Intelligenze negre.

Prima di iniziare un post su un argomento controverso, specifico una cosa: con la mappatura del genoma, e’ iniziata un’era. E’ come l’indomani della scoperta delle onde radio: tutto quello che si sapeva prima su “comunicare” e’ divenuto falso, perche’ e’ arrivata la radio, la TV, fino al cellulare,internet, i satelliti, etc.

Dopo la mappatura del genoma, tutto quello che sappiamo di biologia potrebbe rivelarsi falso od incompleto nel giro di un secolo. Da qui ad un secolo probabilmente guarderemo i biologi del novecento con aria di generosa compassione, pensando “beh, per quei tempi comunque…”

I concetti di “razza”, come di “fenotipo”, che usualmente utilizziamo per indicare categorie di animali (e anche di esseri umani) potrebbero subire potentissime variazioni, per via della possibilita’ di sequenziare genoma e di metterlo a disposizione per la ricerca, mediante tecniche di comparazione sistematica quali B.L.A.S.T. & co.

La biologia PRIMA della mappatura del genoma sta alla biologia DOPO la mappatura del genoma come l’astronomia prima di Newton sta all’astronomia DOPO Newton.

Veniamo al dunque: e’ stata fatta da un cattedratico un’affermazione del tipo “i negri sono piu’ stupidi”. Lo spessore storico e culturale di questa affermazione e’ noto a tutti, quindi non c’e’ da meravigliarsi.

Qual’e’ lo spessore scientifico di questa affermazione?

Innanzitutto non sappiamo bene cosa sia “intelligenza”. Sappiamo spannometricamente che ha qualcosa a che vedere col numero di sinapsi, e con la loro geometria, ma siamo ben lungi dall’aver capito come funzioni.

Non siamo in grado di dire, oggi, se questo dipenda dai geni o meno: non siamo nemmeno in grado di negarlo. Dopotutto l’intelligenza e’ presente in alcune spece e non in altre, e nel caso dell’homo sapiens e’ comparsa come carattere ereditario dopo la comparsa , appunto, dell’homo sapiens.

Se un essere (cioe’ una sequenza di genomi )e’ intelligente e un altro no, non e’ implausibile che l’intelligenza dipenda anche dai geni, o che perlomeno i geni siano qualcosa di necessario , anche se non sufficiente: la genomica e’ il campo del potenziale, ogni gene e’ una potenzialita’. Se si attiva. Se l’ambiente e’ giusto. Eccetera.

Non e’ impossibile ne’ implausibile quindi che tra qualche tempo qualcuno dimostri coi crismi della scienza che la tal sequenza di geni e’ quella necessaria per l’intelligenza: di sicuro sappiamo che “delfino”, “cane”,”uomo”,sono sequenze di geni che permettono l’intelligenza.

Non e’ nemmeno impossibile che si scopra una distribuzione non uniforme di questi geni: i watussi sono alti, i pigmei sono bassi, gli svedesi sono piu’ chiari e i nigeriani piu’ scuri: e’ innegabile che i geni siano distribuiti in maniera disuniforme.

Non si capisce bene per quale motivo SE esistesse un gene che sta alla base dell’intelligenza, cioe’ il gene che permette all’homo sapiens di essere intelligente e NON lo permette al  bonobo (1) , esso non potrebbe essere distribuito in maniera diseguale come lo e’ il gene dell’altezza, che rende alti i watussi e bassi i pigmei.

E’ dunque lecito dire che “i negri sono piu’ stupidi?”. No, per una semplice ragione: “negri”, riferito al colore della pelle, indica a sua volta un gene.

Quindi, “i negri sono piu’ stupidi” sarebbe a dire “chi ha il gene che fa la pelle nera manca di un altro gene che fa l’intelligenza”.

Attenzione, perche’ stiamo facendo un’affermazione diversa: se io dico che i watussi sono alti, dico solo che ho dato il nome “watussi” all’insieme di questi tizi che hanno il gene “alto”. Sto facendo un’affermazione sull’evidenza di  UN gene.

Se io dico “i negri sono stupidi” sto facendo un’affermazione su DUE geni: quello che fa la pelle nera e quello che fa l’intelligenza(2).

Nemmeno questo e’ impossibile, semplicemente non sappiamo se e quale sia la sequenza di genomi che permettono l’intelligenza,(3) quindi non possiamo calcolare correlazioni con niente.

C’e’ da dire una cosa: il mito delle razze e’ un mito principalmente ottocento-novecentesco, anche se si trova allo stato embrionale nei periodi precedenti l’acme  e’ avvenuta nel millenovecento, e non ha niente a che vedere con una scienza come la genomica ,che di fatto ha avuto inizio nel 2001 con la prima vera mappatura del genoma umano.

Coloro che teorizzavano “razze” nel 1900 non sapevano nulla di biologia, ovvero si trovavano nella situazione di un greco che cercasse di spiegare la luce di una supernova. In seguito e’ arrivata la scienza vera, e la risposta e’ stata di gran lunga diversa da quella che TUTTI i greci si aspettavano.

Questo e’ il rischio di discutere cose come “i negri sono intelligenti” : quello che la scienza ad un certo punto dia torto a tutti, o che fornisca risposte che non piacciono a nessuno.

Quella che ai nazi sembra “la capacita’ dell’uomo bianco di produrre tecnologia” potrebbe, per esempio, essere una mera specializzazione , ovvero il contrario dell’intelligenza. Una specializzazione piuttosto conveniente, come lo e’ la lingua del formichiere , ma comunque una specializzazione e non una forma di “intelligenza” nel senso astratto che diamo comunemente al termine(4)

Un’altra risposta sgradevole potrebbe venire dal funzionamento dell’intelligenza: se anche , come dicono i nazi, l’uomo bianco fa questo e quello, quasi mai lo fa da solo.

Questo potrebbe essere un caso analogo alle formiche: collettivamente sono intelligenti, perche’ una comunita’ di formiche reagisce piuttosto bene all’ambiente circostante.

Singolarmente una formica e’ probabilmente MENO intelligente , che so io, di una cicala. Quindi potrebbe succedere che la scienza risponda “si’, collettivamente “i bianchi” sanno fare piu’ tecnologia e piu’ scienza, singolarmente sono dei cazzoni(5), mentre “i negri” collettivamente non sono un granche’, ma singolarmente sono piu’ intelligenti”

Sto solo cercando di immaginare qualcosa , una conoscienza che arrivera’ nel futuro. Mi trovo quindi nella situazione dell’autore di metropolis,

[ndr: immagine irrecuperabile]

mentre cerco di immaginare un futuro oltre la mia portata.

In generale, quindi, sono convinto che prima o poi la scienza fornira’ la soluzione , non fosse altro che quella banale(3) ,ma quello di cui NON sono affatto certo (e spero di esserci per divertirmi) e’ che tale soluzione piaccia ai sostenitori della presunta superiorita’ di questa o di quella “razza”.

Uriel

(1) Bonobo che preferisce trombare anziche’ imparare teoremi. Potrebbe essere sintomo di intelligenza, lo ammetto.

(2) In astratto l’intelligenza potrebbe essere semplicemente la mancanza del gene della stupidita’. Noi consideriamo in modo negativo la mancanza e in modo positivo l’abbondanza, quindi se l’intelligenza e’ buona pensiamo che sia da associare all’abbondanza di qualcosa, e non alla mancanza del suo opposto. Potremmo essere intelligenti semplicemente perche’ si e’ rotto il gene della stupidita’. Confesso che ultimamente sono molto propenso a credere che la natura stia riparando il guasto.

(3) In realta’ esiste anche una soluzione banale al problema:  il genoma che sta alla base di homo sapiens , TUTTO, e’ il genoma che permette l’intelligenza umana, ovvero serve TUTTA la catena. In quel caso stiamo discutendo di aria fritta.  Spero di vivere abbastanza da saperlo.  Einstein diceva che dio non gioca a dadi, questo non esclude che   ami il Curling o il Badminton.

(4) Sul termine “intelligenza” e’ ricaduto un bel po’ di quella che veniva chiamata “anima” nei periodi piu’ religiosi del mondo occidentale.

(5) Questo spiegherebbe come mai l’individualismo spinto porti la decadenza della comunita’ umana.

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