie, che chiamano “competizione”. Sprecano risorse quando perdono tempo a coalizzarsi in cordate per cacciare chiunque non sia suddito di sua maesta’ e osi occupare un posto di responsabilita’, anziche’ cercare di capire per quale motivo abbia avuto il posto.

Sicuramente in questo sistema c’e’ spazio per emigrare e unirsi ai vermi che divorano la mela. E finche’ ci sara’ un’altra mela da divorare, tutto andra’ bene. Cosi’ emigrerete e penserete di essere finiti in un posto che funziona meglio perche’ lo merita.

Ecco, ecco il succo della consapevolezza che mi sono fatto nel lavorare con loro: i loro sistemi non funzionano meglio perche’ loro lo meritino. Funzionano meglio perche’ sono sovradimensionati in un’assurda orgia di risorse sprecate  e sfarzo modaiolo. Sono piu’ finanziati, ma non piu’ efficienti.

Poiche’ almeno nel campo delle risorse materiali valgono le normali leggi della fisica, rimane da chiedersi da dove vengano tutte queste risorse, e no, non ho ancora avuto modo di incontrare qualcuno di realmente produttivo, se escludiamo gli immigrati che pero’ sono troppo pochi.

Questi sistemi DEVONO vivere depredando altri. Non c’e’ alternativa. Lo sto vedendo coi miei occhi.

E questo e’ il motivo per il quale sono passato da un cosmopolitanesimo europeista alla mia posizione attuale. Penso che alcuni popoli, per qualita’ umane e capacita’ di pensiero, meritino molto piu’ di quanto hanno, e che altri, gli ariani, meriterebbero la fame e la miseria tanto sono stupidi e inconcludenti. Penso che solo la loro capacita’ di fare propaganda ci faccia credere che siano efficienti quando hanno semplicemente piu’ risorse, e penso che spesso noi non vediamo i loro difetti perche’ non li capiamo, tutto qui.

E specialmente penso che questi popoli stiano vivendo spendendo risorse che hanno ricevuto per via di incidenti della storia e della geografia, e che allo scadere di queste risorse la necessita’ di non perdere lo stile di vita che hanno li portera’ automaticamente a predare le risorse altrui.

E quando capisci questo, quando lo vedi di fronte a te, allora capisci che nel mirino ci sei tu. Il tuo paese.

E non ti piace per nulla.

Uriel

(1) Sono convinto che per ripetere l’ 11 settembre basti fare l’attentato il dodici di marzo, usando aerei di una compagnia diversa e puntando su edifici con un nome diverso, conoscendo i miei polli. Non credo abbiano il potere di astrazione di pensare “aereo di linea” come classe di equivalenza. Non ci credo piu’.

(2) Da noi e’ mafia. Loro lo chiamano “networking”.

(3)Mi obbliga ad una reperibilita’ quasi continua, 24/7. Oggi , per esempio, non posso uscire perche’ devo essere a pochi minuti di distanza da qualcosa che possa permettermi un collegamento da remoto ed un intervento sui sistemi. E’ vero che mi pagano un supplemento per questo, ma piacerebbe anche a me discutere tipo “dove andiamo stasera”?

(4) Applicando l’ultima cazzata degli ariani, se siete in una zona locale di Solaris come utente non privilegiato e scrivete

mkfifo -m 777 pippo.fifo ; yes > pippo.fifo

e nessuno legge la Fifo, non solo crashera’ la local zone, ma crashera’ la global zone intera. Perche’ , secondo loro “riempirete un buffer” esaurendo tutta la RAM e tutto lo swap.  Quando ho detto “se la tua teoria fosse vera, allora… <quello che ho scritto sopra>”, mi e’ stato detto che “most likely, yes”, e non si sforzavano di non ridere. Credo che Unix non soffra di questi problemi di sicurezza  tipo dal 1700 in poi. Il guaio e’ che il manager, che di tennico non capisce sega, spesso inizialmente ci crede, e voi venite accusati dell’esplosione di una supernova, del global warming, del peccato originale, del tanga fosforescente di Beth Ditto durante le ciclo mestruale.

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