Intelligenza artificiale e fiducia

Intelligenza artificiale e fiducia

Uno dei motivi per i quali non condivido la paura che le persone hanno della IA (Intelligenza artificiale) sta nel fatto che spero, mi auguro, che la IA sia o sara’ un’entita’ intellettualmente neutrale. Neutrale rispetto a cosa? Neutrale rispetto alla storia. Perche’ oggi come oggi la difficolta’ nel discutere di ipotesi, (senza le ipotesi non si ragiona) consiste nel fatto che la storia passata porti l’interlocutore a chiudere la discussione.

USA ed Europa, che oggi vengono identificate con “Occidente”, hanno una storia orribile. Non voglio dire che gli altri continenti siano stati dei paradisi di pace ed uguaglianza, sia chiaro. Ma la quantita’ di orrore che e’ scaturita dalla mente di intellettuali europei (Marx , Hegel , Wagner, Evola &co) supera di diverse unita’ di grandezza quella che e’ sorta in altri continenti. E spesso, anche in altri continenti, dietro a questi errori c’erano filosofie ed idee nate in europa.

In USA, per esempio discutere di questioni genetiche e’ difficile per via del precedente della schiavitu’ dei neri. A questo si aggiunge la diatriba tra evoluzionismo e creazionismo.

In Europa discutere di questioni eugenetiche e’ difficile per via del precedente nazista. E a questo si aggiunge tutta un discorso sull’eguaglianza che ha origini illuministe.

Sebbene si tratti di scienze “poco complete”, alzare una discussione ottiene solo una levata di scudi di tipo accademistico.

Posso fare un paragone col mondo dell’ IT: il Kernel MACH. Esso fu inventato in un mondo nel quale si sperava che i microkernel fossero piu’ performanti. Ci scommettevano dei pezzi grossi, eh. In seguito si vide che la maggiore “performanza” non esisteva davvero, e quindi si continuo’ a sviluppare codice monolitico, o pseudomonolitico.

Ora, una volta dimostrato che i microkernel come MACH non fossero davvero piu’ performanti, la discussione era chiusa. Nel mondo accademico la si sarebbe considerata chiusa. Uno dei piu’ imbarazzanti errori: inizialmente gli accademici (Tanembaum in prima fila) sostenevano che il design fosse migliore e fossero piu’ performanti per definizione. Poi dovettero ricredersi. E quando qualcuno deve ricredersi, nel mondo dell’accademia si crea una cicatrice, una specie di grumo, una roba callosa che impedisce ulteriori discussioni. Non riaprite quella ferita.

Il Kernel MACH e’ alla base di Mac OS “Darwin”, e ha una discreta fetta di mercato. Come lo spieghiamo, dal momento che il mondo dell’ accademia SA che i microkernel siano poco performanti?

Lo si spiega con diverse condizioni ambientali. L’hardware e’ tremendamente potente, i processori sono multicore, cosa che cambia molto il comportamento degli IPC.

Queste misure pero’ le vedete fare solo dai privati. Se entrate nell’accademia, vi dicono che “gli approcci IPC hanno gia’ mostrato i loro limiti in passato”. Basta. Fine della discussione. Qualche pezzo grosso c’e’ rimasto scottato, la discussione e’ chiusa. Non riapriamo figure di merda ferite chiuse.

Ora, il motivo per il quale aspetto la IA e’ che sfugga dalle questioni storiche. Ambisco , spero, in una forma di intelligenza priva di storia. Una forma di sapere ordinato senza che risenta della storia di un dato sapere.

Lanciare l’idea che “se raggruppiamo gente scelta per un qualche talento in una zona del pianeta, come NON si era mai fatto prima, possano avvenire fenomeni mai osservati prima” e’ un esempio chiaro.

Nella mia idea, discutendo con una IA, dovrei ottenere una risposta di questo tipo:

  • Uriel: Ehi, ma cosa stiamo combinando al genoma umano se richiamiamo in un posto solo tutti gli esperti di IT del pianeta, e li facciamo accoppiare tra loro piu’ di quanto non abbiamo mai fatto?
  • IA: Teoricamente nulla. Tuttavia, un esperimento simile con numeri simili non era mai stato condotto. Provero’ ad avere dei numeri.

Mentre oggi succede che.

  • Uriel: Ehi, ma cosa stiamo combinando al genoma umano se richiamiamo in un posto solo tutti gli esperti di IT del pianeta, e li facciamo accoppiare tra loro piu’ di quanto non abbiamo mai fatto?
  • IN: Teoricamente nulla. Quindi smetti di pensarci. Lamarckiano di merda! A morte l’eretico!

Ora, quel che io spero e’ di poter , un tempo, parlare con una intelligenza “pura”. Qualcosa, cioe’, che se ne fotta di quanto successo duecento anni fa. Qualcosa che non dica “questa idea e’ orribile” e quindi rifiuti di cercare i dati.

E parlo proprio di DATI.

Qualcuno mi accusa di essere “Lamarckiano” nello scorso post. Bene. Vediamo i dati.

lamarckwasright

Ehi, ma che succede? Succede che in solo QUATTRO anni dopo l’esplosione della New Economy, si sono creati dei veri e propri CLUSTER di nascite di bambini autistici.

Oh, certo, sono convinto che Lamarck abbia detto il falso. Infatti io NON ho MAI detto cose come “la funzione crea l’organo”. Io mi sono chiesto cosa succeda nel raggruppare persone con geni specifici in un luogo, aumentando poi le probabilita’ di accoppiamento tra persone simili. Accoppiamento selettivo.

La risposta e’ circa: “sei troppo Lamarckiano”. Strano, perche’ sto parlando di accoppiamenti selettivi, ovvero di selezione. Ma forse non e’ nemmeno quello: magari con l’esplosione della New Economy in quella zona si e’ accumulato troppo silicio. O troppi solventi usati per il silicio. Whatever.

Ma sta di fatto che , dal momento che e’ considerato “accademicamente provato” che raggruppare gente simile per talento e farla accoppiare NON POSSA causare effetti (in questo caso negativi) , allora non si leggono nemmeno i dati. Ci si inalbera gridando al Lamarckismo.

Io non voglio dire che correlazione=dimostrazione. Pero’, insomma, quei dati meriterebbero piu’ di una semplice alzata di spalle. E’ roba che viene dalla versione americana del ministero della salute, non dal Mago Otelma.

E se inizia ad esserci una correlazione “quartiere per quartiere” tra cluster di autismo e posti dove vanno a vivere gli esperti IT in quella zona, la precisione della correlazione non puo’ saltare fuori per caso.

Ovviamente la cosa puo’ trovare risposta. La risposta ufficiale sembra essere che in queste zone le diagnosi di autismo sono di piu’ perche’ le famiglie, essendo piu’ istruite, sono piu’ portate a far diagnosticare l’autismo. Prova ne sia , dicono testualmente, che gli ispanici sono sottorappresentati. Non ci sono numeri a riguardo, che servirebbero visto che nella silicon valley la composizione e’ piuttosto internazionale, ma e’ cosi’.

Non ho neanche voglia di commentare il fatto che si parta da diverse assunzioni su colto=diagnostico o ispanico=meno colto. La seconda puo’ avere origine demografica, la prima non so da dove caschi.

Ma il punto e’ che , paradossalmente, la risposta “ci sono piu’ diagnosi di autismo perche’ i genitori di un gruppo fanno meglio la misura” , senza ulteriori indagini, sembra ironicamente piu’ Lamarckiana dell’altra: la funzione di accettare l’autismo crea la misura di autismo. Qui siamo al punto in cui pur di non fare una ricerca di tipo genetico si dice , senza numeri, che tutto dipende dall’amore per la diagnosi dei genitori colti.

Tranne per il fatto che sia un’assunzione:

“It doesn’t necessarily mean that higher education causes autism,” says Irva Hertz-Picciotto, one of the study’s authors and a researcher at the UC Davis MIND Institute. “It gets you the diagnosis more frequently.”

Tra l’altro, non emerge neanche uno straccio di numero sul titolo di studio dei genitori di quei bambini. Si sa solo che in quelle zone l’educazione sia mediamente piu’ alta, ma che PROPRIO i genitori di quei bambini siano piu’ colti lo dicono loro.

Ecco, questi sono i momenti nei quali sento la fretta, l’urgenza, di avere a disposizione una IA , culturalmente neutrale. So benissimo che chiedere le prove di una “maggiore facilita’ alla diagnosi” delle famiglie ricche, in una zona mista, in un paese fatto di tensioni razziali, sia terribilmente complesso. Politicamente parlando, si ottiene che nessuno fara’ mai una ricerca simile. Per quanto, nel caso degli ispanici, si da’ per scontato che siano sottorappresentati, quindi abbiamo tolto gli ignoranti dalla conta. Questo dato sembra invece assodato.

Ok, facendo cosi’ va tutto bene. Abbiamo una risposta che non e’ “disruptive”.

Una IA piu’ “neutrale” culturalmente , almeno nei miei sogni, andrebbe a:

  • Sfogliare i dati sull’istruzione dei genitori di bambini con sindrome autistica.
  • Sfogliare i dati sull’istruzione dei genitori di bambini SENZA alcuna diagnosi.
  • Sfogliare i dati sull’istruzione dei genitori di bambini con diagnosi negativa.

e a questo punto potrebbe dare una risposta chiara, senza “dedurre” l’istruzione dei genitori dal fatto che gli ispanici siano sottorappresentati.

Ma ci sono AlMENO un paio di ragioni politiche per le quali simili statistiche non sono possibili. La diatriba in questione, sui cluster, nasce credendo che ci sia inquinamento , tale da causare autismo. Quindi gia’ c’era un giro di miliardi di risarcimenti nell’aria. Poi c’era la questione politica, per cui qualcuno si e’ affrettato a dire che l’istruzione alta non causa autismo. Dopo aver detto che c’e’ relazione con le diagnosi di autismo, ma sia chiaro , tale correlazione e’ dovuta ad un fattore culturale. I genitori ispanici, meno colti non si accorgono che il figlio e’ autistico, o quando se ne accorgono non lo portano da nessun medico.

  • Alonzo, cosa vuoi da mangiare?
  • oiDaMangiareoiDaMangiareoiDaMangiareoiDaMangiareoiDaMangiare
  • Si vedes che stas benones, chico!

Ok, ovviamente senza numeri possiamo dire di tutto e di piu’. Sono certo di sbagliare. Ma la sensazione di sbagliare perche’ qualche tribunale della fede ti accusa di essere Lamarckiano quando ti sei posto un problema di selezione e’ molto diversa dalla sensazioe che ti darebbe vedere dei dati elaborati da un ente che non crede che i genitori ispanici non si accorgano dell’autismo, o che se ne freghino e non portino il pargolo ad una visita. E che poi non se ne accorga nessuno nemmeno a scuola, che pure e’ obbligatoria anche per gli ispanos.

Si, non vedo l’ora di avere a che fare con le IA. Alle quali puoi chiedere se per caso dei momenti di estrema selezione del piu’ robusto, come un viaggio in condizioni disumane, non possano avere effetti statistici di selezione di alcuni tratti. Ripeto: selezione.

Non si tratta di essere Lamarckiani. Io non sostengo che un San Bernardo maschio adulto pesi dai 90 ai 100 kg, mentre uno Yorkshire ne pesi 3.5-4 (secondo gli standard di razza) , perche’ qualche funzione abbia creato l’organo.

Penso pero’ che la selezione e gli incroci selettivi abbiano causato questa differenza. E da questo, per analogia, sono autorizzatISSIMO a chiedermi se altri eventi selettivi possano fare lo stesso alla specie umana.

MA quando si parla di specie umana, parlare di selezione che determina alcuni tratti e’ taboo. Sia chiaro: se dite che gli europei sono piu’ chiari perche’ la selezione genetica ha bisogno reagire al clima diverso, nessuno dice nulla. E’ roba vecchia, successa anni ed anni fa. Quindi se reagite al clima diventando biondi, da negri, e’ ok.

Ma se reagite alle nuove condizioni sociali diventando alti, per dire, allora non va bene. Eh, no. Un conto e’ un processo di selezione che nei climi freddi ucciderebbe piu’ i neri che i bianchi, per via del colore della pelle. (sarebbe interessante una misura che mostri la magnitudo di questa maggiore mortalita’ dei neri, btw.). Un processo di selezione che aumenti l’altezza di 4 pollici perche’ in Europa ci sono condizioni socialmente migliori, invece, e’ gia’ imbarazzante. Si, la gente e’ piu’ alta, ma e’ il cibo. Ereditario? Maddai.

Chiedere se poi, come accade con il San Bernardo, tali caratteristiche possano diventare ereditarie e’ blasfemo. Dunque, l’essere umano e’ immune da qualsiasi processo selettivo che non sia preistorico, o almeno disgiunto dalla storia dei nazionalismi europei. Ok, se lo dicono gli esperti sono d’accordo.

Sono d’accordo, MA non vedo l’ora che l’esperto sia una macchina fatta di logica e silicio.

Non so, sara’ l’esperienza personale. Ma per dimostrare che un certo gruppo di indiani lavorasse peggio ho dovuto usare un computer che prendesse le misure sul tempo dei ticket.

Stranamente, l’ “intelligenza umana” non riusciva a pronunciare una certa frase. E non riusciva mai a leggere alcuni dati.

Per questo mi piace quella artificiale:

  • Pronuncia QUALSIASI frase.
  • Legge QUALSIASI dato.
  • Non esclude a priori NESSUNA conclusione.

E questo mi lascia sperare in una scienza migliore. Nella quale sicuramente ho torto, ma almeno qualcuno avra’ il coraggio di elaborare dei numeri con la freddezza che serve per dirmelo, ed ascoltare le domande senza partire per una crociata contro gli eretici.

Perche’ quando la risposta arriva con certi toni, onestamente sa di tutto tranne che di scienza.

Se un esperto vuole dirmi che l’essere umano NON risenta di alcun fenomeno di selezione genetica o di accoppiamento selettivo , se non in tempi fuori da ogni discussione politica, per me e’ libero di farlo. Ok, gli credo.

Ma appena SIRI diventa abbastanza potente,e manca poco, non vi incazzate, ma per prima cosa chiedero’ una conferma.

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